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Autore Messaggio
Guerra
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MessaggioInviato: Ven Gen 10, 2014 11:54 am    Oggetto: Rispondi citando

Allora mi auguro vorrai condividere le tue esperienze con tutto il forum, collaborando con tutti gli utenti in questo 2014.
A presto

Ciao e buon lavoro anche a te
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Paoloruffatti
Yoda


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MessaggioInviato: Ven Gen 10, 2014 12:05 pm    Oggetto: Re: Procedure Rispondi citando

Ciao Massimo
Volevo dirti due parole sulla mia esperienza circa la certificazione dei consulenti per la qualità (non ho nemmeno il porto d'armi e/o una pistola con matricola abrasa!): questa certificazione , sin dall'inizio, si è dimostrata essere una ciofeca, almeno per me!.

Tu scrivevi in risposta alla nostra amica Giovanna:

massimobolla ha scritto:


Vuoi fare una indagine? Chiedi a tutti i consulenti qualità che conosci se sono certificati e registrati le risposte. Poi le classifichi, fai un grafico... no, non serve il grafico, c'è solo una risposta: non sono certificato perché non mi serve a niente!

OK, sparatemi pure, ma prima mettetevi in fila.
Ciao


Appena tornato a casa in Veneto dopo 20 anni circa di assenza, una notissima sigla della qualità, con tanto di giornale e inviti ufficiali a tutte le grandi occasioni di parlare di qualità in Italia, visto il mio lunghissimo curriculum che superava abbondantemente quello di moltissimi soci fondatori Presidente compreso, (io dico per vecchiaia e fortuna di essere capitato li al momento giusto), mi propose di diventare un "good father" senza fare la lunga trafila di iscrizione e valutazione da parte di questo panel di "esaminatori".

Io dissi "no grazie" forse perchè sono un lupo solitario che non vuole accodarsi a qualche branco di giovani lupacchiotti, che avevano fiutato l'importanza del business e che avevano creato quell'ambìto elenco di "consulenti certificati" proprio per contattare i clienti che brancolavano nel buio, non conscendo nessun consulente.

Ora ho chiuso con la consulenza, non dopo aver fatto scendere le tariffe che stavano andando alle stelle nella mia zona di influenza, perchè per me una analisi costa non più di mezza giornata/una giornata e l'implementazione di un nuovo sistema di organizzazione (per me la qualità significa questo; punto!) può durare anche poche giornate, ovviamente in dipendenza dalla durezza di cervice del "Paron" .

La mia situazione economica (fatta partendo dalla quasi fame in gioventù), poi, mi ha permesso nei miei 24 anni di consulenza, anche di dire di NO a molti "(im)prenditori, anche Presidenti di alcune associazioni di categoria famose,)perchè avevo capito che con quelle teste non avrei cavato un ragno dal buco. ...... Qualche consulente invece ci fa la vigna, incensandoli e dicendo loro che la loro azienda è un gioiello! ..... restandoci dentro per mesi e mesi a raccontare la storia della rava e della fava .... e magari sono anche "certificati"!

Ciao e buon lavoro.
Paolo


L'ultima modifica di Paoloruffatti il Ven Gen 10, 2014 12:55 pm, modificato 1 volta
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massimobolla
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MessaggioInviato: Ven Gen 10, 2014 12:16 pm    Oggetto: Esperienze Rispondi citando

Guerra ha scritto:
Allora mi auguro vorrai condividere le tue esperienze con tutto il forum, collaborando con tutti gli utenti in questo 2014.
A presto

Ciao e buon lavoro anche a te


Perfetto Guerra,
facciamo una prima cosa semplice e immediata.

Scrivi una tua esperienza di cui non sei soddisfatto (non pubblicare ovviamente informazioni riservate) ed io ti scrivo come mi sarei comportato in quel frangente.

Da li partiamo con qualsiasi discussione tu o altri vogliano fare: mi metto in gioco rischiando di mio, è l'unico modo che si ha per acquisire la fiducia del "cliente"
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MessaggioInviato: Ven Gen 10, 2014 12:53 pm    Oggetto: Re: Esperienze Rispondi citando

massimobolla ha scritto:
Scrivi una tua esperienza di cui non sei soddisfatto (non pubblicare ovviamente informazioni riservate) ed io ti scrivo come mi sarei comportato in quel frangente.

