SPRECARE LE CAPACITA' DEI COLLABORATORI E' UN PROBLEMA PER LE ORGANIZZAZIONI

Possibile che la maggioranza delle organizzazioni non si renda conto di buttare al vento il talento dei propri uomini?

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Come sta affrontando la crisi economica la vostra organizzazione?
I vostri clienti hanno cambiato le regole del gioco aumentando le loro aspettative?
State cercando nuovi modi per ottenere di più con meno risorse?
Con tutti queste sfide davanti, la vostra organizzazione sta sfruttando al meglio le capacità dei suoi dipendenti?

Di sicuro sprecare il talento dei propri collaboratori non dovrebbe far parte del modo di affrontare la crisi epocale che ci troviamo davanti, eppure è proprio quello che fa la maggioranza delle organizzazioni, spesso senza nemmeno rendersene conto. Non mettere le persone davanti a nuove sfide, non chiedere loro di esplorare a fondo gli errori che commettono per imparare a non farli più e lasciare che vadano avanti a lavorare come hanno sempre fatto è il modo migliore per farle vivacchiare e per perdere i grandi vantaggi che deriverebbero dal saper sfruttare in maniera intelligente le loro capacità e il talento che potrebbero mettere a disposizione dell'azienda per cui lavorano.

Lavorare come si è sempre fatto, limita i miglioramenti che sarebbero fondamentali in questi tempi così difficili e le nuove strategie che potrebbero venirci in mente per tamponare i danni potrebbero risultare vane se gli sforzi dei nostri uomini fossero disallineati.

Ci sono persone che sono in grado di impegnarsi e di lavorare duro per portare la propria organizzazione al successo ma i ruoli professionali tipici che ricoprono spesso sono ancora progettati per far concentrare le persone su compiti precisi e non permettono loro di contribuire davvero al bene dell'azienda. Se a tutto questo aggiungiamo che le strutture organizzative sono, solitamente, progettate per mantenere il potere e l'autorità nelle mani di pochi, ecco che capiamo al volo che il talento di tutti gli altri collaboratori spesso rimane "congelato" e non viene mai davvero sfruttato dalle aziende.

I processi, perché tutto parte da qui - come ha finalmente compreso la ISO 9001:2015 - devono essere progettati tenendo ben presente ciò che le persone sono in grado di dare quotidianamente all'organizzazione. Occorre concentrarsi, magari studiano i principi del Lean thinking, su una struttura del sistema che governi i processi aziendali e che sia in grado di apprezzare le diverse tipologie di capacità delle persone che vengono comunemente sprecate, pensando anche a creare processi che siano in grado di guidare al meglio queste capacità. Quanto sopra, invece, non viene tenuto in minimo conto dalla maggioranza delle organizzazioni che, spesso, non è semplicemente in grado di sfruttare le opportunità evidenziate dalla crisi che possono essere colte e cavalcate solamente puntando sulle capacità peculiari dei propri uomini.

Riflettete un attimo su come è impostata la maggioranza dei ruoli all'interno delle nostre organizzazioni.
La maggior parte è basata sul completamento di alcuni compiti come base per il mantenimento di una certa posizione. Abbiamo, ad esempio, il ruolo di "lavoratore del reparto produzione", quello di "addetto al marketing" o quello di "responsabile della qualità", tutti definiti da ciò che il lavoratore produce o fa. L'attenzione è sempre su un numero relativamente limitato di compiti. Questi stessi "addetti alla produzione", "lavoratori del marketing" o "responsabili della qualità", però, sarebbero in grado di fare molto di più, come dimostrano ogni giorno nel coinvolgimento che cercano in una varietà di questioni complesse al di fuori dal luogo di lavoro.

Le organizzazioni che hanno il coraggio di mettere i loro uomini nelle condizioni di poter dimostrare come affronterebbero e risolverebbero i problemi se potessero agire con più autonomia, spesso si rendono conto che molti di loro sono in possesso di capacità di leadership enormi che nessuno aveva ancora notato perché avevano passato la giornata di lavoro a svolgere attività decise da altri e con poca possibilità di interazione.

C'è poi il caso di coloro che sono bravi in lavori diversi da quelli che devono abitualmente svolgere e le cui vere capacità restano del tutto inosservate perché nei ruoli che sono stati loro affidati non riescono a dare il meglio. Ciascun lavoratore vale di più della semplice somma dei compiti che gli si chiede di svolgere e forse, messo nelle giuste condizioni, potrebbe dare un contributo importante alla risoluzione sistematica delle problematiche della sua organizzazione.

Nei prossimi giorni esamineremo come mai le organizzazioni si ritrovino spesso nelle condizioni che abbiamo appena descritto e quali errori le portino a non sfruttare al meglio la risorsa che avrebbero a disposizione: il capitale umano.

(Seconda parte)

LA COLLANA DEI LIBRI DI QUALITIAMO

"La nuova ISO 9001:2015 per riorganizzare, finalmente, l'azienda per processi" - Si aggiunge alla collana dei libri di QualitiAmo il primo testo che svela i segreti della futura norma.
Dalla teoria alla pratica: il secondo lavoro di Stefania Cordiani e Paolo Ruffatti spiega come migliorare la vostra organizzazione applicando la nuova norma attraverso i suggerimenti del loro primo libro
(Vai all'articolo che descrive il nuovo libro)

"Organizzazione per processi e pensiero snello - Le PMI alla conquista del mercato" - Da una collaborazione nata sulle nostre pagine, un libro per far uscire le PMI dalla crisi.
L’ideatrice di QualitiAmo e una delle sue firme storiche spiegano come usare con efficacia la Qualità.
(Vai all'articolo che descrive il primo libro)

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