CHI SI FERMA RESTA VIVO: L'IMPORTANZA DELLA PAUSA E LA ISO 45001

Nell'ambito della sicurezza sul lavoro, paga davvero la cultura dell'essere sempre di corsa?

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"La velocità del cambiamento non è il problema... è la nostra capacità di fare pause e riflettere che determina se sopravviviamo al cambiamento"
(Peter M. Senge)

"La velocità senza metodo è inutile. Il metodo senza velocità è spregevole. Ma velocità e metodo insieme sono la chiave del successo"
(W. Edwards Deming)

Il titolo di questo articolo è provocatorio ma è vero che spesso dimentichiamo una delle abilità più preziose nel campo della sicurezza sul lavoro: l'arte di fermarsi.

Essere al volante di un'auto di Formula 1 con l'adrenalina che si fa sentire e il motore che ruggisce è eccitante ma provate a pensare di guidare così per otto ore al giorno, tutti i giorni. In molti ambienti di lavoro, purtroppo, questa è diventata la normalità e i segnali sono ovunque:

  • riunioni che si sovrappongono
  • pause pranzo consumate davanti al computer
  • check list per la sicurezza compilate "al volo"
  • procedure di controllo abbreviate ma "solo per questa volta"

La velocità non è gratis. Per ogni minuto "risparmiato" saltando un controllo di sicurezza, il prezzo potenziale da pagare cresce esponenzialmente. la fretta, infatti, è tra i principali fattori di rischio per gli incidenti lavorativi, insieme alla distrazione, allo stress e al multitasking che giocano un ruolo fondamentale.

Fermarsi quando serve richiede coraggio. In un mondo che celebra la velocità, alzare la mano e dire "Ho bisogno di fermarmi un momento" può sembrare un atto di debolezza ma, in realtà, è uno degli atti di leadership e di responsabilità più potenti che un lavoratore possa compiere. Non lo pensereste di un chirurgo che, prima di un intervento complesso, chiede qualche minuto di tempo per rilassarsi?

Produttività contrapposta alla sicurezza

"L'attenzione alla sicurezza non è un costo ma un investimento che paga dividendi immediati in termini di produttività"
(Paul O'Neill)

Dati alla mano:

  • le pause regolari apportano numerosi benefici specifici alla produttività, come evidenziato da diversi studi e ricerche. Tra i principali vantaggi, abbiamo un aumento della produttività, la riduzione dello stress e la prevenzione del burnout, un miglioramento della sicurezza, persino un incremento della creatività e della qualità del lavoro perché fermarsi per brevi periodi consente al cervello di "resettarsi", favorendo nuove idee e prospettive creative
  • il tempo "perso" in briefing della sicurezza offre, in realtà, numerosi vantaggi in termini di salute e sicurezza sul lavoro, contribuendo a creare un ambiente più sicuro e produttivo. Tra i benefici principali abbiamo la riduzione degli incidenti e delle lesioni perché i briefing aiutano a identificare e a mitigare i rischi prima che si verifichino incidenti. C'è anche un notevole miglioramento della consapevolezza dei rischi perché questi incontri mantengono la sicurezza al centro dell'attenzione dei lavoratori, aumentando la consapevolezza sui pericoli specifici del lavoro e sulle misure di prevenzione necessarie. Queste brevi riunioni servono ache per promuovere una cultura della sicurezza come valore aziendale, dimostrando l'impegno dell'organizzazione verso il benessere dei dipendenti e favorendo un ambiente di lavoro più collaborativo. I briefing, infine, incoraggiano il dialogo aperto tra i dipendenti e i supervisori, consentendo ai lavoratori di esprimere preoccupazioni e proporre soluzioni per migliorare la sicurezza
  • le interruzioni pianificate riducono gli stop forzati dovuti agli incidenti legati alla fatica o alla disattenzione. Per esempio, le pause regolari aiutano a prevenire infortuni legati a lunghi turni di lavoro. La manutenzione preventiva e le interruzioni programmate per la revisione delle attrezzature riducono il rischio di guasti improvvisi che spesso portano a incidenti o a interruzioni del lavoro.

La vera produttività non si misura nella velocità di una singola attività, ma nella sostenibilità del processo nel suo complesso. Come insegna la ISO 45001, un approccio sistemico alla sicurezza:

  • riduce gli sprechi dovuti a incidenti e near-miss
  • aumenta l'efficienza complessiva dei processi
  • migliora il clima aziendale e il coinvolgimento dei lavoratori

Insomma...non è perdere tempo fermarsi a pensare. È perdere tempo dover rifare tutto da capo perché non ci si è fermati a pensare. Eppure sembra esistere un apparente paradosso nel fermarsi: come può l'atto di "non fare" aumentare la produttività? La risposta sta nella differenza tra l'efficienza e l'efficacia. L'efficienza si misura nella velocità di esecuzione, l'efficacia nel raggiungimento dell'obiettivo desiderato - in questo caso, un ambiente di lavoro sicuro e produttivo.

