L'IMPORTANZA DI COINVOLGERE LE
PERSONE

Staff di QualitiAmo

Affinché il sistema qualità funzioni al meglio bisogna poter contare su collaboratori profondamente coinvolti nel lavoro

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Tra le diverse definizioni che riguardano il coinvolgimento dei collaboratori nel lavoro di un'organizzazione, forse la migliore è questa: "Il coinvolgimento dei dipendenti è la misura in cui i dipendenti sono appassionati del loro lavoro, si impegnano per l'organizzazione e si sforzano di svolgere al meglio il loro lavoro".

In ogni organizzazione i collaboratori si suddividono in queste tre categorie:

  • persone coinvolte in ciò che fanno: sono dipendenti che lavorano con passione e che sentono un profondo legame con la propria azienda. Guidano l'innovazione e fanno progredire l'organizzazione grazie al loro impegno;
  • persone non coinvolte: si tratta di dipendenti che passano la giornata lavorativa aspettando solamente che arrivi l'ora di andare a casa e che dedicano al lavoro il tempo e lo sforzo necessari ma senza alcuna energia o passione;
  • persone completamente disimpegnate: sono quei dipendenti che non sono solamente infelici sul lavoro ma sembrano dediti solamente a ricercare in continuazione spunti per aumentare questa infelicità. Ogni giorno si impegnano a minare nel profondo tutto ciò che i colleghi coinvolti in ciò che fanno hanno realizzato e a lavorare contro gli interessi dell'azienda.
    Questi collaboratori sono emotivamente disconnessi dalle loro aziende, sono meno produttivi, hanno maggiori probabilità di influenzare negativamente i loro colleghi, di buttare via le giornate lavorative e di allontanare i clienti

Siamo certi che ognuno di voi abbia ben presente almeno un esempio di persona appartenente a ognuna delle tre categorie. Pochi di voi, però, probabilmente immaginano che solamente il 30% dei lavoratori è davvero impegnato, coinvolto ed entusiasta nel proprio posto di lavoro mentre ben il 70%, secondo i ricercatori, non inizia la propria giornata lavorativa con l'idea di impegnarsi al meglio in ciò che fa. Tra questi, si stima che il 52% non si faccia semplicemente coinvolgere mentre il 18% remi decisamente contro il datore di lavoro.
Forse è questo il motivo per cui gli americani spesso ripetono questa battuta:

"A un Amministratore Delegato è stato chiesto quante persone lavorassero nella sua azienda: <<Circa la metà>>, rispose".

Come fare, quindi, a coinvolgere le persone che non lo sono?
E' molto semplice: occorre un impegno e una buona comunicazione da entrambe le parti, una seria definizione degli obiettivi attesi che incoraggino da parte delle persone un'azione massiccia e costante e molta serietà da parte del datore di lavoro. Tutto questo, purtroppo, non permetterà di recuperare il 18% di collaboratori che rema contro l'azienda ma farà miracoli per quel 52% che lavorerebbe meglio se solamente fosse messo nelle condizioni di farlo.
Ogni persona ha dei bisogni da soddisfare e l'ambito lavorativo non fa eccezione. Dobbiamo imparare a parlare e ad ascoltare ciò che i nostri collaboratori hanno bisogno di dirci. In altre parole:

bisogna imparare a dare per ricevere.

Condividere con i collaboratori ciò che l'azienda o il cliente si aspetta da loro o gli obiettivi di un progetto fa in modo che l'obiettivo e i risultati attesi siano ben chiari fin da subito e toglie di torno qualsiasi alibi. Bisogna poi imparare a condividere feedback costruttivi sulle prestazioni dei dipendenti ma in un'ottica positiva.
Chiedete alle persone un feedback su come stia andando il lavoro nel loro reparto o nell'ufficio, su come si sentano a lavorare in questo modo e su cosa si possa fare per aiutarsi a vicenda a crescere professionalmente.

Una chiave per incoraggiare i collaboratori ad essere pienamente coinvolti è dare loro la piena responsabilità richiesta dai ruoli che ricoprono: responsabilizzazione, promozione, fiducia e sicurezza sono le fondamenta necessarie per aiutarli a svolgerele attività in un modo migliore e a crescere professionalmente.
Simon Sinek una volta disse che i clienti non ameranno mai veramente un'azienda se i dipendenti di quell'azienda non l'ameranno per primi.

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Per avere successo sul mercato, insomma, bisogna avere prima di tutto successo all'interno della propria azienda.

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