NASCITA ASSISTITA DELL’IMPRESA profit
no profit

di Michele Gulletta

Vi proponiamo un articolo di Michele Gulletta ( email e profilo LinkedIn) che tratta il tema della nascita assistita dell'impresa profit e no profit

nascita-impresa


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La Prof.ssa Geo Asia, oggi, ha dato alla sua classe, il seguente tema:

Parlate dell’Italia nel Mediterraneo

Evaristo, il secchione della classe – tutti nove e dici –, ha scritto:

L’Italia è una penisola a forma di stivale che si bagna per 3/4 nel mar Mediterraneo, confina ad Est – oltre il mare Adriatico – con i Paesi dell’ex Jugoslavia: Slovenia a gomito con il nostro Friuli Venezia Giulia, la Croazia cattolica e la Bosnia musulmana, il piccolo e grazioso Montenegro, l’Albania terra delle aquile; la Grecia – culla delle civiltà – e poi, verso est, la Turchia in eterno conflitto con i Curdi indipendentisti, la Siria semidistrutta dalla guerra civile; il Libano – ex Svizzera del Medio Oriente; Israele e la Palestina, dove si incrociano e si combattano le tre religioni monoteiste, senza che ne intraveda la fine; proseguendo lungo le coste del mediterraneo si trova l’Africa e, quindi, l’Egitto, la terra dei faraoni e i Paesi del Mashreq: Libia, ex colonia italiana, liberata dalla morsa di Gheddafi, ma oggi ancora a rischio di guerra civile per l’antitesi tra Bengasi e Tripoli, dalle cui spiagge partono le migliaia di disperati africani in cerca di lidi più sicuri e civilizzati in grado di dare dignità e futuro alle proprie famiglie; la Tunisia, ormai in corsa verso una democrazia stabile, ma ancora soggetta agli attacchi degli jihādisti, con capitale Tunisi la città araba più vicina alla nostra Sicilia, dove Cartagine (Carthago delenda est) è, oggi, una sua prospera periferia; l’Algeria, affrancatesi negli anni ‘60 dalla Francia, dopo repressioni e lutti ; il Marocco, separata dalla Spagna dallo stretto di Gibilterra, altra via immigratoria; e poi la Mauritania, che ha il più alto tasso di analfabetismo(ca 50%) dell’intera Lega Araba, che ha nella pesca il suo maggior fattore di sviluppo.

Tutti i Paesi del Mashreq sono oggi repubbliche eccetto il Marocco che è retto da un monarca; poi il Mediterraneo bagna le coste di Spagna, che dal 2015 ha imboccato la via dell’abolizione delle “corride”e la Francia, ex potenza coloniale, che tanta influenza ha sulle politiche UE. Ma, ora è tempo di occuparci dell’Italia.

DRIN, DRIN, la campanella, è finita l’ora !?!? Tempo non ce n'è più …. e l’Italia? Sarà per il prossimo tema!

Evaristo, firma e consegna il suo tema alla Prof.

La Prof. : 4! Hai fatto il periplo del Mediterraneo e va bene, ma l’Italia?! Mi hai molto deluso, nonostante la tua approfondita conoscenza della geopolitica, che ti ha meritato quello stiracchiato 4!
Nota: Dovevi gestire meglio il tuo tempo.

La metafora Evaristo, stigmatizza una serie di esperienze da me vissute con riferimento alla nascita di Organizzazioni umane, su iniziativa pubblica.
Una recentissima: si è conclusa una diecina di giorni fa,l’iniziativa promossa da Istituzione pubblica di alta responsabilità sociale, con l’obiettivo di facilitare la “nascita” di Imprese del Terzo settore, secondo la nuova riforma e secondo i principi della “sostenibilità, “scalabilità”, “sussidiarietà”…. (parolone). Tale evento, protrattosi per oltre otto mesi, è stato affidato a multinazionali della consulenza, ed ha generato qualche giornata di Seminari e Work-shop . Gli incontri si sono srotolati zeppi di teoria e poveri di casi history, di sostanza. La partecipazione dalla prima all’ultima giornata si è ridotta al 10% .

LA MONTAGNA HA PARTORITO UN TOPOLINO!

