STANDARDIZZARE IL LAVORO (2)

(Prima parte)

Abbiamo rispolverato il vecchio articolo che trovate linkato qui sopra e identificato come "prima parte" perché abbiamo deciso di ampliarlo con questo nuovo testo. Speriamo, come sempre, che sia di vostro interesse!

Un lavoro è standardizzato quando le linee guida e i processi che servono per svolgerlo e che lo supportano sono ben definiti nei dettagli e comunicati a tutte le parti che li utilizzano, così da eliminare possibili fraintendimenti, variazioni nei risultati, ipotesi non corrette e modalità di svolgimento delle attività differenti.

L'obiettivo di un lavoro standard è riuscire a fare la stessa cosa ogni volta a meno che, ovviamente, i processi di riferimento non vengano modificati volontariamente.

Quando le procedure per svolgere un lavoro non sono standardizzate, i lavoratori possono avere idee differenti in merito a cosa fare ed è facile che venga fatta la cosa sbagliata.

La standardizzazione di un processo parte dal livello minimo richiesto al punto 7.5.1 della ISO 9001 e può arrivare molto più in là. Vediamo, dunque, cosa possiamo standardizzare.

La sequenza di attività è la prima cosa che può essere standardizzata. La sequenza è l'ordine in cui un lavoratore deve svolgere alcuni compiti. Stabilire una serie di attività serve per assicurare che tutti i lavoratori che le svolgono lo facciano in modo simile per garantire una varianza davvero minima del processo e l'assenza di eventuali difetti.
Una sequenza di lavoro potrebbe partire, ad esempio, dal settagglio della macchina, passare per la movimentazione dei materiali ed eventuali aggiustamenti e arrivare fino alla definizione di movimenti specifici. Nel caso di un processo di assemblaggio descriverebbe, invece, i movimenti step-by-step necessari per assemblare qualcosa.

La seconda cosa che può essere standardizzata sono le tempistiche di processo. Il takt time, ad esempio, è la frequenza con la quale viene prodotto un singolo pezzo e viene utilizzato per specificare chiaramente e monitorare la velocità di un processo nei suoi diversi stadi.

La terza cosa che può essere standardizzata è il magazzino di riferimento di un processo che non è altro che la quantità minima di materiali necessaria per mantenere attivi un processo o una cella produttiva che producano ad una velocità desiderata.
Standardizzare questo livello minimo di materiali va fatto per non rischiare che il processo debba fermarsi per attendere il riapprovvigionamento.

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LA COLLANA DEI LIBRI DI QUALITIAMO

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Una volta stabiliti questi standard, bisogna trovare il modo migliore per comunicarli agli operativi e si può spaziare da istruzioni scritte a disegni, fotografie, display, ecc.
La cosa importante è che queste spiegazioni siano chiare e dettagliate e, possibilmente, snelle in modo da poter essere consultate velocemente ogni volta che ce ne sarà bisogno.

PER SAPERNE DI PIU':