LE DOMANDE E LE RISPOSTE DEL
COLLOQUIO - 2

Siete preparati ad affrontare le domande dei colloqui? Perché
non passare dalla preoccupazione alla serenità di avere
le risposte in tasca?

Articolo di Staff di QualitiAmo

colloquio di lavoro

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(Prima parte)

"Se le chiedessi due cose che vuole migliorare di lei, cosa mi risponderebbe?"

Fate grande attenzione a questa domanda che è solo un modo più indiretto per informarsi circa le vostre debolezze. Se l'interlocutore è abile, infatti, potreste facilmente scivolare fino a confessare i vostri punti deboli più segreti solo identificando ciò che volete migliorare.

Nella risposta, continuate a focalizzarvi sulle esigenze del datore di lavoro: "Le due cose che vorrei migliorare nei prossimi due anni sono le mie competenze relative al computer e quelle di supervisore. So già molto su entrambi gli argomenti, ma vorrei fare ancora meglio perché mi interessano parecchio. Ho in programma di frequentare alcuni corsi a livello personale per migliorare in queste aree e sto già leggendo dei libri che mi stanno aiutando nel mio percorso di auto-formazione".

"Quale valore aggiunto sta lasciando alla sua attuale azienda?"

Questo è il momento di essere positivi e specifici, visto che ci viene chiesto di valutare le nostre prestazioni presso l'attuale datore di lavoro. Per prepararvi una buona risposta, cercate una connessione logica tra i vostri successi presso la società per la quale lavorate e le esigenze del futuro datore di lavoro.

Per esempio: "Mi sento veramente felice se penso a ciò che ho fatto per la mia azienda. Quando sono arrivato, l'area di cui mi occupavo lavorava in maniera caotica, il morale era basso e le performance erano discutibili.
In pochi mesi sono riuscito a cambiare questa situazione, attuando un nuovo sistema di gestione che ha dato più voce ai dipendenti su quello che stavano facendo. Il morale è aumentato notevolmente, il turnover del personale è diminuito e il nostro ufficio ha ottenuto una delle migliori performance dell'intera organizzazione
".

"Se dovesse spiegarmi brevemente le ragioni del suo successo, cosa mi direbbe?"

Tenetevi forte. Sentendo questa domanda, molti di voi potrebbero avere la tentazione di parlare per ore di quanto sono bravi e di come il successo sia per loro la giusta ricompensa.

Non fatelo!

Chi vi intervista sa bene quali sono gli ingredienti del successo. Quello che vuole vedere e se voi li possedete. La risposta dovrebbe arrivare dopo una breve riflessione ed essere coinvolgente. Ad esempio: "Credo che gran parte del mio successo si debba a un mio professore dell'università che ha instillato in me un atteggiamento particolare sul lavoro e nella vita in generale. Lui sottolineava sempre l'importanza di essere competenti e tenaci. Seguendo i suoi consigli, ho cercato di migliorare le mie competenze sia sul posto di lavoro che attraverso l'auto-formazione.
Mi avvicino al lavoro con entusiasmo, non cerco di trovare scuse per non fare qualcosa o per delegarla ad altri. Penso che questo particolare atteggiamento mi sia servito molto nell'ottenere i miei successi professionali e ci credo così tanto che cerco di inculcare un atteggiamento simile in chi lavora con me. Credo che il successo arrida a coloro che sanno che cosa vogliono e si sforzano di ottenerlo
.

"Pensa di essere una persona che si prende dei rischi?"

Prestate attenzione a questa domanda perché la vostra risposta può rappresentare una lama a doppio taglio, soprattutto se la nuova organizzazione non vuole gente che si assuma dei rischi. Analizzate la situazione e valutate se, a vostro giudizio, l'assunzione di rischio potrebbe essere valutata come un segnale positivo oppure no in questa realtà. Se ritenete che avere questa caratteristica sia un valore aggiunto, allora citate esempi concreti di quello che avete fatto in passato.

Se riuscirete ad essere sicuri di voi, risponderete a questa domanda mostrando qualità da "risk taker" ma controllo e razionalità da persona responsabile e non avventata.

"Che rapporti ha con i suoi superiori?"

Qualunque risposta decidiate di dare a questa domanda, assicuratevi di comunicare la positività delle vostre relazioni con chi supervisiona il vostro lavoro.
Potreste cavarvela semplicemente rispondendo così: "Generalmente lavoro bene con tutti. In particolar modo mi piace lavorare con un capo che mi fornisca regolarmente un feedback sulle mie performance perché questo mi permette di migliorare. Gli ultimi due capi con i quali ho lavorato mi consideravano un collaboratore che offriva buone performance e che aveva sempre voglia di dare una mano".

"Che rapporti ha con chi lavora con lei?"

I datori di lavoro vogliono persone capaci di lavorare bene insieme, che non creino problemi di relazione con gli altri e che siano produttive quando lavorano in gruppo. Il nostro consiglio, dunque, è quello di rispondere in modo da sottolineare che vi piace il gioco di squadra.
"Mi vedo come un giocatore di squadra. Mi piace l'atmosfera che si viene spesso a creare quando si lavora bene con i colleghi. A volte finisco per diventare il portavoce del gruppo e per ricoprire un ruolo di leader ma questo mi piace. Prima di tutto, però, mi preme che chi lavora con me abbia stima del mio lavoro e si trovi bene con il sottoscritto sia professionalmente che umanamente.

"Mi descriva la sua giornata di lavoro tipo"

Questa domanda ha lo scopo di ottenere qualche informazione in più su come vi rapportate col lavoro.
Evitate, dunque, di fornire una noiosa cronologia dei vostri impegni. Non è questo che l'intervistatore vuole. Focalizzatevi, invece, nel sottolineare il vostro entusiasmo per il lavoro, le vostre competenze chiave e i vostri successi quotidiani.

