CAMBIARE LE TUE REAZIONI PER
LAVORARE MEGLIO

Riconoscere in cosa sbagliamo quando interagiamo con gli
altri negli ambienti di lavoro è il primo passo per correggerci

 

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Anche se può sembrare incredibile, imparare a cambiare il nostro modo di reagire emotivamente e controllarlo può davvero riuscire a cambiare la nostra vita all'interno di un ambiente di lavoro.
Riuscirci non è facile, ovviamente, perché presuppone la conoscenza e l'utilizzo di alcuni strumenti per imparare a gestire meglio il nostro carattere ma si può riuscire in questa impresa per abbandonare definitivamente quel circolo chiuso creato dai rapporti malati che si sviluppano con alcuni nostri colleghi o, peggio ancora, con i nostri superiori.

L'obiettivo in questo percorso sarà trovare una valida alternativa alle reazioni che si scatenano in noi in maniera automatica ogni volta che si presenta una situazione negativa .

Facciamo degli esempi pratici di situazioni che potrebbero innervosirci:

  • l'incompetenza di un collega;
  • un cliente che si sfoga con noi;
  • il capo che ci riprende per qualcosa per la quale non ci sentiamo assolutamente responsabili

Ognuna di queste situazioni può portare ad una presa di posizione forte da parte nostra e, dunque, a far degenerare il dialogo con la controparte.
Arrrabbiarsi con un collega perché è un incompetente, però, non ci aiuterà a cambiare le cose. Possiamo provare a spiegargli gentilmente che dovrebbe migliorare alcune sue competenze oppure, se il collega non collabora, potremmo semplicemente ridimensionare le nostre aspettative nei suoi confronti, accettare come un dato di fatto la sua inettitudine e fare in modo che non vada a danneggiare anche il nostro lavoro.
Anche arrabbiarsi perché un cliente si sta sfogando con noi non ci aiuterà a sentirci meglio mentre lo farà pensare che anche quello sfogo fa parte della nostra giornata di lavoro e che dovrebbe aiutarci a capire cosa non ha funzionato e come si può sistemarlo affinché - in futuro - nessun altro cliente si trovi nella medesima situazione.
E il capo che ci urla addosso per qualcosa che non abbiamo fatto? Prima di tutto chiediamogli di calmarsi perché non è in questo modo che si affrontano i problemi. Se non dovessimo riuscirci, spieghiamogli gentilmente che riprenderemo il discorso quando si sarà calmato perché la nostra priorità è capire cosa sia successo, confrontare la nostra visione con la sua e risolvere il problema, tre cose che è impossibile fare con qualcuno che ci urla addosso.

Per riuscire a non avere la reazione sbagliata in presenza di una situazione difficile occorre:

  • rilassarsi fisicamente - questo primo passo potrebbe consistere, ad esempio, nel respirare profondamente, nel rilassare le parti del corpo che stiamo mantenendo contratte per la rabbia, eventualmente chiedendo qualche minuto per allontanarci dall'ambiente dove si sta svolgendo la discussione, e nel cercare di allontanare la rabbia. A volte basta semplicemente lavarsi il viso con un po' di acqua fredda per rilassarsi un po' e vedere le cose con maggiore chiarezza.
    Questo primo passo è fondamentale perché l'agitazione che abbiamo in corpo non ci aiuta a esaminare la situazione con chiarezza e da tutti i punti di vista mentre è il caso di imparare a farlo, soprattutto quando insorgono contrasti.
    Se abbiamo difficoltà a sfogare le nostre energie fisiche, proviamo a imparare a farlo attarverso lo sport o a qualche attività che ci rilassi. Sarà comunque un primo passo
  • rilassarsi mentalmente - rilassarsi mentalmente significa non lasciarsi intimidire da un atteggiamento di sfida e cercare un modo per farsi ascoltare.
    Per riuscirci, occorre esaminare la cosa da una nuova prospettiva, magari immaginandosi di assistere alla scena come un semplice spettatore esterno per vedere quale effetto faccia. In questo modo dovremmo riuscire ad essere più obiettivi e ad usare la parte razionale del cervello per supportare quella emotiva.
    Iniziamo col chiederci:
    • Cosa sta succedendo qui?
    • Quali sono i fatti?
    • Qual è la colpa della mia controparte?
    • Qual è la mia colpa?
    • Quali sono le opzioni a mia disposizione?
    Rispondere sinceramente alla quarta domanda, ovviamente, è la parte più dificile perché avremo non poche difficoltà a capire cosa sbagliamo nel rapportarci con gli altri all'interno del nostro ambiente di lavoro. Potrebbe trattarsi di un atteggiamento, ad esempio, come essere troppo gentili e portare gli altri ad approfittarsi di noi. Magari c'è bisogno semplicemente di fissare dei limiti chiari, senza paura di risultare scortesi.
    Se dobbiamo relazionarci con un collega scortese e perennemente insoddisfatto che ci tratta male, proviamo - ad esempio -. a non considerare il suo atteggiamento dal punto di vista personale. Quella persona è arrabbiata col mondo ma non dobbiamo permetterle di non farci svolgere il nostro lavoro
  • cambiare il modo di reagire a livello verbale - questa terza parte inizia col cercare le parole migliori per affermare fortemente ciò che pensiamo ma evitando espressioni di rifiuto e chiusura nei confronti di chi ci sta parlando.
    Dobbiamo essere disposti a concentrarci sul nostro obiettivo senza restare bloccati dall'atteggiamento altrui. Dobbiamo riuscire ad esprimere le nostre idee e a trasmettere le informazioni in nostro possesso in modo da risolvere i problemi. La tipologia di comunicazione alla quale dobbiamo aspirare non contiene giudizi, rabbia o accuse ma solamente l'assunzione di responsabilità per la parte che ci compete. Attenzione! Non si tratta, come molti potrebbero credere, di cedere davanti a chi è più prepotente ma semplicemente di comunicare in maniera efficace, in modo da consentire all'ascoltatore di sentire davvero le nostre ragioni e di creare una sorta di ponte tra noi e la persona che ci sta davanti.
    Facciamo subito un esempio pratico: il nostro collega del processo a monte ci porta il lavoro sempre in ritardo e noi siamo costretti a correre? Invece di frustraci inutilmente, proviamo a chiedergli come potremmo aiutarlo per far funzionare meglio l'interfaccia tra i due processi
  • cercare gli strumenti migliori da utilizzare ogni giorno per migliorare la nostra vita professionale - Può essere considerata uno strumento di business qualsiasi procedura standard utilizzata in un contesto di lavoro per spersonalizzare una situazione che potrebbe diventrare difficile e fornire uno standard su come procedere per affrontarla.
    Proviamo ad esaminare gli strumenti a nostra disposizione e cerchiamo tra essi quello che potrebbe aiutarci ad affrontare al meglio una certa situazione. Potrebbe trattarsi, ad esempio, di una semplice job description oppure della definizione chiara di obiettivi condivisi o, ancora, di una revisione periodica delle prestazioni. Non bisogna dimenticarsi nemmeno dell'importanza delle politiche e delle procedure scritte che possono aiutarci a chiarirci le idee in merito a come districarsi in una certa situazione.
    Nel caso in cui tutto questo non esistesse all'interno della nostra realtà, sforziamoci di crearlo, eventualmente mettendoci a disposizione di chi può prendere questa decisione

