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Gemba walk o MBWA?

 
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QualitiAmo - Stefania
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MessaggioInviato: Gio Ott 06, 2011 10:43 am    Oggetto: Gemba walk o MBWA? Rispondi citando

Lean blog (traduzione automatica) oggi ci parla di due strumenti potentissimi della Qualità: il Gemba walk (la "passeggiata" fino al gemba, cioè il posto dove ci sono i lavoratori, dove si fanno le cose e dove possono nascere le problematiche operative) e il Managing By Walking Around (tipico dei manager che girano spesso all'interno di un'organizzazione senza una meta precisa, solamente per entrare in contatto con i collaboratori).

Deming, come ci ricorda l'autore del blog, aveva poco fiducia nel Managing By Walking Around perché pensava che i manager non avessero dimestichezza a parlare con i lavoratori per individuare eventuali problematiche latenti.

Una passeggiata mirata là dove è sorta la problematica, in effetti, è decisamente più semplice ma credo che senza MBWA ci si perda molto della propria organizzazione.

Cosa ne pensate?
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Stefania - Staff di QualitiAmo

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Paoloruffatti
Yoda


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MessaggioInviato: Gio Ott 06, 2011 7:04 pm    Oggetto: Rispondi citando

Con tutto il rispetto che ho di Deming, vorrei mettere dei distinguo:
se il manager è un teorico, damerino lampadato, che ha studiato solo sui libri e che non tocca nulla in officina, per paura di sporcarsi ... beh allora quella camminata si merita tutti i dubbi di Deming (specie se invece delle scarpe antinfortunistiche il bel tomo indossa Tod's.

Se il manager è uno abituato a sporcarsi le mani, ad ascoltare l'operaio che gli racconta tutte le difficoltà pratiche che ha per mancanza mezzi, istruzioni di lavoro, direttive di programmazione, i suoi bisogni formativi ecc ecc.
allora le ore passate a parlarne, magari davanti alla macchinetta per il caffè (magari condito con le osservazioni sulla partita di domenica) valgono ORO-
Te lo dico per esperienza diretta: avrei da farvi esempi di grossi risparmi e miglioramento metodi per migliaia di ore di lavoro, da riempirci un libro. Sbaglio?
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QualitiAmo - Stefania
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MessaggioInviato: Ven Ott 07, 2011 8:01 am    Oggetto: Rispondi citando

Paoloruffatti ha scritto:
se il manager è un teorico, damerino lampadato, che ha studiato solo sui libri e che non tocca nulla in officina, per paura di sporcarsi ... beh allora quella camminata si merita tutti i dubbi di Deming


Sono d'accordo. Così come sono d'accordissimo che, facendo queste famose passeggiate in azienda, si imparino moltissime cose.
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FranzRiddle
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MessaggioInviato: Ven Ott 07, 2011 9:09 am    Oggetto: Rispondi citando

Avere un dirigente aziendale, che si mescoli con le tute blu, per me, è fondamentale, sia per avere una prospettiva migliore sulle problematiche tecniche che hanno gli operai sia per controllare effettivamente il buono ed il marcio dei propri dipendenti.
Per instaurare un rapporto confidenziale con gli operai, io non ne sarei tanto propenso, forse perchè la realtà in cui sono cresciuto mi ha abituato a non fidarmi più di nessuno, anzi, di avallare una teoria, da premettere io sono operaio, "L'operaio è la razza più infame che esista".
Per questo dico che se un dirigente aziendale voglia intraprendere la strada del contatto diretto con l'area produttiva, gli consiglio di pesare prima bene i propri zebedei.
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Francesco
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Paoloruffatti
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MessaggioInviato: Ven Ott 07, 2011 9:30 am    Oggetto: Rispondi citando

