LE DOMANDE E LE RISPOSTE DEL
COLLOQUIO

Siete preparati ad affrontare le domande dei colloqui? Perché
non passare dalla preoccupazione alla serenità di avere
le risposte in tasca?

Articolo di Staff di QualitiAmo

colloquio di lavoro

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L'esigenza di un nuovo lavoro è molto sentita da chi frequenta le nostre pagine, ecco perché abbiamo deciso di dedicare qualche approfondimento proprio ai giovani che sono alla ricerca della prima occupazione e a quei professionisti già affermati che vogliono provare a lavorare in una nuova organizzazione.

In questa prima parte del lungo articolo che vi proponiamo vedremo insieme le prime domande e risposte utile per preparare con serenità qualsiasi colloquio.
Prima di iniziare, vi ricordiamo che abbiamo già pubblicato una raccolta di domande che vengono solitamente rivolte ai candidati durante i colloqui, una sorta di "antipasto" di ciò che state per leggere.

Ed ora iniziamo con le domande.

"Perché dovremmo assumerla?"

Questa domanda, solitamente, è la prima o l'ultima di un colloquio di lavoro. Può servire per rompere il ghiaccio o per tirare le somme di ciò che si è detto. Prepararvi una risposta convincente e mirata, in ogni caso, vi aiuterà a fare chiarezza sul perché desiderate quel lavoro.

Prima di tutto è necessario sottolineare le conoscenze, le competenze e le abilità che fanno di voi una persona adatta a ricoprire la posizione interessata dalla ricerca di lavoro. Siate il più specifici possibile e non siate modesti, non è il momento.

Ad esempio, se chi sta seduto davanti a voi sta cercando una persona esperta, potreste rispondere in questo modo: "Porterò in questa organizzazione 12 anni di esperienza sul campo, esperienza che si è progressivamente allargata a tutti gli ambiti di gestione della qualità. Negli ultimi anni, presso la mia attuale azienda, siamo riusciti ad ottenere importanti risultati quali, ad esempio, una diminuzione del .... degli scarti di prodotto, una percentuale del ... di diminuzione dei reclami dei clienti..., ecc.."

Se, poi, vi state proponendo a un concorrente della vostra attuale azienda potreste aggiungere: "ho fatto alcuni studi interessanti di benchmarking e di analisi della concorrenza che mi hanno portato a selezionare i migliori strumenti di gestione della qualità nel nostro settore. Credo vi potrebbero interessare".

"Perché vuole un lavoro per il quale è fin troppo qualificato?"

Se avete risposto ad una ricerca di lavoro per una posizione che sembra essere poco adatta alle vostre qualifiche che vi permetterebbero di accedere ad un posto migliore, è molto probabile che l'azienda si interroghi sulle ragioni di questa scelta.
Dopo tutto, se siete troppo qualificati, potreste decidere di lasciare il nuovo lavoro dopo un periodo di tempo molto breve, creando così un altro problema a chi gestisce il personale.

Una risposta adatta potrebbe essere: "So che posso sembrare troppo qualificato per ricoprire questa posizione. Alcuni datori di lavoro potrebbero decidere di non assumermi perché hanno paura che io non sia contento del nuovo lavoro e inizi presto a cercarne uno nuovo. Tuttavia, vorrei che fosse chiaro che sono davvero molto interessato a questa posizione e credo che potrei portare a questo lavoro qualcosa che ad altri con competenze inferiori alle mie non sarebbe possibile portare.
In questo momento della mia vita apprezzo la stabilità e il fatto di poter lavorare vicino a casa, potendo programmare con serenità i miei impegni. Vi prometto che occuperò questa posizione per un po' di anni e durante questo periodo vi assicuro che farò di tutto perché la posizione si sviluppi in linea con i miei interessi e le mie competenze perché credo ci sia molto spazio di crescita da quello che vedo. Le assicuro che non si pentirà di avermi assunto, così come sono certo che non me ne pentirò io
".

"Che cosa le piace di più del suo attuale lavoro?"

