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QualitiAmo - Stefania Moderatore
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Registrato: 16/09/07 18:37 Messaggi: 26589
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Guerra Forumista classe "oro"
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Registrato: 27/09/13 08:38 Messaggi: 5802
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Inviato: Lun Mag 18, 2015 2:44 pm Oggetto: |
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Condivido: è uno dei motivi.
Però la comunicazione è qualcosa di bidirezionale: cioè è possibile che dall'altro capo del filo non si voglia capire.
Il cambiamento è destabilizzante, scomodo, richiede di rimettersi in gioco, energie nuove. Meglio la sordità.
C'è anche lo scarica barile, chi ha sempre lavorato in un certo modo e così vuol continuare a farlo.
Mancanza di motivazioni. _________________ "Le domande non sono mai indiscrete. Le risposte lo sono a volte"
Per qualche dollaro in più |
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#34 Veg-Quality
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Registrato: 20/12/11 16:09 Messaggi: 4064 Residenza: Sotto al Monte Grappa
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Inviato: Lun Mag 18, 2015 4:58 pm Oggetto: |
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La prima cosa che mi viene in mente è che la volontà di cambiamento DEVE essere condivisa, altrimenti, all'interno dello stesso team, ci si ritrova con persone che "remano" in direzione contraria.
Se tutta l'organizzazione è davvero convinta che sia necessario cambiare sono stra-convinto che una maniera la si trova affinchè questo avvenga con successo.
Il problema quindi, imho, sta proprio a monte e non a valle
Detto questo possono seguire altri bellissimi discorsi sulle modalità di mettere in pratica un cambiamento ma credo che quanto sopra scritto venga prima e stia alla base di tutto.
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acronimo Nuova recluta del forum
Registrato: 13/05/15 16:28 Messaggi: 9
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Inviato: Lun Mag 18, 2015 8:53 pm Oggetto: |
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Guerra ha scritto: | ... Però la comunicazione è qualcosa di bidirezionale: cioè è possibile che dall'altro capo del filo non si voglia capire ... |
Verissimo, si chiama feedback. Credo che ora le difficoltà comunicative siano sostanzialmente da attribuire alla contingente situazione socio-economico-imprenditoriali.
... e poi ci sono le teste quadre ...
Raffaele - acronimo |
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Oste Nuova recluta del forum
Registrato: 29/11/14 17:50 Messaggi: 36 Residenza: Padova
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Inviato: Mar Mag 19, 2015 8:38 am Oggetto: |
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Il supporto e la convizione devono assolutamente partire dall'alto (Direzione Generale, CdA, Imprenditore....): troppo spesso il management si convince della necessità di un cambiamento, ma crede che sia sufficiente che a cambiare siano gli altri! Ed in effetti può essere sufficiente, ma solo se si tratta di un piccolo aggiustamento in un processo o una nuova procedura a sè stante; se invece si cerca un cambiamento profondo e incisivo non si può prescindere dal pieno coinvolgimento dei "capi". _________________ Oste |
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QualitiAmo - Alberto Moderatore
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Registrato: 10/11/09 11:26 Messaggi: 4567
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Inviato: Mar Mag 19, 2015 1:33 pm Oggetto: |
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Ottime osservazioni, grazie a tutti.
Il secondo motivo perché i progetti che dovrebbero portare a un cambiamento non portano a nulla è che non si ha il coraggio di agire sulla cultura. Certo, molti di voi sorrideranno pensando che la cultura non ha nulla a che fare con la Qualità che è, prima di tutto, qualcosa di tangibile, tecnico, reale, poco fumoso.
Le cose, però, non possono cambiare se non agiamo sul modo di comportarsi delle singole persone e, soprattutto, su quello dei loro responsabili a partire dalla Direzione.
Su questo siete d'accordo? _________________ Alberto - Staff di QualitiAmo
ISO 9001:2015 - SI AGGIUNGE ALLA COLLANA DEI LIBRI DI QUALITIAMO IL NUOVO TESTO CHE SVELA I SEGRETI DELLA FUTURA NORMA
IL PRIMO LIBRO NATO SULLE PAGINE DI QUALITIAMO
HAI DATO UN'OCCHIATA AL REGOLAMENTO DEL FORUM PRIMA DI SCRIVERE IL TUO MESSAGGIO? |
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#34 Veg-Quality
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Registrato: 20/12/11 16:09 Messaggi: 4064 Residenza: Sotto al Monte Grappa
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Inviato: Mar Mag 19, 2015 1:50 pm Oggetto: |
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Come si fa a non essere d'accordo ?
