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IPPM e RPPM
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Autore Messaggio
Finn_74
Forumista di Qualità


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MessaggioInviato: Gio Nov 07, 2013 3:23 pm    Oggetto: IPPM e RPPM Rispondi citando

Ciao a tutti,
ho bisogno della vostra esperienza per capire come muovermi in emrito ad una richeista fatta da un nostro cleitne e scaturita dopo un audit di sourcing.
In particolare tra el varie azioni correttiv emi ha scritto la seguente cosa : " necessario implementare analisi su IPPm ( scarti interni ) e RPPM dai clienti.
La prima domanda è : che significano quegli acronimi?
Voi avete epserienza di queste cose?Cosa significa fare un'analisi del genere?lui mi parlava di fare una sorta di sintesi annuale sugli scarti interni in modo da monitorare la situazione scarti.
Ma non avendo esperienza non so come muovermi nè cosa sta chiedendo di preciso.

grazie a tutti in anticipo per i consigli
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QualitiAmo - Stefania
Moderatore


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MessaggioInviato: Gio Nov 07, 2013 4:18 pm    Oggetto: Rispondi citando

IPPM Internal Parts Per Million (gli scarti interni, intesi come parti su un milione)
RPPM Returned Parts Per Million (i resi dall'esterno)

Idem, sposto anche questa discussione in "Strumenti".
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Stefania - Staff di QualitiAmo

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#34
Veg-Quality


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MessaggioInviato: Gio Nov 07, 2013 4:25 pm    Oggetto: Rispondi citando

Scommetto che sono inerenti al ppap level 3 vero..?!?!
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Finn_74
Forumista di Qualità


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MessaggioInviato: Ven Nov 08, 2013 9:32 am    Oggetto: Rispondi citando

#34 ha scritto:
Scommetto che sono inerenti al ppap level 3 vero..?!?!


No in realtà sono scaturiti da un'audit di sourcing di un nostro cliente che ci ha di recente affidato un nuovo progetto.

Da questo audit, che aveva più che altro lo scopo di inserire la nostra azienda all'interno del sistema e che comunque ha dato esito positivo ( verde ), sono scaturite diverse azioni correttive tra cui queste due.
L'auditor mi ha indicato che sarebbe il caso di gestire a livello annuale e quindi "statistico"gli scarti sia dai clienti che interni per ottenerne un'indicatore.
Non avendolo mai fatto non so bene da che parte partire...nè come fare questa attività.

Il PPAP di livello 3 è già in pista ma da chiudere entro gennaio ed il referente con cui sono in contatto non m ha mai parlato di questi indicatori, nè io li ho mai utilizzati in altri PPAP.

Grazie Stefania per la risposta! Avevo provato su gooogle ma, strano a dirsi, non avevo trovato nulla.
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#34
Veg-Quality


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MessaggioInviato: Ven Nov 08, 2013 9:39 am    Oggetto: Rispondi citando

Anche a noi è stato chiesto qualcosa di simile durante l'audit, svolto con criteri ISO TS, sebbene noi non lo siamo.
Il cliente finale che ha svolto l'audit era lo stesso che voleva il PPAP (non era la prima volta che preparavo tale documentazione, ma quest'ultima volta sono rimasto basito dalla mole di cose richieste!!)
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Finn_74
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MessaggioInviato: Ven Nov 08, 2013 9:48 am    Oggetto: Rispondi citando

#34 ha scritto:
Anche a noi è stato chiesto qualcosa di simile durante l'audit, svolto con criteri ISO TS, sebbene noi non lo siamo.
Il cliente finale che ha svolto l'audit era lo stesso che voleva il PPAP (non era la prima volta che preparavo tale documentazione, ma quest'ultima volta sono rimasto basito dalla mole di cose richieste!!)


Ecco bravo...la situazione è identica alla mia. Anche nel mio caso l'auditor ha usato criteri ISO TS ( noi siamo 9001 ) ed ha controllato praticamente tutto, quasi fosse un'ispettore della certificazione più che un'auditor di un cliente. E pure io sono rimasto basito tant'è che gliel'ho pure detto che era la prima volta che in audit mi chiedessero tutte ste cose addirittura la gestione dello stato di rischio ( cosa richiesta finora solo durante la visita ispettiva ISO 9001 ).

