AVERE SUCCESSO SBAGLIANDO

Staff di QualitiAmo

Vi siete mai fermati a riflettere sul fatto che i vostri errori vi hanno aiutato a raggiungere i traguardi che avete centrato?

sbagliare

Grandezza caratteri: piccoli | medi | grandi

"Il successo viene raggiunto più facilmente da chi sa che sbagliare è inevitabile" - Coco Chanel
"Se non sei preparato a sbagliare, non farai mai niente di originale" - Ken Robinson
"E' sbagliare che ti dà la prospettiva giusta sul successo" - Ellen DeGeneres
"Sbaglia ancora. Sbaglia meglio" - Samuel Beckett

Sapevate che esiste addirittura un museo dedicato agli "errori"? Dentro possiamo trovare prodotti che non hanno avuto certo successo come, ad esempio, i Google glass rimasti sul mercato solamente 36 mesi. Eh sì, anche Google sbaglia e non ha sbagliato solamente una volta. Per questo oggi è quello che è.
Del resto...non si dice, forse, che la vittoria più dolce è anche quella più difficile?

Sbagliare, fallire, non centrare l'obiettivo al primo colpo è qualcosa che, nella nostra cultura, viene sempre vissuto come una specie di colpa, mentre dovremmo comprendere fino in fondo che è l'unico modo per esprimere in pieno il nostro potenziale. Realizzare i nostri sogni è un processo che non può in nessun modo essere limitato dall'idea che le altre persone hanno dell'errore e del fallimento.
La paura di essere giudicati male non può e non deve frenarci nel nostro percorso di crescita personale e professionale. Un percorso che, se sarà davvero efficace, porterà necessariamente anche degli errori e dei momenti di sconforto.

Dovremmo iniziare a guardare ai nostri sbagli come a dei veri e propri maestri. Dei semplici ritardi, non dei difetti da eliminare. Molti di noi, invece, semplicemente non prendono nemmeno in considerazione la possibilità di sbagliare, focalizzandosi così tanto sulla paura di fallire da condannarsi a una vita mediocre pur di evitare errori.

Persino nel curriculum evitiamo di citare eventuali passi falsi che potrebbero metterci in cattiva luce, anche se addirittura un professore dell'Università di Princeton ha pubblicato sui sociali il curriculum vitae dei suoi migliori flop perché convinto che si progredisca solamente partendo dalle sconfitte.

Sapete qual è il nostro errore più grande? Sbagliare nettamente nel giudicare ciò che è sbagliato!
Non centrare un obiettivo non significa affatto essere intellettualmente inferiori ad altri. La capacità di sbagliare è fondamentale nel percorso cognitivo di un essere umano.

Ma su cosa si basa il successo?
Gli elementi che lo caratterizzano sono essenzialmente tre:

  • la passione - lo sappiamo tutti: la passione è ciò che smuove ogni cosa nella vita. La nostra energia, le nostre ambizioni, chi vogliamo essere sono tutte cose sostenute dall'energia che è un vero e proprio carburante per le nostre azioni, oltre che la lente attraverso la quale guardiamo il mondo e riusciamo a cogliere (oppure no) le opportunità che ci sono offerte.
    Il solo modo per realizzare in pieno il nostro potenziale è fare in modo che la passione non ci abbandoni mai e sia in grado di forgiare il nostro scopo nel mondo;
  • lo scopo - una volta che una persona ha ben chiaro in mente quale sia il suo scopo, è inarrestabile. Sapere perché facciamo ciò che facciamo ci dà fiducia in noi stessi e ci rende forti e coraggiosi perché avere uno scopo nella vita è una delle forze più potenti che esistano al mondo;
  • l'atteggiamento - passione e scopo influenzano direttamente il nostro atteggiamento.
    Una volta che sappiamo chi siamo e cosa vogliamo fare, l'atteggiamento cambia. Diventiamo sicuri di noi e inarrestabili ed è qui che iniziamo a non preoccuparci più di sbagliare o di fallire. Se il percorso da compiere è chiaro, non importa quanto tempo ci metteremo per arrivare alla meta e quanti incidenti subiremo lungo il percorso. Questo non significa che non subiremo lo sconforto momentaneo legato all'esserci imbattuti in qualcosa che non avevamo previsto e che ci ha rallentato ma saremo sostenuti dalla passione e dallo scopo che abbiamo scelto e questi due fattori insieme faranno in modo di spingerci verso la meta finale con l'atteggiamento giusto. Del resto, sapete quanti prototipi di aspirapolvere ha realizzato il signor James Dyson prima di arrivare al suo famoso modello privo di sacco venduto in tutto il mondo? Qualcosa come 5.000! E sapevate che Beethoven fu proclamato dal suo insegnante di musica un compositore senza speranza?

Da bambini la nostra fantasia è inarrestabile: creiamo immagini, sogniamo senza limiti e non dubitiamo mai di noi stessi o delle nostre capacità. Crescendo, però, ci insegnano a essere responsabili e un percorso considerato a rischio non viene per nulla caldeggiato. Ecco, allora, che accettiamo di lavorare sotto padrone per la paura che l'attività di consulenza non vada bene o che non ci buttiamo in un nuovo progetto perché, in fondo, ciò che facciamo quotidianamente non è così male.

