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La pausa: privilegio o necessità?

 
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QualitiAmo - Stefania
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MessaggioInviato: Mar Lug 05, 2011 9:01 am    Oggetto: La pausa: privilegio o necessità? Rispondi citando

Prendo spunto da questo articolo di Repubblica per chiedervi se, secondo voi, un atteggiamento come quello descritto può contribuire a "scaldare" (in senso negativo) l'ambiente di lavoro oppure no.

Cercate per un attimo di estraniarvi dal contesto della pubblica amministrazione e fate finta che una direttiva del genere stia per prendere piede nella vostra organizzazione.
Nelle vesti di professionista della Qualità vi sentireste di dare qualche consiglio al vertice aziendale e a chi gestisce il personale oppure pensereste che la decisione è buona e giusta?
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Stefania - Staff di QualitiAmo

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Quality
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MessaggioInviato: Mar Lug 05, 2011 10:07 am    Oggetto: Rispondi citando

Dipende dai casi.

In generale dovrebbe valere il buon senso, da ambo le parti.

Credo che le Direzioni aziendali inizino ad interrogarsi circa le possibli regolamentazioni (e limitazioni) delle pause nel momento in cui queste diventanto problematiche a causa di chi "ne approfitta".

In generale si dovrebbe intervenire sui singoli in questione ma spesso non si riesce a fare questo tipo di selezione e quindi si finisce per limitare tutti.

Mi pare che il Sindaco di Firenze, nello specifico richiamato nell'articolo, sia un giovane politico tra i più progressisti e se ha deciso di attuare quelle limitazioni l'avrà fatto sulla base di dati oggettivi.

Ribadisco che, a mio avviso, non dovrebbe esserevi la necessità di regolamentare su questo tema ma utilizzare il buon senso, soprattutto considerando le specifiche tipologie di lavoro e le relative necessità di pause. Se però manca il buon senso allora bisogna regolamentare.

Ciacciao
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QualitiAmo - Stefania
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MessaggioInviato: Mar Lug 05, 2011 10:39 am    Oggetto: Rispondi citando

Quality ha scritto:
In generale dovrebbe valere il buon senso, da ambo le parti.


Sono assolutamente d'accordo.

Ma quando questo buon senso manca è davvero necessario perdere tempo e investire risorse per stabilire un meccanismo di controllo che va ad inasprire gli animi anche delle persone che non ne approfittano?

Mi spiego meglio: davvero crediamo che 10 o 20 minuti di pausa caffé possano influire sul rendimento di una persona? Non sarebbe più semplice stabilire a monte cosa deve fare un dipendente e fissargli degli obiettivi da raggiungere? Deciderà lui quando e se fermarsi; la cosa importante è che faccia al meglio il lavoro che gli è stato affidato.

Ovviamente ci saranno lavori in cui sarà difficile stabilire a tavolino degli obiettivi tangibili ma in molte organizzazioni e in molti dipartimenti questo si può fare.
Dunque perché, nel 2011, siamo ancora qui a parlare di "controllo" invece che di "empowerment"?

E, ancora, il "controllo" si deve per forza esercitare con regole come quella riportata dal quotidiano o si può avere, più facilmente, semplicemente mostrandosi un po' più spesso fuori dalla stanza dei bottoni, magari proprio per prendere un caffé e fare due chiacchiere con i collaboratori?

L'ultima riflessione che vorrei condividere con voi è questa: non pensate che già in sede di assunzione o durante il periodo di prova certi comportamenti possano essere evidenziati mediante una chiacchierata efficace con le persone?
Chi ne approfitta, chi non rispetta l'autorità e chi pensa che le regole valgano solo per gli altri di solito ha comportamenti particolari anche al di fuori delle pause caffé.
C'è una bella differenza, infatti, tra chi una volta sente il bisogno di un caffé in più e chi pensa di poter fare ciò che vuole.
Dunque c'è da chiedersi: se abbiamo assunto persone del genere, dove abbiamo sbagliato e come possiamo correggerci?
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Stefania - Staff di QualitiAmo

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Fagus
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MessaggioInviato: Mar Lug 05, 2011 1:41 pm    Oggetto: Rispondi citando

QualitiAmo - Stefania ha scritto:

Ma quando questo buon senso manca è davvero necessario perdere tempo e investire risorse per stabilire un meccanismo di controllo che va ad inasprire gli animi anche delle persone che non ne approfittano?

Dunque perché, nel 2011, siamo ancora qui a parlare di "controllo" invece che di "empowerment"?