Però credo sia la normalità ormai ( diventa prassi di tutte le grandi aziende controlalre i fornitori così ) perchè prima di questo audit ne avevo ricevuto un'altro ed anche in quel caso aveva richiesto tutto. Essendo un 'audit di processo però aveva scaturito azioni correttive mirate al processo a cui ho già risposto con un piano di azione ed alcune sono già state implementate.
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2p71828
Qualità è precisione


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MessaggioInviato: Ven Nov 08, 2013 10:12 am    Oggetto: Rispondi citando

come era stato già discusso nel campo automotive la filiera dovrebbe essere tutta ISO TS. Quando un fornitore non è TS, il cliente si preoccupa che almeno la ISO TS venga applicata. Detto questo

di prassi i ppm di reso vanno gestiti mensilmente reso su venduto da inizio anno. Attenzione a distinguere tra reso e pezzi difettosi con due statistiche differenti. i ppm di solito si fanno con i pezzi difettosi non con i resi (intero lotto)


"gestione dello stato di rischio" non è che sia il piano di emergenza ovvero cosa avete progettato in caso di scioperi/condizioni atmosferiche avverse/ difficoltà a reperire la materia prima/ guasti alla linea di produzione etc?
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#34
Veg-Quality


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MessaggioInviato: Ven Nov 08, 2013 10:14 am    Oggetto: Rispondi citando

Quello che mi da profondamente fastidio è che lo sanno dall'inizio che NON sono ISO TS e quindi per dei motivi opinabili ho scelto di essere solo ISO 9001.
Quindi se vieni a farmi un audit di un giorno per dirmi alla fine che mancano diverse cose previste dalla ISO TS confesso che mi pare di aver perso tempo.
Vai da qualcuno ISO TS, invece molte volte questi signori vorrebbero pagare a prezzi cinesi la qualità ISO TS.
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Finn_74
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MessaggioInviato: Ven Nov 08, 2013 10:24 am    Oggetto: Rispondi citando

#34 ha scritto:
Quello che mi da profondamente fastidio è che lo sanno dall'inizio che NON sono ISO TS e quindi per dei motivi opinabili ho scelto di essere solo ISO 9001.
Quindi se vieni a farmi un audit di un giorno per dirmi alla fine che mancano diverse cose previste dalla ISO TS confesso che mi pare di aver perso tempo.
Vai da qualcuno ISO TS, invece molte volte questi signori vorrebbero pagare a prezzi cinesi la qualità ISO TS.


Concordo in pieno!Pretendere cose ISO TS da un'azienda che non è ISO TS è un controsenso!
E' vero anche che gli audit e quindi le azioni correttive che il cliente " impone" sono occasioni per migliorare la qualità in azienda ( più che altro obbligare i titolari a farlo visto che di solito la reputano inutile o quasi ).
Se il cliente non è "ottuso", però, sa bene che se non sei ISO TS non stai attuando certe cose ed infatti di solito le azioni correttive sono consigliate, non imposte ( salvo quelle fondamentali ).
Prova ne è il fatto che nel mio caso l'audit ha dato esito positivo ( verde ) comunque e quindi siamo stati inseriti anche senza la presenza delle sopracitate procedure/indicatori.


L'ultima modifica di Finn_74 il Ven Nov 08, 2013 10:26 am, modificato 1 volta
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2p71828
Qualità è precisione


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MessaggioInviato: Ven Nov 08, 2013 10:25 am    Oggetto: Rispondi citando

ma il tuo cliente ti dirà che l'ISO TS esplicita solo le migliori pratiche nel settore produttivo automotive e che tale pratiche avresti potuto/dovuto applicarle tu stesso di tua iniziativa se solo avessi ragionato/investigato/ sul migliore modo di applicare le prescrizioni della ISO 9001


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Finn_74
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MessaggioInviato: Ven Nov 08, 2013 10:28 am    Oggetto: Rispondi citando

2p71828 ha scritto:
ma il tuo cliente ti dirà che l'ISO TS esplicita solo le migliori pratiche nel settore produttivo automotive e che tale pratiche avresti potuto/dovuto applicarle tu stesso di tua iniziativa se solo avessi ragionato/investigato/ sul migliore modo di applicare le prescrizioni della ISO 9001



Esatto, te la buttano sul fatto che è una miglioria per la gestione della tua azienda ed in un certo senso è vero..anche se non del tutto.
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Finn_74
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MessaggioInviato: Ven Nov 08, 2013 10:29 am    Oggetto: Rispondi citando

2p71828 ha scritto:
"gestione dello stato di rischio" non è che sia il piano di emergenza ovvero cosa avete progettato in caso di scioperi/condizioni atmosferiche avverse/ difficoltà a reperire la materia prima/ guasti alla linea di produzione etc?