Da li partiamo con qualsiasi discussione tu o altri vogliano fare: mi metto in gioco rischiando di mio, è l'unico modo che si ha per acquisire la fiducia del "cliente"


Ottimo spunto, apriamo - però - una discussione dedicata. Guerra: a te. Smile
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massimobolla
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MessaggioInviato: Ven Gen 10, 2014 12:54 pm    Oggetto: Discussione Rispondi citando

Benissimo, aspetto tuo input
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Guerra
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MessaggioInviato: Ven Gen 10, 2014 12:59 pm    Oggetto: Rispondi citando

A me personalmente non devi dimostrare nulla.
Io non sono un consulente; sono un tecnico che si occupa anche di sicurezza e di qualità, ma faccio altro in azienda (come dipendente).
Come RAQ interno all'azienda mi interfaccio con i responsabili qualità di clienti e fornitori. Queste le mie esperienze.
Il mio da interno all'azienda è un punto di vista diverso da quello di un consulente; ognuno con luci ed ombre proprie.
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MessaggioInviato: Ven Gen 10, 2014 1:11 pm    Oggetto: Non ho tempo Rispondi citando

Ok, partiamo dall'argomento originario.
Le procedure vengono bypassate per tutta una serie di motivi.
I RQ ovviamente si inorridiscono e danno la colpa a chi comanda che trascura la qualità.

Diciamo che è corretto che la responsabilità sia di chi può decidere, ma se ti sono capitate situazioni analoghe, o se sono capitate ad altri lettori, proviamo a discuterne concretamente per capire se c'è un modo per "avere più voce in capitolo in azienda"

Ovviamente quando hai tempo da dedicare a questa attività.
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MessaggioInviato: Ven Gen 10, 2014 3:31 pm    Oggetto: Rispondi citando

Se parliamo di procedure trascurate perché non c'è tempo, torniamo all'argomento di Giovanna e possiamo continuare tranquillamente qui.

Ho riletto tutto quello che abbiamo scritto ma, se fossi Giovanna, avrei le idee un po' confuse. Lei in questo momento ha un problema, noi quali soluzioni pratiche le proponiamo?

Giovanna scrive questo:
Citazione:
Abbiamo un piccolo reparto di carpenteria che realizza dei particolari a corredo delle attrezzature. Questo reparto viene considerato come un "fornitore" interno che produce in conto lavoro dei pezzi saldati. La figura che si interessa dei C/L deve comunicare al responsabile della saldatura 1) che cosa produrre (codici e disegni da allegare), 2) quanti pezzi produrre 3) per chi produrre ( numero commessa) 4) data di consegna e deve consegnare il materiale tagliato, necessario alla realizzazione del finito.
Queste informazioni venivano gestite verbalmente e in modo incompleto generando una serie di errori che ben potete immaginare.
Non ho fatto nient'altro che riportare su un foglio ( vogliamo usare la brutta parola "MODULO") tutte le informazioni suddette, lasciando al responsabile dei C/L l'incarico di compilare il foglio, chiedere all'U.T. i disegni da allegare e consegnare il tutto alla carpenteria. Ha funzionato bene all'inizio e poi con l'aumentare della produzione si è ritornati al vecchio metodo. Ovviamente tutto questo creava discussioni e forti malumori da parte del responsabile della carpenteria.
Purtroppo il modulo veniva visto come una perdita di tempo.


quindi abbiamo già un bel problema sul quale concentrarci.

Alcune cose le abbiamo dette:
    1) valutare che le procedure siano adatte allo scopo ma Giovanna ci ha detto di sì e, nell'esempio che fa, mi pare che questo sia lampante
    2) mostrare a livello pratico che, agendo in questo modo, non si risparmia tempo ma si perde
    3) spiegare al cliente che "veloce" si può ma "per ieri" è impossibile

Ripartiamo da qua?
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Paoloruffatti
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MessaggioInviato: Ven Gen 10, 2014 6:20 pm    Oggetto: Rispondi citando