"La mia giornata tipo prevede, solitamente, incontri con alcuni responsabili. Normalmente, se di mia competenza, avvio la riunione riassumendo brevemente i dati importanti per l'incontro e cerco di mettere le persone nelle condizioni di poter fornire soluzioni alle problematiche messe sul tavolo o idee e suggerimenti per affrontare le singole questioni.
Il lavoro prosegue con incontri informali con i miei uomini ai quali chiedo se ci sono problemi nello svolgimento dei normali compiti di monitoraggio del sistema qualità o nell'impostazione delle pratiche amministrative previste per la gestione documentale. Ovviamente resto a loro completa disposizione se vogliono segnalarmi problemi personali o di gestione dei rapporti con altri membri dell'organizzazione, visto che nel nostro lavoro è necessario collaborare con tutti e non tutti sono disponibili ad accoglierci a braccia aperte.
Il resto del mio tempo è dedicato alla gestione delle problematiche che emergono nella giornata e a studiare con chi di dovere il modo per non farle accadere più. Sono, inoltre, molto coinvolto nella gestione della squadra e nel fare formazione ogni volta che occorre, anche in modo informale
".

"Come reagisce alle situazioni di stress?"

La risposta a questa domanda sarà corretta se riuscirete a comunicare che cosa fate per gestire stress. Non vi stanno chiedendo se siete stressati ma semplicemente come reagite quando lo siete.

Una risposta adatta potrebbe essere: "Nel corso degli anni, ho imparato a gestire meglio le situazioni stressanti e a guardarle da una nuova prospettiva, conscio che spesso il lavoro porta stress. Se lo stress coinvolge la mia squadra, cerco di portare le persone a parlare con me per conoscere i problemi che contribuiscono a stressarle. Se il malessere è il risultato di un carico di lavoro troppo pesante, cerco di capire se ho sbagliato io ad affidarlo o se sta sbagliando la persona a gestirlo.
Per quanto mi riguarda, alla fine della giornata lavorativa cerco sempre di rilassarmi con un po' di esercizio fisico e con la lettura di un buon libro. Se so che non ne avrò il tempo, cerco almeno di fare due chiacchiere al caffé con persone piacevoli e di socializzare
".

"Come se la cava con la gestione del tempo?"

Il tempo è uno dei beni più preziosi a nostra disposizione e, una volta sperperato, non si potrà mai più recuperare. Chi fa colloqui di lavoro cerca persone capaci di fissare obiettivi, di dare la corretta priorità ai compiti e di usare il tempo in maniera saggia.

"Rispetto sempre le scadenze. Quando circostanze che esulano dal mio controllo interferiscono con la pianificazione del lavoro, modifico le priorità dei miei compiti e di quelli dei miei uomini, così cerchiamo di recuperare il tempo perso per l'imprevisto". Questa potrebbe essere una buona risposta, soprattutto se sarà supportata da esperienze concrete che dimostrino la veridicità di ciò che avete affermato.

(L'articolo continua sotto al box in cui ti segnaliamo che alla collana di libri QualitiAmo si è aggiunto un nuovo titolo).

LA COLLANA DEI LIBRI DI QUALITIAMO

"La nuova ISO 9001:2015 per riorganizzare, finalmente, l'azienda per processi" - Si aggiunge alla collana dei libri di QualitiAmo il primo testo che svela i segreti della futura norma.
Dalla teoria alla pratica: il secondo lavoro di Stefania Cordiani e Paolo Ruffatti spiega come migliorare la vostra organizzazione applicando la nuova norma attraverso i suggerimenti del loro primo libro
(Vai all'articolo che descrive il nuovo libro)

"Organizzazione per processi e pensiero snello - Le PMI alla conquista del mercato" - Da una collaborazione nata sulle nostre pagine, un libro per far uscire le PMI dalla crisi.
L’ideatrice di QualitiAmo e una delle sue firme storiche spiegano come usare con efficacia la Qualità.
(Vai all'articolo che descrive il primo libro)

(Vuoi restare aggiornato gratuitamente sulla nuova ISO 9001:2015? Visita ogni giorno la pagina che ti abbiamo linkato.
In calce all'articolo riporteremo quotidianamente un aggiornamento sulla futura norma)

"Lavorare con superiori meno intelligenti o meno competenti di lei le crea problemi?"

Come vi sentite a lavorare con capi meno intelligenti o competenti di voi? Chi vi rivolge questa domanda è preoccupato per la reazione che può sorgere in un'organizzazione in cui vi sia una netta differenza in materia di istruzione, conoscenza e performance tra i livelli dei "vecchi" e quello dei "giovani", intendendo con questi due termini coloro che lavorano nell'organizzazione da molto tempo e i nuovi assunti.
Le aziende che hanno subito una rapida espansione si trovano spesso ad affrontare questa situazione.

Occorre rassicurare il nostro interlocutore, spiegando che siamo preparati a lavorare in un ambiente come questo. Ovviamente il nostro consiglio è di farlo solo se lo siete davvero.
Una buona risposta è la seguente: "Di solito ho buoni rapporti con tutti i membri dell'organizzazione, indipendentemente dalla loro età, istruzione, o esperienza. Francamente, però, ho difficoltà ad accettare una performance insufficiente, soprattutto se questa influenza il mio lavoro. Mi aspetto di essere valutato secondo la mia prestazione e non di essere giudicato sulla base dell'incapacità altrui. Mi può spiegare meglio la situazione che potrei incontrare?"

(Terza parte)

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