DESIDERABLE DIFFICULTY E STUDIO DELLE NORME ISO

Come possiamo applicare il concetto di difficoltà ottimale nello studio di qualsiasi norma ISO?


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Durante i suoi studi al Massachusetts Institute of Technology (MIT), Richard Feynman si trovò di fronte a un corso di matematica particolarmente difficile. Invece di scoraggiarsi, trovò un modo insolito per affrontare la sfida. Iniziò a studiare da un libro di testo in italiano, una lingua che non conosceva. Questo approccio aggiunse un ulteriore livello di difficoltà al suo studio della matematica, costringendolo a concentrarsi ancora di più per comprendere il materiale. Feynman aveva intuito che lottare un po' di più per capire, non solo gli avrebbe permesso di apprendere meglio la matematica, ma anche di imparare una nuova lingua nel processo.

L'applicazione del concetto di "desirable difficulty" (difficoltà ottimale) può essere estremamente utile per i professionisti che operano nel campo delle normative ISO, come la ISO 9001, la ISO 45001, la ISO 14001, la ISO 27001 o la ISO 42001. Questo concetto, infatti, era stato originariamente coniato nel campo dell'apprendimento e dell'educazione e si riferisce all'idea che un grado di difficoltà ottimale nelle attività può migliorare l'apprendimento e la performance a lungo termine.

Si tratta di un principio psicologico introdotto dai ricercatori Robert Bjork, professore di psicologia noto per il suo lavoro sulla memoria umana e su come le pratiche di studio influenzano l'apprendimento, ed Elizabeth Bjork, anche lei è professoressa di psicologia e studiosa della memoria e dei processi cognitivi, che sostiene che gli ostacoli e le sfide che richiedono uno sforzo maggiore durante il processo di apprendimento possono migliorare la memorizzazione e l'assimilazione delle informazioni a lungo termine. In altre parole, una certa misura di difficoltà, se ben calibrata, può essere desiderabile perché rende l'apprendimento più efficace. Questo concetto va contro l'idea intuitiva che l'apprendimento dovrebbe essere il più semplice e diretto possibile per essere efficace. Gli aspetti più importanti di questa teoria sono:

  • la difficoltà ottimale implica l'inserimento di specifici ostacoli nell'apprendimento che, però, non sono impedimenti casuali ma, piuttosto, sfide deliberate che richiedono uno sforzo cognitivo aggiuntivo;
  • questi ostacoli costringono l'individuo a impiegare uno sforzo cognitivo maggiore e questo sforzo extra è ciò che porta a una migliore ritenzione dei concetti a lungo termine;
  • a differenza dei metodi di studio che possono sembrare più efficaci nel breve termine (come la rilettura ripetuta), la difficoltà desiderabile mira a migliorare la memoria e la comprensione nel lungo termine

La difficoltà di cui stiamo parlando deve essere sufficiente per stimolare l'attenzione e lo sforzo, ma non così elevata da scoraggiare o sovraccaricare l'individuo. Trovare il giusto equilibrio è fondamentale. L'apprendimento suddiviso nel tempo anziché concentrato in un'unica sessione è un esempio di difficoltà desiderabile. Ripassare il materiale dopo un certo intervallo di tempo rende l'apprendimento più faticoso ma migliora nel lungo termine la memorizzazione di ciò che si sta studiando. Anche variare l'approccio di apprendimento, ad esempio utilizzando diversi metodi o contesti, può aumentare la difficoltà ma anche rafforzare la comprensione e l'applicazione delle conoscenze.
Un altro modo per crearsi un po' di difficoltà è quello di sottoporsi a test dopo aver studiato i concetit che ci interessano. Rispondere alle domande su ciò che abbiamo studiato, infatti, richiede uno sforzo maggiore rispetto alla semplice rilettura del materiale, ma è molto più efficace per l'apprendimento.

