PERCHE' LE PMI SONO IN CRISI?

di Michele Gulletta

Vi proponiamo un articolo di Michele Gulletta ( email e profilo LinkedIn) che tratta un tema di grande attualità che riguarda il tessuto industriale del nostro Paese: le piccole e medie imprese

PMI-crisi

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I principi che sono alla base dello sviluppo di qualsiasi impresa piccola, media o grande che sia, ubbidiscono alle stesse regole e per tutte è necessario, anzi vitale, operare in regime TQM.

Per noi al Sud sembra una novità, ma la strategia del miglioramento continuo è applicata e consolidata ormai da decenni specialmente negli USA e in Giappone. In quest’ultimo Paese ha rappresentato sin dagli anni ’50 la linea guida dello sviluppo della propria economia, trasformandolo da un Paese totalmente distrutto dalla guerra in una potenza industriale.

Il metodo proposto da W. E. Deming (1900-1993), eminente studioso di statistica economica, è stato recepito dalla stragrande maggioranza delle imprese giapponesi, le quali hanno orientato la propria organizzazione al raggiungimento di una sempre più alta qualità dei propri prodotti (miglioramento continuo). Il metodo Deming, conosciuto come ciclo PDCA, recepito dalla ISO 9001, vede l’impresa come un unico processo integrato che supera la visione tayloristica che ha generato il fordismo dai primi anni del secolo scorso.

Intorno agli anni ’70 si passa dall’era del continuo (società industriale), all’era del discontinuo (post-industriale) dove i prodotti e i servizi passano da "labor - intensive" a "technology - intensive": il valore non è dato più dalla quantità di lavoro contenuto in essi ma dal livello della tecnologia, dalle funzionalità, dalla sofisticazione (G. Minati, Knowledge, management, computer). Con la new, net e knowledge economy si arriva ai nostri giorni.

All’”operaio bue” di Taylor, che non deve pensare ma fare meccanicamente le stesse cose, tanto bene rappresentato da Charlie Chaplin nel suo famoso “Tempi moderni”, Peter Druker, uno dei massimi teorici del management, contrappone i knowledge worker, ovvero gli addetti alla produzione, gestione e utilizzo della conoscenza. Non si tratta più tanto di produrre lavoro fisico ma di produrre, applicare, gestire conoscenza e professionalità ad ogni livello: lavorare intelligentemente rende di più che lavorare intensamente. La “conoscenza tacita” è alla base di questo teorema (v. Nonaka e Takeuchi, The Knowledge Creating Company, 1995).

Nelle tante aziende che ho visitato e assistito in tanti anni di attività ho incontrato più “operai bue” che “knowledge worker”!

Nel nostro Sud resistenze di varia natura, culturali ma anche di costume, hanno impedito non tanto la diffusione della cultura della qualità, quanto l’approccio più corretto.
Ora siamo al capolinea e non è più possibile procrastinare oltre l’ingresso della cultura del TQM nelle nostre aziende, pena la fuoriuscita dal mercato.
Secondo me, una concausa non trascurabile per importanza risiede nell’approssimazione e nella sufficienza con cui si utilizzano o, meglio, non si utilizzano le tecnologie informatiche a supporto dei processi decisionali (spesso esternizzati) .
Ciò causa non solo l’impossibilità di utilizzare efficacemente le moderne tecniche di organizzazione, gestione e controllo aziendale, che abbisognano di un flusso continuo e qualificato d’informazioni, ma, cosa più grave, si concorre ad incrementare il gap tecnologico che ci separa dai Paesi più evoluti, e la Cina è in casa. Mentre gli altri corrono, noi stiamo fermi. Altro che 4.0!

Almeno altri tre aspetti vanno considerati per capire perché le nostre PMI versano in uno stato di crisi ormai cronica:

  • i manager preparati hanno vita breve nelle ns. azienda (ovviamente professionale), perché costano e rappresentano una “minaccia” alla leadership;
  • la struttura organizzativa delle ns. aziende è ancora del tipo “funzionale” o verticistico, quando si è ormai consolidato da tempo l’approccio “per processi”, che coinvolge persone e mezzi in un processo sistemico e partecipato; (v. F. Culasso: sistema-impresa e gestione per processi- Giappichelli editore, Torino, 1999)
  • la cooperazione e le alleanze tra le imprese sono pratiche del tutto assenti

E, più in generale, le Istituzioni sia locali che centrali sono:

  • assenti nella programmazione dello sviluppo territoriale e nella glocalizzazione;
  • assenti nella promozione di una sana politica della formazione, cronicamente in ritardo e disarticolata rispetto alle esigenze del mondo del lavoro (disoccupazione, fuga dei cervelli);
  • assenti nella realizzazione di infrastrutture socio-economiche atte a sviluppare un welfare a sostegno del benessere della collettività

Quando le commesse si riducono ed il conto corrente si colora di un rosso stabile, allora, spesso, è troppo tardi per correre ai ripari. Ciò è tanto più grave quando ciò avviene sotto gli occhi dei figli, i quali vedono così sgretolarsi il mito in cui avevano tanto creduto.
In Puglia, in 6 anni (2009-2015) si sono perse poco più di 17.000 aziende pari al 5% (da 338.588 a 321.081)! (fonte: Istat). E il trend non da segni di inversione.
L’entusiasmo e lo spirito di sacrificio sono difficili da trovare nelle nuove generazioni e quando sono presenti sono indirizzate all’apertura di bar e pub!

(L'articolo continua sotto al box in cui ti segnaliamo che alla collana di libri QualitiAmo si è aggiunto un nuovo titolo).

LA COLLANA DEI LIBRI DI QUALITIAMO

"La nuova ISO 9001:2015 per riorganizzare, finalmente, l'azienda per processi" - Si aggiunge alla collana dei libri di QualitiAmo il primo testo che svela i segreti della futura norma.
Dalla teoria alla pratica: il secondo lavoro di Stefania Cordiani e Paolo Ruffatti spiega come migliorare la vostra organizzazione applicando la nuova norma attraverso i suggerimenti del loro primo libro
(Vai all'articolo che descrive il nuovo libro)

"Organizzazione per processi e pensiero snello - Le PMI alla conquista del mercato" - Da una collaborazione nata sulle nostre pagine, un libro per far uscire le PMI dalla crisi.
L’ideatrice di QualitiAmo e una delle sue firme storiche spiegano come usare con efficacia la Qualità.
(Vai all'articolo che descrive il primo libro)

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Da sempre mi occupo di sistemi gestionali, negli ultimi 15 anni mi sono dedicato quasi esclusivamente alla progettazione ed erogazione di piani formativi, che integrano il sistema qualità e il controllo di gestione in un unico macroprocesso del tipo predittivo: prevenire per correggere.
G. CESTARI: “La diagnosi precoce della crisi aziendale - Analisi del processo patologico e modelli predittivi”, Sistemi di Pianificazione e Controllo di Gestione:Linea guida per l’applicazione della norma D-1004:2008

Per queste mie esperienze professionali sono portato ad esprimere il mio pessimismo sul futuro del tessuto produttivo della ns. Regione, se non interverranno fatti nuovi e concreti, che certamente non attraversano il mondo politico che ci guida, almeno fino ad ora.

La mappa del percorso cognitivo (cliccare per ingrandire):

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