Stefania stiamo parlando di pubbliche amministrazioni; non voglio fare il qualunquista (mia moglie è dipentente statale), ma un passaggio di "controllo" prima di passare ad altre forme deve esserci.
Ti è mai capitato di andare ad un Ministero? A me si; prima delle 9 am non c'era neppure il barista (è successo 25 anni fa, non so se la situazione sia cambiata nel frattempo).

QualitiAmo - Stefania ha scritto:
L'ultima riflessione che vorrei condividere con voi è questa: non pensate che già in sede di assunzione o durante il periodo di prova certi comportamenti possano essere evidenziati mediante una chiacchierata efficace con le persone?

Mah, solitamente in tali periodi le persone sono molto controllate e sono attente; ma non mescoliamo ambienti dove il must è il profitto (con tutte le conseguenze positive e non) e quella dei servizio al cittadino.

Personalmente sono convinto che per non punire in modo orrizzontale tutti (classica azione all'italiana), privandoli dei piaceri che gestiscono in modo giudizioso, sarebbe corretto punire severamente quelli che abusano (arrivando anche al licenziamento). Anche questa sarebbe una sorta di meritocrazia.
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Agostino
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QualitiAmo - Stefania
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MessaggioInviato: Mar Lug 05, 2011 2:09 pm    Oggetto: Rispondi citando

Fagus ha scritto:
Stefania stiamo parlando di pubbliche amministrazioni; non voglio fare il qualunquista (mia moglie è dipentente statale), ma un passaggio di "controllo" prima di passare ad altre forme deve esserci.


Ho avuto una mamma responsabile di un dipartimento comunale, quindi un po' l'ambiente lo conosco.
Mai contati i caffé. Ottimi rapporti ancora oggi con gli ex-colleghi. Wink

Il lavoro veniva fatto e direi anche bene visto che, essendo a diretto contatto con una particolare tipologia di utenza alquanto delicata, era oggetto di accurati controlli esterni sul rispetto di procedure, processi, norme e leggi in materia.

Fagus ha scritto:
Mah, solitamente in tali periodi le persone sono molto controllate e sono attente;


Dici? Io credo, invece, che molti comportamenti stigmatizzati oggi non fossero molto diversi quando qualcuno ha assunto quei signori. Nel mio piccolo l'ho sperimentato: colleghi sui quali la Direzione aveva fatto grande affidamento si sono rivelati poi opportunisti e insofferenti all'autorità ma tutto questo a molti era stato evidente anche prima dell'assunzione.

Il percorso relativo alle risorse umane è di un'importanza strategica mostruosa. Forse basterebbe assumere chi ha un filo di coscienza in più invece di chi si accontenta di un compenso minore ma poi, alla prima occasione, ti frega.

Ciao Fagus e grazie per le riflessioni! Very Happy
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Quality
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MessaggioInviato: Mar Lug 05, 2011 2:35 pm    Oggetto: Rispondi citando

QualitiAmo - Stefania ha scritto:
...
E, ancora, il "controllo" si deve per forza esercitare con regole come quella riportata dal quotidiano o si può avere, più facilmente, semplicemente mostrandosi un po' più spesso fuori dalla stanza dei bottoni, magari proprio per prendere un caffé e fare due chiacchiere con i collaboratori?
...


Questa è la risposta, la soluzione, la scelta vicente.

Bravo Staff (...ma quante ne sa!?)
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QualitiAmo - Stefania
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MessaggioInviato: Mar Lug 05, 2011 3:42 pm    Oggetto: Rispondi citando

Sullo stesso argomento, vi segnalo anche questo intervento di Massimo Follis, sociologo del lavoro. La fonte è sempre Repubblica

Ma contare i minuti non serve

«Se il sistema è opaco, l’orario di lavoro diventa l’unico modo per misurare la produttività.
Ma è un sistema molto rudimentale. Se si accettasse di fissare dei
parametri produttivi per qualsiasi lavoro allora non sarebbe più così importante contare i minuti della pausa caffè…».

Massimo Follis, docente di Sociologia del lavoro all’Università di Torino, commenta così le polemiche sulle “assenze brevi” dei dipendenti pubblici.