Caro Francesco,
non sono assolutamente d'accordo con la tua affermazione (un po' razzista direi) ma magari hai avuto esperienze che ti hanno scottato.
Io ho cominciato a lavorare da dipendente nel 1970; se sei giovane non sai che ci fu nel 1969 "l'autunno caldo" finito verso la fine di marzo del 70. Era guerra con i sindacati potentissimi (ma ancora non infarciti dagli stupidi politicanti).
Ho cominciato a lavorare nell'ambiente peggiore che si possa immaginare; mi sono conquistato la loro fiducia facendo vedere agli operai che sapevo lavorare con le mie mani.
dopo un periodo di diffidenza e sospetti la collaborazione con loro mi ha portato a livelli di eccellenza impensati (a 29 anni ero diventato capo officina del nucleare con 600 operai e una trentina di capi reparto e "intermedi" alle mie dipendenze. Ma ho sempre dato a ciascuno il merito dei NOSTRI SUCCESSI, anzi ho sempre fatto risultare che il loro merito era superiore al mio (e spesso non era vero!). In 17 anni di dipendenza ho conosciuto PERSONE di tutti i tipi e se ho sconfitto le Brigate Rosse in Ansaldo lo devo a loro!

il segreto è dare a ciascuno il valore che si merita: essere "amico" (nel vero senso della parola) con chi ha la statura di esserlo e inesorabile con i disonesti, fannulloni ecc ecc (la "razza" a cui tu probabilmente ti riferisci)... un po' come succede fuori dall'azienda

Ciao
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FranzRiddle
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MessaggioInviato: Ven Ott 07, 2011 9:54 am    Oggetto: Rispondi citando

Caro Paolo, tu sei un l'eccezione alla regola, infatti ciò che mi scrivi è ciò che desidererei che fosse.
Chi ha avuto la fortuna di lavorare con-per te, ha scoperto di lavorare con una persona eccezionale, quella stessa persona eccezionale che oggi, ogni giorno, sto imparando a conoscere qui sul forum.
Lavorare con una persona come te, significa arrichirsi ogni giorno di buoni propositi, dare il meglio perchè con te una persona può esprimersi nel pieno dei propri valori e sapere che ciò che fa è apprezzato, da me già è difficioe che ti sia riconosciuto.
Si forse sono scottato, diciamo pure ustionato, ma non penso che sia solo dove lavoro così come l'ho descritto, il caso eccezionale sei tu.

ps. mi spieghi meglio, se mi posso permettere, il fatto delle BR?
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Francesco
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Paoloruffatti
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MessaggioInviato: Ven Ott 07, 2011 4:58 pm    Oggetto: Rispondi citando

Ciao Francesco
La storia delle BR è presto detta; in uno dei miei reparti all’Ansaldo c’erano tre brigatisti rossi, uno, Giuliano Naria un bravo ragazzo con problemi di salute che si leggeva Bakunin e si professava anarchico, l’hanno preso gli hanno dato un paio di ergastoli e l’hanno messo in galera a marcire. L’hanno rilasciato per mandarlo a casa a morire: si era ammalato di tumore.

Gli altri due erano un carrellista di uno dei reparti che seguivano i miei colleghi, uno dei quali mi sostituì quando me ne andai dall’Ansaldo nel ’77 e si prese al mio posto 10 buchi calibro 9 nelle gambe (me ne ero andato a vivere e lavorare a Bergamo da 10 giorni!).
Dico al mio posto perché nel volantino delle BR c’erano i miei connotati socio-politici che non quadravano assolutamente con quelli di Sergio Prandi; ci pensarono le BR stesse a chiarire, telefonando alla Digos e dissero che gli ero scappato, ma non importava perché “educarne uno per educarne 100” e l’uno o l’altro per loro era lo stesso!!

L’altro brigatista era uno dei 50 operai colleghi di Giuliano Naria; 50 ragazzi bravissimi che saldavano le serpentine delle grandi caldaie per le centrali dell’Enel. Pensa che le loro saldature, tecnicamente difficilissime presentavano una difettosità che si aggirava sull’1-2%.

