UN GURU GIAPPONESE DARA' I VOTI ALLA FIAT

Le strade piene di buche e stracolme di spazzatura che circondano lo stabilimento Fiat di Pomigliano potrebbero pregiudicare il futuro della fabbrica più grande del Mezzogiorno.
Sembrerà strano, ma è proprio così.

E’ atteso infatti tra circa 20 giorni nello stabilimento di Pomigliano d’Arco il professore dell’Università di Kyoto, il giapponese Hajime Yamashina, il «guru» del Wcm, il sistema integrato di organizzazione del lavoro, studiato appositamente per Fiat, a cui da tempo l’azienda automobilistica ha affidato anche il compito di redigere una vera e propria classifica dei propri siti produttivi, in modo tale da verificare la qualità della produzione.

Sulla base delle verifiche dell’esperto giapponese si potrebbe decidere il destino produttivo di questa fabbrica e future missioni.

Tutto potrebbe dipendere anche dal punteggio assegnato al sito produttivo campano. Fatto che mette non poco in fibrillazione il sindacato.

Il Wcm, (World Class Manufacturing), è il sistema integrato, che attraverso il miglioramento continuo di tutte le prestazioni, il coinvolgimento di tutti i livelli e funzioni aziendali, l’adozione dei principi della qualità totale, della lean production e della «fabbrica integrata», porta all’eccellenza dell’intero ciclo logistico - produttivo di un’impresa.
Il problema sta nel fatto che questo sistema oltre alla parte strettamente industriale, prevede anche un giudizio sulle infrastrutture perimetrali allo stabilimento.
Ed è bastata un’occhiata al segretario della Uilm Campania Crescenzo Auriemma ed a qualche delegato di fabbrica per rendersi conto che intorno alla fabbrica la situazione è a dir poco disastrosa. E così lo stesso Auriemma ha preso carta e penna e scritto agli assessori regionale e provinciale all’Industria, ai sindaci di Pomigliano, Acerra e Castello di Cisterna, i Comuni nel cui territorio insiste il perimetro di fabbrica, per richiedere un tempestivo intervento, prima dell’arrivo di Yamashina.

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«Vi segnaliamo – ha scritto Auriemma – la pericolosità delle strade di accesso alla fabbrica, con buche e disconnessioni dell’asfalto, nonché l’enorme presenza di depositi di rifiuti presso il varco numero 5 in particolare, ma distribuiti lungo tutto il percorso ed anche la mancanza assoluta a bordo strada di sterpaglie ed erbacce che coprono del tutto la visuale».
«Poiché – spiega ancora il sindacalista – ce la stiamo mettendo tutta per raggiungere le vette più alte della classifica del Wcm e avere così la garanzia produttiva che risolva la grave crisi del settore auto che ha colpito particolarmente Pomigliano, chiediamo un vostro intervento».

Per non rischiare il declassamento mancano una ventina di giorni in tutto. C’è da chiedersi a questo punto se gli enti responsabili per la sopravvivenza di 5 mila lavoratori, indotto escluso, riusciranno in tempi più o meno record a fare ciò che per anni non è stato mai neanche tentato.

(Fonte: Il Corriere della Sera)