I COSTI DELLA NON QUALITA'

QualitiAmo per voi al seminario Galgano

Cosa sono i costi della non Qualità? Scopriamolo insieme seguendo il seminario che ha organizzato Galgano .

Costi non qualità


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Galgano, in occasione della Settimana europea dedicata alla qualità, ha programmato diversi incontri, nelle principali città italiane, su un tema che è spesso alla ribalta, soprattutto nei periodi di crisi economica: i costi della Qualità

Gli incontri, nelle intenzioni di quella che è una delle più affermate realtà italiane di consulenza di Direzione, serviranno a sensibilizzare le aziende su un tema che ha grande bisogno di attenzione, facendo il punto sullo stato dell'arte delle organizzazioni italiane.

QualitiAmo è andato per voi a seguire l'incontro che si è svolto martedì scorso a Torino e che è stato presentato dal Direttore Generale della Galgano & Associati: l'ing. Nello Pucillo.

La presentazione è iniziata con l'affermazione, sicuramente destinata a scuotere un po' di pigrizia, che i costi della non qualità, stimati per difetto, ammontano a ben il 10% del fatturato della stragrande maggioranza delle aziende.
Questo dato, che è il frutto di analisi fatte su realtà italiane appartenenti ai più disparati settori merceologici, identifica un enorme spreco di risorse ma anche un potenziale che, se risparmiato, ritorna a disposizione delle aziende per aumentarne la competitività sul mercato.

Durante l'incontro sono stati presentati brevemente e sommariamente gli approcci e le tecniche principali per ottenere l'obiettivo di contenere questi costi, presentando l'esempio di Toyota, noto a tutti nell'ambito della qualità, come uno dei più potenti sistemi a livello mondiale per raggiungere l'eccellenza.

Una delle strade da seguire per ridurre i costi della non qualità, ovviamente, è quella di essere esente da carenze, dato che la qualità di primo livello (alla fine della linea di montaggio) dei prodotti italiani è ancora uno dei problemi principali per le nostre aziende.

La domanda da porsi, però, è quanto le Direzioni aziendali siano davvero consapevoli di tutto questo e quanta voglia abbiano di affrontare il problema. Spesso, infatti, si preferisce impegnarsi dove si fa meno fatica e dove si è più abituati ad agire, ad esempio riducendo i margini destinati ai fornitori o introducendo il precariato in azienda, piuttosto che impegnarsi seriamente nell'individuazione delle proprie inefficienze interne.
A supporto di questa tesi, l'ng. Pucillo racconta una barzelletta: Due amici un po' brilli stanno camminando per strada quando uno dei due si accorge di aver perduto delle monete. In tutta fretta, torna sui suoi passi e inizia a cercarle sotto un lampione. "Ma perché cerchi le tue monete là, dove non siamo nemmeno passati?" - chiede l'amico" - "Perchè qui c'è più luce" - risponde l'uomo che ha perso il denaro.

Il discorso è proseguito, poi, facendo un rapido excursus sulla storia della qualità fino ad arrivare a quella che è considerata una data fondamentale per il suo sviluppo: il 1980. In quegli anni il Giappone faceva scuola e dettava le regole della qualità, mettendo al palo quasi tutte le aziende occidentali.
Grazie alla filosofia della Qualità Totale, le aziende giapponesi offrivano prodotti che erano dalle 4 alle 10 volte superiori a quelli degli altri Paesi, con una produttività dalle 2 alle 4 volte superiore.
Mentre Toyota si impegnava ad eccellere, gli imprenditori occidentali cercavano alibi, sostenendo che l'atteggiamento professionale e sociale dei giapponesi fosse molto diverso dal nostro, che loro lavorassero di più e che le aziende nipponiche agissero in maniera scorretta facendo "dumping", cioè vendendo i propri prodotti sui mercati esteri ad un prezzo inferiore a quello di vendita (o, addirittura, a quello di produzione) del medesimo prodotto sul loro mercato.

Le giustificazioni, però, non bastarono a giustificare interi settori lasciati andare verso l'obsolescenza come quelli del tessile, dell'acciaio e delle macchine utensili dove le aziende occidentali avevano da sempre fatto scuola.

La Qualità, dunque, ebbe in quel periodo una "fiammata" di attenzione, dovuta più che altro all'orgoglio occidentale ma il declino si fece ben presto sentire, a incominciare dal 1987 quando i primi sistemi normanti vennero del tutto fraintesi, intendendoli come un punto di arrivo e non come un requisito minimo da cui partire.

Nel mondo occidentale, poi, l'applicazione del TQM fu un gigantesco bluff o perché non fu applicato in maniera approfondita mediante l'utilizzo del metodo scientifico o perché, quando correttamente applicato, non ebbe il necessario sviluppo e diffusione.

Gran parte dello scetticismo che ritroviamo oggi nei confronti della Qualità è dovuto proprio a questo atteggiamento del "ci abbiamo provato ma da noi è andata male".