Esempi pratici nello studio di una norma ISO

Per un professionista che debbae apprendere una nuova norma ISO, applicare i principi della "desirable difficulty" è molto utile:

  • apprendimento incrementale e spaziato
    • Pratica: suddividere lo studio di una nuova norma in sezioni o capitoli più piccoli
    • Applicazione: studiare ogni sezione separatamente, con intervalli di tempo tra una sessione e l'altra. Questo rende l'apprendimento più gestibile e migliora la memorizzazione a lungo termine
  • auto-test
    • Pratica: creare o utilizzare test e quiz per valutare la comprensione della norma dopo aver studiato ogni sezione
    • Applicazione: questi test auto-somministrati forniscono un feedback immediato sulle aree di forza e di debolezza, rendendo lo studio più interattivo e impegnativo
  • applicazione pratica e simulazioni
    • Pratica: utilizzare casi di studio o simulazioni per applicare la teoria della norma a situazioni reali
    • Applicazione: questo non solo aiuta a comprendere meglio la norma ma stimola anche il pensiero critico e la risoluzione dei problemi
  • insegnamento e discussione
    • Pratica: spiegare i concetti della norma a un collega o in un gruppo di persone che stanno effettuando lo stesso percorso
    • Applicazione: insegnare è un ottimo modo per consolidare la propria comprensione e identificare eventuali lacune nella propria conoscenza
  • variare le risorse di studio
    • Pratica: utilizzare una varietà di materiali di studio, come libri, articoli, video e seminari online
    • Applicazione: questo approccio aiuta a vedere il materiale da diverse prospettive e a comprendere meglio i concetti complessi
  • riflessione
    • Pratica: dopo ogni sessione di studio, prendersi un momento per riflettere su ciò che è stato appreso e su come può essere applicato
    • Applicazione: questa pratica stimola la metacognizione, ovvero la riflessione sul proprio processo di apprendimento
  • feedback
    • Pratica: chiedere feedback a esperti o mentori sulla propria comprensione e applicazione della norma
    • Applicazione: il feedback fornisce una prospettiva esterna e può aiutare a correggere eventuali malintesi
  • apprendimento continuo
    • Pratica: continuare a studiare e aggiornarsi anche dopo aver acquisito una conoscenza di base della norma
    • Applicazione: il campo delle norme ISO è in continua evoluzione, quindi l'apprendimento continuo è fondamentale

Immaginiamo che un professionista debba studiare una nuova norma, ad esempio la ISO 9001, che riguarda i sistemi di gestione della qualità. Applicando il concetto di "desirable difficulty", eccovi un esempio pratico di come si potrebbe procedere:

  • Fase 1: Preparazione e pianificazione
    • definire obiettivi specifici: invece di mirare a una comprensione generale della norma, stabilire obiettivi di apprendimento specifici, come comprendere nel dettaglio determinate sezioni o principi chiave
    • suddivisione del materiale: suddividere la norma in sezioni più piccole e gestibili. Questo rende lo studio meno scoraggiante e più focalizzato
  • Fase 2: Studio spaziato
    • studio: studiare ogni sezione in giorni diversi piuttosto che cercare di coprire tutta la norma in una sola volta. Questo modo di procedere rende necessario richiamare le informazioni dopo un intervallo, il che rafforza la memoria
    • esercitazioni pratiche: creare o trovare quiz relativi a ogni sezione dopo averla studiata e provare a rispondere. Questo forza il cervello a recuperare attivamente le informazioni, rendendo l'apprendimento più impegnativo ma più efficace
  • Fase 3: Applicazione ed elaborazione
    • applicazione pratica: dopo lo studio di ogni sezione, cercare di applicare i principi appresi a scenari reali o ipotetici. Questo può includere la redazione di piani di qualità o l'analisi di casi reali
    • insegnamento e discussione: spiegare i concetti appresi a un collega o in un gruppo di discussione. Insegnare è un ottimo modo per consolidare la propria comprensione
  • Fase 4: Feedback e riesame
    • ricerca di feedback: dopo aver studiato e applicato i concetti, cercare feedback da un mentore o un esperto. Il feedback può aiutare a identificare aree dove c'è confusione o qualche malinteso
    • riesame periodico: invece di abbandonare una sezione una volta "completata", pianificare revisioni periodiche. Queste sessioni di revisione possono includere nuovi quiz o discussioni, per mantenere le informazioni fresche e rafforzare ulteriormente l'apprendimento.