Altra esperienza: Sostegno alla creazione d’impresa.
Qui, cadiamo nell’opposto. Obbiettivo primario dell’assistenza, qualche settimana in aule da 20-25 neo-imprenditori, è essenzialmente burocratico: i preventivi sono a posto? Le autorizzazioni amministrative sono possibili? Vi sono garanzie a sostegno del finanziamento? Sull’idea: nulla quaestio; questo è ciò che vuoi fare, fallo! Il mercato c’è, una spruzzata di informazioni tratte da internet (indagini mirate, che sono?), tanto tu sei in gamba te la caverai; le conoscenze tecniche sono deboli? Poco male, fai un corso di formazione (e quale? Chi lo fa?); e la gestione? Ma ci sono i consulenti e le banche...
Quale il risultato: si sono avviate in una forma più o meno stabile un minimo delle neo-imprese finanziate. Con un altissimo costo per la collettività: tre volte il finanziato! Enti pubblici gestori, poi spariti nel nulla, al cambio di guardia (politica).

E, ancora: l’amministrazione pubblica assume, coraggiosamente, l’iniziativa. Finanzia la costituzione di una Cooperativa sociale (con il 30% di soggetti disabili. Sono coinvolti nella misura: 9 giovani che non si conoscono tra loro (3 disabili), una Scuola secondaria con il suo corpo insegnante ed esperti esterni. Dopo sei mesi di corso e riunioni su riunioni, battaglie tra docenti e consulenti, si arriva, in tutta pompa, alla presentazione del progetto. Quindi, la Cooperativa, costituita preventivamente, si avvia alla gestione, ha pronti il Presidente, il V. Presidente, ecc. ma per cosa … per litigare! Intervengono gli avvocati. Non si possono mettere in affari persone che non si conoscono e non si stimano, sappiamo, per altro, che almeno da noi, le società devono essere di numero dispari inferiore a tre! E altri 100 milioni delle vecchie lire si sono volatilizzati.

Le cose non sono andate affatto meglio nelle attività a sostegno dei lavoratori, attraverso la formazione continua. In decine di casi da me vissuti, una sola volta si sono visti i funzionari dell’Ente pubblico che ha erogato i finanziamenti, e per cosa: scambiare due chiacchiere e “benedire” il corso! I controlli sono stati puntuali sì, ma solo sulle carte. Di quanta scienza sia stata erogata e recepita, l’Ente non se ne è curato.

Casi rappresentativi di un mondo fatto di leggi, regolamenti e prassi (non buone), basate esclusivamente sugli interessi di pochi e sulla burocrazia più classica, affatto rivolti al bene comune. Ho voluto tracciare una veloce panoramica che rappresenta una realtà ormai abbastanza diffusa, purtroppo, qui al Sud.

Ma in questo grigiore, alcune esperienze si sono dimostrate molto significative.
Tra queste, un giro tra vari Istituti scolastici di Bari e provincia, finanziato dalla locale CCIAA, mi ha permesso di incontrare circa 300 studenti delle classi 4^ e 5^ , sull’argomento: La cooperazione, un possibile sbocco lavorativo. I giovani studenti hanno assimilato i principi cardini dell’economia senza quasi accorgersene. Hanno imparato lavorando in gruppo e divertendosi.
E, poi, l’introduzione delle tecniche dell’Excellent Model (EFQM) in un gruppo di Scuole (dalla primaria alla secondaria) del nord barese. L’Assessment, tanto importante sia nel settore pubblico che nel privato, è stato l’obiettivo principale dell’intervento durato alcuni mesi. Ed anche qui l’informatica ci è stata di grande aiuto.
In un master di 2° liv. Organizzato dalla locale Facoltà di Matematica, ha visto impegnati una ventina di laureati in varie discipline(matematica, economia, fisica, ingegneria). L’obiettivo era dimostrare come fosse possibile applicare metodologie “predittive”, alle PMI per prevenirne crisi e default.

E’ da li che bisogna cominciare: dalla Scuola, anche dalle medie (ma qui occorrono tecnici ed educatori specializzati). Le tecniche devono essere attentamente studiate ed erogate indirettamente attraverso argomentazioni facilmente assimilabili dalle giovani menti, anche attraverso la teatralità, la musica, le espressioni artistiche, niente teoria e niente retorica. E state pur tranquilli, non vi deluderanno!

L’individuo non può essere immesso nel turbinio del mondo del lavoro, specie l’autonomo, senza i dovuti salvagente (conoscenze, tecniche, esperienze, ecc.).

