Il forum sulla Qualità di QualitiAmo

[Paoloruffatti]

Ciao Stefania,

Tu dici e cito:

[QualitiAmo - Stefania]

Ciao Paolo, vedremo se le prossime parti dell'articolo riusciranno a rispondere alle tue domande. Io, intanto, mi tengo in evidenza questa discussione così, quando avremo finito la pubblicazione di questo lunghissimo articolo (è davvero composto di tante parti), eventualmente ci torneremo su per chiarire tutto ciò che non è stato spiegato bene. Ok?
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Stefania - Staff di QualitiAmo

ISO 9001:2015 - SI AGGIUNGE ALLA COLLANA DEI LIBRI DI QUALITIAMO IL NUOVO TESTO CHE SVELA I SEGRETI DELLA FUTURA NORMA



IL PRIMO LIBRO NATO SULLE PAGINE DI QUALITIAMO



HAI DATO UN'OCCHIATA AL REGOLAMENTO DEL FORUM PRIMA DI SCRIVERE IL TUO MESSAGGIO?

[Paoloruffatti]

Ok! ...ora capisco che ......si tratta di un articolo!, a me pareva strano infatti che tu pensassi di aderire completamente ed autonomamente alle cose scritte. Comunque aspetto di leggere il resto per capire se rispecchia le nostre realtà o se è scritto da uno che vive una realtà completamente diversa dalla nostra.
Ciao
Paolo

[QualitiAmo - Stefania]

[sly_1982]

Ciao Paolo.
Io credo nel Metodo, ma difficilmente nelle persone. E, come per tutte le altre questioni, se la Direzione non ci crede (o, peggio, ha interessi personali invece che aziendali) TUTTI i progetti LEAN sono destinati a fallire miseramente, con spreco enorme di risorse. Quelli che MALAUGURATAMENTE andranno a "buon fine" (bada bene alle "virgolette"), ricadranno sulle spalle dei poveracci che "non sono di nessuno", finendo per creare ancora più distanza tra Direzione e personale. La morte della fiducia verso la Direzione.
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"La libertà più grande che ho guadagnato è quella di non preoccuparmi più di cosa accadrà domani, perchè sono felice di ciò che ho fatto oggi." - E.Snowden

[sly_1982]

Aggiungo una piccola nota personale.

Nella realtà in cui lavoro io, si è cercato di applicare il JIT con la riduzione delle scorte, non secondo una programmazione, non secondo una gestione a fabbisogno, non secondo un kanban... ma secondo quanto la Responsabile degli Acquisti (e la sua totale incompetenza in ogni ambito, ma entrata nelle grazie della Direzione per questioni di "strategia", diciamo! ) riteneva importante. Questo ha causato grossi problemi su tutti i fronti. Per le materie prime importanti, si è arrivati ai fermi linea nostri, e poi disagi pazzeschi ai Clienti.

Sul fronte invece "materiale d'uso", si è arrivati ad avere tanti piccoli magazzini "clandestini" perchè ognuno aveva paura di rimanere senza materiale. E intendo per TUTTO!
In officina: pezzi di ricambio, viterie, etc...
In ufficio: dal materiale di cancelleria, alla carta igenica nei cassetti! E non sto esagerando!!!
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"La libertà più grande che ho guadagnato è quella di non preoccuparmi più di cosa accadrà domani, perchè sono felice di ciò che ho fatto oggi." - E.Snowden

[Portello]

Come purtroppo Paolo sa bene i progetti Lean partono zoppi dall'inizio.
Nella azienda dove lavoro sono due anni che si implementano le 5S nella produzione (con il costo di un consulente pari a due dipendenti!) solo per avere la frusta che spinge per un po' d'ordine e pulizia...

Niente SMED
Niente VSM
Niente QFD

Nessuna consapevolezza che la qualità è un requisito per applicare la Lean e non una conseguenza (mi pare che l'articolo su questo sia chiaro).

