PROCESSI: PERCHE' SI PARLA DI
APPROCCIO?

di Staff di QualitiAmo

Nell'ambito della qualità siamo abituati a sentir parlare di approccio per processi ma ci siamo realmente fermati a riflettere sul significato di questa espressione?

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Il termine "approccio per processi" è adottato da tutti i professionisti della qualità perché è la stessa nomenclatura della ISO 9001 (la ISO 9000:2015) che ce lo propone.
Questo tipo di approccio consiste nel ridefinire e aggiustare la catena di azioni o attività da compiere per fare in modo di adattare completamente l'organizzazione ai bisogni e alle aspettative dei clienti interni ed esterni.

L'approccio non è per niente nuovo visto che lo ritroviamo addirittura in quelle organizzazioni che concorrevano al Malcolm Baldrige National Quality Award (MBNQA) che nacque negli Stati Unitinel 1987 o al premio EFQM, European Foundation for Quality Management, che risale al 1988.
Se, dunque, questo concetto di "approccio per processi" oggi viene utilizzato da anni nella ISO 9001 è perché era ben conosciuto già da tutte le organizzazioni che, per la loro sensibilità al tema, erano già vicine al mondo della qualità.

Bisogna arrivare al 1992, però, perché Michael Hammer formulasse il concetto di "Business Process Reengineering" che portò l'approccio per processi decisamente alla ribalta e fece in modo che venisse adottato da molte grandi aziende del tempo (IBM e Ford, solo per citarne un paio).
Il BPR si basa su una vera e propria strategia di rottura con il passato e non può essere davvero efficace se non all'interno di un quadro di vera e propria rivoluzione culturale in termini di funzionamento e produttività di un'azienda. Un metodo di questo genere lascia per forza di cose tracce ben evidenti perché si basa su cambiamenti drastici che raramente si adattano alle piccole imprese.

Al contrario, un metodo come il Kaizen che non mette in discussione tutto quello che è stato fatto in passato e che si limita a riesaminare le cose per cercare di risolvere eventuali malfunzionamenti caso, per caso, potrebbe sembrare perfetto per le PMI ma perde di efficacia in quei settori dove l'evoluzione è velocissima e bisogna adattarsi in fretta al mondo che cambia o, meglio ancora, prevedere questi cambiamenti ed essere pronti a cavalcarli.

Vediamo di confrontare i due approcci con le loro caratteristiche peculiari e cerchiamo insieme di comprendere le conseguenze della loro applicazione.

Impatto:

Kaizen - si basa su un miglioramento passo dopo passo e, dunque, l'impatto si vede sul lungo termine e, solitamente, non crea alle persone problemi di adattamento
BPR - il suo fondamento è un miglioramento ottenuto rivoluzionando completamente tutto quello che si fa. L'impatto si vede immediatamente e può essere difficile da far assorbire alle persone che possono addirittura, nei casi più gravi, arrivare a rifiutarlo completamente

"Ritmo" del cambiamento

Kaizen - si applica a piccoli passi e spesso questa lentezza può causare problemi a chi deve adottare cambiamenti rapidi per restare competitivo in un ambiente continuamente in evoluzione ed estremamente competitivo
BPR - viene applicato mediante tappe che segnano profondamente l'ambiente in cui avvengono i cambiamenti. In questo caso i cambiamenti sono molto visibili ma c'è un periodo di adattamento tra uno e l'altro

Frequenza:

Kaizen - la frequenza dei cambiamenti è continua e una pianificazione a medio termine è spesso indispensabile per conservare una certa coerenza tra le azioni intraprese
BPR - la frequenza dei cambiamenti è discontinua e permette di non lasciarsi andare alla routine

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PER SAPERNE DI PIU':
Terminologia: l'approccio per processi