A livello operativo, se - ad esempio - si sta applicando per la prima volta la ISO 9001 nella propria organizzazione, invece di implementare contemporaneamente tutti i processi richiesti dalla norma, si può suddividere il lavoro in fasi. Iniziate con processi più semplici e, mano a mano, affrontate quelli più complessi per costruire competenze step-by-step. Potete anche utilizzare casi reali o ipotetici dove il sistema di gestione della qualità ha avuto problemi, sforzandovi di analizzare la situazione, identificare i punti di non conformità con la ISO 9001 e proporre soluzioni.

E' fondamentale che, quando si crea un piano di apprendimento, non sia né troppo facile né troppo difficile. Poaniamo, ad esempio, che si debba apprendere la ISO 27001 che riguarda i sistemi di gestione della sicurezza delle informazioni. Si inizierà con una panoramica generale della norma, focalizzandosi sui suoi principi chiave e sugli obiettivi. Questa fase è relativamente semplice, progettata per costruire una base di conoscenza senza sovraccaricare chi studia di informazioni tecniche complesse. In una seconda fase si suddividerà la norma in moduli più piccoli e gestibili, studiando ogni sezione in modo approfondito, incrementando la difficoltà grazie all'introduzione di dettagli tecnici e di requisiti specifici, ma mantenendo ogni modulo abbastanza piccolo da non essere troppo difficile da apprendere e ricordare.

Per quanto riguarda l'intervallo da mettere tra una sessione e l'altra dell'apprendimento, prendendo come esempio la ISO 14001, immaginiamo che un professionista debba studiare questa normativa che si occupa dei sistemi di gestione ambientale e debba elaborare un piano di studio. Potrebbe essere qualcosa di simile a questo:

  • Settimana 1: introduzione e panoramica generale
    • Giorno 1: leggere una panoramica generale della ISO 14001 e dei suoi principali obiettivi
    • Giorno 2: ripasso della panoramica e approfondimento dei principi chiave
    • Giorno 4: quiz sui concetti chiave appresi nei giorni precedenti
  • Settimana 2: approfondimento delle sezioni specifiche
    • Giorno 1: studio dettagliato della prima sezione della norma
    • Giorno 3: ripasso del materiale studiato nel giorno 1 e inizio dello studio della sezione successiva
    • Giorno 5: quiz o esercitazioni pratiche sulle sezioni studiate
  • Settimane successive: studio progressivo delle sezioni rimaste. Continuare con lo stesso schema: studio di una nuova sezione, seguito da giorni di ripasso e da una valutazione periodica attraverso quiz o esercizi. Ogni settimana, includere brevi sessioni di ripasso delle sezioni precedentemente studiate
  • Revisione mensile
    • Fine del mese: organizzare una sessione di revisione completa che copra tutte le sezioni studiate fino a quel momento. Utilizzare diversi metodi di revisione, come la discussione di gruppo, la presentazione dei concetti o la risoluzione di casi studio. Dopo aver completato lo studio di tutta la norma, pianificare sessioni di ripasso mensili o trimestrali per mantenere fresche le informazioni. Integrare nuovi aggiornamenti o modifiche alla norma nelle sessioni di ripasso

Nell'ottica di una difficoltà ottimale, è utile anche elaborare le informazioni in modi diversi. Se, ad esempio, stiamo studiando la ISO 45001 che riguarda i sistemi di gestione per la salute e la sicurezza sul lavoro, possiamo leggere una sezione della norma e scrivere un riassunto con le nostre parole, evidenziando i punti chiave e le nostre riflessioni. Questa attività aiuta a elaborare le informazioni, facilitando la comprensione e la memorizzazione dei concetti. E' molto utile anche elanìborare e utilizzare mappe mentali o concettuali per visualizzare le relazioni tra vari aspetti della norma. Questo approccio visuale aiuta a comprendere come le diverse parti della norma si interconnettono e a rafforzare la memorizzazione delle informazioni.

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