MOJO: PARLIAMO DI LEADERSHIP
Staff di QualitiAmo
Conoscete l'atteggiamento psicologico che viene definito come Mojo? Sarebbe in grado di influenzare la capacità di leadership, quindi vale la pena dargli un'occhiata.
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Cosa si intende con la misteriosa parola che avete letto nel titolo di questo articolo? Cosa significa "mojo"?
"Mojo" è una parola che può avere molti significati differenti ma quello che risulta prevalente è il seguente: "atteggiamento positivo che viene utilizzato in ogni cosa che si fa".
Possiamo, dunque, incontrare persone "mojo" in ogni posto di lavoro, ad ogni livello aziendale, in ogni circostanza della nostra vita.
Quando ne avete la possibilità, provate a vedere come reagiscono le persone attorno a voi: osservate gli impiegati allo sportello, i giocatori di una squadra, gli insegnanti dei vostri figli, i muratori che stanno costruendo una nuova casa nel vostro quartiere.
Tra queste persone ce ne saranno alcune che saranno professionali, al servizio di chi si avvale del loro lavoro e che si mostreranno interessate a ciò che fanno mentre altre, facendo esattamente la stessa cosa, daranno l'impressione di voler essere da un'altra parte, probabilmente a fare un altro tipo di lavoro.
Come riconoscere, dunque, un atteggiamento "mojo" in noi stessi, prima di tutto, e poi negli altri? Eccovi una piccola tabella che riassume i principali atteggiamenti di chi è "mojo" e di chi non lo è:
Fatevi delle domande del genere: "Quale atteggiamento ho nei confronti di questa cosa? Dovrei cambiarlo?" oppure "Questa attività mi rende felice?" e fatele a chi vi circonda.
Un atteggiamento "mojo", in fondo, non è altro che il giusto equilibrio tra la soddisfazione a breve termine e i benefici di lunga durata, non credete?
Come spendete il vostro tempo? Vi concentrate su una soddisfazione momentanea o su una più difficile da raggiungere ma di maggiore respiro?
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Ci sono, essenzialmente, 5 modi di porci rispetto ad una determinata attività (nel lavoro come nella vita privata):
- Attività stimolanti: sono quelle attività che regalano molto in termini di soddisfazione a breve termine ma poco sul lungo termine. Tutto ciò che ci procura una breve soddisfazione ma che può diventare problematico nel tempo si riunisce in questo gruppo. Al lavoro, per esempio, possiamo far rientrare il gossip tra colleghi.
- Attività che necessitano di sacrifici: in questo gruppo troviamo tutte le attività che non premiano in poco tempo risultando, anzi, piuttosto onerose. Andare in palestra tutti i giorni, ad esempio, paga nel tempo perché migliora la nostra salute ma può risultare un'attività faticosa se ci fermiamo a considerare il tempo presente. Una vita interamente dedicata ad attività di questo tipo è una vita votata al martirio: tanta dedizione ma nessuna (o poca) gioia.
- Attività per la sopravvivenza: sono attività che rendono poco sia nel breve sia nel lungo periodo. Non provocano né gioia né soddisfazione e non preparano un benessere futuro. Sono tutte quelle attività che facciamo "perché dobbiamo farle". Una vita passata a compiere solo attività di questo genere è una vita davvero molto difficile, come già scriveva Charles Dickens.
- Attività di sostegno: sono le attività che producono una soddisfazione moderata sia nel breve sia nel lungo termine. Per molti professionisti, ad esempio, rispondere alle email è una vera e propria attività di sostegno di molte altre. In casa le attività di questo tipo sono, ad esempio, cucinare, pulire e fare la spesa. Una vita passata a fare solamente attività di questo genere è una vita appena accettabile: non positiva ma nemmeno troppo negativa.
- Attività volte al successo: sono le attività che portano soddisfazione sia nel breve sia nel lungo termine. Sono le attività che amiamo fare e che, una volta concluse, ci fanno stare bene.
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