PERCHE' IL VOSTRO CURRICULUM NON
FUNZIONA?

Quali sono i problemi più comuni dei curriculum che non
piacciono a chi seleziona il personale?

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Tantissimi lettori ci chiedono spesso che cosa non funzioni all'interno del loro curriculum perché, pur avendoli inviato a tappeto a tantissime società che selezionano candidati per un posto di lavoro, non hanno avuto riscontri positivi. Dato che ci sarebbe impossibile entrare nel merito di ogni singolo documento, torniamo sull'argomento con una nuova serie di articoli che - speriamo - possano esservi di aiuto nel redigere quello che dovrebbe diventare il vostro messaggio promozionale per una futura carriera professionale, una sorta di "volantino" ben fatto capace di catturare l'attenzione del selezionatore come fanno i migliori messaggi del marketing.
Prima di entrare nel vivo della discussione, però, vi ricordiamo di dare un'occhiata anche alla nostra sezione dedicata al lavoro perché lì abbiamo raccolto moltissimo materiale che vi può supportare nella preparazione del curriculum.

Il primo consiglio che ci sentiamo di darvi è che un curriculum è pensato per presentarvi a chi sta cercando una persona per ricoprire una determinata posizione lavorativa, non per riassumere tutta la cronologia della vostra vita professionale.
Abituatevi a pensarlo come ad una sorta di istantanea delle vostre capacità, delle esperienze maturate e dei risultati che considerate più "spendibili" per poter essere convocati a un colloquio preliminare a scopo conoscitivo.

La vostra esperienza lavorativa maturata trent'anni prima non impressionerà chi si occupa di assunzioni e valuta ogni curriculum al massimo in dieci o quindici secondi. Questi professionisti daranno un'occhiata alle vostre ultime esperienze, per vedere se possano essere spendibili nella posizione lavorativa che hanno in mente, non guarderanno quando e dove avete iniziato la carriera.
La pagina davvero importante del curriculum - quindi - è la prima, quella dove si concentrerà subito l'attenzione del selezionatore. Se la prima pagina non attirerà immediatamente la sua attenzione, è altamente improbabile che vada oltre.

Ma cosa cerca esattamente un selezionatore in questa prima pagina? Mira a trovare il riscontro di un'esperienza recente e rilevante che possa essere considerata interessante nell'ambiente di lavoro per il quale sta cercando una nuova risorsa professionale. Questo è il motivo per cui i curriculum, in genere, dovrebbero includere approfondimenti solo per gli ultimi dieci o quindici anni di esperienza, limitandosi a menzionare esperienze più vecchie alla conclusione del curriculum in un modo molto generale, come ad esempio con una singola frase che recita: "Esperienza aggiuntiva con la società XXXX nel ruolo di YYYY e con XXXXX nelle vesti di YYYYY". Gestendo la vostra esperienza precedente in questo modo, fate sapere a chi legge che avete maturato esperienze lavoro aggiuntive ma non appesantite il curriculum con dettagli e date irrilevanti. Nell'eventualità (improbabile) in cui chi gestisce le assunzioni voglia saperne di più sull'esperienza pregressa, sentitevi liberi di discutere di persona quando richiesto.

Ma perché viene dedicata così poca attenzione alle esperienze di tanti anni prima che, comunque, hanno contribuito a far diventare un candidato quello che è oggi a livello professionale? Essenzialmente perché le competenze necessarie per svolgere molti lavori dieci anni fa sono diverse da quelle necessarie oggi. La stessa forza lavoro è cambiata, la tecnologia è diversa, i processi sono differenti e le leggi e le normative sono state aggiornate.

C'è un'eccezione al consiglio di ridurre l'elenco delle esperienze a quelle più recenti ed è relativa al curriculum di un manager. In genere, le organizzazioni che cercano di assumere persone destinate ad assumere ruoli manageriali desiderano poter contare su molti anni di esperienza. Anche in questo caso, però, suggeriamo di non andare oltre i venti o venticinque anni se non espressamente richiesto.

Un altro suggerimento che ci sentiamo di darvi quando vi accingete a preparare il curriculum da inviare a un selezionatore è quello di calarvi il più possibile in un ragionamento di tipo strategico. Ogni decisione di mantenere o escludere una posizione lavorativa o un fatto ad essa correlato nella cronologia della vostra carriera lavorativa deve basarsi su analisi ben ponderate. Se alcune esperienze non sono rilevanti per la posizione che vi interessa, è meglio ragionare se sia davvero utile includerle comunque oppure no.
Da qui, nasce il nostro ultimo consiglio per oggi: non limitatevi a preparare un unico curriculum per inviarlo a tutti i selezionatori che avete in mente ma provate a personalizzarlo in base alle richieste contenute nell'annuncio al quale state rispondendo o al settore nel quale opera l'organizzazione che vi interessa o, ancora, alle esperienze che potrebbero esservi utili per cambiare ambiente di lavoro. Prima di decidere se un ruolo ricoperto sia o meno da includere all'interno del curriculum che intendete presentare a un selezionatore fatevi, allora, tre domande:

  • Devo includere questa posizione per colmare un importante vuoto occupazionale?
  • Devo includere questa posizione per mostrare un'esperienza particolare in un campo ben definito?
  • C'è qualche altra ragione strategica per cui dovrei includere questa posizione?

Ma come ci si deve comportare se l'attuale posizione professionale (o la più recente) non è la migliore se rapportata a qualcuna delle precedenti? Cosa succede se si è fatto un passo indietro nella carriera? Questo è un tipico caso dove è importante applicare le vostre capacità strategiche per presentare al meglio i ruoli ricoperti più interessanti. Ad esempio, se state occupando da pochi mesi una nuova posizione nella stessa azienda dove lavorate da anni ma avete maturato il desiderio di lavorare per un'altra organizzazione, è meglio enfatizzare i risultati raggiunti nella posizione precedente perché in quella nuova difficilmente avete avuto il tempo di maturarne. Invece di attirare l'attenzione su un ruolo ricoperto per un breve periodo, la strategia da adottare è quella di limitarsi a un paio di righe che descrivano l'attuale posizione ed elencare, invece, i buoni risultati della precedente e le responsabilità detenute (ma siate pronti a rispondere alla difficile domanda: "Come mai se ne vuole andare se è stato appena promosso?").

(L'articolo continua sotto al box in cui ti segnaliamo che alla collana di libri QualitiAmo si è aggiunto un nuovo titolo).

LA COLLANA DEI LIBRI DI QUALITIAMO

"La nuova ISO 9001:2015 per riorganizzare, finalmente, l'azienda per processi" - Si aggiunge alla collana dei libri di QualitiAmo il primo testo che svela i segreti della futura norma.
Dalla teoria alla pratica: il secondo lavoro di Stefania Cordiani e Paolo Ruffatti spiega come migliorare la vostra organizzazione applicando la nuova norma attraverso i suggerimenti del loro primo libro
(Vai all'articolo che descrive il nuovo libro)

"Organizzazione per processi e pensiero snello - Le PMI alla conquista del mercato" - Da una collaborazione nata sulle nostre pagine, un libro per far uscire le PMI dalla crisi.
L’ideatrice di QualitiAmo e una delle sue firme storiche spiegano come usare con efficacia la Qualità.
(Vai all'articolo che descrive il primo libro)

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In calce all'articolo riporteremo quotidianamente un aggiornamento sulla futura norma)

(Seconda parte)

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