Il forum sulla Qualità di QualitiAmo

[bull]

visto che l'ultimo intervento in cui riprendevo il pensiero di richard branson è piaciuto, vi propongo un nuovo spunto sempre suo che, questa volta, riguarda il dirigente che parla con i dipendenti.

secondo branson è fondamentale che i dirigenti escano dall'ufficio per fare sopralluoghi in azienda, dall'officina al reparto contabilità, per conoscere meglio i propri collaboratori.
C'è chi pensa, però, che certa gente farebbe meglio a starsene chiusa in ufficio soprattutto quando va in giro per l'azienda a provocare disastri.

a volte non ci si rende conto di quanto possano essere deleterie affermazioni inopportune. dire, ad esempio, "non è andata male" o "è andata meglio dell'anno scorso" (quando l'anno precedente era stato un vero e proprio disastro) o, ancora, "potrebbe andare peggio" provoca più danni che motivazione.

il compito di un dirigente è quello di trasmettere il messaggio parlando in modo chiaro e diretto. in molti casi si tratta di prestare attenzione alle reazioni della gente.

un ceo che ha difficoltà a interfacciarsi con le persone quando visita un'azienda dovrebbe notare il loro scoramento. in questi casi è più importante ascoltare che parlare, perchè una volta compreso il punto di vista di un dipendente, un capo sarà in grado di trovare le parole giuste da dire.

bisogna sempre accentuare gli aspetti positivi, ridimensionare quelli negativi, sottolineare le azioni positive ed essere diretti.

[2p71828]

c'è un pericolo quando un dirigente parla con i propri dipendenti , quello di scavalcare/contraddire i propri intermedi.

Se il ceo parla con l'operaio ma non precedentemente con i dirigenti/funzionari/capiturno rischia sia di non capire quello che osserva che renderli "inutili".
diverso è il caso in cui il dirigente "ispeziona" a sorpresa ribadendo/verificando con il suo "carisma" l'applicazione delle prescrizioni/disposizioni dei suoi intermedi
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[dario]

Bull, 2p71... io non sono d'accordo...
Se un dirigente parla con i suoi è solo utile.

Chiaro che se l'impresa o azienda è un baraccone senza organizzazione c'è il rischio di contraddizioni.
Se ci sono le basi su cui si fondano le logiche di impresa (deve esserci almeno almeno una missione e una strategia condivisa, non chiedo nemmeno una cultura radicata) per me un dirigente sa cosa sta facendo il suo manager e sa cosa dire.

La presenza e il contatto diretto del vertice con la linea crea motivazione, spirito di corpo, rende fertile il substrato in cui seminare la cultura!

[KK]

Ricordo che nell'esperienza passata, il passaggio in azienda, una volta l'anno, del CEO americano, faceva in modo di rivoltare l'azienda e di far fare quei lavori che altrimenti nessuno mai faceva.

Passando tra gli operai dava quella sferzata che si avvertiva poi anche i giorni successivi.

Secondo me conta molto la presenza e il fatto di farlo, i contenuti possono invece essere anche ridotti.
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Konsulente Kualità

[bagaroz]

A mio parere un dirigente deve interagire anche con i dipendenti, sta alla sua intelligenza stabilire in che termini.
Ad esempio da me l'AD è presente tutti i giorni in officina, anche solo per andare alla macchinetta del caffè deve attraversarla, saluta ognuno per nome e si ferma alle macchine a dare un'occhiata se ci sono problemi, produzioni particolari o importanti. Questo però dipende anche dal fatto che siamo una piccola azienda famigliare, in un grosso gruppo le modalità sarebbero giustamente diverse

[bull]

che bello vedere che gli spunti che suggerisco sul forum hanno sempre un bel seguito! mi gratificate ragazzi, grazie!

[musmas]

Parlare ai propri collaboratori mi sembra non importante ma addirittura necessario. Nella PA di "dirigenti" ce ne sono di due tipi: quelli "gestionali" cioè ricoprenti un ruolo acquisito per concorso o per affidamento di responsabilità operativa e quelli "politici" perchè eletti dalla cittadinanza.

In più c'è il Segretario Generale che si pone al vertice dell'organizzazione del personale con una strana "trasversalità" (nominato dal Sindaco)

La teoria è che dovrebbe esserci una netta separazione tra funzione Politica e Gestionale, la pratica (soprattutto in enti di piccole dimensioni) è che Sindaco, Assessori, Segretario, Dirigenti, Responsabili Titolari di PO, Responsabili di Servizio (recepenti una particolare Indennità di particolare responsabilità) a volte pretendono di DIRIGERE la baracca: insomma, burocraticamente un'organizzazione di Generali con 4 o 5 soldati semplici!

In questa situazione, a volte si subisce una "sovraesposzionie" di dirigenti che dialogano

[2p71828]

[Paoloruffatti]

a parte che la precisazione di 2P è corretta, devo dire che la mia esperienza di PA ne ha un po' viste di tutti i colori: parlando di dirigenti succede come nelle aziende.
Ci sono, infatti, dirigenti che hanno spessore e carisma da poter non solo comandare ma anche fare squadra con i loro collaboratori, ma ci sono anche dirigenti che non valgono le scarpe che portano e di solito sono quelli messi li per ragioni del tutto diverse dalla funzione che devono esplicare nell'organizzazione.

Nel privato è diverso, .... ma mica tanto; penso infatti a dirigenti messi li perchè sono amici, fratelli, parenti di qualche politico/pezzo grosso di enti che hanno voci in capitolo e che è bene tener buono.

Negli ultimi anni in politica abbiamo visto casi eclatanti di quello che stiamo dicendo, cose che hanno travalicato la più fervida immaginazione: si sa che Caligola aveva fatto senatore il proprio cavallo, in tempi diversi il cavallo si è trasformato in .... tante cavalline!
Ciao