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Portello
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MessaggioInviato: Ven Ago 31, 2012 12:04 pm    Oggetto: Go Glocal Rispondi citando

Ciao a tutti,
sto leggendo un articolo del TIME sui cambiamenti di strategia di alcune grandi imprese americane.
In sostanza si sta tornando a ri-localizzare le produzioni. Tra le cause:
1) aumento del costo del trasporto dovuto agli aumenti del prezzo del petrolio
2) aumento degli stipendi dei lavoratori dei paesi in crescita rispetto ad una sostanziale stagnazione di quelli americani
3) costi "nascosti" dovuti ad una generale maggiore corruzione presente nei paesi emergenti

Qui sotto il link dell'articolo, che però può essere letto solo se abbonati.
http://www.time.com/time/magazine/article/0,9171,2121661,00.html
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Portello
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MessaggioInviato: Ven Ago 31, 2012 12:32 pm    Oggetto: Rispondi citando

Forse, con un approccio un po' più cinico, verrebbe da dire che la strategia di tali grandi imprese non è cambiata affatto.
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Se lo puoi sognare, lo puoi fare.
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#34
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MessaggioInviato: Ven Ago 31, 2012 1:28 pm    Oggetto: Rispondi citando

Credo che il paragone con il settore alimentare calzi a pennello...un tempo la frutta e verdura veniva coltivata in ogni paese, si mangiava di conseguenza sempre e solo frutta fresca di stagione e del posto.
L'avvento dei grandi ipermercati e del "progresso" ha fatto sì invece che la frutta e verdura sia disponibile in ogni periodo dell'anno, importiamo arance dalla Spagna, poi in Sicilia le distruggiamo perchè non conviene raccoglierle.
La stagionalità non esiste più, basta pagare e si hanno i cocomeri a dicembre e le castagne in pieno agosto.
Ma a che prezzo (sia in senso stretto sia in senso lato: pensiamo alla sostenibilità ambientale che hanno tale produzioni, e la freschezza di un prodotto che si è fatto 12 ore solo di viaggio aereo...)
Ora invece stanno rifiorendo i mercati contadini, le mele con le "bozze" e i prodotti a "KM 0"....sarebbe da chiedere a qualche nostra nonna se i pomodori con cui fa la conserva sono a km 0 Twisted Evil
Il paragone sarebbe ancora più calzante con i prodotti di origine animale, ma li divento troppo di parte, essendo da quasi un anno tra il vegetariano e il vegano.
Insomma, credo che la ricerca del massimo profitto presenti sempre e giustamente un conto da pagare, sia esso economico o peggio ancora di carattere ambientale e quindi sociale.
Non vorrei essere andato fuori tema o avervi troppo stressato, in tal caso scusate.. Confused
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MessaggioInviato: Ven Ago 31, 2012 2:09 pm    Oggetto: Rispondi citando

Portello ha scritto:
Ciao a tutti,
sto leggendo un articolo del TIME sui cambiamenti di strategia di alcune grandi imprese americane.


Grazie, Portello, interessante!

Quality ha scritto:
Forse, con un approccio un po' più cinico, verrebbe da dire che la strategia di tali grandi imprese non è cambiata affatto.


Sono assolutamente d'accordo: và dove ti porta il soldo fregandotene di tutto il resto.

#34 ha scritto:
importiamo arance dalla Spagna, poi in Sicilia le distruggiamo perchè non conviene raccoglierle.


Sì ma siamo noi a volere tutto questo. Io, ad esempio, compro solo frutta italiana, SEMPRE. Ditemi il senso di mangiare la frutta spagnola solo perché matura prima della nostra.

#34 ha scritto:
La stagionalità non esiste più, basta pagare e si hanno i cocomeri a dicembre e le castagne in pieno agosto.


Che fanno schifo, come è giusto che sia.

#34 ha scritto:
Insomma, credo che la ricerca del massimo profitto presenti sempre e giustamente un conto da pagare, sia esso economico o peggio ancora di carattere ambientale e quindi sociale.


