IL PROCESSO DI REPORTING

Come gestire al meglio l'attività di reporting?

 

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Cosa si intende esattamente per "attività di reporting"?
Possiamo individuare due definizioni. Vediamole insieme:

  • in senso lato: attività di raccolta, selezione, elaborazione, formalizzazione e comunicazione delle informazioni
  • in senso stretto: attività integrative di verifica, raccolta, trattamento e comunicazione dei dati a partire dai processi "formalizzati":
    • valutazione di ulteriori fonti informative
    • verifiche sull'accuratezza dei dati
    • selezione delle variabili chiave

La selettività delle variabili da considerare si fa in base alle caratteristiche delle informazioni (natura-tempi-modi) rispetto al processo decisionale mentre la gerarchia si stabilisce in base ai livelli di sintesi/analisi delle informazioni rilevanti.

La "tempestività" di un report decide:

  • la frequenza (periodicità con cui i report sono preparati)
  • la dimensione di analisi (tempo coperto dai report)
  • il "ritardo" (tempo di aggiornamento e tempo di risposta del sistema)

L'"accuratezza" del rapporto si basa, invece, su:

  • dati oggettivi (precisione in rapporto ai principi definiti per la rilevazione delle informazioni)
  • dati stimati (precisione ad un certo grado di approssimazione dalla realtà)
  • dati congetturati (coerenza con le ipotesi di astrazione dalla realtà e "correttezza" delle ipotesi stesse)

Proviamo ora ad esaminare un caso reale di reporting, quello di tipo economico-finanziario.
In questo caso saranno due i filoni da considerare:

  • quello dei rapporti economici: conto economico a costi e ricavi integrali, conto economico a costi e ricavi del venduto, conto economico marginalistico, analisi dell'efficienza produttiva, analisi delle leve reddituali, ecc.
  • quello dei rapporti finanziari: stato patrimoniale finanziario, stato patrimoniale di pertinenza gestionale, analisi dei flussi di cassa, analisi della leva finanziaria, ecc.

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LA COLLANA DEI LIBRI DI QUALITIAMO

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Dalla teoria alla pratica: il secondo lavoro di Stefania Cordiani e Paolo Ruffatti spiega come migliorare la vostra organizzazione applicando la nuova norma attraverso i suggerimenti del loro primo libro
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"Organizzazione per processi e pensiero snello - Le PMI alla conquista del mercato" - Da una collaborazione nata sulle nostre pagine, un libro per far uscire le PMI dalla crisi.
L’ideatrice di QualitiAmo e una delle sue firme storiche spiegano come usare con efficacia la Qualità.
(Vai all'articolo che descrive il primo libro)

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In calce all'articolo riporteremo quotidianamente un aggiornamento sulla futura norma)

La scelta degli obiettivi informativi

Caliamo il nostro esempio nella realtà e immaginiamo di dover indirizare il report all'area Commerciale-Vendite.

I nostri obiettivi nel report saranno dunque:

  • volumi di vendita (statistiche di vendita, varianza fatturato, quota di mercato)
  • margini di contribuzione
  • servizio ai clienti (spedizioni in ritardo, ordini annullati, resi su vendite)
  • situazioni di rischio (scorte di magazzino, svalutazione di magazzino, crediti in contenzioso, svalutazione crediti
  • sviluppo attività (situazioni clienti - attivi, nuovi e persi, ordini in portafoglio)

mentre la scelta delle variabili chiave di controllo, dei destinatari del rapporto e della sua frequenza sarà in rapporto agli obiettivi informativi stabiliti.

Il livello di analisi potrà essere:

  • globale
  • per linea di prodotto
  • per prodotto
  • per canale di vendita
  • per area di vendita
  • per cliente

Quali report preparate solitamente nel vostro lavoro di professionisti della Qualità? Quali variabili considerate? Ce lo raccontate sul forum?

PER SAPERNE DI PIU':
L'attività di reporting
Abilità e conoscenze del Responsabile Qualità
La scheda del fornitore