Improvvisamente, la difettosità diventò 50% ed oltre.

Ricordo ancora come in un film quello che accadde, il capo BR era lì con fare beffardo ad attendermi,con tutti gli altri schierati dietro.
Capii e lo scartai e andai a parlare diritto con i suoi colleghi della seconda e terza linea: la mossa ebbe un effetto immediato, il BR dovette lui venire a chiedere di parlarmi (perdendo la baldanzosità). Io chiesi che cosa succedesse e gli operai normali mi dissero che c’era un "diffuso malessere tra tutti" (frase ovviamente inbeccata dal capo) io dissi che se avevano dei malesseri potevano parlarmene in ogni momento, dato che io tra di loro ci rimanevo ore ogni giorno (in ufficio io non c’ero quasi mai!). [ecco l’importanza del Gemba Walk]

I miei capi mi chiesero se ero matto ad andare a parlare con gli operai e mi proibirono di ritornare a parlare con loro.

Io, ovviamente, disobbedii e nel giro di una giornata la protesta era rientrata: i ragazzi avevano capito che si erano fatti strumentalizzare.

Io in quei discorsi parlai loro del rispetto che tutte le persone devono avere di se stessi, quando attuano un comportamento, e lo devono mettere al primo posto;
parlai di amor proprio, di importanza del loro lavoro e del loro ruolo (che per la verità la funzione gestione del personale non riconosceva, anzi massacrava ed io ero sempre in prima linea contro l’ufficio personale e loro lo sapevano bene,…… quante battaglie avevo combattuto per molti di loro, prendendomi del comunista!).

Seppi molti anni dopo, parlando con uno dei brigatisti del sequestro Moro, in libertà vigilata con 4 ergastoli sulle spalle, che quello che aveva fatto incazzare la colonna genovese delle brigate rosse, per cui avevano deciso di “ri-educarmi” con la calibro 9, era proprio l’aver smontato il teorema di questo brigatista (mai preso).

Fu proprio questo del coordinamento romano delle BR che , quando gli chiesi se quel mio operaio era uno che contava nella loro organizzazione , mi disse che non poteva dirmi nulla perché lui era ”dissociato” un “ e non un “pentito” = a “spia” , ma quando gli dissi che il mio brigatista era dentro al sindacato e spesso prendeva permessi sindacali per andare a scuola di sindacalismo in Germania dell’est, lui scoppiò a ridere e mi disse che in realtà andava al loro poligono di tiro sui monti Tatra in Cecoslovacchia per imparare ad utilizzare la Skorpio (mitraglietta tristemente famosa che loro usavano spesso, come ad esempio per uccidere tutta la scorta di Moro), “perché - mi disse - non era facile da usare e se non si esercitavano rischiavano di fare danni”(!!!)

Ecco Francesco, scusa la mia verbosità

Ciao

PS: non dire che sono una persona eccezionale perché non è assolutamente vero, come è vero che io comunista non lo sono mai stato, …. ma me lo dicono in tanti oggi con un governo che se usasse le skorpio farebbe molto meno danni!
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FranzRiddle
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MessaggioInviato: Ven Ott 07, 2011 7:13 pm    Oggetto: Rispondi citando

Non ci crederai, ma mi hai sconvolto.
Nel leggere ho avuto un tumulto di sentimenti...non so spiegarmi.
Non mi sento di scrivere più nulla, tutto è banale a confornto, solo una cosa...Eccezionale!!!
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Francesco
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Paoloruffatti
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MessaggioInviato: Ven Ott 07, 2011 8:02 pm    Oggetto: Rispondi citando

