COINVOLGIMENTO NEL PROPRIO RUOLO

Quanto è importante l'engagement quando si lavora all'interno di un'organizzazione?


coinvolgimento

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"Le persone hanno il desiderio di impegnarsi. Hanno una spinta istintiva ad esprimere chi sono e chi desiderano essere e, se viene loro offerta la possibilità di coinvolgersi nel lavoro, lo faranno"

"L'impegno prospera nel contesto di alcune relazioni e avvizzisce in altre...le relazioni sono metaforicamente il sistema nervoso dell'organizzazione"

(William A. Kahn)

Il lavoro è sempre più presente nella vita di tutti noi ed essere davvero coinvolti in ciò che facciamo è fondamentale per riconoscere in ogni momento il ruolo che rivestiamo in questo mondo in continuo cambiamento, oggi come non mai. Tra l'altro, il coinvolgimento dei collaboratori è estremamente importante anche per le organizzazioni perché poter contare su una squadra di persone pienamente impegnata in ciò che fa significa avere a disposizione una risorsa incredibilmente preziosa e non lasciarsi cogliere con la guardia abbassata rispetto a un pericoloso turnover dei dipendenti insoddisfatti.

L'interesse per il coinvolgimento dei lavoratori è sorto per la prima volta come parte del più ampio sviluppo del movimento della psicologia positiva che è fiorito negli ultimi decenni; la precedente enfasi su fattori come lo stress, il burnout e le scarse prestazioni offriva opportunità per comprendere i punti di forza, il funzionamento ottimale e la realizzazione sul lavoro.
Fu il professor William A. Kahn nel 1990 a parlare per primo del concetto di "engagement” (coinvolgimento) delle persone sul lavoro, facendo una riflessione su quanto ognuno di noi metta di "self" (se stesso) nel ruolo lavorativo (l'articolo si intitolava: "Psychological Conditions of Personal Engagement and Disengagement" e venne pubblicato su: "Academy of Management Journal"). Le radici del concetto di engagement vanno, però, fatte risalire agli inizi della storia del team building, quando il ricercatore Elton Mayo scoprì che fattori come la preoccupazione da parte del top management per il benessere dei lavoratori, condizioni fisiche più piacevoli e i legami sociali con i colleghi influenzavano l'umore e le motivazioni di un lavoratore, aumentando così sia la produttività che i tassi di fidelizzazione dei dipendenti.

Il ruolo che rivestiamo all'interno della nostra organizzazione è una sorta di perimetro che traccia il confine tra chi siamo e il ruolo che occupiamo mentre il "self" è relativo all'intensità con cui ci lasciamo coinvolgere a livello emotivo, fisico e cognitivo mentre svolgiamo un’attività lavorativa. Kahn si riferisce a "sé preferito" per indicare i momenti in cui portiamo "il meglio di noi" all'interno del nostro ruolo. Più facciamo ricorso al nostro sé per svolgere il ruolo che ci compete, più le nostre prestazioni saranno coinvolgenti e noi risulteremo soddisfatti del ruolo che ricopriamo, energici, creativi, autentici e aperti.

Il coinvolgimento lavorativo, quindi, denota il grado in cui una persona mostra la propria preferenza per le attività lavorative e promuove una forte connessione tra sé e il lavoro. Khan ha delineato tre dimensioni del coinvolgimento: fisico, cognitivo ed emotivo. In altre parole, i lavoratori possono mostrare diversi tipi di impegno nelle azioni e negli atteggiamenti. Ad esempio, una persona che investe risorse cognitive nel lavoro non è necessariamente un collaboratore che investe anche risorse emotive. L'impegno a livello cognitivo implica livelli molto alti di attenzione, concentrazione e focalizzazione. Il coinvolgimento emotivo si esprime, invece, come gioia nello svolgere un certo lavoro. Infine, l'engagement fisico è l'intensità di energia consumata dal lavoro.

Quando, invece, ci distacchiamo volontariamente dall'attuazione del nostro ruolo per proteggerci mettendo una distanza tra ciò che siamo e ciò che facciamo nel mondo del lavoro, aderiamo al modello tracciato dal sociologo canadese Erving Goffman che descrive come molte persone lascino di sé nell'ambiente lavorativo giusto quel che basta. Come sanno bene i responsabili del personale questo è uno dei problemi maggiori all'interno delle nostre aziende perché , in media, solo il 20% dei lavoratori è coinvolto davvero in ciò che fa.

Stabilito tutto questo, le organizzazioni dovrebbero favorire l'engagement delle persone che, secondo Kahn, avviene solamente se sono presenti tre condizioni psicologiche ben precise:

  • la significatività - un lavoratore deve ritenere il proprio lavoro sufficientemente significativo per l'organizzazione e per la società. La significatività si riferisce allo scopo presente dietro al lavoro. Un collaboratore che comprenda i modi in cui il prodotto o il servizio di un'azienda avvantaggia la società e che si identifichi come un importante contributo al raggiungimento di tale obiettivo è probabile che compia uno sforzo più significativo rispetto ad altre persone;
  • la sicurezza - il collaboratore deve sentirsi sicuro nel portare tutto se stesso nel mondo del lavoro e sapere che non correrà il rischio di scatenare conseguenze negative. Sentirsi psicologicamente sicuri nell'ambiente di lavoro e non temere i giudizi dei colleghi o dei superiori permette di contribuire maggiormente;
  • la disponibilità - la persona deve sentirsi nelle condizioni di poter sfruttare appieno tutta se stessa mentalmente e fisicamente. La disponibilità si riferisce alla capacità di un dipendente di svolgere un ruolo sia fisicamente che mentalmente. Ogni essere umano ha dei limiti e, se le sfide sono importanti per crescere ed essere soddisfatti, un lavoratore dovrebbe sentire che le richieste del ruolo che ricopre sono ragionevoli e realizzabili. Ad esempio, l'equilibrio tra lavoro e vita privata è un elemento che rientra nella disponibilità.

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I lavoratori dovrebbero essere supportati dai loro responsabili che dovrebbero ricoprire il ruolo di partner e aiutarli a progettare e modificare i loro ruoli, compiti e rapporti di lavoro, ascoltandoli e facendo in modo che si sentano autorizzati a parlare apertamente delle esperienze maturate sul lavoro.
La cosa più importante che un datore di lavoro può fare è far crescere nell'azienda una cultura di supporto che consenta alle persone di essere se stesse e di sentirsi al sicuro rispetto a controlli o critiche ingiustificate. Senza una sicurezza psicologica, i dipendenti non si sentiranno in grado di contribuire attivamente su base giornaliera. E' importante anche, proprio come ci ricorda la ISO 9001:2015, che le aziende si assicurino che ogni dipendente comprenda il valore e l'impatto che il proprio ruolo ha sull'insieme dell'organizzazione. E' fondamentale anche, come ben sottolineato dalla ISO 9001, che l'ambiente fisico sia adatto al lavoro che una persona deve svolgere, comprendendo - ad esempio - tutte le attrezzature di cui ha bisogno e lo spazio per lavorare individualmente e in modo collaborativo.

Per essere coinvolti a questo livello, i dipendenti devono sapere quali sono la vision e le strategie dell'organizzazione e quali prestazioni devono fornire per contribuire il più possibile a sostenerle e, anche in questo caso, la ISO 9001 ci è di grande aiuto con i suoi requisiti.

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