IL SIX SIGMA IN ITALIA

Qual è la situazione dello sviluppo del Six Sigma nel nostro
Paese?

Confrontiamoci con gli Stati Uniti e scopriamo le differenze nell'evoluzione della metodologia Six Sigma

six sigma Black belt

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Negli Stati Uniti il Six Sigma è stato applicato inizialmente all'interno di una piccola società del gruppo Motorola, la GEG.

Visti i risultati positivi di tale approccio, la metodologia è stata, poi, diffusa all'interno di tutto il gruppo.
I risultati ottenuti da Motorola sono divenuti, quindi, evidenti al mercato americano che, sempre pronto a cogliere le possibilità di migliorare le proprie prestazioni ed introiti, ha deciso di adottare il modello in modo "massiccio".

Per prime sono state le grandi aziende che, prevedendo le enormi potenzialità di tale approccio, hanno deciso di investire in modo anche pesante nella formazione sulla metodologia Six Sigma.
La decisione di adottare tale strumento è partita dalla dirigenza ed è arrivata come input ai livelli sottostanti. La fomazione è stata portata avanti in modo estensivo, coinvolgendo una quota rilevante del personale. I vari stabilimenti delle multinazionali americane si sono dovuti adeguare alle richieste della dirigenza ed hanno implementato a loro volta il metodo.
Si è arrivati alla situazione per la quale solo avendo una formazione Six Sigma di livello alto era possibile accedere ai ruoli dirigenziali.

L'azienda che, oltre alla Motorola, ha lanciato l'impiego estensivo dei metodo Six Sigma è stata la General Electric. I benefici economici ottenuti da GE grazie all'utilizzo di tale approccio sono stati considerevoli, dell'ordine di alcuni miliardi di dollari l'anno.

Questo fenomeno americano ha investito soprattutto le grandi aziende che, grazie alle ampie disponibilità di capitale, hanno potuto fronteggiare i costi relativi alla formazione ed alla ristrutturazione aziendale. La diffusione del metodo si è poi estesa, anche se con minore velocità, alle aziende di piccole dimensioni.

In Italia il percorso è stato sostanzialmente diverso. Il sistema industriale italiano è storicamente molto meno incline al cambiamento rispetto alle aziende americane. Tutto questo è legato sia alla differente formazione della dirigenza che alle diverse dimensioni delle imprese che in Italia sono, solitamente, molto più piccole.
Per queste ragioni la diffusione del Six Sigma nel nostro Paese è stata, sostanzialmente, molto più lenta.

Le prime aziende che hanno applicato la metodologia sono state quelle appartenenti a multinazionali estere, in particolare la prima esperienza estensiva di utilizzo del Six Sigma è stata effettuata dalla Nuovo Pignone, facente parte del gruppo General Electric.
Come la Nuovo Pignone, le aziende che hanno implementato il Six Sigma al loro interno sono state quelle a capitale straniero, principalmente americane, o facenti parte di multinazionali estere. L'input ad implementare questo metodo non è, dunque, partito a livello locale ma è arrivato dalla direzione centrale del gruppo.

La mancanza di stimoli a livello locale è essenzialmente da imputare alla staticità della cultura aziendale italiana ed alla scarsa informazione che in Italia si è avuta sul metodo.

Le prime aziende che hanno adottato il Six Sigma hanno poi trasmesso la metodologia alle aziende fornitrici, solitamente caratterizzate da dimensioni più piccole.
Arrivati a questo livello, la diffusione del Six Sigma in Italia si è pressoché arrestata. La grande maggioranza delle aziende italiane rientra, infatti, nella categoria delle PMI che non sono riuscite ad avvicinarsi al metodo a causa delle risorse richieste, sia in termini di formazione necessaria che di personale addetto.
Il Six Sigma nasce, infatti, come metodo da utilizzare per le grandi aziende. La sua struttura organizzativa prevede all'interno un numero e una suddivisione tale di figure che difficilmente possono essere reperibili in realtà più piccole. Tale complessità ha sempre spaventato le imprese italiane, allontanandole dal possibile impiego di tale metodo.

Questa complessità è, però, soltanto apparente ed è dovuta al fatto che è possibile vedere esempi di applicazione del Six Sigma solo in realtà sostanzialmente grandi.

E' ovvio che l'applicazione di un qualsiasi metodo in una grande azienda renda necessario la creazione di figure di collegamento e ruoli intermedi.
Non ci sono, quindi, possibilità di applicazione del Six Sigma nelle PMI italiane?

Per prima cosa è bene precisare che la percezione di complessità non è legata al metodo in se stesso ma all'applicazione che ne è stata fatta nelle grandi aziende americane, che poi hanno esportato il modello nella forma che si erano confezionata addosso.
Il metodo Six Sigma stabilisce un modo di lavorare che prescinde dalle dimensioni delle aziende. Perché sia possibile una più ampia diffusione del metodo è quindi necessario ripensare l'approccio sviluppato negli Stati Uniti e renderlo più adatto alle esigenze delle aziende italiane, cercando di alleggerire il più possibile la burocrazia Six Sigma, rivalutando cosa è realmente essenziale nell'applicazione del metodo e cosa, invece, è esclusivamente legato alla sua applicazione in una grande azienda.

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La metodologia Six Sigma, come in generale tutte le altre strategie aziendali, perché sia efficiente deve essere adattata sulla base della realtà industriale nella quale viene richiesto il suo intervento.
In questo senso l'Italia si sta preparando ad una diffusione rilevante del metodo che, messo a punto da alcune, seppur poche, PMI è stato riorganizzato ed adattato alle esigenze tipiche di un'azienda italiana.

Questa fase di evoluzione ed adattamento del metodo sta cominciando a mostrare i primi risultati, anche in termini economici, in questi ultimi anni. I risultati percepiti a livello industriale saranno presumibilmente il motore che porterà il Six Sigma ad una sempre più ampia diffusione a livello nazionale.

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