VIETATO DIRE BUGIE

Tratto da "Consumatori"

Pubblichiamo questo articolo perché, in fondo, fare pubblicità è un modo per comunicare con il cliente e, quindi, rientra a pieno diritto nelle attività supervisionate dalla funzione Qualità.

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Le nuove norme in materia di pubblicità

Oltre 300 violazioni per quasi 8 milioni di euro di multe in due anni.
Sono i numeri che arrivano dal fronte della battaglia che l'autorità Antitrust sta conducendo contro le pubblicità ingannevoli e le pratiche sleali del commercio.

Una battaglia iniziata con l'entrata in vigore della legge Giulietti del 2005 divenuta ancora più incisiva da metà settembre di quest'anno, con l'adeguamento della normativa italiana alle direttive europee.

In sostanza le nuove regole consentono all'Autorità garante della concorrenza e del mercato (la cosiddetta Antitrust, per intenderci) di agire d'ufficio anche con specifiche ispezioni e aumento delle sanzioni fino a 500mila euro dalle attuali 100mila. Il che, in sostanza, significa essere nelle condizioni di effettuare interventi a favore dei consumatori più rapidi ed efficaci.

Ma che significa agire d'ufficio? "Ci muoveremo sulla base di segnalazioni e denunce, anche incomplete o anonime perché ora possiamo intervenire direttamente, indagando e verificando le informazioni che ci arrivano, anche tramite l'azione della Guardia di Finanza", dicono all'Antitrust. "Le denunce - continuano - possono arrivare sia dai concorrenti del commerciante o dell'impresa di cui si sospetta la pratica ingannevole o sleale, che dai cittadini, sia in veste di consumatori direttamente coinvolti che di persone che siano venute a conoscenza dei fatti oggetto di denuncia".

Insomma una pubblicità vi ha indotto ad acquistare qualcosa che non corrispondeva a quanto promesso? L'anziana vicina è stata molestata insistentemente da un venditore e perciò costretta all'acquisto? Denunciate all'Antitrust.

La novità da tener presente è, appunto, che si può denunciare il comportamento scorretto anche in assenza di violazione contrattuale e indipendentemente dal fatto che si è stati personalmente danneggiati. Inoltre la sanzione amministrativa prevista dalle nuove regole è particolarmente salata e va da 5mila a 500mila euro.

Va ricordato che, ad eccezione dei casi di manifesta scorrettezza e gravità, l'Autorità potrà rinunciare all'accertamento dell'infrazione se l'impresa farà marcia indietro e interromperà la pratica scorretta.

Il settore delle telecomunicazioni è in testa alla "lista nera" delle pubblicità ingannevoli: quelle accertate sono state 124, per un totale di quasi 3 milioni di multe. Qualche altro esempio? Le false promesse dei prodotti dimagranti e degli pseudo-farmaci sono state condannate per 35 volte e hanno pagato oltre un milione di euro di multa. Anche perché, in questo ambito specifico, si può trattare di casi in cui è in gioco non solo il portafoglio dei consumetaori, ma anche la loro salute.

Anche nel turismo le violazioni sono piuttosto numerose e accadono più spesso che in altri settori: per lo più riguardano "stelle" attribuite con eccessiva generosità, o descrizioni di alberghi e villaggi poco o nulla rispondenti alla realtà. Nella maggior parte dei casi si tratta di pubblicità diffuse via internet.

Con una tale mole di denunce - mole che del resto aumenterà, grazie all'entrata in vigore delle nuove regole europee - è giocoforza che l'Antitrust agisca anche a partire da una sorta di lista delle priorità.
"Partiremo dai casi particolarmente odiosi - spiegano all'Autorità garante - e cioè più pericolosi per la salute dei consumatori, come ad esempio certe pubblicità di pseudo-farmaci che non forniscono indicazioni sulla necessità di consultare un medico e che omettono altre avvertenze, come il fatto di attenersi alle dosi consigliate e di non fare un uso prolungato del farmaco".

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Un altro fronte su cui l'Antitrust agirà prioritariamente è quello delle cosiddette categorie deboli, ovvero più facilmente manipolabili o facilmente "agganciabili" a causa della loro specifica condizione: prima di tutto i bambini, del resto esplicitamente citati nella normativa, anche perché la violazione viene punita con una sanzione minima non di 5mila, come nei casi "normali", ma di 50mila. Poi gli anziani che - resi più vulnerabli dalle malattie o da una vita di fatiche - possono essere più facilmente raggirati con prodotti, ad esempio, che promettono buona sorte, o sedotti da sedicenti maghi. Ma fanno parte delle cosiddette categorie deboli anche le persone sovrappeso, malate, indigenti o portatrici di handicap. Non è un caso, ad esempio, che tre procedimenti del Garante contro società di prestito si siano conclusi con tre accertamenti di violazione della legge e dunque con la sanzione di 58mila euro complessivi.

(Articolo originale pubblicato su: "Consumatori" di dicembre 2007)

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