MANUTENZIONE "SNELLA"

di Staff di QualitiAmo

Se un'azienda vuole mettere a frutto gli insegnamenti della Lean manufacturing, deve essere pronta a rivedere completamente anche la manutenzione degli impianti

manutenzione lean manufacturing

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Una cosa fondamentale per le aziende che decidano di adottare i principi della Lean manufacturing è poter contare sempre su impianti ben funzionanti per evitare al massimo qualunque fermo macchina, incidente o difettosità che portino a registrare uno spreco di qualsiasi genere.
Impianti affidabili sono il risultato di una buona manutenzione preventiva, capace di anticipare problemi e necessità future in modo da limitare al massimo la "perdita di tempo" legata a questa attività di supporto.

La manutenzione in ambito lean si definisce Total Productive Maintenance o TPM per sottolineare il concetto che persino un'attività accessoria come la manutenzione possa diventare "produttiva" se è in grado di supportare la Produzione, assicurandole impianti sempre efficienti.

La TPM è - prima di tutto - un lavoro di squadra che coinvolge qualunque funzione a qualunque livello all'interno dell'organizzazione, dal top management ai singoli reparti perché basa il suo intero lavoro sullo studio del ciclo di vita del sistema produttivo al fine di costruire una gestione capace di prevenire qualunque guasto potenziale.

Uno degli strumenti più utilizzati nell'ambito della Total Productive Maintenance è l'OEE (Overall Equipment Effectiveness) che si può calcolare grazie a questa formula:

periodo di tempo in cui i macchinari risultavano disponibili per la produzione (cioè funzionanti, non fermi) X efficienza degli stessi X tasso di qualità raggiunto attraverso essi

Dunque, ipotizzando:

  • una disponibilità del 90%
  • un'efficienza del 95%
  • un tasso di Qualità del 99%

il valore del nostro OEE sarebbe 84,6% (90 x 95 x 99)

Il primo obiettivo della TPM deve essere l'efficacia degli impianti perché è proprio lì che possiamo recuperare le perdite maggiori e realizzare grandi risparmi in pochissimo tempo.
Vediamo, dunque, quali sono le situazioni in cui si possono recuperare questi margini:

  • cambio formato
  • attività di manutenzione preventiva
  • rotture che portano al fermo macchina
  • regolazioni a macchina ferma
  • avvio macchina e aggiustamenti
  • abbassamento di velocità
  • produzione di difettosità che portano a scarti o rilavorazioni

Per intervenire su tutti questi punti occorre, prima di tutto, cambiare le abitudini delle persone spiegando loro che i tempi di produzione devono ridursi sempre di più per fare i conti con la concorrenza e bisogna poter contare in ogni momento su impianti efficienti.
Per riuscire in questo duplice obiettivo occorrono strutture organizzative più schiacciate in orizzontale che progettate in verticale, in modo che le decisioni siano rapide e a valore aggiunto. Occorre, poi, saper lavorare in team senza considerare un reparto (ad esempio la Manutenzione) contrapposto ad un altro (ad esempio la Produzione). Bisogna, infine, imparare a reagire nel modo corretto e nel più breve tempo possibile e per riuscirci occorre essere formati e informati nel migliore dei modi oltre che poter contare sugli strumenti giusti.

Il modo in cui si farà manutenzione influenzerà direttamente la produzione, i suoi volumi, la qualità di ciò che verrà prodotto, i costi delle singole operazioni e la sicurezza di ognuna di esse. In poche parole è da tutto questo insieme di elementi che nascerà il profitto della nostra azienda.

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LA COLLANA DEI LIBRI DI QUALITIAMO

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Dalla teoria alla pratica: il secondo lavoro di Stefania Cordiani e Paolo Ruffatti spiega come migliorare la vostra organizzazione applicando la nuova norma attraverso i suggerimenti del loro primo libro
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L’ideatrice di QualitiAmo e una delle sue firme storiche spiegano come usare con efficacia la Qualità.
(Vai all'articolo che descrive il primo libro)

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In calce all'articolo riporteremo quotidianamente un aggiornamento sulla futura norma)

La TPM identifica chiaramente le responsabilità legate a tre situazioni ben distinte:

  • routine
  • emergenza
  • intervento pianificato, recupero lavoro arretrato

e si organizza anche per distinguere al suo interno tre step del processo necessari per il suo buon funzionamento:

  • progettazione del lavoro
  • pianificazione del lavoro
  • esecuzione del lavoro

(Seconda parte)

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