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Società di progettazione
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Autore Messaggio
Paoloruffatti
Yoda


Registrato: 26/07/08 11:05
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MessaggioInviato: Ven Giu 19, 2009 10:49 pm    Oggetto: Rispondi citando

Ciao ragazzi, scusate l'assenza da questo forum per un po', che ha permesso di fraintendere una interpretazione del mio scritto del tutto diversa da quel che penso. devo dire infatti che sono d'accordo con Gibbosky!!
Il mio primo libro in realtà non è mio ma di uno dei partecipanti al "percorso" comune di preparazione alla certificazione dei 22 studi professionali di Padova: io ho solo dato delle tracce per scrivere le loro procedure (il CD con il manuale e le procedure è il sistema dell'Ing Pietrogrande, il mio coautore).
con questo non voglio dare la "colpa" all'amico Pietrogrande.

Il mio secondo libro invece è molto più interessante perchè parla di problemi di organizzazione e di gestione di uno studio, indipendentemente dal percorso di certificazione.
Qui ho potuto fare un panorama dei problemi tipici che si applica , con le dovute differenze, tra 4 famiglie di studi.
Debbo dire a Gibbosky, tuttavia, che gli studi che leggono il primo libro possono utilizzare lo schema gerarchico di manuale / procedure / istruzioni di lavoro, prendendo quello che è più vicino (o coincidente) con le loro attività ed elaborare, soprattutto al livello base delle istruzioni di lavoro, quello che è personale e specifico di ogni studio.
Gibbosky penso concorderà sul fatto che la procedura 8.3, o 7.6 possono essere copiate ed adottate in modo eguale in tutti gli studi, mentre la 4.2 (tra le più importanti per uno studio) deve essere totalmente ri scritta sul loro sistema di filing, di gestione fisica del cartaceo, ecc.ecc.
Anzi debbono/possono approfondire l'argomento con istruzioni di lavoro ad esempio sulla gestione degli standard di personalizzazione dei parametri di autocad/archicad, e la gestione dei "blocchi standard".
In pratica i lettori si ritrovano una architettura che (è detto a chiare lettere) va presa solo come riferimento.
Il CD ad esempio ha due manuali: uno per uno studio complesso, e l'altro per uno studio di 2-3 persone.

Il secondo libro l'ho scritto tutto io (il mio amico Ing Padovan ha costruito il SW, meccanizzando il metodo di gestione dei costi di commessa che ho illustrato).
Se volete si possono aprire discussioni su tutti i capitoli che tratto, così come è successo e succede negli incontri che sto tenendo in alcune città in cui mi hanno chiamato a dibattere questi problemi.
All'inizio non sapevo di aver gettato sassi in piccionaia, poi ho scoperto che si trattava di macigni. Ne volete qualche esempio?
Consiglio ai titolari degli studi di proporre ai loro dipendenti di diventare soci di minoranza (nel mio nordest è una bestemmia!: ma un po' alla volta mi dicono che si sono accorti che è l'unica soluzione per trattenere ragazzi che se ne vanno dopo due anni, costringendoli a ricominciare daccapo.

Si tratta di una visione etica del rapporto di lavoro che spesso è sconcertante.

Quando poi dichiaro che la qualità del lavoro che devono fornire al cliente deve essere commisurata al prezzo che il cliente è disposto a pagare, mi cavano gli occhi!
Il nocciolo di una buona organizzazione di uno studio è comunque il basare tutto il sistema di gestione sul sistema di WBS, dal preventivo alla programmazione , alla assegnazione dei compiti ai collaboratori alla gestione dell'avanzamento del lavoro con il metodo della previsione a finire, a sua volta basato sui concetti dell'avanzamento fisico stimato e l'avanzamento effettivo dei costi alla data (se si parte bene, da preventivo la gestione diventa facilissima).
Adesso basta!, se vi interessa discutiamo su ognuno di questi punti e su altri.
grazie per la vostra pazienza.
Paolo Ruffatti
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Paoloruffatti
Yoda


Registrato: 26/07/08 11:05
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MessaggioInviato: Ven Giu 19, 2009 10:54 pm    Oggetto: Rispondi citando

Cara redazione , essendo un po' handicappato nell'utilizzo della vostra struttura del forum, ho aggiunto un post al thread La ISO 9001/"Studi di progettazione", forse in modo sbagliato: voi dite che lo avete inserito ma non credo ci sia. Caso mai vedete di rintracciarlo e metterlo al posto giusto
grazie
Paolo Ruffatti
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QualitiAmo - Stefania
Moderatore


Registrato: 16/09/07 18:37
Messaggi: 26589

MessaggioInviato: Sab Giu 20, 2009 8:07 am    Oggetto: Rispondi citando

E' tutto ok, il post risulta al suo posto.
Forse c'è stato un piccolo ritardo dovuto alla connessione.


