LEADERSHIP: IL MODELLO DELLE 3C
DI THORNTON

Conoscete il modello delle 3C di Paul B. Thornton
sulla leadership?

 

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Di leadership si parla moltissimo ma ancora oggi c'è la convinzione errata che si tratti di una sorta di "arte" praticata dai pochi fortunati che possiedono un certo talento che permette loro di essere riconosciuti, appunto, come "leader". In realtà, sull'argomento ci sono molte teorie di esperti che coprono moltissimi aspetti della leadership anche se non è sempre così ovvio riuscire a comprendere come tutti questi aspetti possano collegarsi in un modello coerente che sia possibile apprendere. Il modello delle 3C di Paul B. Thornton sulla leadership, che non è da confondere con il più famoso modello di strategia aziendale delle 3C di Kenichi Ohmae, è riuscito proprio in questo difficile compito.

Nel suo libro del 1999 "Be the Leader, Make the Difference", Thornton - uno dei massimi esperti di leadership degli ultimi 30 anni - afferma che come leader è possibile fare la differenza sfidando lo status quo, costruendo la fiducia e insegnando ai collaboratori ad avere successo. Questi tre passaggi fanno parte di un modello semplice da comprendere e da studiare che ancora oggi è a disposizione di quanti, manager e non, vogliano provare a essere leader migliori e a capire su quali aspetti concentrarsi maggiormente.

Partiamo con una domanda: "Perché esistono i leader?"
La risposta è semplice: perché le persone spesso hanno bisogno di avere una guida che spieghi loro cosa fare nelle situazioni più difficili e come farlo.
E come può una persona riuscire a fare tutto questo, cioè come si diventa leader? Paul B. Thornton lo spiega nel dettaglio: "Challenge" (sfida), "Confidence" (fiducia) e "Coaching": ed ecco l'orgine del nome "3C". Vediamole nel dettaglio una ad una:

  • SFIDARE LO STAUS QUO - Questa prima "C" è forse la più semplice da affrontare per qualsiasi manager che sia già abituato a chiedere ai propri collaboratori di raggiungere obiettivi sempre più sfidanti. Dato che le persone spesso non hanno una grande voglia di lasciare la zona di comfort, tocca ai loro responsabili spingerle a ricercare dei miglioramenti più grandi di quelli che produrrebbero se lasciate a loro stesse. Ovviamente, la bravura di un responsabile sta nel tarare bene ogni nuovo obiettivo che dovrà sì essere sfidante ma non al di fuori dalla portata della persona che deve raggiungerlo per non crearle un inutile senso di frustrazione.
    Come può un leader sfidare la situazione attuale per "costringere" le persone a crescere? In diversi modi:
    • condividendo la propria vision e ispirando i collaboratori;
    • costringendo le persone a mettere in discussione convinzioni errate;
    • utilizzando il benchmarking per spiegare ai collaboratori cosa hanno fatto altre organizzazioni;
    • aiutando le persone a uscire dalla loro zona di comfort;
    • stabilendo obiettivi sfidanti;
    • facendo domande impegnative
  • CREARE FIDUCIA - Alla maggioranza delle persone non piace cambiare e una nuova sfida può portarle a perdere fiducia in loro stesse. Il secondo compito di un leader, quindi, è convincere i collaboratori che sono perfettamente in grado di raggiungere gli obiettivi che ha loro affidato. Si costruisce fiducia:
    • credendo nelle persone;
    • formandole;
    • evidenziandone i punti di forza e facendo sì che le loro competenze si possano affermare;
    • premiando e riconoscendo il miglioramento che si è ottenuto grazie ai collaboratori;
    • conferendo responsabilità e autorità ai collaboratori e mostrando loro di avere fiducia in ciò che fanno;
    • ricordando alle persone tutte le volte che hanno affrontato con successo nuove sfide
  • INSEGNARE, TRAMITE IL COACHING, AD AVERE SUCCESSO - Questo è un processo molto delicato che solo i veri leader sono in grado di portare avanti nel migliore dei modi. Il coaching può assumere diverse forme, dalla semplice formazione alla presentazione di una prospettiva diversa su un argomento particolare ma, in ogni caso, deve aiutare le persone a comprendere meglio come i loro sforzi si inquadrino nella strategia dell'azienda e supportarli nel prendere le decisioni migliori.
    I leader fanno coaching:
    • chiarendo che aspetto hanno le prestazioni migliori e mostrandole nella pratica;
    • stimolando la crescita professionale con le domande giuste;
    • facendo fare alle persone tanta pratica
    • fornendo un feedback utile

Questi tre aspetti devono essere in perfetto equilibrio tra loro, cioè bisogna presentare alle persone una nuova sfida, costruire la fiducia che sia possibile affrontarla e insegnare come fare. Non occorre seguire un ordine preciso nell'affrontare le "3C" ma è importante che esse siano bilanciate tra loro e questo significa che, se un manager si scopre carente in una di esse, dovrà lavorarci su.

Ecco riassunto alla perfezione il compito di ogni leader. Ricordate che, secondo Thornton tutti hanno della capacità da leader che non sfruttano a sufficienza. Vale la pena migliorarsi, giusto?

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