Giovanna scriveva questo:
[quote] Ha funzionato bene all'inizio e poi con l'aumentare della produzione si è ritornati al vecchio metodo. Ovviamente tutto questo creava discussioni e forti malumori da parte del responsabile della carpenteria.
Purtroppo il modulo veniva visto come una perdita di tempo. [/quote]

Proposta per Giovanna:
...al capo della Carpenteria che mugugnava per la "perdita di tempo" dovresti chiedere quanto ha rognato per farsi pagare l'ultima volta (se questo capo lavora a prestazione e non a stipendio fisso) .... se invece è a stipendio fisso gli chiedi quante volte l'amministrativo, che deve fare i conti per l'agenzia delle entrate, è andato da lui per farsi spiegare i dettagli dell'operazione, per le enne commesse che loro denunciano come assegnate al Carpentiere.
Se poi questo è un escamotage per ripartire gli utili e le perdite dell'azienda madre (sempre per non pagare un cent di tasse) a maggior ragione devono avere i dati giusti per poi fare i loro conteggi. Devi quindi chiedere a questo brontolone quanto è questo tempo per le scartoffie (che causa il fare conti alla sera /notte o al sabato/domenica, con somma gioia della sua famiglia). Devi fargli vedere che con il modulo e gli allegati proposti, il tempo rubato alla famiglia diventa inferiore, se non nullo, rispetto a quello "perso" per fare le cose per bene.
Ciao
Paolo
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MessaggioInviato: Sab Gen 11, 2014 3:09 pm    Oggetto: Re: Procedure Rispondi citando

Paoloruffatti ha scritto:
Ciao Massimo
Volevo dirti due parole sulla mia esperienza circa la certificazione dei consulenti per la qualità (non ho nemmeno il porto d'armi e/o una pistola con matricola abrasa!): questa certificazione , sin dall'inizio, si è dimostrata essere una ciofeca, almeno per me!.

Tu scrivevi in risposta alla nostra amica Giovanna:

massimobolla ha scritto:


Vuoi fare una indagine? Chiedi a tutti i consulenti qualità che conosci se sono certificati e registrati le risposte. Poi le classifichi, fai un grafico... no, non serve il grafico, c'è solo una risposta: non sono certificato perché non mi serve a niente!

OK, sparatemi pure, ma prima mettetevi in fila.
Ciao


Appena tornato a casa in Veneto dopo 20 anni circa di assenza, una notissima sigla della qualità, con tanto di giornale e inviti ufficiali a tutte le grandi occasioni di parlare di qualità in Italia, visto il mio lunghissimo curriculum che superava abbondantemente quello di moltissimi soci fondatori Presidente compreso, (io dico per vecchiaia e fortuna di essere capitato li al momento giusto), mi propose di diventare un "good father" senza fare la lunga trafila di iscrizione e valutazione da parte di questo panel di "esaminatori".

Io dissi "no grazie" forse perchè sono un lupo solitario che non vuole accodarsi a qualche branco di giovani lupacchiotti, che avevano fiutato l'importanza del business e che avevano creato quell'ambìto elenco di "consulenti certificati" proprio per contattare i clienti che brancolavano nel buio, non conscendo nessun consulente.

Ora ho chiuso con la consulenza, non dopo aver fatto scendere le tariffe che stavano andando alle stelle nella mia zona di influenza, perchè per me una analisi costa non più di mezza giornata/una giornata e l'implementazione di un nuovo sistema di organizzazione (per me la qualità significa questo; punto!) può durare anche poche giornate, ovviamente in dipendenza dalla durezza di cervice del "Paron" .

La mia situazione economica (fatta partendo dalla quasi fame in gioventù), poi, mi ha permesso nei miei 24 anni di consulenza, anche di dire di NO a molti "(im)prenditori, anche Presidenti di alcune associazioni di categoria famose,)perchè avevo capito che con quelle teste non avrei cavato un ragno dal buco. ...... Qualche consulente invece ci fa la vigna, incensandoli e dicendo loro che la loro azienda è un gioiello! ..... restandoci dentro per mesi e mesi a raccontare la storia della rava e della fava .... e magari sono anche "certificati"!

