UN ALTRO LIBRO SULL'ORGANIZZAZIONE AZIENDALE?

di Stefania Cordiani e Paolo Ruffatti

I due autori del libro: "Organizzazione per processi e pensiero snello - Le PMI alla conquista del mercato" ci spiegano perché hanno deciso di scrivere questo libro e di lavorare assieme

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Paolo Ruffatti - Volevo scrivere un libro sull’organizzazione aziendale…

Volevo scrivere un libro sull’organizzazione aziendale... «Sei matto? Ce ne sono a migliaia, e scritti da professoroni, grandi manager o veri guru giapponesi, americani...».
Io però, testardo, credo che questo libro possa esservi estremamente utile, perché non sono abituato a tenere dotte conferenze professorali (spesso preparate dall’assistente, malpagato, che ha spulciato decine e decine di libri sull’argomento): per diciassette anni ho lavorato a quasi tutti i livelli gerarchici in diverse aziende e poi, per altri venticinque, ho fatto il consulente e, dunque, ho visitato e organizzato centinaia di imprese di tutte le dimensioni e di tutte le tipologie, compresi gli enti della pubblica amministrazione. Mi direte: «Sì, va bene, ma come hai fatto a imparare un sacco di cose ad un livello tale da poterle poi applicare efficacemente in altre realtà sempre e del tutto diverse le une dalle altre?»

Ecco, questa è la cosa che fa la differenza tra un accademico puro e un organizzatore:

  • nella migliore delle ipotesi il professore prende alcune esperienze (tante se è anziano) e ne costruisce una teoria che, in quanto tale, dovrebbe essere applicabile dappertutto (… in teoria). In pratica, però, chi prova ad applicarla scopre che sono state dimenticate alcune cosette fondamentali per la sua riuscita che il professore considera banalità e che - in realtà - sono la chiave del successo o meno del trasferimento del suo sapere all’industriale di turno
  • un consulente abituato a “sporcarsi le mani” in officina e non a stare dietro a una scrivania sa per esperienza che una soluzione bellissima per un’azienda può essere (e di solito lo è) disastrosa per un’altra, anche se appartiene allo stesso settore merceologico e ha la medesima dimensione e cultura. Quello che rende una soluzione non facilmente applicabile in diverse realtà è l’enorme differenza tra le persone che vivono in diverse situazioni sociali

Potrei portarvi molti esempi eclatanti in questo senso, dato che mi è capitato spesso di dover rimediare ad organizzazioni “porcata” lasciate in eredità a imprenditori disperati da qualche personaggio che di etica ne ha avuta poca.
Dopo questa tirata su certa consulenza (pagatissima), vorrei dirvi perché ho voluto scrivere un libro sull’organizzazione proprio oggi, in una congiuntura temporale e sociale di estrema insicurezza in cui moltissime aziende sono costrette a chiudere, non essendo capaci di reagire e re-inventare il proprio business di fronte da una concorrenza spietata (e spesso anche meno capace tecnicamente).

«Predichi bene, tu», direte. «Ma se l’imprenditore è tartassato da tasse insopportabili, non può più accedere al credito perché le banche hanno fatto scoppiare la bolla e molti politici incapaci o disonesti non offrono i giusti aiuti perché le imprese si possano riprendere, come vuoi che si possa competere con una concorrenza estera che pratica prezzi folli?».

Bene: con questo libro (che purtroppo esce un po’ tardi ) voglio dimostrare che si può competere, partendo da un primo passo fondamentale: riorganizzarsi con l’aiuto di tutti coloro che vivono in azienda.
Non essendo un politico e tanto meno un economista, posso però dire che in Italia la politica degli ultimi quarant’anni è riuscita a svendere (a favore dei nostri “fratelli” europei) un’eccellenza tecnica che il mondo ci invidiava. Parlo ad esempio del settore produttivo metalmeccanico: ricordate la chiusura di molte acciaierie richiesta a gran voce dai tedeschi che ci hanno dato, in cambio, le famigerate quote latte?
Il resto l’hanno fatto alcune figure della grande imprenditoria che, essendo ricche, hanno tirato i remi in barca e, invece di faticare per gestire le loro aziende, hanno scoperto che con la finanza si guadagnava dieci volte tanto, senza combattere con dei sindacati che si erano sostituiti di fatto alla politica dei palazzi.