Hai perfettamente ragione. Ce ne accorgeremo quando sarà troppo tardi... Sad
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#34
Veg-Quality


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MessaggioInviato: Ven Ago 31, 2012 2:15 pm    Oggetto: Rispondi citando

Credo che i grandi cambiamenti partano sempre dal basso, da piccoli e apparentemente insignificanti gesti.
Il potere che hanno i ns. tre pasti quotidiani è immenso.
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QualitiAmo - Stefania
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MessaggioInviato: Ven Ago 31, 2012 2:40 pm    Oggetto: Rispondi citando

#34 ha scritto:
Il potere che hanno i ns. tre pasti quotidiani è immenso.


Ancora una volta sono d'accordo. Dovremmo imparare a farci trattare da esseri pensanti e non da marionette pronte a mettere le mani al portafoglio.

Vestiti pagati una follia e spesso prodotti da gente che evade le tasse e in Paesi dove il personale è sottopagato (ma sono tanto trendy), creme per il viso che promettono l'eterna giovinezza e che sono il trionfo dei siliconi (una goduria spalmarsi il silicone in faccia), carne che viene da animali maltrattati (ma c'è il 3x2), il trionfo dei negozi che vendono tutto a pochi euro (ma che qualità compri per pochi euro?), braccialetti che sono ai polsi di moltissime fanciulle italiane solo grazie alla testimonial e perché sono apparsi su ogni singola testata nazionale e non solo sotto forma di pubblicità ma di veri e propri articoli (se poi provi a cercare di capire il perché lo si scopre facilmente), scarpe mai sentite prima che, improvvisamente, diventano un prodotto di punta e un oggetto del desiderio solo perché si vedono continuamente in TV, folla nei negozi con le porte aperte sulle strade che tengono l'aria condizionata al massimo in estate e il riscaldamento a livelli di guardia in inverno (per forza, sono senza porte! Bella sostenibilità!), scaffali lunghissimi di ammorbidenti ai mille gusti (ditemi voi se devo perdere le ore ad annusare l'ammorbidente!).

Abbiamo il cervello all'ammasso, amici.
Bsterebbe contare fino a 10 prima di comprare...
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#34
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MessaggioInviato: Ven Ago 31, 2012 3:00 pm    Oggetto: Rispondi citando

Ho da poco finito di leggere "Il dilemma dell'onnivoro", l'autore non è vegetariano e il libro non è che una analisi a 360° di ciò che mangiamo sia che la nostra alimentazione sia industriale, biologica o a km zero.
Interessanti spunti come la quantità di mais che l'alimento industriale contiene nascosto dai nomi che i sottoprodotti del mais hanno.
Si è parte di una catena, nel momento in cui si comincia a mangiare diversamente e coscienziosamente si comincia ad essere un problema per questi signori.
Ci stanno intossicando ovunque, pasta zucchero sale riso acqua.
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Portello
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MessaggioInviato: Ven Ago 31, 2012 3:03 pm    Oggetto: Rispondi citando

Un po' di ottimismo.

Questi ritorni alle "origini" sono proprio dettati dal fatto che il modello "deve" essere sostenibile.
Il fatto che il petrolio si alzi di prezzo è un fattore positivo perchè obbliga tutti a rivedere stili di vita e di consumo.
Non ci sono più discussioni sul fatto che un prodotto ecologicamente sostenibile sia anche economicamente sostenibile.
Con questo voglio dire che il continuo aumento del prezzo del petrolio farà si che le pesche spagnole diventeranno più care di quelle italiane e quindi ci sarà una riconversione delle coltivazioni. Bisogna essere sagaci a cogliere in tempo questi "stream" per sfruttarne al massimo i benefici.
Un'imprenditoria di questo tipo non mi dispiace affatto, perchè guarda al lungo periodo.
Non sempre è così lineare naturalmente.

Sui consumi "pensati" ci sarebbe anche da dire che la delocalizzazione e lo spostamento a beni di consumo economici vanno di pari passo:
- compro dei beni economici che vengono dalla Cina perchè ho meno soldi,
- ho meno soldi perchè i beni sono prodotti in Cina e quindi non guadagno nel produrli

Come si potrebbe invertire il ciclo?
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MessaggioInviato: Ven Ago 31, 2012 3:36 pm    Oggetto: Rispondi citando

Portello ha scritto:
Il fatto che il petrolio si alzi di prezzo è un fattore positivo perchè obbliga tutti a rivedere stili di vita e di consumo.


