IL CAMBIAMENTO PUO' SCATENARE IL
VITTIMISMO

di Staff di QualitiAmo

Chiunque abbia provato a implementare un cambiamento nella propria organizzazione sa che il rischio del vittimismo è sempre dietro l'angolo

change management


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La paura del cambiamento. Tutti noi l'abbiamo sperimentata almeno una volta nella vita, vero?

Alcune persone sono più portate ad accettare subito i cambiamenti, altre hanno bisogno di prendersi un po' di tempo mentre altre ancora non arriveranno mai ad accettarlo del tutto.

La verità è che cambiare non è mai facile e che molti esseri umani cercano il più possibile di evitare qualsiasi variazione delle loro abitudini, fosse anche la più piccola. I proprietari delle piccole e medie imprese non sfuggono a questa regola anche perché spesso evitano di migliorarsi fino a quando il cambiamento diventa addirittura indispensabile per riuscire a sopravvivere.
In questo secondo caso la ragione spesso risiede nel fatto che non è facile ammettere che la "creatura" che abbiamo amorevolmente allevato per anni non vada più bene così com'è ma abbia bisogno di qualche modifica. La sensazione tipica dell'imprenditore e che nessuno conosca veramente i suoi affari e che nessuno, a parte lui, possa metterci mano senza fare danni.

Nel caso dei collaboratori le resistenze possono essere di diverso tipo e bisogna imparare a riconoscerle e ad affrontarle nella maniera corretta. Una forma tipica di resistenza è il cosiddetto vittimismo che porta la persona a considerare chi le propone il cambiamento come un vero e proprio nemico da combattere e se stessa come la sua vittima.

Chi ha avuto qualche esperienza di change management sa esattamente a cosa ci riferiamo perché il vittimismo è un atteggiamento con il quale ci si scontra spesso quando si avvia un cambiamento.
La prima sensazione che le persone hanno quando un'organizzazione vuole cambiare qualcosa è che andranno a peggiorare la loro situazione e a perderci qualcosa. Spesso si pensa anche che si stia cambiando solo per il gusto di farlo, senza una reale motivazione e tutto questo porta i collaboratori quasi a sentirsi personalmente sotto attacco.

Questi sono segnali chiari di una tendenza al vittimismo che è legata al tipo di cultura che vige all'interno dell'organizzazione e che porta le persone a non avere fiducia nei propri superiori e a mostrare un attaccamento allo status quo persino quando non riescono a lavorare bene perché ciò che conoscono dà loro sicurezza mentre ciò che è ignoto, per quanto possa essere migliore, le spaventa. E' l'idea della mancanza di controllo che le destabilizza.

Un atteggiamento vittimista può essere radicalmente scardinato guadagnandosi la fiducia dei collaboratori, mostrandosi trasparenti, basando le proprie scelte su una raccolta di dati che le renda oggettive e avendo ben presente uno scopo da seguire e da condividere con le persone che lavorano con noi.

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A voi è mai capitato di avere a che fare con persone che facevano le vittime per sottrarsi al processo di cambiamento? Come avete affrontato la situazione? Ce lo raccontate sul forum?

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