ISO 9001:2015 E KAIZEN

Cos'hanno in comune e in cosa differiscono il Kaizen e la ISO 9001:2015?

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Chi conosce bene la ISO 9001:2015 saprà che ha molto in comune con la metodologia Kaizen: entrambe sono costruite e basate sul modello plan-do-check-act (PDCA), entrambe poggiano su pratiche solide e collaudate sviluppate negli anni, entrambe si basano su un concetto di miglioramento che non ha mai fine, entrambe puntano sull'aggiunta di valore, ecc. Sfortunatamente, però, raramente questi due metodi sono stati integrati e così, quando vogliamo standardizzare il lavoro iniziamo da zero, senza ricordare che è la base del pensiero Kaizen, quando vediamo un'organizzazione gestita col visual management e che promuove le gemba walk o le 5S non pensiamo in prima battuta alla ISO 9001 ma, francamente, è difficile ipotizzare due metodologie più simili e con più punti in comune, soprattutto dopo la versione del 2015 della ISO 9001. Le informazioni documentate, che sono state molto ridotte nella ISO 9001:2015, possono presentarsi in qualsiasi forma decida l'organizzazione e, quindi, puntare a standard di lavoro, "lezioni in un punto" per focalizzarsi su un argomento specifico (One Point Lessons), moduli 5S, moduli gemba-walk, fogli A3 e tutto quello che la direzione, il management e i collaboratori ritengono necessario per ottenere i risultati pianificati. Per quanto riguarda la responsabilità del lavoro "in qualità", sappiamo che la ISO 9001:2015 la pone fermamente nelle mani del top management, proprio come il Kaizen che sottolinea da sempre l'importanza della presenza della Direzione nel gemba almeno una volta al giorno per comunicare con chi vi lavora.

E che dire del fatto che uno dei requisiti fondamentali della ISO 9001:2015 sia la necessità di gestire i rischi a tutti i livelli dell'organizzazione? Qual è uno dei modi migliori per mitigare il rischio se non concentrarsi costantemente sull'eliminazione degli sprechi e delle difettosità? L'ultima versione della ISO 9001 chiede proprio a gran voce di utilizzare i principi, le pratiche, gli elementi culturali e gli strumenti del Kaizen, pratiche come l'analisi SWOT, il SIPOC, l'Hoshin kanri e tanto altro per ridurre i rischi a livello strategico. Allo stesso tempo, pratiche come l'analisi delle cause principali, il poka yoke, il Nemawashi, l'analisi delle modalità di errore e degli effetti (FMEA) e il jidoka possono guidare le organizzazioni a ridurre il rischio a livello operativo. L'ultima edizione della ISO 9001 ha adottato approcci più moderni per la gestione della qualità e ha, quindi, sottolineato maggiormente la vicinanza con alcune metodologie per il miglioramento continuo, quali il Kaizen i cui principi fondamentali sono:

tutti concetti ben noti a chi si occupa di qualità.

Un ulteriore avvicinamento della ISO 9001 al Kaizen è dato dal fatto che, se prima la norma era più orientata al prodotto e focalizzata sul controllo, ora converge sui principi su cui è basato anche il Kaizen: l'orientamento al cliente e l'approccio per processi. Ci sono anche similitudini per ciò che riguarda le informazioni di supporto dei processi: la ISO 9001 richiede che siano disponibili e facilmente accessibili a chi opera sui processi interessati mentre il Kaizen richiede un approccio basato sui dati che vengono raccolti con i 7nuovi strumenti della qualità. Resta ancora una differenza sostanziale tra i due metodi: la norma richiede che chi l'adotta si adegui ai suoi requisiti mentre il Kaizen mira a migliorare gli standard esistenti perché si può sempre fare meglio.

La dfferenza concettuale principale (non l'unica) tra la ISO 9001:2015 e il Kaizen è che, se ci si certifica secondo la ISO 9001, si dà al cliente la garanzia di operare in un certo modo mentre adottare la metodologia Kaizen significa semplicemente che l'azienda ha preso l'impegno di migliorarsi su base continua. Un'altra differenza, più sottile, è che la ISO 9001:2015 punta al miglioramento continuo ma non lo richiede con la costanza del Kaizen. In inglese questa dfferenza si coglie meglio perché nella ISO 9001:2015 troviamo l'aggettivo "continual" mentre alla base del Kaizen c'è l'aggettivo "continuous". In italiano la sfumatura è meno netta e potremmo tradurre "continual" con "frequente" e "continuous" con "continuo". Il miglioramento continuo della ISO 9001:2015 è uno sforzo continuo per migliorare i prodotti, i servizi e / o i processi dell'organizzazione ma questi sforzi possono variare ampiamente in complessità, durata, esecuzione e tipologia. Una delle caratteristiche più distintive del Kaizen, invece, è il suo approccio globale, con una tendenza all'armonia e all'equilibrio nel suo sviluppo e il credere che ci siano sempre dei problemi, poiché - se non ci sono problemi - non c'è spazio per il miglioramento. E' un concetto che va al di là dell'azione correttiva e rientra in uno dei sette principi della qualità, quello del miglioramento continuo.

Kaizen e qualità totale, la metodologia su cui ci si è basati per sviluppare gli standard internazionali in materia di qualità come la ISO 9001:2015, hanno origini diverse: il primo compare per la prima volta nel libro "Kaizen, la chiave del vantaggio competitivo giapponese", di Masaaki Imai del 1989, mentre la seconda ha un'origine legata a Shewhart (e poi a Deming e Taguchi). Le origini della qualità mostrano, quindi, una diversità di percorso ma una confluenza nel pensiero e nel modo di fare le cose.

Il Kaizen ha insegnato per anni alle organizzazioni ad impegnarsi in maniera proattiva per migliorare i processi e la base di questo tipo di miglioramento è quella di incoraggiare le persone ad apportare ogni giorno piccoli cambiamenti nella loro area di lavoro con l’obiettivo di fare le cose per bene e in modo soddisfacente per il cliente e di ripetere con continuità questa esperienza positiva. E la ISO 9001 cosa ci ha insegnato, ancora di più con le ultime revisioni, se non a risparmiare il tempo che sarebbe necessario per correggere un lavoro scadente lavorando bene fin dal principio?

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