Ciao e buon lavoro.
Paolo


Ciao Paolo, è normale che quando c'è un mercato le persone cerchino di approfittarne.
Io credo però, visto che abbiamo visto tutto il corso della qualità, che dovremmo usare le parole corrette. Per le aziende non siamo consulenti qualità, ma consulenti per la certificazione, perché al di là di tante parole, le aziende vogliono il certificato.

Sai quelle donne che vogliono dimagrire ma che non vogliono fare la dieta? Ecco, una cosa del genere.

Il vero problema è che la norma è molto generica e che quindi non serve grande competenza per dire ad una azienda cosa deve fare. Risultato è stato il mercimonio di carta ed in questo mercato, come in tutti, c'è chi è diventato ricco e chi invece no.

Ma tu, nella tua carriera, ha mai visto aziende con certificati cosmetici, superare indenni gli audit dei clienti? Io mai
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MessaggioInviato: Sab Gen 11, 2014 3:35 pm    Oggetto: Rispondi citando

QualitiAmo - Stefania ha scritto:
Se parliamo di procedure trascurate perché non c'è tempo, torniamo all'argomento di Giovanna e possiamo continuare tranquillamente qui.

Ho riletto tutto quello che abbiamo scritto ma, se fossi Giovanna, avrei le idee un po' confuse. Lei in questo momento ha un problema, noi quali soluzioni pratiche le proponiamo?

Giovanna scrive questo:
Citazione:
Abbiamo un piccolo reparto di carpenteria che realizza dei particolari a corredo delle attrezzature. Questo reparto viene considerato come un "fornitore" interno che produce in conto lavoro dei pezzi saldati. La figura che si interessa dei C/L deve comunicare al responsabile della saldatura 1) che cosa produrre (codici e disegni da allegare), 2) quanti pezzi produrre 3) per chi produrre ( numero commessa) 4) data di consegna e deve consegnare il materiale tagliato, necessario alla realizzazione del finito.
Queste informazioni venivano gestite verbalmente e in modo incompleto generando una serie di errori che ben potete immaginare.
Non ho fatto nient'altro che riportare su un foglio ( vogliamo usare la brutta parola "MODULO") tutte le informazioni suddette, lasciando al responsabile dei C/L l'incarico di compilare il foglio, chiedere all'U.T. i disegni da allegare e consegnare il tutto alla carpenteria. Ha funzionato bene all'inizio e poi con l'aumentare della produzione si è ritornati al vecchio metodo. Ovviamente tutto questo creava discussioni e forti malumori da parte del responsabile della carpenteria.
Purtroppo il modulo veniva visto come una perdita di tempo.


quindi abbiamo già un bel problema sul quale concentrarci.

Alcune cose le abbiamo dette:
    1) valutare che le procedure siano adatte allo scopo ma Giovanna ci ha detto di sì e, nell'esempio che fa, mi pare che questo sia lampante
    2) mostrare a livello pratico che, agendo in questo modo, non si risparmia tempo ma si perde
    3) spiegare al cliente che "veloce" si può ma "per ieri" è impossibile

Ripartiamo da qua?


Bene Giovanna e Stefania, proviamo a lavorarci su.
Se vogliamo trovare qualche soluzione diversa andando oltre a quelle che già sono state proposte serve comprendere meglio l'ambiente in cui operiamo.
Sempre cercando di non divulgare notizie riservate, chiedo a Giovanna qualche numero in più, ovvero il numero dei dipendenti dell'azienda e quelli del reparto di carpenteria. Ti chiederei inoltre se mi puoi dire l'età delle persone responsabili ed il titolo di studio.

Mi aveva colpito nella tua richiesta iniziale il fatto che parlassi di formazione, di fatto concentrando le tue riflessioni sulla necessità di migliorare il "capitale umano" piuttosto che il sistema che, da quello che leggo, sembrerebbe già snello (non per questo efficace però). Se mi sconfortassi tenderei a pensare che siamo nel solito caso di azienda che vuole il certificato, non fare qualità, ma noi siamo su Qualitiamo per trovare soluzioni, non per abbatterci!

