LA NUOVA LEZIONE DI RANDY PAUSCH: COME GESTIRE IL PROPRIO TEMPO

di Luca Chittaro Nòva 100

Randy Pausch ci insegna come gestire al meglio il nostro tempo.

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Vi ricordate Randy Pausch, il professore di Interazione Uomo-Macchina malato di cancro che nel Settembre 2007 diede una lezione di addio presso la sua università? Si è parlato molto di quell’ultima lezione in tutto il mondo, ma come spesso accade, i media italiani spostano velocemente la propria attenzione su altro e non aggiornano più il proprio pubblico sulle storie lasciate a metà. Sono quindi in pochi da noi a sapere che due mesi dopo quell’ultima lezione, Randy Pausch ha accettato l’invito di un suo amico e collega della University of Virginia di tornare di nuovo in cattedra per un paio d’ore. Cerco allora di colmare il vuoto.

L’argomento su cui Randy Pausch ha scelto di parlare è stato la gestione del proprio tempo (time management), un tema di cui si è sempre occupato e del quale aveva già parlato e scritto in passato, ma che, come sottolinea lui stesso, diventa ancora più importante “quando sai che ti rimangono 1-2 mesi soltanto”.

Questa seconda “ultima lezione” è completamente diversa dalla precedente. Non c’è spazio per toni poetici ed attimi di commozione e i 76 minuti di lezione sono dominati da un senso di urgenza sul fornire consigli semplici e pratici. Infatti, il relatore avverte fin dall’inizio le numerose persone accorse a vederlo che: “questa volta sarò pragmatico… vi darò dei suggerimenti su come usare al meglio il vostro tempo, che è finito”, dove la parola “finito” è usata nella sua accezione scientifica (il tempo che abbiamo a disposizione non è infatti “infinito”).

Per chi non conosce bene l’inglese o non ha il tempo di assistere alla lezione integrale (disponibile nel video), fornisco nel seguito una cronaca di tutti i punti principali. Come vedrete, molti dei suggerimenti sono quasi ovvi e di “buon senso”. Ma quanti di noi hanno il “buon senso” di metterli veramente in pratica?

L’importanza del tempo. “Il tempo è l’unica risorsa che conta” – esordisce Randy – “ci focalizziamo molto sul gestire i nostri soldi, ma non facciamo lo stesso con il nostro tempo”. Quindi, come primo passo “iniziate a pensare al tempo come se fossero i vostri soldi e realizzare che non va sprecato”. E per capire che il tempo è più importante riflettete sul fatto che “mentre sui soldi si può sempre recuperare, magari guadagnando fra qualche anno quello che non si guadagna ora, con il tempo non si può fare: fra qualche anno, non potremo riavere indietro il tempo sprecato ora”. Tutti diciamo che abbiamo troppe cose da fare: è un problema “sistemico” e quindi richiede una soluzione “sistemica” che i punti successivi cercano di delineare.

La motivazione. Per ogni cosa che si fa durante il giorno, dobbiamo chiederci “Perchè la sto facendo?” “Qual è lo scopo?” “Cosa accadrà se scegliessi di non farla?”, mentre l’approccio che seguiamo è di non pensarci è di dire “OK, lo faccio e basta”. Dobbiamo avere delle motivazioni chiare.
Un esempio di motivazione che funziona molto bene è trovare il lato piacevole (“fun”) delle cose. Il relatore lo evidenzia sfruttando il paradosso: “Quando sento dire ‘ho un lavoro che veramente non mi piace’, io rispondo ‘beh, dovresti cambiarlo’ e se mi dicono ‘sarebbe molto faticoso farlo’, rispondo ‘Hai ragione, è meglio continuare a fare ogni giorno un lavoro che veramente non ti piace’”. Un altro forte motivatore è il potere del sogno: “Se ti rifiuti di sognare, sono sicuro che non lo farai”.

La scelta degli obbiettivi. “E’ pericoloso focalizzarsi semplicemente sul fare le cose al meglio, è più importante scegliere le cose giuste da fare e poi farle adeguatamente”. Bisogna fermarsi un attimo e scrivere la lista degli obbiettivi importanti per vedere se le nostre energie stanno andando su quelli o sono principalmente dedicate ad obbiettivi che non fanno parte di quella lista.

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La pianificazione. Una volta individuati gli obbiettivi, bisogna pianificare. Ogni giornata, settimana, semestre va pianificato. Il fatto che le situazioni siano fluide non può essere una scusa per non pianificare. Si può sempre cambiare piano se la situazione cambia. Gli obbiettivi grossi e complessi vanno sempre divisi in sotto-obbiettivi più semplici da raggiungere singolarmente ed in tempi brevi. Qui Randy racconta di quando si era appena laureato (“ero un po’ naif!”) ed aveva scritto come obbiettivo sul suo diario: “diventare professore universitario”. Un obbiettivo del genere va diviso in una lunga serie di sotto-obbiettivi più semplici, che verranno progressivamente raggiunti nel corso degli anni richiesti per realizzare l’obbiettivo primario.

La definizione delle priorità. Di fronte alla nostra lista delle cose da fare (to do list), è necessario capire cosa va fatto prima. Un metodo molto usato è quello di farsi due domande per ogni attività pianificata:

  • “E’ molto importante?”
  • “Richiede di essere svolta presto?”

Mentre tutti capiscono che le attività con la massima priorità sono quelle per cui abbiamo risposto con due sì, un errore frequente viene compiuto nel decidere quali sono le attività al secondo posto di priorità. A questo secondo posto, molti assegnano le attività che hanno ricevuto un “no” (poco importanti) alla prima domanda ed un “sì” (da svolgere presto) alla seconda domanda. Il secondo posto spetta invece a quelle molto importanti e non a breve scadenza (risposta “sì” alla prima domanda e “no” alla seconda). Ci si dice erroneamente: “Non è importante ma è a breve scadenza e quindi devo lavorarci subito”, mentre ci si dovrebbe dire “Se non è importante, lo farò eventualmente quando avrò finito le cose importanti!”. Su questo punto, il relatore ritornerà anche in seguito, esortando a tenere in mente una parola dell’economia: “il costo delle opportunità”: quando dedichiamo delle ore a fare qualcosa per cogliere un’opportunità, quelle ore non potranno più essere spese per coglierne un’altra. Per questo bisogna impedire che opportunità non importanti “succhino via la nostra vita”. Un altro errore tipico che si fa è ritardare le attività a massima priorità quando non ci piace svolgerle. Ciò fa perdere inutilmente tempo. Per evitarlo, fare la cosa più brutta per prima. “Se devi mangiare una rana viva, non perdere troppo tempo a guardarla e se ne devi mangiare tre, inizia dalla più grande”.

Uh, mi accorgo ora di aver esaurito il tempo a mia disposizione per scrivere questo post. La seconda parte della lezione ve la riassumo nel prossimo!

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