Il forum sulla Qualità di QualitiAmo

[QualitiAmo - Alberto]

Essere maltrattati dal capo porta conseguenze negative anche nei rapporti con la famiglia. Un articolo del Corriere.
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Alberto - Staff di QualitiAmo

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[Quality]

Premetto che la critica che sto per snocciolare è rivolta allo studio effettuato dall'università texana e non naturalmente a Qualitiamo che ce la proprone come spunto di riflessione.

Nello specifico mi sembra che lo studio dimostri una serie di ovvietà:

1 - Stretta correlazione fra i maltrattamenti in ufficio ad opera di un superiore e le sue negative ripercussioni nella vita di tutti i giorni.
Il lavoro full-time ricopre la maggior parte delle nostre ore di veglia nei giorni feriali. Se si vive male al lavoro, mi sembrano ovvi, mediamente/statisticamente, gli strascichi di questo malessere nelle restanti ore della giornata.

2 - La durata del legame sentimentale, tuttavia, aiuta a mitigare l’influenza negativa del capo: in pratica, più tempo dura la storia e meno la famiglia risentirà delle prepotenze altrui.
Ossia un legame sentimentale più profondo e che dura da più tempo è più resistente agli attacchi esterni. Wow, questa sì che è una scoperta sensazionale. Ora capisco come mai le coppie di anziani, sposati da mezzo secolo, insieme da una vita, resistono e vanno avanti insieme anche di fronte agli acciacchi della terza età.

Veramente uno studio sorprendente.
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Se lo puoi sognare, lo puoi fare.

[QualitiAmo - Alberto]

Ciao Quality. Hai ragione anch'io spesso mi stupisco delle ovvietà che vengono pubblicate ogni giorno sui quotidiani ma penso anche che ciò che è ovvio e scontato per me potrebbe non esserlo per la signora che abita sopra di me mentre lei troverà scontata la ricetta dell'arrosto che io, invece, nonostante abbia letto decine di pagine su giornali e ricettari ancora non riesco a fare decentemente (ma ci riuscirò!)

Trattandosi di giornali non di settore ma destinati a tutti è giusto che si parli un po' di tutto, anche di uno studio così strambo. E poi quanti, magari giovanissimi, non pensano a queste correlazioni che per noi sono scontate?
Venendo invece all'università del Texas, loro sono studiosi e ciò che la gente comune coglie a sensazione per loro deve essere provato con dati alla mano. Ma in questo caso noi uomini della qualità ci troviamo d'accordo, vero?
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Alberto - Staff di QualitiAmo

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[violet]

[Stregatto]

Verissimo (ciao a proposito!) pensa che a me è capitato di leggere su un grande giornale economico la traduzione dall'inglese all'italiano di un articolo che avevo letto un paio di giorni prima su un sito del settore (ovviamente senza accenno alcuno alla fonte).
Cosa ci vuoi fare? Sono questi i giornalisti che abbiamo in giro oggi!

[Fagus]

[violet]

[QualitiAmo - Stefania]

Ciao fanciulle!

Avete ragione: ignoranza, pressapochismo e "pennivendolismo" (mi rifiuto di chiamare certi personaggi "giornalisti") sono così tanto diffusi da diventare spesso la norma.

L'ultima sciocchezza (per non dire peggio) che mi è toccato leggere nelle rassegne stampa è che le donne italiane non fanno più figli perché sono troppo scolarizzate dato che esiste (e questo è vero perché si basa su un serio studio universitario) un legame stretto tra la scolarizzazione femminile e il declino demografico.

Accompagnare uno studio che si è limitato a spiegare dei dati con l'allusione che, per aumentare il numero di figli, bisogna far leggere meno libri alle donne mi sembra talmente stupido da non meritare altri commenti ma serve a spiegare come si è ridotto il giornalismo in Italia!

Dunque, sempre cervello acceso quando si leggono i giornali e, possibilmente, non leggere mai gli stessi per non perdere la capacità di analizzare lo stesso problema da più punti di vista senza farsi influenzare da chi scrive.

A Fagus che scrive:

[Fagus]

Stefania,
mi preme dire che la stupidità della divulgazione è talvolta frutto della stupidità dello studio stesso. Mi sembra che la condizione di causa-effetto qui ci sia tutta.
Finanzieresti una ricerca per dimostrare che l'acqua si scalda se la metti al fuoco? Io no e forse neppure tu. Quello che intendevo è che le ricerche orientate ad accertare l'ovvio per me sono ovviamente inutili.
Posso concordare con te sull'inutilità degli studi statistici sulle partite, ma confrontare questi ultimi, orientati a vendere copie di giornali più o meno leggibili (siamo l'unico Paese al modo che ha tre quotidiani sportivi e questo dice già molto) con uno studio universitario mi sembra un po' azzardato. É pur vero che per via indiretta, anche non volendo i giornali li finanziamo, ma troverei inaccettabile e non mi basterebbe come cittadino girare pagina alla vista di uno studio analogo pubblicato da una Università italiana.
In altre parole, per me un privato (l'editore) può spendere il suo denaro come più gli aggrada, uno ente pubblico o uno stato (Italia o altro paese fa poca differenza) deve rispondere ai propri cittadini su come impiega il denaro delle tasse (anche se giustamente obietterai che l'Università texana è privata).

Per quanto riguarda i "pennivendoli", concordo alla grande. Se vi volete divertire leggete qualche quotidiano di provincia. Non accade poi così di rado di ritrovarsi articoli pubblicati qualche giorno prima su giornali di più ampia tiratura e distribuzione, ma ovviamente con autore differente...
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Agostino

[QualitiAmo - Stefania]