In attesa delle tue risposte, provo a indicare velocemente i 10 principi che applico io nelle mie attività e nelle aziende che seguo:

1 qualunque business/processo è fatto di persone
2 le persone sono programmate primariamente per non provare dolore e secondariamente per provare piacere
3 il cambiamento (trovi molto materiale da studiare su Qualitiamo) è visto come dolore e quindi si applica il punto precedente
4 le persone sono abituate a fere le cose in un certo modo per ciò che si chiama convinzione infestante (la conosci la storia delle 5 scimmie?) e le fanno perché si è sempre fatto così
5 le persone distinguono le cose in facili e difficili: in realtà ci sono solo le cose che sai fare e quelle che non sai fare
6 davanti a qualunque problema le persone ti diranno che non si può fare meglio e troveranno alibi (non c'è tempo) per giustificare il loro insuccesso. La colpa non è mai loro. Io non accetto mai nessun alibi se non è riferito alla persona stessa
7 le persone a cui ti rivolgi normalmente confondono il fare con l'ottenere: non pensano di dover ottenere un risultato utilizzando anche una procedura, pensano che devono fare un modulo. Dover fare una cosa è diverso da voler ottenere qualcosa
8 le persone lavorano tanto quanto con il frutto del loro lavoro possono soddisfare le loro esigenze. Non sono interessate al lavoro, ma a cosa comprano dopo
9 è probabile che avrai a che fare con persone che non hanno ricevuto formazione adeguata se non quella tecnica per il lavoro che svolgo
10 è indispensabile coinvolgere e motivare le persone facendole partecipare ai momenti decisionali e premiandole (anche in questo c'è molto materiale su Qualitiamo) nella giusta misura. E' importante studiare la comunicazione con le persone

Immagino che leggendo questi punti saranno sorte alcune perplessità, ma attendo i dati per continuare il ragionamento.

A presto e buon lavoro
Massimo
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Giovanna
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MessaggioInviato: Mar Gen 14, 2014 12:41 pm    Oggetto: Rispondi citando

Chiedo scusa per il ritardo, ma la risposta è articolata e ho dovuto scriverla in momenti diversi.

Siamo 18 dipendenti e in carpenteria sono in 4 persone compreso il responsabile. Quest'ultimo è molto vicino alla pensione e anche gli altri sono abbastanza grandi ad eccezione di uno che avrà circa 30 anni. Il grado di istruzione arriva alla scuola media/professionale.

Ho sempre lavorato all’interno dell’ufficio tecnico, mi sono avvicinata alla Qualità, con convinzione, dopo un breve corso e due anni e mezzo fa sono stata assunta in una azienda per occuparmi solo di Qualità (adesso le cose sono cambiate).
Non sono interessata ad applicare la normativa in modo sterile e con il solo scopo di ottenere la certificazione o il suo mantenimento. So perfettamente che i miei colleghi e la Direzione (che è anche Proprietà), nonostante a parole dicano ben altro, non ritengano fondamentale quello che cerco di fare all'interno dell'azienda, ma non voglio farmi scoraggiare da questo loro pensiero, anche se a volte non è semplice.
Fin dall’inizio non ho accettato l’atteggiamento del mio predecessore che, sicuramente dopo anni di frustrazione, mi suggeriva di non preoccuparmi più di tanto, visto che in azienda le cose non cambiano e che l’ispettore dell’Ente Certificatore conosce la nostra situazione aziendale.
Per rispetto a me stessa, alla mia professione e soprattutto perché credo in questa strada, non mollo, nonostante i tanti errori dovuti alla mia inesperienza e le tante omissioni perché sopraffatta dai comportamenti altrui.

Fatta questa premessa, sono convinta che la normativa mi propone un modo di operare che se sviluppato in maniera intelligente mi permette di lavorare bene per ottenere i risultati voluti.
Ha per me la stessa funzione del bastoncino che aiuta le piante a crescere bene senza che questa rimanga in balia dei venti e della pioggia.
Vorrei far capire alle persone con le quali lavoro, che attraverso la Qualità si ottiene un METODO di lavoro che può dare degli ottimi risultati e che regola niente di più di quello che normalmente mettiamo in atto nel nostro quotidiano.

