PAUSA CREATIVA E FOCALIZZAZIONE

Due strumenti utilissimi per la creatività

pausa creativa

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La creatività non è appannaggio solo degli artisti!

Avete mai sentito parlare di pausa creativa e di focalizzazione semplice? Se avete risposto "No", non avete mai letto i libri di Edward De Bono e, in particolare, "Essere creativi". Poco male, si può sempre porre rimedio.
La pausa creativa e la focalizzazione sono due modi per provare a diventare più creativi e, in questo modo, risolvere problemi che oggi ci sembrano inattaccabili o avere l'idea giusta per fare un investimento sulla nostra carriera. E che dire dell'innovazione di cui oggi si sente tanto il bisogno un po' in tutti i campi, soprattutto nel nostro Paese? Da dove deriva l'innovazione se non da una buona idea nata dalla creatività di qualcuno?

La pausa creativa e la focalizzazione semplice

Se non esistono ostacoli, distrazioni, interruzioni, il pensiero e l'azione si sviluppano senza discontinuità. Il cervello lavora per rendere facile la vita, trasformando le attività in routine. Edward De Bono, nel suo libro, ci spiega che la pausa creativa è lo strumento creativo più semplice ma anche il più efficace e che dovrebbe diventare un'abitudine mentale per tutti coloro che aspirino ad essere creativi. Si esplica con la disponibilità a interrompere il corso dei nostri pensieri o una discussione per riflettere e prestare attenzione a un determinato problema. Del resto, se non si presta la dovuta attenzione a qualcosa, è improbabile che ci si fermi a pensarci su.
Ad esempio, avete terminato di svolgere un compito e, invece di passare subito al successivo, vi prendete qualche minuto per ragionare su come avreste potuto fare meglio il compito svolto o su come potreste risparmiare del tempo nel suo svolgimento.

Anche se la pausa creativa è semplicissima, non significa che sia molto facile da realizzare, in quanto è necessaria una notevole disciplina mentale per interrompere il flusso uniforme dei nostri pensieri con una pausa. Ma perché dovremmo fermarci? Perché interrompere il corso dei nostri pensieri? Perché dovremmo sprecare tempo in uno sforzo che, probabilmente, non darà frutti? La risposta a tutte queste domande dipende dalla valutazione che diamo all'investimento nella creatività. Se non compiamo uno sforzo creativo serio, è piuttosto improbabile che ci vengano idee nuove buone.
La focalizzazione semplice è - invece - uno sforzo deliberato per scegliere un nuovo aspetto su cui fissare la nostra attenzione, per concentrarsi su qualcosa che nessun altro prima aveva preso in considerazione.
In casi del genere, si possono ottenere risultati spettacolari anche con un modesto impegno creativo perché non c'è alcuna concorrenza, siamo in un territorio del tutto vergine. Ci sono inventori che hanno successo affrontando problemi veramente difficili e trovando la soluzione che cercavano tutti. Esistono, però, altri inventori che scelgono un settore a cui nessuno aveva prestato attenzione e, migliorando leggermente le cose, realizzano un'importante invenzione. Un inventore, ad esempio, sviluppò il tergicristallo a velocità variabile e diventò milionario.

Ciò che questi due strumenti creativi hanno in comune è la disponibilità e la volontà di pensare a cose alle quali parrebbe inutile pensare.

Come si procede

Cosa accade durante la pausa creativa o durante la focalizzazione? Quanto dovrebbero durare?
Per applicare i due strumenti descritti da De Bono è sufficiente:

  • prestare attenzione a qualcosa e fissarselo bene in mente in quanto meritevole di attenzione;
  • prendere semplicemente nota del problema su cui si è fissata l'attenzione per esaminarlo in futuro. La preparazione di un elenco di tutti i possibili punti su cui focalizzarsi ci renderà facile dedicarci al pensiero creativo in qualsiasi momento;
  • fare un tentativo preliminare di generare alcune alternative e idee. Questa è una specie di verifica: se vengono alla mente idee interessanti si può approfondire l'esame più tardi in modo più serio;
  • impegnarsi seriamente per generare idee, concentrando la nostra attenzione su un'area ben definita;
  • costringerci a mettere in dubbio la validità dell'unica soluzione che abbiamo adottato da tempo ed esaminare le possibili alternative

La continuità: il nostro nemico!

