PERCHE' I GRUPPI SBAGLIANO?

Fin dagli albori della sua storia, l’uomo ha preso le sue decisioni in gruppo.

Il vantaggio del gruppo, come ci ricorda Aristotele - uno dei primi sostenitori dell'intelligenza collettiva - si ha, però, solamente quando ognuno all'interno del team può davvero apportare la sua parte di rettitudine, prudenza e morale, valorizzare con alcuni un certo elemento mentre altri ne mettono a fuoco un altro e tutti insieme si impegnano a valorizzare l'insieme.

La cosa davvero importante è la somma delle informazioni: persone diverse riescono a tenere conto di fattori diversi che, se sono opportunamente combinati, danno la possibilità al gruppo di saperne di più (e meglio) di qualsiasi suo individuo preso singolarmente.

Purtroppo, troppo spesso, i gruppi non riescono a sviluppare questo potenziale.

Per questo motivo, le organizzazioni si ritrovano ad affidarsi a prodotti destinati al fallimento, perdono importanti opportunità o sviluppano strategie competitive del tutto inefficaci.

Per porre dimedio a tutto questo, occorre che qualcuno comunichi al gruppo il giusto stile di coesione e che, con una buona capacità di leadership, riesca a plasmare il comportamento dei membri del team.

Vediamo ora da vicino quali sono i motivi che portano i gruppi a sbagliare e come si può porre rimedio a questi errori.

Ci sono due ragioni principali per cui
Il primo è la relazione che ognuno di essi ha con i segnali che inviano gli altri. Tutti noi, impariamo gli uni dagli altri ma le dinamiche di un gruppo spesso vanno in tilt quando alcuni dei suoi membri ricevono segnali errati dagli altri membri.
La seconda ragione riguarda la pressione alla quale ogni persona all'interno del gruppo viene sottoposta e che la porta a tacere o a cambiare il suo parere al fine di evitare la disapprovazione degli altri.

Segnali errati e troppa pressione portano i gruppi a prendere le decisioni sbagliate e a fare scelte autodistruttive che li conducono a:

• non riuscire a correggere gli errori dei loro membri, arrivando addirittura ad amplificarli;
• diventare vittime dell'effetto a cascata quando i loro membri sposano le opinioni e adottano i comportamenti di coloro che hanno parlato o hanno agito prima;
• concentrarsi su ciò che tutti sanno già senza tenere conto delle informazioni cruciali che solo una o poche persone possono avere

Gli errori che gli individui commettono con regolarità sono:

• errori di planificazione che li portano, ad esempio, a sottovalutare il tempo e il costo di un progetto;
• un eccesso di fiducia che li porta poi a credere che il loro modo di operare sia più corretto di quello degli altri;
• errori di percezione dettati da paragoni tra ciò che viene loro in mente perché si tratta di un evento che hanno sperimentato di recente e situazioni completamente diverse;
• una semplificazione troppo spinta che li porta a credere che le cose, le persone o gli eventi siano simili ad altri anche quando non lo sono affatto;
• fidarsi di quell'egocentrismo che li porta a pensare che i loro gusti e le loro preferenze siano molto più originali di quanto non siano in realtà

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In calce all'articolo riporteremo quotidianamente un aggiornamento sulla norma)

Tornando al nostro problema, la questione centrale è se i gruppi possano o meno evitare o limitare i loro errori. E' di questo che parleremo nella seconda parte di questo approfondimento.

(Seconda parte)

PER SAPERNE DI PIU':