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Le università italiane: facciamo il punto
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Autore Messaggio
QualitiAmo - Stefania
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MessaggioInviato: Mer Nov 06, 2013 3:24 pm    Oggetto: Le università italiane: facciamo il punto Rispondi citando

Indietro nei ranking internazionali, le nostre università vanno decisamente meglio dal punto di vista del mondo del lavoro: «Siete più preparati di molti altri, ma non sapete vendervi». L'articolo è de: "Il Corriere della Sera".
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Stefania - Staff di QualitiAmo

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Guerra
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MessaggioInviato: Mer Nov 06, 2013 3:42 pm    Oggetto: Rispondi citando

Citazione:
Siete più preparati di molti altri

Faccio fatica a capire cosa vuol dire.
- Uno studente universitario italiano è più preparato teoricamente (sulla teoria)? Dato che generalmente esperienza non ne ha (si parlava in altra discussione dei famosi stage in aziende...).
- E' più preparato tecnicamente, ma non conosce le lingue.
- Ha un bagaglio tecnico migliore di altri...

Mi sono sempre chiesto perchè ad ingegneria mi costringessero ad imparare una marea di cose, che poi non mi sarebbero servite.
Ho imparato a capire con l'esperienza che a priori (da studente) non avrei potuto sapere poi da lavoratore quale piccola parte di "sapere" mi sarebbe servita.
E' anche vero che una riforma dei corsi sarebbe necessaria; avvicinare il mondo dell'università al mondo del lavoro.
I miei ricordi universitari sono di un mondo sopra l'Olimpo, sopra le nuvole, che in molti casi ha perso contatto con ciò che accade sotto le nubi nel mondo reale.
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Veg-Quality


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MessaggioInviato: Mer Nov 06, 2013 3:51 pm    Oggetto: Rispondi citando

Io l'università non l'ho fatta, sono un (de)perito meccanico (itis per capirci) e mi hanno detto che da quest'anno faranno 1 mese o 2 (non ricordo precisamente) di stage.
Ma davvero ha un senso ? A questo punto non vale la pena di andare a fare un istituto professionale ?
Credo che da laureato farei meglio questo lavoro, magari anche con laurea in altro settore, anche se ovviamente non ne ho la controprova.
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Guerra
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MessaggioInviato: Mer Nov 06, 2013 3:57 pm    Oggetto: Rispondi citando

Il perito inizia a lavorare prima del laureato ed acquisisce esperienza.
Il laureato arriva dopo; senza esperienza rispetto al perito, ma con un bagaglio tecnico maggiore e soprattutto una forma mentis diversa. (sto generalizzando, perchè ci può essere benissimo il perito che si è aggiornato da solo e quindi preparatissimo e il laureato con testa di granito).
Alla distanza il laureato farà esperienza che insieme alle conoscenze tecniche gli permetteranno di completare la sua professionalità.

Cosa per tutti laureati e non: continuare a studiare ed aggiornarsi; non sentirsi mai arrivati. Così si avrà sempre qualcosa da dire e mostrare.

E' la mia opinione, sia chiaro.
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#34
Veg-Quality


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MessaggioInviato: Mer Nov 06, 2013 4:01 pm    Oggetto: Rispondi citando

Guerra ha scritto:
Il perito inizia a lavorare prima del laureato ed acquisisce esperienza.
Il laureato arriva dopo; senza esperienza rispetto al perito, ma con un bagaglio tecnico maggiore e soprattutto una forma mentis diversa. (sto generalizzando, perchè ci può essere benissimo il perito che si è aggiornato da solo e quindi preparatissimo e il laureato con testa di granito).
Alla distanza il laureato farà esperienza che insieme alle conoscenze tecniche gli permetteranno di completare la sua professionalità.

Cosa per tutti laureati e non: continuare a studiare ed aggiornarsi; non sentirsi mai arrivati. Così si avrà sempre qualcosa da dire e mostrare.

E' la mia opinione, sia chiaro.


Concordo al 100%
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Andrea1
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MessaggioInviato: Mer Nov 06, 2013 5:32 pm    Oggetto: Rispondi citando

Guerra ha scritto:

Mi sono sempre chiesto perchè ad ingegneria mi costringessero ad imparare una marea di cose, che poi non mi sarebbero servite.

Durante il periodo della mia tesi, il mio relatore mi diceva spesso che il compito dell'università è quello di insegnare l'utile attraverso l'inutile.
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Guerra
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MessaggioInviato: Mer Nov 06, 2013 6:10 pm    Oggetto: Rispondi citando

C'è chi dice anche che la cultura è ciò che rimane dopo aver dimenticato tutto quello che hai studiato; però non son mica tanto d'accordo...
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MessaggioInviato: Mer Nov 06, 2013 7:08 pm    Oggetto: Rispondi citando

riflessioni personali

La normale di Pisa non è una università ma un collegio. Per accedervi all'incirca 10 posti per materia concorrono 400 persone che normalmente hanno un voto di maturità sul 100
E' l'esame più selettivo che esista in Italia, basta pensare che i problemi matematici e fisici sono stati pubblicati in due libri.
Chi lo frequenza è tenuto a iscriversi all'università di Pisa avere una media sopra il 28, (di prassi viaggiano sul 30) e contemporaneamente a seguire i corsi complementari in collegio.
Diciamo che sia la culla dell'"intellighenzia" italiana. E questa struttura la mettiamo al 144 posto? 100 posti indietro della Bocconi?
Lasciamo perdere queste graduatorie se questi sono i risultati

sul fatto che alcuni corsi sembrino fuori dal mondo o siano inapplicabili avrei almeno quattro spiegazioni:

1) il corso è datato e non aggiornato rispetto alle nuove tecnologie/scoperte/metodologie (ci sono corsi sulla qualità con materiale di decine di anni e per di più di seconda mano)

2) il corso è stato istituito per esigenze/spinte del mercato, salvo poi non trovare un docente qualificato

3) il corso non vuole essere nè teorico nè troppo pratico da sembrare banale, con il risultato che, non destreggiando bene i concetti base e da essi ricavarsi gli sviluppi, nella vita reale non si vede nemmeno la la possibilità di applicarli.