Da queste considerazioni, anche se elementari, ma essenziali, nasce il “simulatore”, anche qui l’idea non è del tutto nuova, ma è l’approccio che è innovativo nella sua semplicità. Impiega le tecniche informatiche più moderne e standard (indispensabili), quindi di facile accesso per tutti, attraverso le quali si somministrano i concetti fondanti dell’economia e non solo: la tecnologia non è riservata a pochi eletti, tutti possono accedervi . Non è pensabile che nell’era della knowledge economy e dell’industria 4.0, si usino ancora sistemi informativi obsoleti e proprietari, di impossibile accesso che appiattiscono i saperi impedendone l’evoluzione dei sistemi produttivi. Ma, soprattutto, la nostra PMI è totalmente alla mercé di sistemisti e Mr. Soft esterni, relegando lo sviluppo dei processi informativi ai loro saperi standardizzati e interessati. Dominare l’uomo attraverso l’ignoranza! Ormai, si sono sviluppate tecniche che integrano i sistemi gestionali standardizzati, senza necessariamente doverli sostituire e , quindi, capaci di accompagnare l’impresa in una evoluzione dinamica quale quella imposta dalla globalizzazione e grazie alla intelligenza del management.

Ma, per fare questo occorre educare le giovani leve, anche se non provengono da studi specialisti (informatica, economia), ad utilizzare le moderne tecnologie del trattamento e gestione dei dati. Questo oggi è possibile, grazie ai sistemi di sviluppo “robotici” che producono software senza errori ed a costi bassissimi.

Il metodo, applicato dai nostri simulatori, si basa sulla individuazione dei vincoli che influenzano il mondo aziendale, che ne definiscono i parametri vitali, e che, attraverso successive approssimazioni, ne tracciano diversi livelli di difficoltà. Inoltre, il simulatore raggiunge anche un altro importante obiettivo: INSEGNA A LAVORARE IN GRUPPO.

Il modello si sviluppa secondo due diversi gradi di difficoltà:

  • 1. LIVELLO BASE : il modello, utilizza la suite Office di Microsoft, ad uso dei laboratori delle Scuole Secondarie di 2°Grado di qualsiasi indirizzo, finalizzati a riprodurre in laboratorio le Organizzazioni produttive presenti nella realtà.
    Il gruppo di lavoro attraverso l’input di dati variabili, secondo proprie logiche e ragionamenti, otterrà il risultato della gestione, che entrerà in una graduatoria (challenge). Vincerà chi avrà realizzato il miglior MOL ottenuto. Il grafo che segue schematizza i cicli del SIMULATORE.
    Gli studenti che avranno partecipato a questi cicli, saranno, domani, in grado di contribuire alla introduzione in azienda dell’innovazione tecnologica e gestionale, tanto importante per la loro crescita e sopravvivenza.
    ciclo1
  • 2. LIVELLO AVANZATO: il modello, realizzato secondo le tecniche dei Data Base Relazionali, risponde ai requisiti propri dei DSS- Decision Support System, adatto per preparare gli studenti universitari alle funzioni di quadri e dirigenti nelle PMI, oggi poco presenti sul mercato del lavoro. E’ questo uno dei motivi, forse il principale, del mancato sviluppo di questo segmento di imprese, come anche della loro scomparsa.
    Il settore manifatturiero, trainante dell’intera economia, negli anni 2008-2014 perde in Italia il 16,7% del valore aggiunto, contro una flessione dell’Area Euro del -3,9%. Sempre nello stesso periodo, il settore ha perso il 34,8% del proprio prodotto, e ha più che dimezzato gli investimenti. Nel 2015 in Puglia si sono perse oltre 1500 imprese del settore. http://www.infocamere.it/movimprese
    Un esempio di applicazione è riportato sotto e riguarda imprese che intendono, molto opportunamente, sviluppare il loro business nel GLOCAL:
    ciclo2

Una possibile strategia di attacco

Non bisogna avere fretta. La gatta frettolosa...
Se consideriamo che un’organizzazione produttiva nella nostra economia o, adesso anche nel welfare mix, non è altro che un insieme di individui che, organizzati con asset materiali e immateriali, lottano lavorando per sopravvivere in una realtà che tende a fagocitare i più deboli. Qui il singolo è a rischio di emarginazione e di espulsione dal sistema, se non è particolarmente ed adeguatamente protetto. Di conseguenza la salute del singolo ne è fortemente influenzata e, quindi, quella della propria famiglia e della comunità in cui vive.