Se a tutto questo sommiamo la situazione di profonda arretratezza in cui si trovano le Università italiane dove, anche nei corsi quali Ingegneria Gestionale, lo spazio dedicato alle tematiche della Qualità è spesso relegato a poche ore di spiegazione e a qualche paginetta sul libro di testo, si capisce come mai molte delle nostre aziende si trovino così indietro per quanto riguarda il fattore della competitività.

Il motto della Galgano, presentato anche in questa occasione a Torino, è la famosa frase di Isaac Newton, riferita a Galileo, "Se ho visto così lontano è perché sono salito sulle spale di giganti".
E quale miglior gigante, nell'ambito della Qualità, di Toyota, un'azienda che, da sola, vale più delle tre "grandi" del mercato dell'auto statunitense?

Vediamo qual è stata la storia di Toyota negli ultimi anni:

  • 11 stabilimenti in 9 Paesi nel 1980
  • 20 in 14 Paesi 10 anni dopo
  • 46 stabilimenti odierni in 25 Paesi

La scusa della cultura, come recita il Direttore Generale di Galgano non vale più, dato che l'approccio gestionale di Toyota è identico in tutti gli stati del mondo dove ha aperto un proprio stabilimento.

Ma qual è, dunque,il segreto di questo "gigante" della Qualità che rappresenta un'eccezione anche nel Paese del Sol Levante?
Produttività doppia rispetto alle altre aziende del medesimo settore merceologico, scorte tagliate fino al 90%, time to market dimezzato anch'esso: Toyota è in grado di fornire ad un prezzo inferiore a quello medio di mercato una vasta varietà di prodotti con una qualità maggiore. Come fa?

Il suo segreto sta tutto in questa frase pronunciata da uno dei suoi Presidenti, Ktsuaki Watanabe, "non c'è genialità alla Toyota ma piccoli miglioramenti che si accumulano per 70 anni diventano una rivoluzione". E ancora, proviamo a leggere le parole di un altro Presidente di Toyota "Noi otteniamo risultati brillanti da persone di medie capacità che operano e migliorano processi brillanti. I nostri concorrenti ottengono risultati mediocri da persone brillanti che operano con processi difettosi. Quando loro incontrano difficoltà cercano di assumere persone ancora più brillanti. Noi non possiamo che superarli".

Come agiscono le aziende occidentali davanti ai problemi? In due modi:

  • innalzando il livello dei controlli
  • cambiando le persone

Toyota, al contrario, basa tutta la sua filosofia su:

Del resto, si pensa troppo poco al fatto che tutti i miglioramenti che non derivino da modifiche dirette del prodotto, del progetto, delle macchine o delle attrezzature derivano dall'abbattimento degli sprechi.

Come suggerito da Galgano, dunque, occorre andare al di là del concetto di "processo" e ragionare per "flusso di fasi di creazione di valore". Occorre agire sui processi prima ancora che sulle persone.

Da una ricerca del prof. Liker risulta che negli USA solo l'1% delle aziende è avviato all'approccio Toyota.

(L'articolo continua sotto al box in cui ti segnaliamo che alla collana di libri QualitiAmo si è aggiunto un nuovo titolo).

LA COLLANA DEI LIBRI DI QUALITIAMO

"La nuova ISO 9001:2015 per riorganizzare, finalmente, l'azienda per processi" - Si aggiunge alla collana dei libri di QualitiAmo il primo testo che svela i segreti della futura norma.
Dalla teoria alla pratica: il secondo lavoro di Stefania Cordiani e Paolo Ruffatti spiega come migliorare la vostra organizzazione applicando la nuova norma attraverso i suggerimenti del loro primo libro
(Vai all'articolo che descrive il nuovo libro)

"Organizzazione per processi e pensiero snello - Le PMI alla conquista del mercato" - Da una collaborazione nata sulle nostre pagine, un libro per far uscire le PMI dalla crisi.
L’ideatrice di QualitiAmo e una delle sue firme storiche spiegano come usare con efficacia la Qualità.
(Vai all'articolo che descrive il primo libro)

(Vuoi restare aggiornato gratuitamente sulla nuova ISO 9001:2015? Visita ogni giorno la pagina che ti abbiamo linkato.
In calce all'articolo riporteremo quotidianamente un aggiornamento sulla norma)

Per operare come il nostro "gigante" occorre, però, anche coinvolgere quell'80% di collaboratori che, solitamente, viene "trainata" dal restante 20% del personale (per lo più dirigente). Per farlo occorre:

  • assicurarsi di avere all'interno della propria azienda persone capaci e ben formate
  • sapere in quale direzione indirizzare i propri sforzi mediante una chiara definizione degli obiettivi
  • contribuire per ricompensare gli sforzi fatti, una volta raggiunti gli obiettivi

La presentazione ha chiuso caldeggiando un miglioramento che deve, necessariamente, seguire due strade:

  • un miglioramento organizzato e periodico
  • un miglioramento personale e continuo

e con la bellissima frase di Michelangelo "La perfezione è fatta di dettagli".

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