Buon Natale comunque
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Portello
Più è semplice, meglio è

[Slender Man]

Riporto un intervento del mio consulente ISO TS nell'ultimo convegno "JIT e l'applicazione in campo automotive: l'algoritmo davidegoliano del padul bird upstream transfer"

(è uno famoso, non molto alto)

"Just in Time nell'automotive complicato non è.

Un cliente importante OEM avere devi.
Tutto il fatturato con lui farai.

A un certo punto lui il JIT vorrà. Ma programmi precisi di consegna darti non saprà.
E tu quindi il tuo magazzino di scorte farcirai.

Poi i tuoi fornitori chiamerai, e di ribaltare le scorte su di loro cercherai: cosi' quando il tuo cliente i programmi dalla mattina alla sera cambierà, tu lo stesso col tuo fornitore farai, e la patata bollente e i costi su lui finiranno.

Ma che vuoi provare a farlo, pensare non devi. Se la forza sarà potente in te, cosi' farai. Se la forza sarà potente nel fornitore, non farai.

Fare o non fare, non c'e' provare"
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"It's my way, or the highway." (James Dalton, Esq.)
"Manly hearts to guard the fair" (Job Description)

[QualitiAmo - Stefania]

[Paoloruffatti]

Cara Stefania,
dopo gli interventi degli amici che ti hanno scritto (che mi pare confermino l'assoluta impreparazione di chi crede che questo JIT sia il toccasana facile da implementare come bere un bicchiere d'acqua), credo che si debba parlare serenamente di questo sistema organizzativo.

Faccio un altro excursus: un ex responsabile di Sistema Qualità di un'azienda multinazionale, che conosco, ha messo in piedi una società di consulenza che sta andando alla grande (dice) che "vende" il JIT, sistema creato già ai tempi di Ford (1920) e migliorato da Toyota cinquant'anni fa, ma sempre nel settore dell'automotive.
Lui non mi dice che cosa funzioni o meno del suo sistema, ma è obbligato a venderlo ad aziende di dimensioni molto diverse da quelle che spesso si vedono in internet (le grandi società di costruzione di aeromobili da 5 a 20.000 persone)
Lui dice di aver mantenuto il sistema di approccio che un'azienda di quelle dimensioni DEVE avere e cioè un metodo top-down con un Demiurgo che guida il progetto (lui, esterno, pagatissimo!).

E' proprio questo che fa la differenza: un sistema JIT calato dall'alto NON PUO' funzionare, mentre il "progetto" che abbiamo scritto insieme nella "collana di Qualitiamo" ha come "segreto" del successo, proprio la CONDIVISIONE completa fuori dalla dipendenza gerarchica.

Il JIT delle grandi società americane evidentemente funziona con dei metodi che molti imprenditori tentano di applicare nelle loro PMI .... e la gente supinamente accetta: i risultati sono quelli che ho veduto con questi miei occhi in alcune aziende in cui era arrivata la grande Associazione Industriali ..... e sono quelli che nessuno confessa!

Proprio le Associazioni di Categoria sono il veicolo persuasivo che molti imprenditori abbracciano incondizionatamente "-lo ha detto e proposto l'Associazione: c'è da crederci!-"
...ma le ragazze che piangevano, appartenenti al reparto di montaggi di una di queste aziende, straccionate dalla Kapò messa li a controllare il production-rate, le HO VISTE IO!!

Questo "progetto" che NOI abbiamo teorizzato, è basato sull'esperienza, su applicazioni pratiche fatte in tutti questi anni ed è pensato proprio per applicazioni alle aziende delle dimensioni di quelle che esistono a migliaia nel Nord Est; non certo in certe aziende-città americane, come quelle sopra citate (queste DEVONO avere un SINDACO che comanda, pena il caos! ...ma si perde la partecipazione importantissima ed efficace di tutti i "cittadini").