Mi ha chiesto anche quello...il piano di emergenza, ma anche lo stato di rischio ( rischio chimico, acustico, ecc...) che riguardano la sicurezza.
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#34
Veg-Quality


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MessaggioInviato: Ven Nov 08, 2013 10:31 am    Oggetto: Rispondi citando

In certe cose hanno ragione, ma talvolta questi signori si malpongono e pretenderebbero di essere visti come una sorta di supereroi.
La collaborazione deve essere reciproca e nulla toglie che se tu cliente non ti senti al sicuro da me fornitore puoi cambiare parrocchia.
Andare a sputare sentenze dopo un giretto di 5 minuti in produzione non lo trovo molto collaborativo.
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MessaggioInviato: Ven Nov 08, 2013 10:37 am    Oggetto: Rispondi citando

#34 ha scritto:
In certe cose hanno ragione, ma talvolta questi signori si malpongono e pretenderebbero di essere visti come una sorta di supereroi.
La collaborazione deve essere reciproca e nulla toglie che se tu cliente non ti senti al sicuro da me fornitore puoi cambiare parrocchia.
Andare a sputare sentenze dopo un giretto di 5 minuti in produzione non lo trovo molto collaborativo.


Beh lì purtroppo si ricade nel discorso"umano" dell'auditor....purtroppo come per tutte le cose della vita ci sono persone disponibili e cordiali che non ti sputano sentenze ma ti aiutano a migliorare e sono collaborative ed altre che ti sparano lì la loro sentenza e poi se ne fregano.
La differenza è che le prime hanno capito che per lavorare bene la collaorazione e la "formazione" dei fornitori è fondamentale, le altre no.

Per far un'esempio pratico un'anno fa ho ricevuto un'aditor di un nuovo cliente ed ha sparato a zero su parecchie cose in modo altezzoso e sbrigativo.
Dopo un'anno mi sono reso conto che ne capisce meno di me e la loro azienda è un caos totale su tutti i fronti ( a livelli del tipo di non avere dei disegni definitivi a produzione avviata, per cui produciamo pezzi in una configurazione che non corrisponde ai disegni )
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MessaggioInviato: Ven Nov 08, 2013 10:43 am    Oggetto: Rispondi citando

Ciao #34
concordo sul cinese, ma sappi che i grandi clienti se ne fregano se sei certificato ISO TS o meno: loro ti fanno un audit richiedendoti tutto come se tu fossi già ISO TS per vedere qual'è il gap che vi separa dall'esserer almeno certificati ISO TS.

Poi una volta che gli avete dimostrato di saper fare i pezzi al prezzo cinese vengono, ti fanno un ordine di prova (tanto sanno che quasi nessuno in Italia è capace di fare bene i conti per un pezzo cristiano) e ti rifanno un mazzo tanto per migliorare la vostra organizzazione (per loro la certificazione 9001 è l'entry level del fornitore, iso TS è un passo più avanti e poi giù a picchiare per farvi uguali ai cinesi, ma con la qualità degli Italiani!

Porci è la parola più pulita che mi viene in mente .....se ricordo come la nota fabbrica americana di automobili ora mezza italiana, ha sbandierato sotto al naso di un mio clientie, che avevo riorganizzto in 6 mesi per la 9001 e stavo preparandoli alla ISO TS, una serie di ordini di pezzi a mezzi milioni per volta, fece studiare il ciclo di lavoro per un pezzo complessissimo, ovviamente disegnato col sistema di tolleranze americane, portandoli fino al PPAP definitivo.
Nel frattempo (3-4 mesi) avevamo raggiunto la certificazione ISO TS, ma arrivò anche il loro ispettore richiedendo molto ma molto di più.
.... ricordo una FMEA di prodotto prima e di processo poi, soffertissima perchè alcune tolleranze erano in netto contrasto tra di loro e gli chiedemmo di modificare il disegno, cosa che fecero prontamente perchè avevano bisogno della nostra esperienza per insegnare ai loro disegnatori!!.

Alla fine si presentarono una mattibna alle 8,20 con un brasiliano a "visitare l'azienda" e gli fecero vedere come si fa e con che attrezzature; io non riuscii a fermarli pr telefono (ero da un'altra parte).

Questi nel giro di una settimana, portarono via tutto per spostare la produzione in Brasile!! ... avendo risolto tutti i problemi di produzione del pezzo a spese degli allocchi italiani!!

Porci ribadisco! ... per fortuna sentendomela colare dal naso avevo consigliato di insistere a modificare il contratto per farsi pagare in anticipo tutto lo studio e le attrezzature (complicatissime e sofferte per passare il PPAP) "che comunque restavano di proprietà del mio cliente" e così furono le cose che non partirono per il Brasile.
Ciao
Paolo
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