_________________
Stefania - Staff di QualitiAmo

ISO 9001:2015 - SI AGGIUNGE ALLA COLLANA DEI LIBRI DI QUALITIAMO IL NUOVO TESTO CHE SVELA I SEGRETI DELLA FUTURA NORMA



IL PRIMO LIBRO NATO SULLE PAGINE DI QUALITIAMO



HAI DATO UN'OCCHIATA AL REGOLAMENTO DEL FORUM PRIMA DI SCRIVERE IL TUO MESSAGGIO?
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Paoloruffatti
Yoda


Registrato: 26/07/08 11:05
Messaggi: 4071

MessaggioInviato: Sab Giu 20, 2009 4:24 pm    Oggetto: Rispondi citando

Scusa vinz, se non ti ho risposto prima.
Ti dò le anticipazioni che mi chiedevi, col tuo primo post.

Ecco: la struttura della ISO 9001 è evidentemente manifatturiera e non pensava alle società di ingegneria.
E’ corretto pensare, come fai tu, che il "prodotto" di uno studi di ingegneria sia il progetto.

Se segui questa linea hai chiaro che cosa mettere nel tuo sistema per soddisfare ai vari capitoli della norma.

D'accordo con i miei colleghi ingegneri dei diversi ordini provinciali abbiamo deciso di dedicare il 7.5 agli altri “prodotti” di uno studio di ingegneria (direzione lavori, perizie e collaudi tecnico amministrativi, consulenze tecniche), per ciascuna dei quali, se necessario, si emette una o più istruzioni di lavoro.
La validazione del progetto, checchè ne pensi anche qualche solone del Sincert è una attività che deve essere fatta prima di lasciare lo studio.
E' il collaudo finale del mio prodotto: volerlo fare dopo la costruzione dell'impianto è lodevole ma si chiama con un altro nome "collaudo di accettazione da parte del Cliente, o "collaudo funzionale".
….... altrimenti sarebbe come se la Fiat costruisse un'auto e desse a chi la compera l'incombenza di vedere se il progetto funziona.

Io sono ancora più drastico: per me va validata qualsiasi cosa che esca dallo studio anche in fasi intermedie (consegna di schemi di sottosistemi per aree cantierabili, ecc.).

Poi c'è da capire che esiste negli studi di progettazione che fanno progetti di lunga durata (superiori al mese e/o alle 3-400 ore di lavoro) una attività che non è contemplata chiaramente dalla ISO 9001 che è la gestione della commessa di progettazione.
Il project management è un’altra cosa e se lo studio deve fare anche questa attività allora è un grosso capitolo a se’, diverso dalla direzione lavori.
La gestione della commessa di progettazione, quindi è una attività di coordinamento dei vari progettisti, di rapporto contrattuale con il cliente, di programmazione dei lavoro e di controllo avanzamento fisico e di avanzamento costi (il Sw dedicato allegato al mio secondo libro è stato progettato proprio per gestire unitariamente queste tematiche).
L’efficienza dello studio parte proprio da questa procedura essenziale: dalla definizione del preventivo, che ricadrebbe sotto il 7.2 della norma, ma, come sanno i miei colleghi, la raccolta dei dati e requisiti di ingresso della progettazione (e la gestione delle varianti) dura per buona parte della vita della commessa e deve essere gestita opportunamente (comunicazione con il cliente).
Sottolineo la grande importanza di iniziare in fase di preventivo a costruire la WBS con opportuno dettaglio. Su questa si imposta (come nel project management) tutto il sistema di lavoro del capo commessa di progettazione (per studi piccoli questo è il titolare stesso).
Con una corretta definizione della WBS, è uno scherzetto fare la programmazione (caricando correttamente ogni operatore), assegnare il lavoro, verificare l’avanzamento con briefing settimanali.
Se sapeste quante sono le perdite di tempo dei collaboratori per “attesa” di informazioni/dati7 riesamie e verifiche, ecc, che il capo non dà perché occupato a fare il commerciale, vi straccereste le vesti!
Se volete che poi discutiamo dei “vizi di non gestione” dei Capi, c’è da scriverci un altro libro.
Cordiali saluti a Vinz e a tutti
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Paoloruffatti
Yoda