Questa domanda è pensata per conoscere ciò che per voi è importante trovare in un ambiente di lavoro. Cercate, dunque, di sottolineare le stesse cose che potrete facilmente trovare anche nella nuova realtà, concentrandovi sull'attenzione alle performance delle persone e a un buon lavoro invece che su benefit, stipendio o condizioni particolari di cui godete attualmente.

"Mi piace lavorare con un team di persone competenti, professionisti energici che si dedicano a progetti innovativi che mi hanno permesso di imparare cose nuove. Non vedo l'ora di lavorare in un ambiente simile che incoraggi gli sforzi del gruppo, l'iniziativa e l'assunzione di rischi. Ma la cosa che per me è davvero importante è vedere i risultati tradotti in nuovi clienti e nuovi progetti".

"Che cosa le piace di meno del suo attuale lavoro?"

In questo caso abbiamo, ovviamente, il rovescio della medaglia rispetto alla domanda precedente, bisogna quindi rispondere in modo analogo, tenendo presente che è meglio parlare delle cose negative che siete riusciti a migliorare perché in questo modo si sottolinea la vostra capacità di iniziativa e di problem solving.

"Non mi piaceva dover lavorare sempre in condizioni di stress per gestire le emergenze ed essere costretto a fare gli straordinari solo perché non si riusciva a rispettare le scadenze, in quanto si lavorava male.
Mi piace organizzare il mio lavoro per tempo e sono bravo a farlo.
Quando sono arrivato in azienda, ho capito subito che si lavorava reagendo ai problemi, non anticipandoli. Ecco perché eravamo sempre angosciati e dovevamo lavorare il doppio per rispettare le scadenze.
Riuscivo a svolgere il mio lavoro ma non a pianificarlo e questo mi impensieriva parecchio, ma all'inizio ho potuto fare ben poco se non adattarmi perché avevo ereditato questo modo di affrontare le cose dal mio predecessore. Col tempo e con tanto impegno, però, sono riuscito a pianificare in maniera realistica il mio lavoro e a soddisfare tutte le parti interessate rimanendo in linea con le tempistiche e affrontando il lavoro con maggiore serenità
".

"Che cosa le piace di più del suo capo attuale?"

Anche in questo caso, conviene focalizzarsi su qualcosa che dimostri il vostro apprezzamento per i principi che sono alla base dei compiti di un responsabile, invece che sulla sua personalità o sulle caratteristiche personali dell'individuo che sono difficilmente riscontrabili in altri.

"Il mio attuale capo lavora davvero bene e sa come gestire i suoi collaboratori. La sua politica è quella di avere sempre la porta aperta per noi, per incoraggiare la comunicazione a due vie: verso il basso ma anche verso l'alto. Ha creato un ambiente di lavoro congeniale al miglioramento delle performance e si sforza costantemente di dare una mano ai suoi collaboratori. Si preoccupa della nostra crescita professionale e cerca sempre di metterci nelle condizioni di fare del nostro meglio. Conosce i nostri punti forti e cerca di usarli nel migliore dei modi, facendoci fare gruppo con le persone che possono tirare fuori le nostre qualità.
Tutti i suoi collaboratori, nessuno escluso, lo ammirano. Un giorno mi piacerebbe diventare un responsabile come lui
".

"Che cosa le piace di meno del suo capo attuale?"

Attenzione a questa domanda. Le cose negative che individuerete relativamente al vostro attuale boss non devono assolutamente trovare riscontro nel vostro futuro boss. Dunque, anche se avete parecchi motivi per essere in conflitto con il vostro capo, concentratevi solo su quelle negatività che possono anche essere interpretate come un segnale positivo.

"Quello che mi piace meno del rapporto col mio capo è la mancanza di un feedback sulle mie performance. Il mio capo precedente, ad esempio, ci spiegava sempre cosa aveva apprezzato nel nostro lavoro e cosa, invece, desiderava che migliorassimo e questo mi ha molto aiutato a migliorarmi professionalmente. Mi sono abituato a lavorare così e credevo che questo modo di fare fosse normale.
Quando, però, mi sono spostato nella mia attuale azienda, ho trovato uno stile di gestione del personale molto diverso. Per quanto, dunque, il mio capo sia una persona straordinaria e molto competente e nonostante abbia imparato moltissimo da lui, mi è sempre mancata una valutazione mirata del mio lavoro.
Oggi credo, però, che questo mi abbia aiutato a cercare un riscontro quando non mi viene dato e a non aspettarmi un giudizio ma ad andare a cercarmelo per capire come posso crescere e migliorare. Lavorare con persone che hanno diversi modi di pensare e di procedere mi ha insegnato che il mio lavoro non deve essere dipendente dal loro modo di gestire le cose ma allineato alla mia voglia di fare sempre meglio
".