Professor Follis, qual è il ruolo della “pausa” nella storia del lavoro e dei suoi diritti in Italia?
«Le pause dipendono dall’organizzazione e dal livello di stress. In questo senso, non stupisce che la trattativa alla Fiat Mirafiori che prevedeva di tagliarle abbia suscitato tante polemiche. Un conto è la pausa “fisiologica” di chi esegue un lavoro alla catena di montaggio, un altro è il “contratto
psicologico” molto diffuso nei nostri uffici pubblici che si basa sul concetto “mi paghi poco, lavoro poco”».
Dunque hanno ragione i sindaci, come Matteo Renzi, che vogliono vietare la pausa per la sigaretta o il caffè?
«La pausa può anche essere utile per scambiare informazioni con i colleghi e
condividere un momento sociale, se si lavora da soli. Ma bisognerebbe sapere qual è l’obiettivo di quel lavoratore. Se uno sta al computer, ha mille modi per rilassarsi, e se nessuno misura i risultati diventa difficile
difendere il suo diritto allo stacco».
Ma la pausa è buona o cattiva?
«La pausa in sé è una cosa buona, consente di scambiare idee e può essere utile anche per il lavoro. Ci vorrebbe però la volontà politica, che fin qui in Italia è mancata e che invece sarebbe molto semplice da applicare, di dare conto di ciò che si “produce”.
A maggior ragione negli uffici pubblici. Contare i minuti è un parametro misero, meglio contare le pratiche evase».

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Stefania - Staff di QualitiAmo

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Portello
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MessaggioInviato: Mar Lug 05, 2011 5:08 pm    Oggetto: Rispondi citando

In un periodo storico in cui il "valore" del lavoro è quasi completamente scollegato al "tempo" del lavoro, l'unico consiglio da dare alla Direzione è quello di valutare correttamente tutti i pro e i contro di una iniziativa volta solo a far crollare la motivazione.
Perchè diminuire le pause? Cosa ci si aspetta di ottenere? Meno persone alla macchientta del caffé o più persone a parlare sui forum? Mr. Green Mr. Green Mr. Green
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KK
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MessaggioInviato: Mar Lug 05, 2011 10:21 pm    Oggetto: Rispondi citando

la pausa è sacrosanta sotto tutti i punti di vista, ma nei modi e nei tempi corretti.
il caso limite è appunto limite, quindi ritengo che come tale sia eccessivo.
anche perchè poi succede che la pausa caffè viene ridotta da 10 a 5 minuti e tenuta sotto controllo, poi gli stessi vanno in riunione e ne scaturisce un incontro fiume di 4 ore senza ne capo ne coda... allora cosa dobbiamo fare? regolamentare anche quelle? Rolling Eyes
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Fagus
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MessaggioInviato: Mer Lug 06, 2011 12:22 am    Oggetto: Rispondi citando

KK ha scritto:
la pausa è sacrosanta sotto tutti i punti di vista, ma nei modi e nei tempi corretti.
il caso limite è appunto limite, quindi ritengo che come tale sia eccessivo.
anche perchè poi succede che la pausa caffè viene ridotta da 10 a 5 minuti e tenuta sotto controllo, poi gli stessi vanno in riunione e ne scaturisce un incontro fiume di 4 ore senza ne capo ne coda... allora cosa dobbiamo fare? regolamentare anche quelle? Rolling Eyes

Ho letto molte volte e ne sono stra-convinto che una riunione per essere efficace e portare a risultati debba durate al max un'ora.
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QualitiAmo - Stefania
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MessaggioInviato: Mer Lug 06, 2011 8:04 am    Oggetto: Rispondi citando

KK ha scritto:
poi gli stessi vanno in riunione e ne scaturisce un incontro fiume di 4 ore senza ne capo ne coda... allora cosa dobbiamo fare? regolamentare anche quelle? Rolling Eyes


Ottimo, KK! Spesso le organizzazioni che contano i minuti di pausa sono quelle che fanno partire riunioni fiume alle 5 del pomeriggio e "liberano" i partecipanti, spesso senza aver raggiunto alcun obiettivo, dopo due o tre ore di chiacchiere senza costrutto.
Io continuo a pensare che il problema stia nella gestione: se ai vertici ci sono persone intelligenti non sarà certo la pausa caffé di 10 minuti la pietra dello scandalo. La cosa importante è utilizzare in modo efficiente le restanti 7 ore e 50 minuti!

Fagus ha scritto:
Ho letto molte volte e ne sono stra-convinto che una riunione per essere efficace e portare a risultati debba durate al max un'ora.


Sono d'accordo e l'abbiamo scritto spesso anche noi.