Registrato: 26/07/08 11:05
Messaggi: 4071

MessaggioInviato: Sab Giu 20, 2009 4:39 pm    Oggetto: Rispondi citando

Scusa Vinz,
rileggendo meglio il tuo post iniziale ti confermo ancora con forza la assoluta necessità di fare la validazione del tuo "prodotto" alla fine della tua attività di progetto, dato che poi viene affidato agli impiantisti, che regolarmente lo stravolgono e se qualcosa non funziona danno la colpa al progettista.
Quindi voi dovete tenere ben chiaro a tutti con corretta gestione delle registrazioni (maniacale, se vogliamo), soprattutto riguardo ai dati di ingresso sui quali voi avete basato la vostra progettazione (fornendo anche le schede di prodotto delle macchie/componenti che avete deciso di usare per la realizzazione del progetto (a maggior ragione se la scelta di questi componenti vi viene imposta dal Cliente stesso, spesso fatta per risparmiare sul costo dell'opera!). Saprete bene che tutti i costruttori di componenti scrivono sui cataloghi prestazioni fantastiche, ma quando chiedi loro di darti i data sheet vincolanti, calano le braghe.
Ancora più maniacale deve essere la gestione, quando il cliente ti chiede di anticipare parte del progetto, "per far andare avanti il cantiere": dovete diventare dei soggetti molto più vicini sl mestiere di avvocato piuttosto che di ingegnere!
cordialmente
Paolo Ruffatti
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gibbosky
Forumista di Sicurezza


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Residenza: Terni

MessaggioInviato: Dom Giu 21, 2009 12:47 pm    Oggetto: Rispondi citando

Ciao Paolo,
personalmente mi augurod di vedere in aumento la frequenza dei tuoi interventi nel forum, senza dubbio apportatori di un notevole VA alle nozioni di tutti noi.

saluti

gibbosky
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vinz
Apprendista forumista


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MessaggioInviato: Ven Gen 08, 2010 11:33 am    Oggetto: Rispondi citando

vinz ha scritto:
Benone!
ora però si passa al punto successivo: come valido la mia progettazione (cioè la progettazione di una singola parte, che non ha oltretutto vita autonoma)?
Forse si può fare un discorso del genere: io uso personale qualificato, istruito in un certo modo, che usa programmi validati e funzionanti e che mi hanno simulato un certo comportamento.
Praticamente sto validando il processo di progettazione, secondo il 7.5.2.
Il 7.3.6 (Validazione della progettazione e sviluppo) mi chiede altro?


Riesumo questo post da me aperto tempo fa perchè mi è venuta in mente quella che spero possa essere una soluzione possibilie: siccome la progettazione viene effettuata solitamente anche atttraverso software di modellazione a elementi finiti, questi si possono considerare già una validazione.
Infatti questi strumenti modellano il prodotto finale simulando la situazione reale (http://it.wikipedia.org/wiki/Metodo_degli_elementi_finiti), e come dice la norma "le condizioni di utilizzo per la validazione possono essere reali o simulate".
Può stare?
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dario
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MessaggioInviato: Ven Gen 08, 2010 12:03 pm    Oggetto: Rispondi citando

Vinz, sicuramente, se non ci sono vincoli diversi puoi valutare se considerare validazione una verifica FEM.
In settori specifici, come in aeronautica, le verifiche con software FEM non è quasi mai accettata come validazione. Ma se il tuo settore lo ammette, perché no?
Smile
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Paoloruffatti
Yoda


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MessaggioInviato: Ven Gen 08, 2010 12:24 pm    Oggetto: Rispondi citando