Visto che bambini non lo siamo più, da adulti è bene iniziare a chiarire cosa dobbiamo intendere per errore o fallimento perché ogni persona ha un'idea diversa in proposito e non è detto che la nostra debba essere uguale a quella di chi ci circonda.
Non accettiamo passivamente la definizione che ci ha dato chi ci ha cresciuto o il nostro capo o i nostri amici. Non accettiamo che siano altri a decidere per noi ciò che vogliamo essere nella vita perché questo ci porterà solo a dubitare continuamente di noi stessi. Se proprio vogliamo dubitare di qualcosa, impariamo a dubitare dei nostri limiti. Non fissiamo paletti e non confiniamo la nostra passione. Crediamo in ciò che vogliamo essere e accettiamo di percorrere serenamente la strada necessaria per arrivare a esserlo. Del resto, se non costruiremo i nostri sogni, verremo assunti da altri che ci useranno per costruire i loro!
Il vero fallimento è non provarci, farsi mettere in un angolo dalla paura di fallire. Mettiamolo in conto: per fare qualcosa di buono nella vita dovremo necessariamente sbagliare. Nessuno ci è mai riuscito in un altro modo!

Errori e difettosità sono i più grandi maestri nella vita ma spesso li rifiutiamo preferendo volare basso, là dove c'è minore possibilità di errore, continuando a fare scelte considerate sicure. I grandi successi, però, sono spesso figli di grandi rischi, dell'essersi spinti al di là della nostra comfort zone. Occorre decidere se la meta valga o meno il rischio e, in caso di risposta affermativa, smettere di preoccuparsi. Ovviamente i rischi da assumersi devono essere calcolati perché non si può semplicemente procedere alla cieca, sperando che vada tutto bene. Procedendo in questo modo, si imparerà moltissimo sui nostri punti di forza e sui nostri talenti e questo ci renderà più forti in vista della prossima sfida.

(L'articolo continua sotto al box in cui ti segnaliamo che alla collana di libri QualitiAmo si è aggiunto un nuovo titolo).

LA COLLANA DEI LIBRI DI QUALITIAMO

"La nuova ISO 9001:2015 per riorganizzare, finalmente, l'azienda per processi" - Si aggiunge alla collana dei libri di QualitiAmo il primo testo che svela i segreti della futura norma.
Dalla teoria alla pratica: il secondo lavoro di Stefania Cordiani e Paolo Ruffatti spiega come migliorare la vostra organizzazione applicando la nuova norma attraverso i suggerimenti del loro primo libro
(Vai all'articolo che descrive il nuovo libro)

"Organizzazione per processi e pensiero snello - Le PMI alla conquista del mercato" - Da una collaborazione nata sulle nostre pagine, un libro per far uscire le PMI dalla crisi.
L’ideatrice di QualitiAmo e una delle sue firme storiche spiegano come usare con efficacia la Qualità.
(Vai all'articolo che descrive il primo libro)

(Vuoi restare aggiornato gratuitamente sulla nuova ISO 9001:2015? Visita ogni giorno la pagina che ti abbiamo linkato.
In calce all'articolo riporteremo quotidianamente un aggiornamento sulla futura norma)

Un'altra cosa che dobbiamo imparare a fare è riconoscere il dolore che deriva da un rifiuto, da un errore e, in generale, da un fallimento e che spesso fa sorgere dolorosi dubbi emotivi sulla nostra competenza, minando l'autostima. Per questo cerchiamo in tutti i modi di evitarlo o facciamo finta che non abbia importanza. Anche in questo caso, però, dobbiamo metterci in testa che un rifiuto è fondamentale per il successo ma solamente se ci impegnamo a non ignorare come ci sentiamo. Essere respinti (in un colloquio di lavoro, nella presentazione di un'idea, ecc.) fa male e la risposta fisiologica che crea nei nostri corpi e nelle nostre menti è simile al dolore fisico. Riconoscere che le emozioni che proviamo sono normali, può aiutarci a superare il dolore più velocemente.

Un'altra cosa che bisogna imparare a fare è abbracciare i nostri punti di forza, massimizzando i nostri talenti. Se guardiamo indietro troppo a lungo, concentrandoci sulle volte in cui abbiamo fallito, il rischio è quello di trascurare nuove opportunità. Anche nel caso di un rifiuto dopo un colloquio di lavoro, abituiamoci a pensare che siamo qualcosa in più dei punti elenco nel nostro curriculum e che siamo migliori delle frasi che mettiamo insieme in un'insalata di parole sotto la lente d'ingrandimento di un colloquio. In ultimo, nessuno ci sta veramente rifiutando. Sta semplicemente rifiutando un campione del nostro lavoro. Non prendete un fallimento di questo tipo dal punto di vista troppo personale.

Nei prossimi giorni completeremo questo discorso imparando come le persone di successo agiscono davanti agli errori, quali sono le tre fasi del fallimento e quali lezioni possiamo imparare dai nostri errori.

(Seconda parte)

PER SAPERNE DI PIU':

Gli errori più comuni dei manager
Perché i gruppi sbagliano?
Le due cause della maggioranza degli errori
Aforismi sugli errori
Gli errori più comuni quando si scrive un curriculum