Mi figuro se ti dicessi il resto della chiacchierata con L.A.;
Pensa: gli diedi dei fessi perchè, come ebbi a dirgli, "avete sbagliato tutto!, avevate in mano l'Italia e avete fatto un errore fatale".
Gli ricordai infatti il film Arancia Meccanica di Stanley Kubrik che era la foto precisa di quello che stavano facendo loro.
L'errore fatale- gli dissi- è stato quello di sparare a dei santi uomini,come Bachelet " se invece aveste sparato a Craxi ecc ecc (e gli snocciolai i nomi di tanti democristiani) avreste avuto il favore di milioni di italiani.
Lui rimase un po' interdetto e poi .... la sua risposta fu strabiliante, eccola:
"Sai Paolo, nell'ultima riunione di coordinamento nazionale delle Brigate Rosse a Roma, ... eravamo giunti esattamente alla tua stessa conclusione!"
Ciao
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QualitiAmo - Stefania
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MessaggioInviato: Ven Ott 07, 2011 8:37 pm    Oggetto: Rispondi citando

Paolo...ti prego! Sad

Dai, fermiamoci qui per favore. Solo l'idea di sparare a qualcuno mi fa rabbrividire. Sad Sad Sad Sad Sad

Continuate in privato? Grazie.
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Portello
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MessaggioInviato: Dom Ott 09, 2011 8:22 am    Oggetto: Rispondi citando

Paolo. Scrivi un libro.
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Paoloruffatti
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MessaggioInviato: Dom Ott 09, 2011 2:56 pm    Oggetto: Rispondi citando

Portello,
già fatto! ... ma non l'ho pubblicato per evitare di andare in galera.

Sai, nel libro ho scritto anche dei grandi (im)prenditori nostrani, di faccendieri, ladri, portaborse, ruffiani, nani e ballerine, che di questi tempi se la prenderebbero dura e con gli avvocati gratis (tanto li paghiamo noi essendo stati "eletti" alla camera o al senato per difendere l'indifendibile) non ci metterebbero due minuti a querelarmi.

Ci sono anche pezzi di storia che potrebbero essere pubblicati e che andrebbero letti, come quello che ho riassunto in questo thread, ma il libro mutilato dai pezzi che io sento di più, sarebbe stravolto.

Il titolo provvisorio sarebbe "E' difficile vivere" e racconta tutti gli incontri che ho fatto nelle due/tre mie vite, come il pranzo ufficiale col Presidente dello Yemen Saleh (e tutto il suo governo, quando inaugurammo la centrale elettrica di cui io ero il Project Manager), che mi fece offrire il "boccon del prete" diciamo noi, che per loro è l'occhio di caprone bollito e di come lo Spirito Santo mi diede l'illuminazione per cavarmela onorevolmente in modo brillante (senza vomitare l'anima, quando me lo trovai nel piatto).
Ciao
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Portello
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MessaggioInviato: Lun Ott 10, 2011 8:56 am    Oggetto: Rispondi citando

Paoloruffatti ha scritto:

... come il pranzo ufficiale col Presidente dello Yemen Saleh (e tutto il suo governo, quando inaugurammo la centrale elettrica di cui io ero il Project Manager), che mi fece offrire il "boccon del prete" diciamo noi, che per loro è l'occhio di caprone bollito e di come lo Spirito Santo mi diede l'illuminazione per cavarmela onorevolmente in modo brillante (senza vomitare l'anima, quando me lo trovai nel piatto).
Ciao

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Mai mangiato in Giappone? Dicono che è anche peggio...
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QualitiAmo - Stefania
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MessaggioInviato: Lun Ott 10, 2011 9:10 am    Oggetto: Rispondi citando

Portello ha scritto:
Mai mangiato in Giappone? Dicono che è anche peggio...


No, no. In Giappone si mangia benissimo, la cucina è estremamente curata e e molto varia. Certo bisogna mangiare giapponese perché i ristoranti stranieri, ad esempio, deludono parecchio da quel che mi hanno raccontato (io non ci ho mai messo piede per godermi la cucina del posto).
Il problema è che gli stranieri hanno enormi difficoltà ad avviare un'attività propria in Giappone se non sono affiancati da un giapponese, quindi spesso i ristoranti stranieri in Giappone sono gestiti dai locali.
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