Tutti noi, se andiamo da un concessionario ad acquistare un’auto, vogliamo che il nostro ordine venga scritto su un foglio di carta dove ci sia firma e timbro; certo non ci affidiamo alla memoria dell’impiegato facendo un ordine verbale. Anzi dopo che lui ha messo nero su bianco vogliamo controllare che non si sia sbagliato. Vogliamo che l'auto ci sia consegnata come la desideriamo.
E quando andiamo a ritirarla controlliamo che ci siano tutti gli optional, che gli interni siano come li abbiamo richiesti e soprattutto che funzioni.
Se dobbiamo fare una torta a casa, controlliamo prima se nella dispensa ci siano tutti gli ingredienti, non cominciamo a sbattere le uova per andare poi in agitazione se, aprendo gli sportelli, ci accorgiamo di non avere la farina e quindi dobbiamo correre al supermercato per andarla a comprare mentre qualcuno a casa è davanti alle uova e aspetta sbattendosi e inveendo.

Allora perché, se voglio dalla carpenteria interna un determinato prodotto, non faccio un ordine scritto/modulo che mi assicuri di avere quello che mi serve per finire bene la mia attrezzatura e lascio invece il materiale su un pallet anonimo riferendo il tutto a voce?
Perchè non devo controllare il materiale tagliato da un fornitore prima di consegnarlo alla carpenteria esterna per la saldatura e scoprire solo dopo che un pezzo è tagliato male o addirittura non piegato e quindi correre ai ripari con un nuovo ordine e giri vari?
Perchè non riporto su un block notes le decisioni prese per un nuovo progetto senza rischiare, quando la macchina va in produzione, che non si sa chi ha deciso cosa e soprattutto perché ha preso quella decisione o ancora perché cambio dei componenti senza che lo sappia l'ufficio tecnico per la modifica delle distinte con il rischio di ordinare articoli inutili?

La situazione è difficile, non devo guardare in modo ampio, ma focalizzare sulle piccole cose, iniziare con una serie di incontri suddivisi per aree e riportare quelle che sono state le difficoltà incontrate durante l’anno cercando di mettere qualche seme con la speranza di un cambiamento.

Chiedo scusa per uno scritto confuso e per i più esperti a tratti superficiale o semplicistico.
Vi ringrazio per l’interesse che avete posto sull’argomento e aspetto dei vostri suggerimenti.
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dario
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MessaggioInviato: Mar Gen 14, 2014 2:56 pm    Oggetto: Rispondi citando

Ho letto in particolare gli ultimi 2 post (tutti in fretta, gli ultimi bene).
Massimo è un libro stampato, ottimo consulente, esperto di accompagnamento di aziende.
Giovanna è motivata, formata, studiata (in senso positivo) e ha voglia di fare!
Ma dimentichaimo una cosa.
L'azienda in cui opera Giovanna.
La conosco abbastanza bene. Giovanna me l'ha descritta bene.
Diversa da quelle di Massimo.
Diversa da quella del manualetto del piccolo ingegnere o del manager.

Giovanna, un consiglio online: ridiemensiona il tuo gantt. Fai una review e ripianifica. Prima cosa, fai una mappatura delle persone e delle loro competenze. Il fatto che sono poco studiati è senz’altro compensato dall’esperienza. Sono loro il tuo sistema qualità da cui partire. Lavora a livello umano! Capiscili, studiali, renditeli simili (partendo dal rendere prima te simile a loro… vivi l’officina prima di vivere le torri eburnee di Paolo (leggi i suoi magistrali post). Poi vivi la dirigenza, seguila per capirla. Sarai l’unica che sarà in grado poi di tessere una rete wireless tra il magico direttore e il mitico carpentiere.
Allora il tuo SGQ sarà vivibile, vissuto, capito e tu avrai guadagnato moltissima autorevolezza e stima.
Non seguire il consiglio del predecessore, ma sfrutta il fatto che l’auditor esterno ti è amico (lo pagherete sia che sta tra gli amici sia che sta tra i rompiscatole). Ma se è tuo alleato ti aiuterà a costruire il sistema.
OK?
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massimobolla
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MessaggioInviato: Mar Gen 14, 2014 6:57 pm    Oggetto: Rispondi citando

dario ha scritto:

Ma dimentichaimo una cosa.
L'azienda in cui opera Giovanna.
La conosco abbastanza bene. Giovanna me l'ha descritta bene.
Diversa da quelle di Massimo.
Diversa da quella del manualetto del piccolo ingegnere o del manager.