La qualità è soprattutto cultura, non coltura, mi raccomando.. ![Smile](images/smiles/icon_e_biggrin.gif) _________________ In Lak'Ech !
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Guerra Forumista classe "oro"
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Registrato: 27/09/13 08:38 Messaggi: 5802
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Inviato: Mar Mag 19, 2015 5:14 pm Oggetto: |
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Questo però è un altro piano e non sempre si ha "accesso".
La cultura è anche un bagaglio personale, costruito con pazienza da esperienze spesso extra lavorative; deriva anche da esperienze lavorative, che vuol dire da situazioni, ma anche da persone (cioè qualcosa che i miei colleghi mi trasmettono e mi comunicano non solo verbalmente).
La cultura della qualità viene dopo; è necessario preparare il terreno prima.
Serve apertura da parte di tutti: Direzione e dipendenti. Può essere quel qualcosa in più che una azienda ha come patrimonio umano. _________________ "Le domande non sono mai indiscrete. Le risposte lo sono a volte"
Per qualche dollaro in più |
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QualitiAmo - Alberto Moderatore
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Registrato: 10/11/09 11:26 Messaggi: 4567
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Paoloruffatti Yoda
Registrato: 26/07/08 11:05 Messaggi: 4071
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Inviato: Mer Mag 20, 2015 10:27 am Oggetto: |
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Se posso,
volevo solo dire che i due ultimi post di Alberto sono "la" ragione per cui siamo indietro di 50 anni rispetto al mondo industriale occidentale e a quello orientale, anche se siamo la spina nel fianco dei nostri "fratelli" tedeschi e francesi i quali sono incavolatissimi per la nostra innata capacità di intraprendere e fantasia collegata (loro sono molto e più duri di cervice di noi ..... e nel caso dei francesi anche più casinisti)
Noi comunque siamo ancorati al nostro caldo e confortevole tran-tran che ci impedisce di eccellere come nessun altro al mondo.
Ci limitiamo ad andare a prendere in prestito concetti organizzazativi, quali il lean thinking, dai tontoloni americani o dai disciplinati giapponesi (quelli che vivono nelle gabbie da criceti e spendono la loro vita a far girare la ruota, messa graziosamentea disposizione da chi ha tutto l'interesse di far girare la ruota e tenerli tranquilli per propinare loro tante vaccate che la loro cultura millenaria dice loro di essere indispensabili), non tenendo in conto che loro hanno già superato da un pezzo certi innamoramenti.
Il bello è che noi cerchiamo di applicare questi concetti alla vecchia struttura organizzativa bacata delle funzioni (noi ci ostiniamo ad applicare queste idee, anche queste già bacate di per sè, all'interno di qualche funzione anzichè prendere il loro meglio ed applicarlo strategicamente a TUTTA l'azienda).
Caro Alberto, grazie di sottolineare questa necessità:
1) non aver paura del cambiamento e
2) applicare il cambiamento alla cultura aziendale
......è quello che sta tentando di fare la nuova versione della ISO 9001:2015, .....spero tanto che imprenditori illuminati li ascoltino e la applichino davvero.
Io posso solo testimoniare che la sua applicazione seria, fatta anche dieci anni prima della sua uscita, ha portato ad efficienzi allora impensabili, come il raddoppio del fatturato e degli utili, senza aumenti di personale e di investimenti significativi.
ciao
Paolo
PS: ho appena finito di leggere l'articolo di fondo che Stefania ha pubblicato oggi del RGQ di un'azienda illuminata: è l'esempio calzante di quanto ho detto sopra ed il nostro amico RGQ è talmente intriso in questa non cultura aziendale che sta cercando di dirci che è contento e soddisfatto; guardi che la nuova norma ISO 9001:2015 cancella , giustamente, questa foglia di fico che è l'RGQ per l'imprenditore, per lasciare il posto a dei "tecnici" come dice lei.
Ma il messaggio della nuova norma, nenache tanto nascosto, è per l'imprenditore: è LUI che deve prendersi tutte le responsabilità di pianificare la crescita culturale di tutti (magari applicando il nostro "progetto"), non solo dei tecnici che sono contenti di esserlo. |
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