Per questo ho scritto che il JIT, specie se applicato in realtà simili a quella di SLY, non può funzionare da noi

Si dice anche che è inutile andare a caccia di uccellini con un cannone ....se hai mira l'uccellino lo disintegri, altrimenti l'uccellino vola via e rimane tale e quale con in più solo un sacco di spavento che gli consiglierà di stare alla larga, fin che vive, dai cannoni e dai cannonieri!

Un JIT è una cannonata: un metodo bellissimo, che però fa un sacco di danni se l'Imprenditore non sa prepararlo in modo uniforme in tutta l'organizzazione, in modo programmato ed equilibrato, ma soprattutto, commisurato alle capacità, conoscenze ed esperienze di chi (solo coordinato dall'Imprenditore) lo deve progettare ed applicare!
Ciao
Paolo

PS: non credo di avere la scienza infusa ne di voler spargere il verbo, sono solo un indegno applicatore di principi che l'empirismo mi ha consigliato di utilizzare ed affinare, visti i risultati, molto diversi dalle cannonate: trattando le Persone da Persone, non da numeri di matricola, come si fa in aziende da 20.000 "addetti".
Certamente sono un ex consulente che sempre ha detto pane al pane e vino al vino (invece di dire che il Re ha un vestito di costoso broccato, anche se in realtà è nudo!); sono molto restio ad indorare una pillola quando mi trovo davanti un imprenditore che ignora i più elementari principi dell'organizzazione, che però gira in Cayenne!, ...sarà per quello che non sono diventato ricco, vero? ....!

[QualitiAmo - Stefania]

[Paoloruffatti]

...... tutto lo spazio che vogliono a tutti....
Buon Natale a tutti se non ci vediamo/sentiamo!
Paolo

[QualitiAmo - Stefania]

[Portello]

Secondo me il vero problema dell'applicazione del JIT (come delle altre metodologie Lean) è il cambio di mentalità.

Faccio un piccolo esempio in casa mia.

L'imprenditore vuole adottare la lean manufacturing senza minimamente considerare che la produzione livellata, per poter funzionare, ha bisogno anche di un commerciale che pianifichi la crescita di fatturato.

Impossibile da adottare se il commerciale (che è anche l'imprenditore) acquisisce qualsiasi lavoro!

Ma chi glielo spiega al capo che deve programmare la crescita del fatturato, ovvero della produzione, secondo un ritmo che non introduca continui disturbi al sistema?
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Portello
Più è semplice, meglio è

[Paoloruffatti]

Ciao Portello,
sono andato a rileggermi tutto l'articolo, anzi l'enorme quantità di documenti che i nostri anfitrioni ci hanno messo a disposizione.
Quello che dici, ma anche tutto quello che presuppone la reale applicazione del metodo Lean, [vedi anche il pezzo che Stefania ed Alberto ci dicono di leggere, dal titolo "PRODUZIONE SNELLA - GLI STRUMENTI"] dovrebbe essere messo in funzione con due aspetti essenziali:

1) La comprensione dei principi fondamentali della Condivisione e della Diffusione capillare tra tutte le Persone delle conoscenze aziendali.

2) La gestione del personale da fare come "PERSONE" e non come numeri di matricola

Invece specie, il secondo aspetto di cui sopra, tende ad essere dimenticato bellamente in aziende-città, come le ho chiamate io, prettamente esistenti nel grande ed avanzato mondo dell'Automotive.

Noi qui in Italia (specie nel nostro Nord Est) di aziende che possano funzionare come in Giappone ne abbiamo (o avevamo) pochissime e i nostri imprenditori di aziende piccolissime non hanno le necessarie conoscenze per applicare le diverse e variegate metodologie che Stefania ed Alberto ci ricordano: credono solo al mantra di:
aumentare i ritmi di lavoro e di:
ridurre gli sprechi.

Anzi non hanno affatto la preparazione culturale per fare Diosacchè, tanto meno applicare i due principi sopra riportati.

Ciao e tanti cari auguri

Paolo