LA PERCEZIONE: QUANTO INFLUISCE SULLA DISPONIBILITA' DELL'INDIVIDUO A CAMBIARE?

Nel Q-club, sul forum, stiamo ancora parlando di cambiamento. Ma si può cambiare avendo percezioni errate?

Percezioni errate e tendenze nel giudicare possono inficiare la nostra capacità di analizzare con chiarezza una situazione per poterla cambiare a nostro vantaggio.

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La percezione è un processo psicologico di creazione di un'immagine interna del mondo esterno.
Si tratta di un processo cognitivo attraverso il quale gli individui raccolgono e organizzano le informazioni riguardo le persone, gli oggetti e gli eventi.

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E' un processo di interpretazione delle informazioni forniteci che serve a dare un significato alla situazione che stiamo vivendo. L'interpretazione che ne risulta è la verità del "perceiver" e, anche se diverse persone sono in possesso delle stesse informazioni e osservano la medesima situazione, la percezione può variare ampiamente da persona a persona.

La percezione è un processo dinamico, una ricerca per la migliore interpretazione dei dati disponibili, anche se questo non significa necessariamente che l'interpretazione sia accurata.
Nella parte che segue, focalizzeremo la nostra attenzione sugli aspetti della percezione legati all'emozione e al pensiero, con particolare enfasi su due particolari canali sensitivi:

  • ciò che vediamo
  • ciò che sentiamo

Esamineremo come le nostre percezioni influenzino il comportamento, analizzando le caratteristiche del perceiver, dell'evento o oggetto percepito e del contesto situazionale in cui avviene la percezione.

La relazione tra percezione e apprendimento è biunivoca perché il modo di concepire è qualche cosa che noi apprendiamo e ciò che apprendiamo influenza le nostre percezioni.
L'elemento base del processo percettivo è la selezione che viene guidata dalle nostre caratteristiche personali, dagli attributi dell'oggetto stesso e dalla situazione stessa in cui avviene la percezione. Per esempio il popolo Inuit non ha un concetto che corrisponda a ciò che la gente comunemente chiama "neve". Gli inuit, in realtà, percepiscono diversi tipi di neve, a seconda delle sue caratteristiche particolari e dei suoi possibili usi e hanno diversi concetti per essa. Vi è una buona ragione: la loro sopravvivenza dipende dalla neve. Dei molti stimoli che arrivano alle persone solo alcuni passano oltre un primo stadio, diventando parte della loro esperienza e quindi utilizzati per esprimere giudizi, il resto viene escluso.

Un altro elemento fondamentale è l'organizzazione delle percezioni poiché l'informazione presenta un modello atteso, che è stato appreso in precedenti esperienze. Tale modello può essere molto generale e astratto o molto specifico e dettagliato. Questi modelli sono denominati "categorie" o "schemi".
Mentre si è esposti alle informazioni dell'ambiente, si tende a raggruppare certi stimoli in schemi che diano significato al tutto, piuttosto che a parti frammentate. Il modo con cui esse sono raggruppate dipende dagli schemi personali di riferimento. Un esempio sono le parole che state leggendo. Le lettere da sole vengono ignorate a favore della parola intera. Un altro esempio è la tendenza a vedere schemi fisici. Occorrono solo tre punti perché si riesca a individuare un triangolo e quattro per "vedere" un rettangolo.
Immaginate di essere il capo di una funzione aziendale e che uno dei vostri collaboratori sia in ritardo e lavori lentamente, con una produttività sotto la media. Organizzerete questi fatti in modo che essi abbiano per voi un senso. Forse il lavoro lento e l'arrivare in ritardo vanno di pari passo. Forse il vostro schema riguardo questo set di informazioni riflette per voi mancanza di cura e indifferenza. Potreste spiegare il comportamento in termini di pigrizia e irresponsabilità e potreste anche cercare conferma negli eventi circostanti. Però, se voi foste convinti dellalealtà della persona , sarebbe più congruente pensare che il suo comportamento sia dovuto ad una situazione temporanea, magari extra-lavorativa.

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Anche gli stati fisici ed emotivi possono modellare e determinare la realtà percepita. Quando una persona ha fame, la vista e i suoni che indicano del cibo tendono a diventare l'elemento principale percepito. Gli stati emotivi, però, possono distorcere le percezioni. E' stato ampiamente dimostrato, ad esempio, che le percezioni dei testimoni oculari di un crimine sono spesso non accurate e ciò proprio in relazione al loro stato emotivo nel momento in cui assistono alla scena del crimine. Alcuni testimoni oculari riportano fatti mai accaduti e danno eccessiva importanza a piccoli dettagli e a stimoli particolari.

Continueremo il discorso sulle percezioni domani con un nuovo Approfondimento sugli effetti legati all'evento o all'oggetto.

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