Ciao Dario, scusami una domanda?
Quali sono le mie aziende diverse?

Quando si parla di persone non esiste settore o azienda diversa.

Il mio settore è l'azienda che vuole stare sul mercato perché ha un prodotto che soddisfa la clientela.

Tu in che settori lavori? Smile
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MessaggioInviato: Mar Gen 14, 2014 8:27 pm    Oggetto: Rispondi citando

Giovanna ha scritto:
Chiedo scusa per il ritardo, ma la risposta è articolata e ho dovuto scriverla in momenti diversi.

Siamo 18 dipendenti e in carpenteria sono in 4 persone compreso il responsabile. Quest'ultimo è molto vicino alla pensione e anche gli altri sono abbastanza grandi ad eccezione di uno che avrà circa 30 anni. Il grado di istruzione arriva alla scuola media/professionale.

Ho sempre lavorato all’interno dell’ufficio tecnico, mi sono avvicinata alla Qualità, con convinzione, dopo un breve corso e due anni e mezzo fa sono stata assunta in una azienda per occuparmi solo di Qualità (adesso le cose sono cambiate).
Non sono interessata ad applicare la normativa in modo sterile e con il solo scopo di ottenere la certificazione o il suo mantenimento. So perfettamente che i miei colleghi e la Direzione (che è anche Proprietà), nonostante a parole dicano ben altro, non ritengano fondamentale quello che cerco di fare all'interno dell'azienda, ma non voglio farmi scoraggiare da questo loro pensiero, anche se a volte non è semplice.
Fin dall’inizio non ho accettato l’atteggiamento del mio predecessore che, sicuramente dopo anni di frustrazione, mi suggeriva di non preoccuparmi più di tanto, visto che in azienda le cose non cambiano e che l’ispettore dell’Ente Certificatore conosce la nostra situazione aziendale.
Per rispetto a me stessa, alla mia professione e soprattutto perché credo in questa strada, non mollo, nonostante i tanti errori dovuti alla mia inesperienza e le tante omissioni perché sopraffatta dai comportamenti altrui.

Fatta questa premessa, sono convinta che la normativa mi propone un modo di operare che se sviluppato in maniera intelligente mi permette di lavorare bene per ottenere i risultati voluti.
Ha per me la stessa funzione del bastoncino che aiuta le piante a crescere bene senza che questa rimanga in balia dei venti e della pioggia.
Vorrei far capire alle persone con le quali lavoro, che attraverso la Qualità si ottiene un METODO di lavoro che può dare degli ottimi risultati e che regola niente di più di quello che normalmente mettiamo in atto nel nostro quotidiano.

Tutti noi, se andiamo da un concessionario ad acquistare un’auto, vogliamo che il nostro ordine venga scritto su un foglio di carta dove ci sia firma e timbro; certo non ci affidiamo alla memoria dell’impiegato facendo un ordine verbale. Anzi dopo che lui ha messo nero su bianco vogliamo controllare che non si sia sbagliato. Vogliamo che l'auto ci sia consegnata come la desideriamo.
E quando andiamo a ritirarla controlliamo che ci siano tutti gli optional, che gli interni siano come li abbiamo richiesti e soprattutto che funzioni.
Se dobbiamo fare una torta a casa, controlliamo prima se nella dispensa ci siano tutti gli ingredienti, non cominciamo a sbattere le uova per andare poi in agitazione se, aprendo gli sportelli, ci accorgiamo di non avere la farina e quindi dobbiamo correre al supermercato per andarla a comprare mentre qualcuno a casa è davanti alle uova e aspetta sbattendosi e inveendo.

Allora perché, se voglio dalla carpenteria interna un determinato prodotto, non faccio un ordine scritto/modulo che mi assicuri di avere quello che mi serve per finire bene la mia attrezzatura e lascio invece il materiale su un pallet anonimo riferendo il tutto a voce?
Perchè non devo controllare il materiale tagliato da un fornitore prima di consegnarlo alla carpenteria esterna per la saldatura e scoprire solo dopo che un pezzo è tagliato male o addirittura non piegato e quindi correre ai ripari con un nuovo ordine e giri vari?
Perchè non riporto su un block notes le decisioni prese per un nuovo progetto senza rischiare, quando la macchina va in produzione, che non si sa chi ha deciso cosa e soprattutto perché ha preso quella decisione o ancora perché cambio dei componenti senza che lo sappia l'ufficio tecnico per la modifica delle distinte con il rischio di ordinare articoli inutili?

