PIANIFICAZIONE E STRATEGIA: LE
DIFFERENZE

Staff di QualitiAmo

Sono in molti a confondere strategia e pianificazione. Vediamo di fare un po' di chiarezza

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Qualsiasi manager sa che la strategia è importante ma molti la considerano anche come qualcosa da temere un po' perché li costringe in qualche modo ad affrontare un futuro che possono solamente immaginare.
La scelta di un strategia, infatti, prevede che alla base ci siano delle decisioni che tagliano inevitabilmente ogni possibilità alle altre opzioni ed è naturale che questo spaventi, soprattutto quando errori di questo tipo possono mettere a serio rischio la carriera.

La reazione naturale è, quindi, quello di rendere questa sfida meno scoraggiante trasformandola in un problema che può essere risolto con strumenti collaudati. Il tutto si traduce quasi sempre in un piano globale (di settimane, mesi) per spiegare come l'azienda investirà le proprie risorse in mezzi e nuove capacità al fine di raggiungere un obiettivo ben preciso.

Alla fine del processo di pianificazione, tutti si sentono molto meno spaventati ma questo è un modo veramente terribile di fare strategia. Può essere un ottimo mezzo per far fronte alla paura dell'ignoto, ma la paura e il disagio sono una parte essenziale dell'elaborazione di una strategia.
In realtà, se si è completamente a proprio agio quando si pensa ad una nuova strategia, c'è la concreta possibilità che non sia molto buona perché la vera strategia è qualcosa che riguarda scelte a volte anche molto difficili. L'obiettivo non è eliminare il rischio ma aumentare la probabilità di successo. Secondo questa visione del mondo, i manager accettano che le buone strategie non siano il prodotto di ore di attenta ricerca e modellazione per portare ad una conclusione inevitabile e quasi perfetta. Sono, invece, il risultato di un processo semplice e rudimentale che fa correre i pensieri da ciò che occorre per ottenere quello che si vuole fino alla valutazione di ciò che sia davvero realistico tentare per ottenerlo.

Chi adotta questo tipo di definizione per "strategia", sa per certo che risiede al di fuori della comfort zone.

La pianificazione, in genere, non prende in considerazione ciò che l'organizzazione decide di non fare e i motivi di questa scelta. Non mette in discussione le ipotesi. Si preoccupa solamente degli obiettivi a breve termine che vengono, appunto, descritti in piani mentre quelli a lungo termine sono al centro delle strategie.

Vanno fatte opportune distinzioni tra una strategia deliberata, che è intenzionale, e un piano che non si basa su un'intenzione me è invece costituito dalle risposte dell'organizzazione ad una varietà di eventi imprevisti.

Come si può sfuggire a questa trappola che porta ad assimilare due cose così profondamente diverse e imparare a considerare la pianificazione come qualcosa di completamente diverso e complementare alla strategia se il problema è radicato nella naturale avversione della gente al disagio e alla paura?
L'unico rimedio è quello di adottare un disciplina che obblighi a fare strategia e che riconcili col fatto che, per riuscirci, occorre sperimentare persino un po' di angoscia. Si tratta di assicurare che il processo di costruzione della strategia sia conforme a due regole di base. Mantenere fede a queste regole non sarà facile perché la comfort zone è sempre allettante ed è facile tornare a rifugiarvisi ma, se si riuscirà a starne lontani, si elaborerà una strategia che avrà una qualche possibilità di essere davvero buona.

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Regola 1:
Mantenete l'enunciazione della vostra strategia il più semplice possibile. Focalizzate le vostre energie sulle scelte chiave capaci, ad esempio, di farvi risultare diversi dalla concorrenza e di generare una proposta di valore superiore alla sua.
Due scelte determinano il successo di una strategia: decidere in quale settore adottarla e riflettere su quali azioni portare avanti per avere successo.

Ricordate anche che non vi è alcun motivo per cui le scelte strategiche di un'azienda non possano essere riassunte in una pagina con poche parole e concetti semplici.
Focalizzarsi su queste due scelte chiave, aiuterà a mantenere la discussione ancorata a terra e farà meno paura.

Regola 2:
Riconoscere che la strategia non può avere niente a che fare con la perfezione.

PER SAPERNE DI PIU':

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