In questo libro vedrò di illustrare come e perché le aziende che si sono organizzate alla luce dello spontaneismo oggi hanno costi altissimi, ritardi di consegna a volte biblici (che creano sfiducia nei clienti organizzati), qualità di prodotto non sempre eccelsa e quindi un’inefficienza complessiva percentuale, che si può misurare con numeri a due cifre, sul loro fatturato. Credo, e ne ho le prove, che riducendo A COSTI NULLI O QUASI queste inefficienze, si possa tornare a competere nel mondo, evitando anche le false e costosissime scorciatoie della tanto lodata e seguita “delocalizzazione”.

Perché ho chiesto a Stefania di collaborare

Intanto, devo dirvi che la terza e la quarta parte di questo libro sono state pensate e introdotte su suggerimento di Stefania: io ci ho messo il naso solo per curiosità, perché è lei la più titolata a trattare questi argomenti.

Primo, per il suo pervicace entusiasmo verso la diffusione della cultura della Qualità in un mondo imprenditoriale che in larga parte non ha capito la rivoluzione che la norma sulla qualità propone a loro.
Secondo, per il grande equilibrio, misto a gentilezza e pazienza infinite, che l’ha guidata in un lavoro prezioso di smussatura dei miei tanti spigoli che avrebbero potuto irritare più d’uno.
Terzo, perché vorrei proprio farvi vedere come avevo scritto in origine tanti passaggi di questo libro e come sono diventati dopo la sapiente riscrittura che Stefania ha fatto con una pazienza sovrumana e un'umiltà da correttore di bozze, anche se il suo lavoro non è stato assolutamente tale; piuttosto lei ha mutato il mio “conscious stream”, per dirla con Joyce, in un lavoro organico e preciso, richiedendomi o facendo lei stessa degli incisi di spiegazione dei concetti di base molto efficaci e leggibili piacevolmente, nonostante si trattasse di concetti ostici o non proprio comprensibili a prima lettura.
Quarto, anzi primo: per la sua grande esperienza nello scrivere di Qualità e di tecniche di organizzazione che mi ha impressionato; se volete averne una misura, oltre a leggere quanto c’è in questo libro, basta che andiate a vedere l’enorme documentazione pubblicata su QualitiAmo, frutto di suoi studi e rielaborazioni sapienti.

Grazie Stefania!

Stefania Cordiani - Perché credo che questo libro sia importante

Non ho certo l’esperienza di Paolo nella riorganizzazione aziendale, ma gli anni di lavoro su campo e quelli che mi hanno permesso di entrare in contatto con tante, tantissime persone grazie a QualitiAmo mi hanno fatto capire che i miei problemi professionali (che ho dovuto imparare a risolvere in autonomia, autoformandomi con pazienza e determinazione) erano gli stessi che ancora oggi ha qualunque professionista della Qualità.
Scorrendo i vostri interventi sul forum e leggendo le vostre e-mail o le esternazioni sui social network, ho notato che lo scoglio più grande per chi fa il nostro lavoro è l’isolamento, non soltanto all'interno della propria organizzazione (se non riusciamo a essere convincenti, veniamo percepiti come cerberi ai quali nascondere eventuali mancanze) ma anche fuori, dove chi dovrebbe fornire consigli utili spesso si rivela un professionista senza scrupoli, che usa senza freno paroloni di cui nemmeno lui conosce a fondo il significato (altrimenti saprebbe spiegarlo) per tentare di mettere in condizione di inferiorità il suo interlocutore.