Ciao Vinz,
tacca i freni, per carità! che vai a impelagarti!
Il 7.5.2 si applica alla validazione del processo di progettazione, come giustamente sottolinei, ma come l'avete fatta?
Lo so che non è facile, ma per validare quel SW devi fare dei calcoli con le formule della scienza delle costruzioni applicate in uno o più casi: di solito su casi limite, per capire se puoi utilizzarlo sicuramente (ricordo un caso di un palazzo crollato perchè era a pianta a V stretto e il progettista aveva adoperato un SW per edifici a pianta quadrata e ha ceduto il vertice della V)
La tua validazione di un pezzo cantierabile del vostro progetto è di una semplicità unica. Il vostro capo porgetto tecnico deve somlo verificare che siano stati fatti tutti i riesami e le verifiche intermedie della progettazione e che l'output sia congruente con i dati di ingresso e con le opere adiacenti (le famose interfacce. Nel caso vostro di sub appaltatori di progettazione che come "cliente" avete la funzione progettazione del Main contractor, dopo aver fatto la vostra validazione interna, avrete senz'altro una riunione con il prgettista principale per l'accettazione formale di questa vostra parte. Ovviamente, se non sono dei perecottari, faranno una riunione verbalizzata (attenti a cosa scrivono: imparate a fare gli avvocati) in cui si registra la validazione fatta (validazione esterna).
Se sono dei perecottari (non stupirti ma più grosse sono le compagnie più pirati sono: ne ho esempi impressionanti ... dato che ho lavorato in mezzo mondo con questa gente) dovete scrivere voi che disponete di tutta la documentazione di sistema e relative evidenze oggettive che la vostra progettazione è stata fatta sui dati da loro trasmessi ufficialmente (e modificati con e-mail del ../../... ,fax del .../../... e/o concordati nella riunione del..... ecc ecc.) ed è disponibile per riesami/validazione congiunta ecc. ecc.
Ciò nonostante quando in cantiere qualche loro sub contractor avrà fatto qualche vaccata, vi addebiteranno la responsabilità e voi non dovrete cascarci come allocchi e correre subito in cantiere (spendeno tempo e soldi a iosa) per risolvere i loro problemi..... ma dovete far riferimento alla validazione congiunta fatta e scrivendo una letterina gentile in cui dite che se vogliono andrete in cantiere, a LORO spese, per risolvere il LORO problema. ......Questo intendevo per "fare gli avvocati!"
Ciao: scrivi se non sono stato chiaro
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vinz
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MessaggioInviato: Ven Gen 08, 2010 12:50 pm    Oggetto: Rispondi citando

Intanto grazie per la velocissime e dettagliatissime risposte.

dario ha scritto:

In settori specifici, come in aeronautica, le verifiche con software FEM non è quasi mai accettata come validazione.


non è accettata dalla legge o dai clienti?


Paoloruffatti ha scritto:
Ciao Vinz,
La tua validazione di un pezzo cantierabile del vostro progetto è di una semplicità unica. Il vostro capo porgetto tecnico deve somlo verificare che siano stati fatti tutti i riesami e le verifiche intermedie della progettazione e che l'output sia congruente con i dati di ingresso e con le opere adiacenti (le famose interfacce. Nel caso vostro di sub appaltatori di progettazione che come "cliente" avete la funzione progettazione del Main contractor, dopo aver fatto la vostra validazione interna, avrete senz'altro una riunione con il prgettista principale per l'accettazione formale di questa vostra parte. Ovviamente, se non sono dei perecottari, faranno una riunione verbalizzata (attenti a cosa scrivono: imparate a fare gli avvocati) in cui si registra la validazione fatta (validazione esterna).


Questa sembra, appunto, una validazione del processo di progettazione (7.5.2), e va benissimo. Ma il 7.3.6 mi chiede anche una validazione della progettazione, cioè, in soldoni, mi chiede di dimostrare che il mio prodotto rispetta i requisiti. Ecco perchè pensavo che una modellazione FEM rispondesse all'esigenza.
Sono due aspetti diversi, ma ci vogliono entrambi no?
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Paoloruffatti
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MessaggioInviato: Ven Gen 08, 2010 8:45 pm    Oggetto: Rispondi citando

scusa Vinz,
sono in linea con Dario, ma potrebbe essere un metodo se il software FEM fosse utilizzato non come strumento di calcolo ma come strumento di simulazione di deformata in caso di variazioni delle condizioni di lavoro della condotta. Se invece utilizzi il Sw come strumento di dimensionamento ho paura che tu debba solo validare lo strumento come strumento di progettazione secondo quanto previsto al 7.5.2.