E' triste che si debba aspettare l'aumento del prezzo del petrolio ma sono d'accordo.

Portello ha scritto:
Non ci sono più discussioni sul fatto che un prodotto ecologicamente sostenibile sia anche economicamente sostenibile.


Uhm, su questo un po' meno. C'è ancora l'idea del "non possiamo permetterci di essere ecologisti con la crisi che morde..."

Portello ha scritto:
- compro dei beni economici che vengono dalla Cina perchè ho meno soldi,
- ho meno soldi perchè i beni sono prodotti in Cina e quindi non guadagno nel produrli

Come si potrebbe invertire il ciclo?


Intanto è singolare che prodotti che fanno migliaia di chilometri per giungere fino a noi siano più economici dei nostri. O sbagliamo noi, o quei prodotti non sono di qualità eccelsa, o a qualcuno conviene farci credere che la qualità si paghi a caro prezzo (forse un mix delle tre).
Dico, non ci occupiamo di qualità da anni per nulla, no? Io non ci sto al ricatto della qualità che costa cara! Può costarmi il marchio, può costarmi il lusso, può costarmi il capriccio ma la qualità in senso lato no.

Poi si potrebbe iniziare a consumare meno e, quindi, a comprare meno. Forse meno gente avrebbe bisogno di comprare cose che costano pochissimo e con una qualità scarsa se comprasse semplicemente meno. Tolti il cibo e poco altro, ci sarebbe da ripensare seriamente a ciò che ci serve davvero.

Anche su chi delocalizza ci sarebbe da scrivere un bel po' perché, almeno chi vende prodotti B2C, dovrebbe essere "punito" da un mercato maturo e intelligente (se chiudi un'azienda che va bene e la sposti in Romania perché ti costa meno, il tuo prodotto lo vendi in Romania perché in Italia non te lo compra più nessuno). TV e pubblicità, però, mettono al sicuro questi imprenditori - Paolo direbbe "prenditori" - e la gente si affanna a comprare i loro prodotti. Gente che ha contribuito a creare la bella situazione che vediamo oggi ma che avrà sempre un posto sui principali giornali economici del Paese.

Occorrerebbero solamente consumatori informati e intelligenti. Magari non cambierebbe tutto ma molto sì.
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#34
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MessaggioInviato: Ven Ago 31, 2012 4:08 pm    Oggetto: Rispondi citando

Siamo animali da consumo e non consumatori, questo è il problema.
La differenza la fanno i piccoli acquisti quotidiani che facciamo, da li bisogna partire, da li bisogna seminare, se ne abbiamo voglia e se crediamo che dobbiamo essere noi stessi immagine del cambiamento che vogliamo.

Il fatto che uno si regoli si conseguenza e che se la benzina costa 2 €/L ne consumi poca è vero ma è pure triste.
E' IMHO la conferma del fatto che fondamentalmente siamo simili ai parassiti, molto antropocentrici per giunta.
Asciughiamo fino all'ultimo litro di petrolio, prima di sviluppare un'energia sostenibile e rinnovabile.
Abbiamo indotto dei cambiamenti negli ultimi 100-200 anni che saranno, se continuiamo così, irreversibili.
Solo interesse, nulla più

Ps. Scusate il delirio, seppur non si discosti molto dalla verità, ma questa realtà mi sta piuttosto stretta e mi sento talvolta come un topo in gabbia.
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L'ultima modifica di #34 il Ven Ago 31, 2012 4:31 pm, modificato 2 volte
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MessaggioInviato: Ven Ago 31, 2012 4:11 pm    Oggetto: Rispondi citando

Il discorso si fa articolato pensa1 .

Sono d'accordo su quasi tutto e in ogni caso c'è un disallineamento tra ciò di cui sono convinto e quello che in generale viene propalato dai mezzi di informazione di massa.

