Il forum sulla Qualità di QualitiAmo

[QualitiAmo - Alberto]

(Dal "Corriere Economia")

I dati dell’Osservatorio Aub, che monitora tutte le aziende familiari italiane con ricavi superiori a 50 milioni di euro, mostrano che circa il 48% delle imprese sono guidate da un imprenditore con più di 60 anni e metà di queste da un imprenditore con più di 70 anni.

(...)

Per aumentare le probabilitàche il ricambio generazionale sia un’opportunità, molti studi sulle imprese familiari inducono a proporre ai senior alcuni step da seguire secondo le diverse età dei giovani:

- A 10 anni: portateli a visitare l’azienda per cominciare a conoscerla
- Tra i 10 e i 18 anni: cominciate a far amare l’azienda e il lavoro dell’imprenditore, sottolineando tutti gli aspetti positivi pur non nascondendo quelli negativi
- Tra i 10 e i 18 anni: chiedete ai figli di fare al meglio il loro lavoro (studiare) e di fare qualche attività per sviluppare le loro qualità personali: uno sport, un’attività di volontariato, un hobby perseguito
con costanza. Dedicate del tempo con vostra moglie (o vostro marito) a
osservare lo sviluppo dei figli cercando di maturare un giudizio comune
- A 18 anni: dedicate loro del tempo per aiutarli a scegliere una facoltà sulla base di un progetto di medio periodo.
E se non vogliono più studiare, nessun dramma: fate si che trovino un lavoro serio e sfidante che faccia crescere le loro conoscenze e abilità, non tanti «lavoretti»
- Tra i 19 e i 23 anni: se hanno scelto di seguire un corso universitario, o anche se non lo hanno fatto, stimolateli in ogni modo a fare periodi non
brevi all’estero. Per maturare una cultura internazionale non basta andare all’estero 15 giorni all’anno, occorre passare mesi. Nel contempo:
fateli partecipare a occasioni in cui sia possibile conoscere l’azienda, il suo modello di business, i manager e gli altri collaboratori chiave, i risultati; e fate sì che possano conoscere altri figli e figlie di
imprenditori per cominciare a riconoscere le somiglianze e le differenze tra sé e gli altri
- A 23 anni: quando hanno finito l’Università, discutete con loro le possibili opportunità che hanno trovato e, se l’azienda non ha un bisogno
urgente, spiegate loro i vantaggi di una bella esperienza di lavoro in una azienda competitiva, magari all’estero.
E se vogliono sviluppare una loro start up aiutateli a valutarla con equilibrio. Nel contempo, se ci sono altri fratelli, sorelle, cugini o cugine
nella famiglia proprietaria fate sì che possano trovarsi insieme per conoscersi meglio e per conoscere l’azienda
- A 28-30 anni: se l’esperienza al di fuori dell’azienda di famiglia ha funzionato cominciate a valutare l’ingresso in azienda definendo bene
il ruolo e le prospettive di carriera. Se non ha funzionato, dedicate del tempo a capire perché e se la ragione è che vostro figlio o vostra figlia
non sono adatti a fare l’imprenditore, valutate altre opzioni per il futuro dell’azienda: possono fare (bene) i proprietari oppure si può cominciare a valutare di venderla
- All’ingresso in azienda: dedicate del tempo a rispondere alle loro domande, ascoltate le loro proposte, fatevi contaminare dalla loro
voglia di fare. Nel contempo cominciate a cercarvi un hobby, se già non l’avete: sarà molto utile quando dovrete allentare la presa sull’azienda
per lasciare spazio ai giovani
- Prima dei 35 anni: date loro una responsabilità precisa per misurare i loro risultati. Se in azienda ci sono più figli(e) e cugini/e cominciate
a far passare l’idea che le aziende sono struttura gerarchiche dove non si può comandare in tanti. E’ vero che quasi il 40% delle aziende
dell’Osservatorio Aub sono guidate da team di imprenditori, ma anche in quei casi occorre rispettare le regole per far funzionare una organizzazione
- Prima dei 40 anni: date loro una responsabilità generale dell’azienda e fate evolvere il vostro ruolo da imprenditore che prende tutte le decisioni importanti a consigliere delle decisioni che prendono i vostri figli e figlie
- Prima dei 50 anni: se tutto è andato bene, cominciate a celebrate i successi dei vostri figli e delle vostre figlie. In un percorso che dura
30 anni è ovvio che può succedere di tutto. Per questo occorre essere flessibili e valutare ogni passaggio con equilibrio per cercare di trovare
la strada migliore per avere una azienda di successo e dei figli soddisfatti. In caso di più figli/e e cugini/e la stesura di qualche regola
scritta può essere molto utile.

E cosa devono fare i giovani? Cominciare sin da piccoli ad apprezzare due valori: la responsabilità verso l’azienda e la libertà personale.
Senza il primo non si riescono a fare scelte utili per il futuro di lungo termine dell’azienda, senza il secondo non si riescono a fare scelte
utili per il proprio futuro.
_________________
Alberto - Staff di QualitiAmo

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[Guerra]

[QualitiAmo - Alberto]

Sono d'accordo con te, Guerra, ma credo che l'articolo abbia voluto mettere in luce il fatto che abbiamo grossi problemi col ricambio generazionale nelle aziende italiane e che i nuovi imprenditori andrebbero formati per essere all'altezza del compito.
Insomma, non basta essere figlio d'arte per gestire un'azienda.
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Alberto - Staff di QualitiAmo

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[Guerra]

Sono pienamente d'accordo.
Uno dei problemi nel ricambio generazionale è quello che questi signori (succede anche per i posti di potere tra gli industriali) non sanno fare altro che lavorare. Per loro la pensione non esiste e pensano spesso che il mondo non possa andare avanti senza la loro presenza.
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"Le domande non sono mai indiscrete. Le risposte lo sono a volte"
Per qualche dollaro in più

[Slender Man]

[Guerra]

Io intendo proprio così l'articolo
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[QualitiAmo - Alberto]

[Guerra]

Questa molte volte è solo una fiaba che si racconta, il ricordo sbiadito dal tempo della realtà; realtà che era molto diversa da quella attuale.
E' vero, che hanno avuto un'idea, ma non è vero che i givoani non le hanno.
Prendi un vecchio imprenditore e annegalo nella burocrazia di oggi, allora senza direttive e normative, senza spesso concorrenza ... e vediamo.

Alberto, sicuramente c'è del vero in quello che dici, ma non è tutto.
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[Slender Man]

[QualitiAmo - Alberto]

[#34]

Secondo il mio modestissimo parere un tempo, fare impresa, era molto semplice per molti motivi. C'era bisogno di tutto, eravamo in una situazione di boom economico,la concorrenza era misera e si tendevano a consumare i prodotti nazionali, c'era sicuramente meno burocrazia, anche il potere economico di una paga base era sicuramente maggiore.
Proprio ieri sera dicevano che un "Topolino" negli anni settanta, rapportato ad una paga base valeva, rapportato ad oggi 0,12 € e ragionavano appunto cosa si compra adesso con 0,12 €.
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In Lak'Ech !

[QualitiAmo - Alberto]

Anche tu hai ragione, quello che hai scritto è verissimo.
Però credo comunque che chi ha costruito qualcosa abbia una marcia in più, in generale, rispetto a chi si limita a ereditare. Non è sempre vero ma penso che spesso sia così.
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Alberto - Staff di QualitiAmo

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[#34]

A parità di persona sono d'accordo.
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In Lak'Ech !

[Guerra]

Certo: quanto meno hanno dimostrato qualcosa.
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