Per quanto riguarda il 7.3.6, ripeto, è sufficiente che facciate un riesame complessivo finale (la validazione non è altro che la verifica che tutto il processo sia stato eseguito secondo quanto stabilito sia dal contratto sia dalle regole di progettazione che voi vi siete dati all'interno, e che siano state fatte le opportune registrazioni dei riesami e verifiche nelle fasi intermedie), prima di inviare il tutto al Cliente.

Però: perchè non vi mettete d'accordo con il cliente per far accettare a loro la modellazione con FEM come attrezzo di validazione concordata, del vostro pezzetto di progetto? se fosse così avreste risolto brillantemente il problema! (però a me non piace perchè utilizzi lo stesso strumento di produzione come uno strumento di controllo)
ciao
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vinz
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MessaggioInviato: Sab Gen 09, 2010 12:35 pm    Oggetto: Rispondi citando

Paoloruffatti ha scritto:
scusa Vinz,
sono in linea con Dario, ma potrebbe essere un metodo se il software FEM fosse utilizzato non come strumento di calcolo ma come strumento di simulazione di deformata in caso di variazioni delle condizioni di lavoro della condotta


i software FEM, per l'appunto, simulano le condizioni reali incluse ovviamente le possibili variazioni di condizioni operative basate sui dati forniti dal cliente e previste da specifiche normative. Tali normative fissano dei requisiti (sollecitazioni ammissibili, ecc.), e il programma verifica che io rispetto i requisiti. Si tratta quindi più di una verifica, anche se il confine tra progetto e verifica è sottile.
In realtà però qui nessun cliente ha mai fatto problemi con la validazione, secondo me la maggior parte non sa nemmeno che esiste una cosa chiamata validazione; non è una faccenda orientata a questioni legali, non ci serve a scaricare la responsabilità finale sul cliente e non è prevista dal contratto nè dalle procedure del cliente. Quando i nostri documenti vengono accettati, la faccenda si chiude lì.
Mi chiedevo solo cosa ci chiede, comunlque, di fare la ISO.
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MessaggioInviato: Sab Gen 09, 2010 1:33 pm    Oggetto: Rispondi citando

La ISO ti chiede di essere sicuro che quello che esce dallo studio è stato riesaminato (nel senso gestionale, non tecnico) e verificato (nel senso tecnico)in modo che il tuo prodotto, o pezzo di prodotto, sia conforme alle specifiche contrattuali, punto! Il come farlo sono, appunto, problemi tuoi.
Quando dico gestionale , intendo che hai preso in esame i dati di ingresso per veder se sono tutti e quelli che ti servono, che chi lavora ha seguito i dettami del capo e ha fatto le fasi che doveva fare, che i documenti che doveva produrre siono quelli previsti in quantità e qualità e sono formalmente a posto, ecc ecc.
Semplice no?
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Paoloruffatti
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MessaggioInviato: Sab Gen 09, 2010 1:38 pm    Oggetto: Rispondi citando

Scusa dimenticavo la conclusione! (non avendo validato il post!!!!)
La validazione non è altro che un riesame finale comppessivo del Capo, che controlla che siano state fatte le verifiche tecniche ed i riesami, guardando le registrazioni che avrete opportunamente tenuto delle singole fasi e alla fine da il suo imprimatur con la firma e timbro sui documenti, o anche solo sulla lettera di trasmissione (o copia della e-mail tenuta nel cartaceo, oppure se lo hai fatto, sul piano di controllo, nella apposita casella della validazione finale.
ciao
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vinz
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MessaggioInviato: Sab Gen 09, 2010 6:49 pm    Oggetto: Rispondi citando

Paoloruffatti ha scritto:
La ISO ti chiede di essere sicuro che quello che esce dallo studio è stato riesaminato (nel senso gestionale, non tecnico) e verificato (nel senso tecnico)in modo che il tuo prodotto, o pezzo di prodotto, sia conforme alle specifiche contrattuali, punto! Il come farlo sono, appunto, problemi tuoi.

se le cose stanno così, benissimo.
Ti ringrazio perchè mi hai risolto un bel dubbio.
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