WHISTLEBLOWING TRA PASSATO E FUTURO

Staff di QualitiAmo

Vi riportiamo un articolo che ci ha inviato il dott. Alessandro Caruso sul whistleblowing.
I riferimenti dell'autore sono questi:
Cell:3207872620
http://www.carusoconsulenza.it/
https://t.me/certificazioneISO

whistleblowing

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Una prima legge che serviva a combattere le frodi nacque negli Stati Uniti. Si trattava del Lincoln Act, promulgato durante la guerra di secessione, che però cadde presto in disuso. Si dovette attendere fino al 1986 quando, su ispirazione della Lincoln Law, venne fatto passare dal Congresso americano il False Claim Act, cioè la legge promulgata dal Presidente Reagan che ancora oggi costituisce il principale strumento del governo per obbligare le imprese a rispondere di frodi contro il Governo degli Stati Uniti e che permette alle persone che non sono affiliate con il governo di promuovere azioni per conto del governo.

Nel 2002 in seguito agli scandali di Enron, Parmalat e WordCom fu stata varata negli Stati Uniti un’altra legge, il Serbanes-Oxley Act nella quale viene trattato l'argomento della protezione dei "whistleblowers" che lavorano presso società quotate in borsa o appaltatori o subappaltatori che lavorano in società quotate in borsa. Adottando questa legge, il SOX, si sono poste le basi per uno smantellamento della vecchia cultura societaria che scoraggiava i dipendenti dal denunciare comportamenti fraudolenti provenienti dall’interno o da autorità esterne.

Ciò che scoraggiava maggiormente i dipendenti, era la paura di una qualsiasi ritorsione su di essi da parte del datore di lavoro. Per tale motivo lo strumento del whistleblowing è stato basato su rischi ed incentivi, incentivando dei comportamenti denominato “moral hazard”.

I primi frutti di tale legge, come si può leggere nell’articolo: "La rivincita dell' America con il «fischietto» pubblicato sul Corriere della Sera, si ebbero soprattutto nel settore sanitario americano: “La prima crisi Wendell Potter, dirigente del gruppo assicurativo Cigna, la visse a metà del 2007 quando, viaggiando in Virginia, vide centinaia di persone disperate in fila sotto il sole per ottenere una visita e qualche cura di base gratuita, offerte da medici volontari. Potter scoprì all’ improvviso che la sanità Usa stava naufragando. E capì che le falle più grosse erano proprio quelle provocate dalle assicurazioni che facevano profitti tagliando le terapie. Quando, qualche mese dopo, la Cigna negò un trapianto di fegato a un paziente che poco dopo morì, Potter decise di diventare un whistleblower. […] Potter, che nel frattempo si è dimesso, ha testimoniato di recente davanti al Congresso e le sue denunce sono servite ai parlamentari che hanno redatto le proposte di riforma della sanità Usa. Altri «dipendenti col fischietto» hanno costretto la Faa, l’ authority Usa per il volo, ad ammettere buchi nella sua organizzazione e la Fda a revocare l’ autorizzazione alla vendita di farmaci che non erano stati ben testati. Grazie a un altro whistleblower, si è scoperto che la criminalità organizzata ha imparato a sottrarre miliardi al Medicare (la sanità pubblica per gli anziani) facendosi rimborsare cure mai fatte
Citazione: Corriere della sera

whistleblowing

Dalle vicende del Virginia del 2007, in Italia il tema delle segnalazioni si è reso sempre più importante.

In Italia è in vigore la legge 179/2017, la quale obbliga le pubbliche amministrazioni e le aziende private che hanno già adottato un modello 231, a dotarsi di un canale informatico, per consentire a chi viene a conoscenza di condotte illecite nel luogo di lavoro di segnalarle in modo assolutamente riservato.

Come abbiamo già avuto modo di accennare, la normativa vigente prevede che:

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In calce all'articolo riporteremo quotidianamente un aggiornamento sulla futura norma)

"La persona segnalante dovrebbe poter scegliere il canale di segnalazione più adeguato in funzione delle circostanze specifiche del caso », dovendosi peraltro tenere in conto il bilanciamento fra, da una parte, i « principi democratici come la trasparenza e (...) [i] diritti fondamentali come la libertà di espressione e la libertà e il pluralismo dei mezzi di informazione [, dall’altra parte,] l’interesse dei datori di lavoro a gestire le proprie organizzazioni e tutelare i propri interessi [e, da un’altra parte ancora,] la tutela del pubblico interesse. In definitiva, al segnalante viene riconosciuta un’ampia discrezionalità di optare per il canale interno, piuttosto che per quelli esterni dedicati istituzionalmente, potendo invocare il pericolo che, seguendo la prima via, le informazioni possano non venire efficacemente trattate o la segnalazione determini il rischio di ritorsioni; può inoltre rivolgersi al canale esterno quando la segnalazione non venga riscontrata da canale interno entro tre mesi dalla sua sottoposizione".
Citazione: L.179/2017

Ma allora un indirizzo mail (rpc@corruzione.it; odv@organismo.it), software sui server aziendali, sono efficaci? Questi strumenti garantiscono la riservatezza del segnalante? Ne abbiamo parlato qui ("Segnalazione anonima….si può fare?")