PROCESS CLASSIFICATION FRAMEWORK
Conoscete il modello APCQ?
APCQ ha ideato un modello esclusivo per classificare i processi, denominato Process Classification Framework. Scopriamolo .
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Conoscere a fondo i propri processi è importante.
Immaginiamo per un attimo di essere gli allenatori di una squadra di calcio. Abbiamo perso la gara ma non riusciamo a capire come mai: il punteggio è lì, chiaro sotto i nostri occhi, ma moltissimi altri dati ci sfuggono e questo può portarci a perdere ancora.
Spesso chi è a capo di organizzazione si sente nello stesso modo: ha in mano i dati necessari per capire se la sua azienda sta andando bene o male ma non per capire le motivazioni che l’hanno portata al successo o all’insuccesso.
Proprio per questo motivo il benchmarking, che serve a confrontare, attraverso misurazioni oggettive, i propri processi interni con quelli delle altre organizzazioni simili alla nostra, preferibilmente le “prime della classe”, è uno strumento di fondamentale importanza per gestire efficientemente le organizzazioni, migliorandole in maniera continua.
Confrontare i propri processi con quelli altrui, però, non è sempre facile: realtà, settori e linguaggi differenti possono rendere, infatti, il tentativo vano.
Per superare questo scoglio, APQC (l'ex Productivity & Quality Center) ha ideato un modello di classificazione dei processi denominato "process classification framework".
Questo schema di classificazione, sviluppato in collaborazione con la Arthur Andersen & Co, è uno strumento che ogni azienda dovrebbe imparare a conoscere bene.
APQC, con sede a Houston, in Texas, è conosciuta in tutto il mondo come risorsa basilare per tutto ciò che riguarda i processi e il loro miglioramento. Il suo sistema di classificazione, creato originariamente nel 1992 come mera “tassonomia” dei processi ed evolutosi, negli ultimi 15 anni, in maniera continua sulla base dei suggerimenti di chi lo utilizzava, rappresenta, infatti,il primo standard riconosciuto per misurare le performance delle cosiddette "aree chiave" delle organizzazioni quali, ad esempio, la catena di fornitura, la gestione delle finanze, l’information technology, i servizi dedicati ai clienti, il marketing e il settore delle vendite.
Secondo quanto dichiarato sul sito della stessa APQC, questo modello " è una risorsa riconosciuta a livello internazionale per il miglioramento dei processi e delle performance che identifica le best practice attraverso l’aiuto di tutte le organizzazioni che collaborano nell'individuazione delle metodologie di miglioramento più efficaci allo scopo di diffonderle".
La validità del sistema, gratuito e disponibile sul sito di APQC, risiede nel fatto di riuscire a far capire alle organizzazioni che tutte le attività sono confrontabili e che nessuna ha caratteristiche così uniche da non poter essere paragonate a quelle di altre aziende appartenenti ai settori più disparati (produzione, fornitura di servizi, sanità, settore governativo, ambito educativo, ecc.).
Mediante il confronto, è possibile aumentare la propria conoscenza che, per essere davvero efficace, va codificata in modo da non ritrovarsi in mano una serie di dati non analizzabile.
Per mezzo di questo modello, ci si può confrontare riuscendo a considerare le proprie attività da un punto di vista completamente diverso da quello utilizzato solitamente da chi lavora in azienda.
"Oggi, le organizzazioni si basano su valutazioni delle performance fatte da organismi di terza parte ma non hanno una visione di quanto l’analisi fatta sia accurata. Molte aziende, dunque, ambiscono ad avere una metodologia migliore per confrontarsi apertamente con i propri pari" - sostiene Carla O’Dell, Presidente di APQC.
Un confronto efficace richiede che ci si possa basare su un linguaggio e un modello comuni. In questo risiede l’importanza del modello che prendiamo in considerazione oggi e che, sebbene non sia l'unico, è sicuramente uno dei più conosciuti.
Come possiamo vedere direttamente dal testo del documento, i processi vengono divisi in due macrocategorie:
- processi operativi (che includono tutte le attività dallo sviluppo alla spedizione del prodotto o all’erogazione del servizio.)
- processi gestionali e di supporto (che includono tutte le attività che rendono possibili i processi operativi)
Entrambe queste due macroclassi sono poi, a loro volta, suddivise in 12 sottocategorie:
- 5 che fanno capo ai processi operativi
- 7 che riguardano i processi gestionali e di supporto
(L'articolo continua sotto al box in cui ti segnaliamo che alla collana di libri QualitiAmo si è aggiunto un nuovo titolo).
LA COLLANA DEI LIBRI DI QUALITIAMO -
"La nuova ISO 9001:2015 per riorganizzare, finalmente, l'azienda per processi" - Si aggiunge alla collana dei libri di QualitiAmo il primo testo che svela i segreti della futura norma.
Dalla teoria alla pratica: il secondo lavoro di Stefania Cordiani e Paolo Ruffatti spiega come migliorare la vostra organizzazione applicando la nuova norma attraverso i suggerimenti del loro primo libro
(Vai all'articolo che descrive il nuovo libro)"Organizzazione per processi e pensiero snello - Le PMI alla conquista del mercato" - Da una collaborazione nata sulle nostre pagine, un libro per far uscire le PMI dalla crisi.
L’ideatrice di QualitiAmo e una delle sue firme storiche spiegano come usare con efficacia la Qualità.
(Vai all'articolo che descrive il primo libro)
(Vuoi restare aggiornato gratuitamente sulla nuova ISO 9001:2015? Visita ogni giorno la pagina che ti abbiamo linkato.
In calce all'articolo riporteremo quotidianamente un aggiornamento sulla norma)
In ognuna di queste sottocategorie trovano un posto ben definito più di 1500 processi che permettono, in questo modo, a tutte le organizzazioni di parlare in maniera specifica delle stesse attività e di sapere esattamente cosa si intende quando si parla di un certo processo, dato che tutti quelli principali sono rappresentati attraverso una struttura e un vocabolario comuni.
E i vostri processi dove si collocano? Riuscite a ritrovarli?
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