Rilassarsi fisicamente e mentalmente sono due passaggi che ci aiuteranno a controllare le emozioni negative e a calmarci mentre imparare a reagire meglio dal punto di vista verbale e cercare gli strumenti che più possono esserci utili nel nostro percoso sono due step che ci saranno di supporto per intraprendere azioni in grado di cambiare la nostra esperienza davanti a una situazione spiacevole.

Tutto questo richiede una grande pratica ma funziona.

Una volta che saremo riusciti a far funzionare a dovere i quattro passi che abbiamo elencato, dovremo compiere un altro piccolo passo in più senza il quale tutto il lavoro precedente potrebbe risultare semplice energia sprecata. Dobbiamo imparare a riconoscere quando ci stiamo facendo coinvolgere troppo dal punto di vista emotivo in modo da poterci immediatamente difendere da un atteggiamento negativo per regire subito nel modo giusto.
La maggior parte delle persone, purtroppo, non si rende conto di una situazione difficile da gestire fino a quando non è già troppo tardi. Identificare subito le situazioni e le persone che, potenzialmente, ci portano a reagire nella maniera sbagliata ci può aiutare ad arginare certi discorsi prima ancora che prendano piede in noi nel modo sbagliato.

Gli individui rispondono alle circostanze che li stressano emotivamente in maniera molto diversa uno dall'altro. Alcune persone reagiscono fisicamente inviando con i loro corpi chiari segnali di un forte stress emotivo. Si trovano, ad esempio, a digrignare i denti, ad avere il torcicollo, a sentire un forte mal di testa, a presentare un surriscaldamento o, al contrario, ad avere i brividi, a lamentarsi del mal di stomaco o a sperimentare addirittura la nausea, ad agitarsi fino a farsi mancare il respiro, a sentire una sorta di formicolio alle braccia, ad avere mal di schiena, a presentare spasmi muscolari, a mostrare contrazioni involontarie del viso, a presentarsi al lavoro con i chiari segni di una notte insonne, ecc.

(L'articolo continua sotto al box in cui ti segnaliamo che alla collana di libri QualitiAmo si è aggiunto un nuovo titolo).

LA COLLANA DEI LIBRI DI QUALITIAMO

"La nuova ISO 9001:2015 per riorganizzare, finalmente, l'azienda per processi" - Si aggiunge alla collana dei libri di QualitiAmo il primo testo che svela i segreti della futura norma.
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In calce all'articolo riporteremo quotidianamente un aggiornamento sulla futura norma)

In organizzazioni di questo tipo il cambiamento viene visto come l'unico modo per sopravvivere e applicato anche sostenendo gli inevitabili rischi che sono spesso collegati ad esso (resistenze interne, ecc.).

Alcune persone reagiscono, invece, con sintomi più emotivi. Ad esempio si sentono arrabbiate, impaurite, ansiose, imbarazzate, confuse, depresse, impotenti o disperate. Reazioni emotive quali una rabbia incontrollabile, lacrime improvvise ma anche risate del tutto inappropriate dovrebbero metterci in guardia e farci indviduare i colleghi che più potrebbero darci del filo da torcere durante la giornata.
Un'altra reazione comune nelle persone che hanno bisogno di sfogarsi è un'attività mentale completamente improduttiva che porta a generare pensieri ossessivi, ad essere perennemente distratti o paranoici, ad avere fantasie di vendetta, a dimenticarsi le cose o ad essere del tutto incapaci di concentrarsi. Quando si è preoccupati, infatti, la mente lavora in un modo straordinario nel tentativo di risolvere la situazione che ci preoccupa.

PER SAPERNE DI PIU':
Imparare a gestire il cambiamento per costruire un Sistema Qualità
Gli ostacoli al cambiamento
Le regole del cambiamento
Le regole del cambiamento - 2
L'agente del cambiamento