"Qual è il suo punto forte?"

Per rispondere bene a questa domanda bisognerebbe citare una competenza che si possiede e che è direttamente collegata alle esigenze del datore di lavoro.

Evitate punti di forza che tendono ad enfatizzare le vostre caratteristiche personali, i vostri valori o gli atteggiamenti. Concentratevi, invece, su quelle cose che fate bene perché vi divertono, vi piacciono, vi vengono naturali. Sono adatti soprattutto i punti di forza che indicano la capacità di adattarsi e di apprendere in contesti nuovi.

Una risposta, ad esempio, potrebbe essere questa: "Mi adatto subito alle nuove situazioni di lavoro che scatenano in me una grande energia e la voglia di imparare cose nuove. Mi piacciono le nuove sfide e lavorare con persone che hanno obiettivi ben chiari in mente. Questo non vuol dire, però, che il mio entusiasmo si manifesti solo per ciò che è nuovo. Mi piace iniziare un lavoro ma anche portarlo fino alla fine, per imparare dall'esperienza fatta. Il mio punto di forza principale è quello di concentrarmi su ciò che devo fare e non smettere fino a quando non ho portato a termine il compito".

"Qual è il suo punto debole?"

Attenzione a questa domanda. Non è il momento di confessare una debolezza che può essere interpretata come negativa perché potrebbe escludervi dal percorso di selezione.

La cosa migliore è selezionare una delle vostre debolezze che possa, però, essere anche interpretata come un punto forte.
Ad esempio, potreste dire: "Uno dei miei punti deboli è stato quello di prendermi carico di troppi progetti con poco tempo a disposizione per completarli. Da questo ho imparato a definire meglio le priorità e a fissare obiettivi più realistici.
Come risultato, oggi so essere più mirato e produttivo sia al lavoro che nella mia vita privata
".

Qualunque cosa rispondiate, comunque, non siate così sciocchi da dire che non avete alcun punto debole. Tutti ne hanno, si tratta solo di presentare quello che vi metterà meno in cattiva luce.

"Che cosa le sarebbe piaciuto fare nel suo attuale posto di lavoro e, invece, non è riuscito a fare?"

Come risposta a questa domanda, selezionate esempi di cose che stavate per realizzare e che, con un po' più di tempo a disposizione, sareste riusciti a realizzare . Ad esempio: "Il mio obiettivo era quello di ridurre i reclami dei clienti del 50%. Con il lavoro degli ultimi tempi sono arrivato ad una diminuzione del 40%. Penso che in un mese o due avrei potuto tranquillamente raggiungere la soglia del 50%".

"Come lavora se sottoposto a scadenze?"

Questa domanda è pensata per capire il vostro modo di lavorare. Perdete tempo fino a quando il tempo non inizia a stringere? Oppure iniziate subito a lavorare anche se davanti a voi avete molto tempo a disposizione? Siete disponibili a fare del lavoro straordinario? Lo stress di una scadenza vicina vi fa lavorare male o tira fuori il meglio da voi?

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In calce all'articolo riporteremo quotidianamente un aggiornamento sulla futura norma)

La cosa più positiva che si potrebbe dire è questa: "Non ho difficoltà a gestire scadenze ravvicinate, perché lavoro bene sotto stress. Il mio modo di lavorare, però, è quello di soppesare il carico di lavoro per organizzare al meglio le mie attività e per gestirle in modo sereno. Non sono uno che fa le cose solo in fase di scadenza. Il mio obiettivo è quello di fare le cose bene e, possibilmente, di finire in anticipo rispetto alla scadenza in modo da avere il tempo di assicurarmi di aver lavorato bene".

(Seconda parte)

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