Non per citare la solita fonte (il TIME) ma sempre li c'è un articolo dove si esplicita come la moda pronta ed economica di ZARA e H&M sia più costosa del classico modo di acquistare.
Il continuo produrre nuove magliette il cui ciclo di vita dura il "minuto di New York" (wow come sono internescional Cool ) porta ad acquisti continui (compulsivi) di merce di scarso valore.
Alla fine di una stagione si spende più della tradizionale spesa fatta girando a piedi per negozi conosciuti e scegliendo un solo capo ben fatto.

E purtroppo nemmeno li sei al sicuro, magari tiri fuori 100 euro per una maglia o un paio di scarpe fatte chissà dove, convinto che siano realizzati almeno al di quà delgi Urali.
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MessaggioInviato: Ven Ago 31, 2012 4:45 pm    Oggetto: Rispondi citando

Portello ha scritto:
e in ogni caso c'è un disallineamento tra ciò di cui sono convinto e quello che in generale viene propalato dai mezzi di informazione di massa.


No! Dici davvero? A me non capita praticamente mai...

Portello ha scritto:
Non per citare la solita fonte (il TIME) ma sempre li c'è un articolo dove si esplicita come la moda pronta ed economica di ZARA e H&M sia più costosa del classico modo di acquistare.


Ne sono convinta. Compulsivi, hai ragione, siamo compulsivi. Lo shopping sfrenato serve a nascondere nevrosi, insicurezze, insoddisfazione e chi più ne ha ne metta. Nessuno è al sicuro...

Com'era quella storia? Resteranno solo gli scarafaggi, vero?

Dopo questo inno all'ottimismo scappo prima di prendermi una lavata storica perché credo che qui si stia per scatenare l'inferno.
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MessaggioInviato: Ven Ago 31, 2012 5:05 pm    Oggetto: Rispondi citando

QualitiAmo - Stefania ha scritto:
......perché credo che qui si stia per scatenare l'inferno.


..l'importante e che si stia scatenando "al tuo segnale" Smile
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MessaggioInviato: Ven Ago 31, 2012 5:17 pm    Oggetto: Rispondi citando

#34 ha scritto:
Asciughiamo fino all'ultimo litro di petrolio, prima di sviluppare un'energia sostenibile e rinnovabile.


No, secondo me non è così.

L'energia sostenibile e rinnovabile sicuramente sarà già stata sviluppata, sperimentata e validata. E giace ben riposta nel cassetto di qualcuno, in attesa che si esaurisca l'ultimo litro di petrolio.
Ma niente panico o falsi allarmismi. Quando il petrolio finirà, ecco che la fonte di energia alternativa salterà fuori dall'archivio e sarà alla portata di tutti.
Costerà grossomodo come il petrolio, giusto un pochino di più, ma d'altronde è "innovativa", e sarà commercializzata dagli attuali distributori del petrolio (d'altrone hanno già i canali consolidati).
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#34
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MessaggioInviato: Ven Ago 31, 2012 5:21 pm    Oggetto: Rispondi citando

Quality ha scritto:
#34 ha scritto:
Asciughiamo fino all'ultimo litro di petrolio, prima di sviluppare un'energia sostenibile e rinnovabile.


No, secondo me non è così.

L'energia sostenibile e rinnovabile sicuramente sarà già stata sviluppata, sperimentata e validata. E giace ben riposta nel cassetto di qualcuno, in attesa che si esaurisca l'ultimo litro di petrolio.
Ma niente panico o falsi allarmismi. Quando il petrolio finirà, ecco che la fonte di energia alternativa salterà fuori dall'archivio e sarà alla portata di tutti.
Costerà grossomodo come il petrolio, giusto un pochino di più, ma d'altronde è "innovativa", e sarà commercializzata dagli attuali distributori del petrolio (d'altrone hanno già i canali consolidati).


Ti quoto al 100%, chiaro che l'energia sostenibile c'è già ma non interessa e sarebbe sconveniente, un po' come un motore per auto che non abbia un ciclo di combustione...
La mia era una frase volutamente provocatoria.
Buon week end a tutti scappo ! Smile
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