4) lo studente ha studiato solo per passare l'esame e non per appropriarsi dei concetti


Tuttavia tra un laureato italiano e uno straniero normalmente trovo più preparato tecnicamente, più ricettivo e più capace di elaborazione quello italiano
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Guerra
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MessaggioInviato: Gio Nov 07, 2013 11:35 am    Oggetto: Rispondi citando

Ho sempre avuto i miei dubbi sulle università a numero chiuso, pensate come fucine di genialità.
Sembra che l'università di Pisa pur mantenendo alti livelli minimi di rendimento, poi si perda in corsi obsoleti, che poi penalizzano a detta delle statistiche il livello dei laureati.
L'università deve essere riformata; non intendo con questo che deve essere adeguata agli standard degli altri paesi, perchè non credo che queste università siano migliore delle nostre.
Abbiamo università storiche, che purtroppo si sono "sedute" sugli allori.
Abbiamo corsi di laurea creati più per dare un posto a sedere a qualche docente che per formare future figure professionali.
Abbiamo corsi di laurea vecchi.
Con questo non dico sia da buttare tutto, anzi. Credo possa essere migliorato ed adeguato ai tempi.
E' stato un vantaggio creare le lauree brevi per diminuire il tempo di ingresso dei laureati nel mondo del lavoro? (sempre col fiato corto e pronto a bruciare ogni cosa rapidamente)
Forse sì e forse no. Tenere uno studente 6-8 anni all'università non era certo produttivo per nessuno, ma non credo lo sia nemmeno avere laureati più vicini ai diplomati che ai laureati di vecchio ordinamento.
"Est modus in rebus" diceva Orazio nel primo secolo avanti Cristo.
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MessaggioInviato: Gio Nov 07, 2013 1:29 pm    Oggetto: Rispondi citando

da un punto di vista sociologico e macroeconomico, la scelta delle lauree brevi, se anziché invogliare che dopo il diploma avrebbe smesso di studiare, riduce il curriculum scolastico di chi aveva già deciso di andare all'università, è un suicidio in tempo di recessione e di aumento dell'età pensionabile, in quanto aumenta la disoccupazione e abbassa il livello tecnico/culturale. Si tenga conto che se l'azienda fosse nella posizione di assumere un laureato del corso breve cercherà di allettare un candidato promettente, di solito conosciuto durante lo stage, che appunto perchè promettente potrebbe rendere maggiormente alla società tutta se completasse gli studi.

visto che non c'è molta occupazione giovanile perchè non formarla maggiormente con corsi ulteriori e contemporaneamente abbassare le tasse universitarie?


@guerra
anch'io sono contrario per le università a numero chiuso, ma il collegio della normale è una eccezzione
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Guerra
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MessaggioInviato: Gio Nov 07, 2013 3:03 pm    Oggetto: Rispondi citando

Apro e chiudo una parentesi:
si legge poco e questo denota ignoranza.
Trovo abbastanza deludente sentire che studenti universitari non leggano libri.
Statistiche ci relegano agli ultimi posti in europa come lettori.
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Dro
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MessaggioInviato: Gio Nov 14, 2013 8:48 pm    Oggetto: Rispondi citando

Senza entrare in merito di università buone o sbagliate, il problema di fondo rimane la mancanza di un collegamento fra il mondo universitario e quello del lavoro.

metodi di formazione, informazione e orientamento fantastici sono inutili se poi non c'è comunicazione fra i due mondi
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Finn_74
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MessaggioInviato: Ven Nov 15, 2013 11:08 am    Oggetto: Rispondi citando

Dro ha scritto:
Senza entrare in merito di università buone o sbagliate, il problema di fondo rimane la mancanza di un collegamento fra il mondo universitario e quello del lavoro.

metodi di formazione, informazione e orientamento fantastici sono inutili se poi non c'è comunicazione fra i due mondi


Concordo in pieno!
In Italia ci sono realtà universitarie molto valide che preparano molto bene e forniscono un bagaglio abbastanza completo secondo me.
Il problema è che spesso resta tutta teoria e spesso manca il collegamento con il mondo reale del lavoro che spesso chiede cose che neanche ti hanno insegnato.
Esci con il tuo bagaglio di conoscenze e poi, se trovi lavoro, riparti ad imparare sfruttando il tuo bagaglio di conoscnenze.
Può anche andare bene così ma perdi del tempo. Ci fosse maggiore collegamento e organizzassero esperienze lavorative dirette allora forse sarebbe tutto più semplice.
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Guerra
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MessaggioInviato: Ven Nov 15, 2013 11:25 am    Oggetto: Rispondi citando

E' anche vero però che l'università non è una società di formazione per quella mansione specifica.
Fornisce conoscenze, forma mentis, ma non sarà mai (spero) un istituto tecnico specialistico.
Un maggior collegamento con il mondo del lavoro è auspicabile; questo sì.
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MessaggioInviato: Ven Nov 15, 2013 11:39 am    Oggetto: Rispondi citando

Si certo hai perfettamente ragione non è certo un'istituto specialistico però è anche vero che ti dovrebbero anche far vedere quello che in relatà andrai a fare. Il modo pratico di applicare certe teorie.
In parte lo fanno già ma solo a livello molto marginale.
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