Da tutto questo è nata l'idea di creare QualitiAmo (per riunire in un unico posto in rete tutto ciò che penso debba costituire la base per la formazione di qualsiasi professionista della Qualità), di fondare una community (il forum era una scommessa che molti mi avevano detto che avrei perso, invece abbiamo più di 1500 iscritti: sono magari in pochi a scrivere, ma in moltissimi a leggere i nostri contributi) e - oggi - di sposare l’idea di Paolo perché sono convinta anch’io che occorresse un testo non scritto in "qualitatese" che riunisse i consigli principali per implementare quel cambiamento di cui tutti parlano ma al quale pochissimi forniscono gli elementi per poterlo davvero concretizzare in autonomia.
Anche lo stile con cui è scritto tutto il testo, vedrete, è estremamente colloquiale, perché ci siamo messi nei panni di due amici che provano a spiegare la splendida rivoluzione della Qualità ad altri compagni.

Tutto questo mi è mancato quando lavoravo in azienda e sono orgogliosa che oggi ci sia e che possa rappresentare un valido supporto per tutti voi, come mi confermate ogni giorno con i vostri commenti affettuosi, con la vicinanza e con la condivisione continua della vostra grande professionalità.

Perché ho deciso di lavorare con Paolo

Il giorno in cui mi arrivò l’e-mail di Paolo che - inaspettatamente - mi chiedeva se avevo voglia di collaborare con lui alla stesura di questo libro, rimasi stupita e incredula perché non capita così spesso che persone della sua esperienza si mettano nuovamente in gioco, provando a collaborare alla pari con qualcuno che abbia trascorsi, età e modo di affrontare le cose del tutto diversi.
Raggiunte le mete più importanti, infatti, molti professionisti si sentono “arrivati” e si assestano in una quotidianità tranquilla che permette loro di mantenere il prestigio conquistato negli anni senza però raccogliere nuove sfide che possono essere, alla lunga, anche destabilizzanti.

Paolo, invece, mi impressionò subito per la volontà di continuare a crescere proprio grazie al confronto continuo soprattutto con chi la pensa in maniera differente e per la grande umiltà di voler imparare sempre da tutti: giovani e meno giovani. Non vi nascondo che di lui mi ha colpito e mi colpisce ancora oggi anche l’enorme disponibilità dimostrata sul forum di QualitiAmo dove, gratuitamente e in maniera del tutto disinteressata, propone aiuti e consigli a tanti ragazzi disperati che non riescono a sbrogliare una certa situazione professionale.

Quanti professionisti con i capelli bianchi conoscete disposti a discutere alla pari su un forum pubblico e pronti ad offrire aiuto a chi non potrà mai ricambiare, semplicemente per la gioia di diffondere la cultura della Qualità?
Io davvero pochissimi, e questo è il primo motivo per cui voglio ringraziare Paolo per avermi proposto una collaborazione che ho accettato con gioia.

Il secondo è che, nel tempo, ho scoperto che il nostro metodo e i nostri punti di vista (professionali e non) tendevano curiosamente a convergere per moltissimi aspetti anche se si erano formati in contesti, ambienti e grazie ad esperienze molto differenti tra loro.
Scoprire in Paolo lo stesso “sacro fuoco” per la Qualità (considerata non come puro business ma come cultura vera e propria), la stessa voglia di diffondere sapere che ha caratterizzato QualitiAmo fin dai primissimi passi in rete e la medesima intenzione di creare interesse per lo splendido ma spesso tanto bistrattato lavoro di quality manager, mi ha fatto capire che la strada appena tracciata (e ancora tutta da percorrere) è quella giusta e che la percezione che in Italia si ha della Qualità debba e possa essere cambiata.

Questo libro, che può essere acquistato su Amazon Italia, è il nostro piccolo contributo a questa “rivoluzione” che ognuno di voi dovrà contribuire a diffondere, calandola nella realtà delle proprie organizzazioni.

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