L’individuo, grazie ad un efficiente sistema sanitario e ad un sistema scientifico altamente avanzato e interconnesso a livello globale, di cui l’Italia può essere fiera, a parte i costi, è sufficientemente tutelato. Ma quando è insieme ad altri : impresa, comunità, organizzazioni sociali, ecc. è lasciato a se stesso ed alla mercé di politiche cosiddette “attive”, che cambiano ad ogni governo. Noi ne abbiamo avuti 63 in 70 anni, dall’avvento della Repubblica: una media di uno ogni un anno e un mese!

Nel nostro efficiente sistema sanitario, gli specialisti (medici, infermieri, ecc) si formano nelle strutture ospedaliere universitarie. Lo studente studia, ma anche vive nella realtà le conseguenze del suo studio. I professori operano, assistano gli ammalati e gli studenti gli fanno da corona nei giri tra i reparti. Qui, si salvano vite e se ne generano altre.
Perché questo non può succedere anche nei gruppi di umani? L’assistenza o ingerenza pubblica con il welfare state è abbondantemente superata, ora si nuota nel limbo, dove andare? Chi deve intervenire: la Scuola, l’Università, gli organismi datoriali o sindacali, le Pubbliche Amministrazioni locali e centrali? Come e chi coordina questo complesso di strutture, saperi, esperienze, che vanno ognuno per la propria strada, spesso sovrapponendosi e in contrasto tra loro? E le risorse si consumano, senza che le stesse producano ricadute utili sulla società civile. Oggi si parla non più di stato assistenziale, ma di “WELFARE MIX”, ossia, è nella comunità e nella sua integrazione con le strutture pubblico/private che risiede la capacità di sviluppo e progresso dell’individuo e quindi della famiglia e della società.

Le risorse ci sono, il fatto è che vengono sprecate in una miriade di interventi fine a se stessi e improduttivi. Anzi, spesso, dannosi, perché illudono creando false aspettative. E, qui, le delusioni sono pungenti e foriere di conseguenze sul già precario equilibrio dell’individuo. Le fila dei disoccupati, dei tossico, dei separati, dei suicidi, si ingrossano sempre più. NON E’ QUESTA UNA MALATTIA SOCIALE? E, se non è, cos’è?

Saranno i Centri per l’Impiego, i tanti incubatori, le Agenzie regionali, le iniziative metropolitane, la Buonascuola o i master universitari, ed altre iniziative più o meno strutturate, a curare e a guarire? Tutte indipendenti ed isolate, spesso in guerra tra di loro per accaparrarsi finanziamenti e utenza. Non è che queste strutture nascono e proliferano per erogare stipendi ad una manciata di dipendenti? Ad ognuno il suo orticello! Ad ogni cambiamento del vento della politica ne nascono di nuove e ne muoiono altre, con diverse sfumature, ma la sostanza rimane la stessa: NIENTE PER LA COMUNITA’! Solo cocci e scorie.

Ma cerchiamo di essere positivi, immaginiamo come un sistema possa essere efficiente, deputato ad invertire la tendenza:

  • educare il giovane sin da quando siede nei banchi della scuola: vari gradi di conoscenze saranno erogate secondo un piano didattico strutturato e ben definito, connesso con la realtà e di preambolo ai successivi insegnamenti;
  • nello stadio della maturità, nozioni più specifiche, erogate attraverso la metodologia della “Conoscenza Tacita”,serviranno ad orientare le scelte di vita operativa, grazie alla mediazione di esperti provenienti dal mondo del lavoro;
  • l’uscita dai cicli di studi secondari porterà il giovane verso il lavoro o lo studio universitario e quindi l’ampia e complessa problematica a cui va incontro in entrambi i casi, dovrà essere tutorata e assistita;
  • qui è il momento dell’incubatore e della INFRASTRUTTURA SOCIO-ECONOMICA pubblico/privata, dove nascono le idee (il seme);
  • nel successivo stadio, le start-up vengono assistite e seguite da specialisti per il loro ingresso nel mondo produttivo, in modo sistematico, critico e costruttivo (il virgulto);
  • il passaggio alla libera impresa profit o sociale che sia, dovrà essere certificato e supportato da revisioni costanti e periodiche: gli audit (i frutti)
  • a tale scopo esistono svariati modelli e tecniche che possono essere utilizzate: il Miglioramento Continuo, l’Excellent Model dell’EFQM, il Rating di Basilea3, i Sistemi predittivi, la Vision, ecc. Non occorre inventare ma solo documentarsi ed applicare tecniche ormai collaudate ed applicate nel mondo

L’infrastruttura pubblico/privata di cui parliamo funzionerà come entità di orientamento, formativa e correttiva delle possibili anomalie, durante la nascita e la crescita delle Organizzazioni umane e, quindi, offrirà al singolo copertura totale contro le malattie e le tempeste dei mercati globali e delle politiche, spesso, scellerate della politica.