Perché abbiamo deciso di operare in un determinato modo? Possiamo dare diverse versioni:

  • perché questo era il modo migliore di fare le cose e ancora lo è;
  • perché abbiamo esaminato la possibilità di migliorare il modo di lavorare, ma i costi e lo sconvolgimento dovuti alle modifiche da apportare erano tali da farci decidere di mantenere lo status quo;
  • perché abbiamo sempre operato in questo modo e non si è mai presentata la necessità, l'occasione o la spinta per cambiare le cose

L'ultimo punto introduce il concetto di continuità. Sono molte le ragioni che ci spingono verso la continuità:

  • la continuità dovuta a negligenza: continuiamo a fare le cose in un certo modo, semplicemente perché ci siamo dimenticati di dedicarvi la nostra attenzione. Non ci siamo mai preoccupati di vedere se esistesse un modo migliore.
    Perché abbiamo dimenticato di prendere in esame questa questione? Perché non ha mai rappresentato un problema, né presentato alcuna difficoltà, cosicché non c'è alcun motivo per dedicarvi il nostro tempo e la nostra attenzione. Il nostro modo di pensare è talmente condizionato dai problemi che, se qualcosa non costituisce un problema, non lo prendiamo in considerazione. Nel migliore dei casi, però, questa prassi ci porta semplicemente al punto di partenza, cioè dove ci trovavano prima che si presentasse il problema. Ecco perché è importante prendere in considerazione, per mezzo della pausa creativa o della focalizzazione, aspetti e situazioni che non presentino problemi;
  • la continuità dovuta ai legami: un legame significa che facciamo qualcosa perché dobbiamo soddisfare qualcuno o adeguarci a qualche altra imposizione. Il nostro comportamento è fissato da terzi che dobbiamo soddisfare. Spesso i legami sono autentici e può darsi che non esista una via d'uscita. Talvolta, però, i legami sono trattati più seriamente di quanto sarebbe necessario.
    Per certi versi si può definire la creatività come la ricerca di alternative. Quando è chiaro ciò che dobbiamo fare e non ci sono impedimenti, noi procediamo per la nostra strada senza fermarci a cercare alterantive perché, apparentemente, non ce n'è bisogno

Un esempio di creatività: il file cloud 9

Il file cloud 9, una struttura davvero semplicissima, venne sviluppata da un'impresa di costruzioni del Canada occidentale. Si tratta proprio di un file fisico che viene fatto circolare tra un certo numero di dirigenti più o meno una volta al mese. Su di esso vengono riportate le seguenti informazioni:

  • idee nuove - queste idee non sono originali e, benché possano essere già utilizzate in altre organizzazioni, non lo sono ancora in quella. Sono idee che possono essere prese in prestito o imitate;
  • idee originali: sono idee che non si richiamano a nulla di simile o di precedente. Queste idee possono riferirsi a obiettivi individuati in un dato settore o a voci riportate nel file;
  • commenti costruttivi - si tratta di commenti scaturiti da riflessioni in stile "cappello bianco" che apportano ulteriori informazioni o esperienze a sostegno di un'idea presentata nel file. Può trattarsi anche di commenti e suggerimenti relativi ad alternative o modifiche alle idee esposte nel file ("cappello verde");
  • nuovi focus creativi - sono i suggerimenti relativi a nuovi focus creativi che possono essere esposti sotto forma di problemi, compiti, opportunità e così via ai quali si dovrebbe dare particolare risalto affinché gli operativi possano accorgersene a prima vista

Il file viene letto, integrato con suggerimenti, commenti e proposte e poi inoltrato al lettore successivo.

Il file cloud 9 presenta numerosi vantaggi:

  • è un sistema periodico per ricordare di pensare creativamente;
  • costituisce una riserva di obiettivi creativi;
  • presenta idee e concetti ai quali reagire;
  • costituisce un semplice canale di comunicazione delle idee (molte persone non amano esprimere idee perché non vogliono darsi da fare per realizzarle. Il file cloud 9 fornisce una strada più semplice: chi ha un'idea nuova non deve fare altro che aspettare che arrivi il file e inserirla, mettendola a disposizione di tutti);
  • indica il valore effettivo delle idee e dei suggerimenti

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Non si possono avere nuove idee a comando

In alcune situazioni è importante pensare rapidamente, mentre in altre è decisamente meglio pensare lentamente. La creatività è una delle situazioni in cui è preferibile riflettere lentamente. Anziché essere ossessionati soltanto dalla destinazione finale, si può esaminare il modo di arrivarci e la possibilità di percorrere strade divcerse.

De Bono ci ricorda che non si può pretendere che una persona abbia un'idea creativa ma che si può e si deve pretendere che compia uno sforzo per trovarla.
Se c'è l'impegno, prima o poi arriveranno anche i risultati.

E voi? Cosa aspettate per imparare ad essere più creativi? Non vi piacerebbe risolvere finalmente un problema che vi assilla da sempre?

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I nostri articoli sulla ISO 9001
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