Grazie per le riflessioni, ciao!
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Qualità è precisione


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MessaggioInviato: Mer Lug 06, 2011 6:10 pm    Oggetto: Rispondi citando

ecco il bastian contrario

1) il lavoro a obiettivi mi puzza tanto di "cottimo" con tutte le conseguenze negative del caso specialmente se il risultato dipende anche dalla disponibilità/risposta degli altri

2) le pause vanno un attimo regolamentate se si vede che la situazione degenera.
Dovrebbe essere comunque vietato uscire per andare a prendere il caffè al bar di fronte anche solo per un fatto assicurativo (se si viene investiti da un auto chi paga?)
Rimane da limitare il perdurare alla macchinetta del caffè, il bighellonare da un ufficio all'altro etc.
Un metodo è fornire qualcosa di più appetibile (il carrellino di FIAT memoria che passava per le scrivania dei reparti,
un altro è avere la macchinetta elettrica del caffè (come quelle di casa) nell'openspace sotto gli occhi di tutti.
Fatta la regola dei 5 minuti 10 minuti si possono gestire le eccezioni: al dipendente che ti lavora 11 ore al giorno non puoi negare una certa flessibilità,
A chi ti fa le otto ore di lavoro e appena timbrato va a fare colazione perchè non ha avuto tempo di farla a casa e si porta uno stuolo di amici e colleghi farei valere la regola dei 10 minuti.

sulle riunioni dipende molto: Non credo alle riunioni di mezzora o di un ora, secondo me sono solo comizi o bollettini delle autostrade
poco tempo fa sono stato in riunione per 8 ore effettive con un cliente: abbiamo discusso di metodologie apertamente e proficuamente per entrambi. Se avessimo potuto saremmo andati avanti per altre 2 ore. (ovviamente ci siamo concessi un pausa pranzo adeguata)
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QualitiAmo - Stefania
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MessaggioInviato: Ven Lug 08, 2011 10:27 am    Oggetto: Rispondi citando

Ho letto tutto quello che avete scritto e ci ho riflettuto bene.

Poi, come sempre, mi è venuto in aiuto il vecchio Deming che non manca mai di darmi uno spunto per il mio lavoro.
Lui ci ricorda la regola del 94/6: il 94% dei problemi sono dovuti al processo, mentre solo il 6% sono legati alle persone.

Spesso, però, si misurano proprio le persone (incominciando dalle loro pause caffé) invece di concentrarsi su ciò che non funziona nei processi.

Parliamoci chiaro: se la produttività fosse ok, i clienti soddisfatti e le vendite andassero a gonfie vele, a nessuno salterebbe in mente di monitorare le pause caffé, giusto?
Però è più semplice dire che le persone perdono tempo piuttosto che ammettere che bisogna lavorare seriamente su processi, obiettivi e strategie.

Funziona come discorso? Oppure è meglio che faccia una pausa? pensa1
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Stefania - Staff di QualitiAmo

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Portello
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MessaggioInviato: Ven Lug 08, 2011 11:00 am    Oggetto: Rispondi citando

QualitiAmo - Stefania ha scritto:
Ho letto tutto quello che avete scritto e ci ho riflettuto bene.

Poi, come sempre, mi è venuto in aiuto il vecchio Deming che non manca mai di darmi uno spunto per il mio lavoro.
Lui ci ricorda la regola del 94/6: il 94% dei problemi sono dovuti al processo, mentre solo il 6% sono legati alle persone.

Spesso, però, si misurano proprio le persone (incominciando dalle loro pause caffé) invece di concentrarsi su ciò che non funziona nei processi.

Parliamoci chiaro: se la produttività fosse ok, i clienti soddisfatti e le vendite andassero a gonfie vele, a nessuno salterebbe in mente di monitorare le pause caffé, giusto?
Però è più semplice dire che le persone perdono tempo piuttosto che ammettere che bisogna lavorare seriamente su processi, obiettivi e strategie.

Funziona come discorso? Oppure è meglio che faccia una pausa? pensa1

Io sono d'accordo e se dipendesse da me la pausa te la sei meritata perchè hai fatto ottimo un compito a casa Wink
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MessaggioInviato: Ven Lug 08, 2011 11:00 am    Oggetto: Rispondi citando

QualitiAmo - Stefania ha scritto:

Parliamoci chiaro: se la produttività fosse ok, i clienti soddisfatti e le vendite andassero a gonfie vele, a nessuno salterebbe in mente di monitorare le pause caffé, giusto?


Non penso che sia corretto, se la pausa caffè determina una minore produttività della risorsa (diciamo anche che la valutiamo nell'arco delle prestazioni annuali) anche se l'azienda va bene , le vendite vanno bene il fatturato etc. si deve migliorare altrimenti come è capitato ci si addormenta sugli allori e alla prima crisi o concorrente più agguerrito si piange.

Se la pausa aumenta la produttività non ho bisogno di normarla se va a discapito....
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