POKA YOKE: METODOLOGIA

Applichiamo il Poka Yoke

poka yoke

Il Poka-Yoke nacque in seguito ad una visita di Shingo alla Yamada Electric, quando il responsabile della produzione gli spiegò il problema che l’azienda stava affrontando con uno dei suoi prodotti: un piccolo interruttore con due pulsanti supportati da due molle.

A volte capitava che l’operaio che stava assemblando l’interruttore dimenticasse di inserire una delle due molle e che il difetto nel prodotto fosse rilevato solo dal cliente finale con grande imbarazzo da parte dell’azienda ed enormi costi per la gestione del problema (occorreva, infatti, mandare un tecnico presso il cliente perché riparasse l’interruttore). Anche se i responsabili aziendali avevano invitato il personale a prestare maggiore attenzione, i difetti continuavano inesorabilmente a presentarsi.

Fu così che Shigeo Shingo ebbe l’idea del Poka-Yoke: invitò il responsabile a cambiare la procedura di montaggio in modo che gli operai non pescassero più le due molle con le quali assemblare l’interruttore da una grande scatola ma ne prendessero solo due per ogni interruttore e le posassero su un piattino che, al termine dell’assemblaggio, doveva restare vuoto. Se, alla fine del lavoro, restava una molla superstite significava che l’operatore aveva dimenticato di inserirla ma che poteva rimediare subito all’errore commesso.

Ma cosa origina i difetti?

  • I fattori culturali;
  • la varianza dei processi;
  • la complessità del lavoro;
  • la natura fallace dell’uomo

Ognuno di questi fattori può essere in qualche modo corretto:

  • per contrastare i difetti che derivano dai fattori culturali si possono utilizzare metodologie che supportano il lavoro di gruppo, l’impegno del management e l’allontanamento della paura;
  • per ridurre la varianza dei processi possiamo utilizzare il controllo statistico o il DOE;
  • a contrastare la complessità ci aiutano strumenti come la mappatura dei processi e il DFMA;
  • in ultimo, per evitare che gli errori umani si ripercuotano sulla qualità dei nostri prodotti possiamo usare uno strumento proprio come il poka-yoke

Ma quali sono gli errori che vengono più comunemente commessi dalle persone? Essenzialmente questi:

  • dimenticanze, omesse lavorazioni;
  • incomprensioni;
  • errata identificazione:
  • errori dovuti alla mancanza di esperienza;
  • errori dovuti all’ignoranza di regole e procedure;
  • pecche commesse per distrazione;
  • errori dovuti a comportamenti diversi permessi dalla mancanza di standardizzazione;
  • comportamenti dettati dalla sorpresa davanti ad un certo comportamento della macchina

La metodologia di Shigeo Shingo si basa sul principio che gli errori si possono evitare e sulla costruzione di dispositivi che segnalino subito questi errori ogni volta che si verificano (tipici esempi di meccanismo poka-yoke sono il cruscotto dell’autombile che impedisce l’estrazione della chiave se il motore è ancora acceso o il lavandino che è dotato di un foro che impedisce le fuoriuscite accidentali di acqua).

Mediante l’applicazione di questo strumento, che consente di fare il lavoro bene la prima volta, si possono eliminare o ridurre le ispezioni di controllo, abbattendo il tempo che intercorre tra un’operazione e l’altra.

Lo strumento poka-yoke serve per:

  • prevenire (ad esempio la forma della spina elettrica permette l’inserimento nella presa solo in un modo oppure così come un menù a tendina permette solo la scelta di un nome già caricato nel sistema, evitando un’errata digitazione);
  • evidenziare l’errore in modo che già l’operatore possa correggerlo immediatamente (ad esempio le automobili dotate di un segnale acustico che segnala che si sono lasciate le luci accese si basano proprio su questo principio);
  • arrestare subito il processo in modo che non vengano generati altri errori

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Gli step per applicare il Poka-yoke sono:

  • identificare l’operazione o il processo sul quale vogliamo concentrarci, basandoci sul diagramma di Pareto (che metterà in luce qual è quel 20 % di cause che crea l’80% di errori);
  • usare lo strumento dei “5 perché” per cercare di capire come si verifica l’errore;
  • scegliere il meccanismo poka-yoke giusto per evitare che si verifichi il problema o per evidenziarlo una volta che è stato generato. Questo strumento dovrà essere semplice da utilizzare, comprensibile da parte di tutti gli operatori, non troppo costoso da implementare;
  • testare il metodo e verificare se funziona davvero;
  • formare l’operatore che dovrà utilizzarlo, rivedere la performance e misurare il miglioramento

Lo strumento Poka-yoke non si adatta a tutte le realtà lavorative ma funziona molto bene in questi casi come quelli indicati qui di seguito:

  • operazioni manuali per le quali è richiesta una costante vigilanza da parte dell’operatore;
  • azioni nelle quali sono richiesti aggiustamenti;
  • attività per le quali è difficoltoso applicare il processo di controllo statistico;
  • operazioni per le quali la formazione costerebbe molto;
  • posti di lavoro dove c’è un alto turnover con un conseguente ricambio di forze operative;
  • azioni per le quali i costi esterni per le difettosità sono molto più grandi dei costi interni per le stesse difettosità
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