Parole d’ordine: etica, competenza e qualità

(di Valentina Tremante Il Denaro)

Parole d’ordine: etica, competenza e qualità

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“Occorre rimettere etica, qualità e responsabilità nei processi formativi”.
Con questo obiettivo Pier Sergio Caltabiano, presidente nazionale dell’Associazione Italiana Formatori, apre il diciannnovesimo convegno nazionale dell’Aif, per la prima volta in programma a Napoli (a Castel dell’Ovo, vedere programma completo in pagina) oggi e domani.

L’Aif, fondata nel 1975, riunisce gli operatori che si occupano professionalmente - nelle aziende o da liberi professionisti - dei processi di apprendimento degli adulti e chiama a raccolta a Napoli come relatori, sul tema delle formazioni responsabili, oltre sessanta tra esperti e protagonisti di diversi mondi e settori professionali: uomini d’azienda, dirigenti pubblici, professori universitari, esperti e protagonisti della formazione e della consulenza. Presidente della delegazione campana dell’Aif e responsabile organizzativo del convegno è Antonello Calvaruso.

“In Italia — sostiene Caltabiano - si investe ancora poco in formazione, rispetto agli altri Paesi europei industrializzati. Quanto al trasferimento generativo di competenze, esso avviene se il clima aziendale è favorevole e se attori e destinatari dell’offerta sono adeguatamente dotati di engagement e di ruolo. Ecco perché nel corso del convegno presenteremo i casi esemplari di numerose aziende che hanno tratto linfa vitale dalla formazione, anche in termini di benessere organizzativo”.
Piero Trupia, responsabile scientifico del convegno, spiega: “La formazione è anzitutto responsabilità: del risultato e della qualità dell’offerta.

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LA COLLANA DEI LIBRI DI QUALITIAMO

"La nuova ISO 9001:2015 per riorganizzare, finalmente, l'azienda per processi" - Si aggiunge alla collana dei libri di QualitiAmo il primo testo che svela i segreti della futura norma.
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Per utilizzare un’immagine, potremmo dire che il terreno è dato, ma il seminatore lo prepara e lo cura come una sua creazione. Cura e attesa paziente di frutti che altri raccoglieranno. Nell’interlocuzione con gli allievi il formatore è discepolo di un’esperienza che egli stesso attiva e conduce. Il sapere del formatore di qualità è produttivo, non riproduttivo”. Quali, allora le sfide che un formatore deve oggi affrontare per realizzare porocessi formativi che siano etici, di qualità e responsabili? “La prima sfida del formatore responsabile - continua Trupia - è convocare i discenti al protagonista, in modo che l’esperienza formativa sia evento aperto, condiviso, creativo, lontano dalle forme standard dell’addestramento. E’ etica - conclude - quella formazione che si modifica e cresce nel suo farsi, aperta al bisogno, all’ascolto e all’interlocuzione; che non impone soluzioni procostituite con blandizie negoziali e allettamenti di marketing”. Sul Denaro di domani un ampio resoconto della tavola rotonda con protagonisti i rappresentanti degli enti di formazione e degll’Organismo bilaterale per la formazione.

PER SAPERNE DI PIU':

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