La situazione è difficile, non devo guardare in modo ampio, ma focalizzare sulle piccole cose, iniziare con una serie di incontri suddivisi per aree e riportare quelle che sono state le difficoltà incontrate durante l’anno cercando di mettere qualche seme con la speranza di un cambiamento.

Chiedo scusa per uno scritto confuso e per i più esperti a tratti superficiale o semplicistico.
Vi ringrazio per l’interesse che avete posto sull’argomento e aspetto dei vostri suggerimenti.


Ciao Giovanna, devo dirti che dalla metafora del bastoncino in poi sei stata straordinaria. La capacità di usare parole semplici che danno l'immagine di ciò che si vuol dire non è di tutti.

Rispondo subito alla tua domanda finale che riassumo in "perché quando compro pretendo tutto per iscritto e quando tocca a me faccio tutto a voce?"
Perché le persone chiedono con facilità, ma fanno con difficoltà.

Però tu sei una persona che vuole ottenere i risultati e quindi sei disposta ad impegnarti e questo di differenzia dagli altri (il predecessore non considerarlo nemmeno, è della razza "sfigati")

Partiamo da una regola che dovrebbe valere sempre: dal punto di vista degli euro, perché il titolare ammette il non rispetto di una procedura? Se ci sono scarti o casini alla fine li paga lui. E' pazzo? Magari no

Hai un gruppo di persone prossime alla pensione, hanno sempre lavorato in un certo modo ed ora arriva la scolaretta con le scarpe belle e gli insegna a lavorare. Il trentenne che lavora li con loro fa quello che ha imparato li, usa le regole che gli hanno insegnato i suoi colleghi e tu sei una "esterna al gruppo" che cerca di inserirsi con qualcosa che nessuno vede come necessario.

Valgono alcune delle regole che ti avevo citato:

- abbiamo sempre fatto così
- meglio evitare rischi nel cambiare che cercare di lavorare meglio
- mi manca poco alla pensione, faccio quello che DEVO e tra un po' saluti
- vorrei fare meglio, ma non c'è tempo, i clienti cambiano i programmi, il materiale è in ritardo, i disegni sono sbagliati, l'Italia è in crisi, i cinesi sono gialli ed il ghiaccio al polo si sta sciogliendo

L'imprenditore, che mi immagino non sia Briatore, sicuramente applica le stesse regole, ovviamente cambiando alibi.

Semplifico al massimo e poi lascio a te commenti e domande: per poter parlare con loro alla pari e quindi convincerli delle tue tesi serve fare in modo che loro ti vedano come la risolutrice dei loro problemi (Paolo all'inizio ha suggerito correttamente di fare alcune domande). Perché ti vedano come beneficio non basta che tu conosci i problemi, ma che tu sia autorevole.

Allora prova a fare ciò che fanno i coach più bravi: non cercano di insegnarti cose nuove, cercano di farti vedere il problema da un punto di vista diverso.

Ad un certo punto, se sei brava, arrivi a farti dire "hai ragione" e da li le cose cambiano.

Facciamo un esempio che vuole essere uno strumento che puoi provare e di cui mi piacerebbe sapere i risultati: se riesci fai un momento formativo in cui parli del problema "abbiamo sempre fatto così" in termini generali, senza riferirti a nessuno in particolare (se ti servono spunti o materiale chiedilo qui che lo invio a Stefania). Fai capire alle persone che spesso siamo abituati a ripetere certi comportamenti perché ce l'hanno insegnato e non perché ci ragioniamo. Cerca di far capire che questo modo di pensare è errato e porta problemi anche nella vita personale. Cerca di usare un linguaggio e delle metafore in cui tutti si possono riconoscere.

Se sei brava il 50% delle persone diranno che dici cose ovvie, scontate e che dice anche la loro sorella, il 50% dirà che hai ragione.

Questo è solo il primo consiglio/strumento, aspetto i commenti di chi vuole contribuire e poi continuo.
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Massimo Bolla
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