(L'articolo continua sotto al box in cui ti segnaliamo che alla collana di libri QualitiAmo si è aggiunto un nuovo titolo).

LA COLLANA DEI LIBRI DI QUALITIAMO

"La nuova ISO 9001:2015 per riorganizzare, finalmente, l'azienda per processi" - Si aggiunge alla collana dei libri di QualitiAmo il primo testo che svela i segreti della futura norma.
Dalla teoria alla pratica: il secondo lavoro di Stefania Cordiani e Paolo Ruffatti spiega come migliorare la vostra organizzazione applicando la nuova norma attraverso i suggerimenti del loro primo libro
(Vai all'articolo che descrive il nuovo libro)

"Organizzazione per processi e pensiero snello - Le PMI alla conquista del mercato" - Da una collaborazione nata sulle nostre pagine, un libro per far uscire le PMI dalla crisi.
L’ideatrice di QualitiAmo e una delle sue firme storiche spiegano come usare con efficacia la Qualità.
(Vai all'articolo che descrive il primo libro)

(Vuoi restare aggiornato gratuitamente sulla nuova ISO 9001:2015? Visita ogni giorno la pagina che ti abbiamo linkato.
In calce all'articolo riporteremo quotidianamente un aggiornamento sulla futura norma)

La struttura sarà interamente finanziata attraverso risorse reperite utilizzando al meglio quelle già disponibili, che sono tante. E’ la comunità nella sua globalità a doversi far carico di generare “creature” sane, che poi ne costituiranno gli ambiti più significativi: lavoro – individuo –famiglia - società.

Tra queste possibili risorse, un solo esempio: sono già disponibili allo scopo fondi accantonati c/o l’INPS dai lavoratori, con la legge 845 del 1978 (0,30% formazione continua). Oggi, questi contributi sono gestiti dai 18 e più Fondi Interprofessionali paritetici, formati da sindacati, organizzazioni datoriali e altri enti ed anche dagli Assessorati regionale: che folla e quali costi! Tale misura è stata concepita dal legislatore per favorire l’aggiornamento professionale del lavoratore, finalizzato al consolidamento del proprio posto di lavoro, soprattutto, e scongiurare possibili licenziamenti per carenza di competenze.

Il contributo per la Formazione Continua, dà un gettito, che fino ai 50 dipendenti si stima essere pari ad oltre 30 milioni di € all'anno in Puglia. Tale gettito è disconosciuto da molti imprenditori e totalmente o quasi dai lavoratori (e i sindacati …). Si lamenta, inoltre, una scarsissima efficienza di quanto erogato.

I Fondi, riconoscono, in media, un contributo all’azienda o all’Ente formatore, pari a € 110 (parametrizzato) per giornata di 8 ore, al fine di coprire i costi degli esperti, delle strutture, ecc. Soltanto con tali risorse sarebbe possibile erogare circa 2,3 milioni di ore ad anno! Sufficienti ad assistere le 100.000 aziende e quasi 500.000 di dipendenti pugliesi , con un media di erogato pari a 23 ore/anno per ciascuna azienda. Non potrà soddisfare tutte le esigenze, ma è un inizio. Vi sono, comunque, altre fonti da dove attingere risorse: le leggi regionali e comunali, oltre a quelle centrali ministeriali, che operano nello specifico. Altro che “spending review”, qui c’è un tesoro nascosto!

La struttura deputata ad erogare tali provvidenze sarà di emanazione pubblico/privata, in grado di garantire la qualità e la certezza nell’erogazione dei servizi. Ma, cosa più importante, l’assistenza alla “nascita” di nuovi Organismi produttivi in grado di entrare nei mercati producendo ricchezza e, quindi: lavoro, PIL, sviluppo.

Questaè

L’INFRASTRUTTURA SOCIO-ECONOMICA

H-IMPRESA

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PER SAPERNE DI PIU':

Perché le PMI sono in crisi?
Un paradigma anticrisi: lo sviluppo locale



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