Tornando al mondo della Formula 1 citata prima, anche le auto più veloci del mondo devono fermarsi ai pit stop. Non è un rallentamento: è una strategia per vincere la gara, ottimizzando la performance e cercando di prevenire problemi potenzialmente gravi.

Esempi di incidenti causati dalla fretta

Il professor James Reason, nel suo fondamentale "L'Errore Umano" (1990), identifica la fretta come uno dei principali "precursori di errore" negli incidenti industriali. Vediamo alcuni casi emblematici:

Un operatore di una linea di produzione alimentare, pressato dai tempi di consegna, decide di abbreviare il protocollo di sanificazione. Risultato: un intero lotto contaminato e un danno alla reputazione dell'azienda ben più costoso del tempo "risparmiato".

Un tecnico manutentore salta il lockout/tagout completo per un intervento "veloce" su un nastro trasportatore. Conseguenza: un avvio imprevisto della macchina e un infortunio evitabile.

Un briefing di sicurezza pre-turno ridotto da 15 a 5 minuti porta a una comunicazione inefficace sulle modifiche alle procedure di emergenza. Durante un'evacuazione reale, la confusione genera pericolosi ritardi.

Anatomia di una pausa efficace

La durata ideale di una pausa segue quello che gli esperti di psicologia cognitiva chiamano "regola del 3-10":

  • minimo 3 minuti: il tempo necessario al cervello per passare dalla "modalità automatica" alla "modalità riflessiva"
  • massimo 10 minuti: oltre questo limite, l'attenzione inizia a diminuire

Come una buona tazzina di caffé, quindi, la pausa di sicurezza deve essere corta ma intensa.

La pausa andrebbe fatta prima di:

  • attività mai eseguite prima, per essere più lucidi nell'affrontarle
  • seguire procedure modificate di recente
  • utilizzare nuove attrezzature
  • quando si notano discrepanze tra le procedure e la realtà operativa
  • in presenza di condizioni ambientali inusuali
  • quando si stanno ricevendo feedback anomali dalle attrezzature
  • quando si ha la brutta sensazione che "qualcosa non vada"

ISO 45001 e pausa riflessiva

La ISO 45001, pur non menzionando esplicitamente la "pausa riflessiva", ne incorpora il concetto attraverso diversi requisiti chiave:

  • la valutazione dei rischi richiede momenti di riflessione strutturata
  • il concetto di consapevolezza implica la capacità di fermarsi e riflettere
  • la pianificazione operativa prevede punti di controllo e verifica
  • il miglioramento continuo si basa sulla riflessione sistematica

La pausa riflessiva si integra nel sistema di gestione attraverso:

  1. le procedure
  • inclusione di momenti di pausa nelle procedure
  • definizione delle responsabilità
  • criteri di attivazione chiari
  1. la gestione dei rischi
  • identificazione dei momenti critici che richiedono pause
  • valutazione dell'efficacia delle pause
  • aggiornamento basato sui feedback
  1. la gestione del cambiamento
  • pause obbligatorie durante le transizioni
  • valutazione dell'impatto dei cambiamenti
  • verifica dell'efficacia delle misure adottate

Servono anche degli indicatori che ci segnalino se stiamo usufruendo al meglio delle pause. Potremmo utilizzare:

  • riduzione degli incidenti (frequenza e gravità)
  • numero di near-miss identificati e gestiti
  • percentuale di pause di sicurezza completate su quelle pianificate
  • tempo medio tra gli incidenti
  • riduzione dei costi assicurativi
  • risparmio su fermi non pianificati
  • ROI delle iniziative di sicurezza
  • costi evitati grazie alla prevenzione
  • qualità dei feedback ricevuti
  • propensione alla segnalazione
  • percezione della sicurezza
  • fiducia nel sistema
  • senso di responsabilità condivisa
  • soddisfazione dei lavoratori
  • numero di suggerimenti preventivi
  • tempestività delle azioni correttive
  • giorni di lavoro persi
  • costo degli infortuni

Implementazione pratica

Un buon programma di formazione per implementare operativamente le pause nel migliore dei modi prevede:

  1. consapevolezza
  • perché le pause sono necessarie
  • che impatto hanno sulla sicurezza
  1. competenza
  • come condurre una pausa efficace
  • tecniche di facilitazione
  • gestione del tempo
  1. pratica
  • simulazioni guidate
  • feedback in tempo reale
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