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Il nuovo spaventa. Ecco perché si è critici

 
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Autore Messaggio
QualitiAmo - Stefania
Moderatore


Registrato: 16/09/07 18:37
Messaggi: 26589

MessaggioInviato: Mer Lug 20, 2011 4:37 pm    Oggetto: Il nuovo spaventa. Ecco perché si è critici Rispondi citando

Avete mai fatto caso che quando una persona alza la voce o fa in modo di avviare un conflitto, spesso è semplicemente spaventata dall'idea che le avete appena proposto?

Succede anche a noi quando ci troviamo davanti a qualcosa che non rientra in uno schema familiare, vero? Diventiamo critici, ci chiudiamo nel nostro mondo e non vogliamo nemmeno considerare che ciò che ci hanno proposto potrebbe essere qualcosa di buono.

Di fronte a un'idea insolita dovremmo provare ad evitare di dire qualcosa di negativo su di essa per almeno 60 secondi. Durante questo periodo, proviamo a concentrarci sulle sue caratteristiche che riteniamo potenzialmente utili.

Ovviamente, possiamo chiedere ai nostri colleghi di comportarsi nello stesso modo quando andremo a proporre qualcosa che esulerà dalle loro abitudini.

Cosa ne pensate? Voi lo fate? Vi fermate a riflettere o partite subito in quarta con le critiche? Siete impulsivi o riflessivi? Rolling Eyes
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Stefania - Staff di QualitiAmo

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KK
King of Kuality


Registrato: 23/04/09 14:36
Messaggi: 10266

MessaggioInviato: Gio Lug 21, 2011 8:33 am    Oggetto: Rispondi citando

no, io spesso sono impulsivo ma capisco quando la critica è dettata dalla paura del cambiamento, sia mia che degli altri.

inoltre penso di aver sviluppato una vaga capacità di non osteggiare il cambiamento ma di assecondarlo, in quanto spesso lo condivido, quindi posso arrivare a pensare che le mie critiche non dovrebbero essere dettate dalla resistenza a cambiare (ma il condizionale è d'obbligo) Wink
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Konsulente Kualità
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dario
Enigmatico sorridente


Registrato: 27/11/07 16:30
Messaggi: 3701

MessaggioInviato: Gio Lug 21, 2011 9:23 am    Oggetto: Rispondi citando

Io invece, ma è impostazione di fondo (premetto che il nuovo non spaventa, anzi, incuriosisce, fa nascere voglia di approfondire), mi metto in condizione di ascoltare e capire se la persona ha paura e per istinto si difende attaccando o se è di natura così.

Io di regola inizio con "Fammi capire". Poi aspetto un attimo e cerco di ripetere il concetto che la persona mi stava rimbalzando indietro senza forse aver capito nulla. Per paura. O per rifiuto di base.
Mi prendo il tempo per capire come reagire e costruisco lì una strategia "riflessiva", rarissimamente "impulsiva".

Anche l'ambiente gioca un ruolo molto importante.
Se è positivo, di rispetto, aperto, capita raramante che uno ti si metta ad alzare la voce. Automaticamente l'impulsività è frenata. O no?
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QualitiAmo - Stefania
Moderatore


Registrato: 16/09/07 18:37
Messaggi: 26589

MessaggioInviato: Lun Ago 22, 2011 11:12 am    Oggetto: Rispondi citando

Vi propongo un articolo interessante (traduzione auotmatica) sul cambiamento.

Partendo dal famoso aforisma di Deming: "cambiare non serve. Non è necessario sopravvivere per forza" e da quella che è, forse, la frase greca più famosa al mondo, "panta rei" ("tutto scorre", oppure "niente sta fermo"), l'autrice affronta il tema del processo del cambiamento e della resistenza che l'uomo, da sempre, vi oppone.

Per cambiare davvero bisogna, prima di tutto, capire cosa vogliamo cambiare. Sembra scontato ma spesso non lo è perché vogliamo cambiare le cose ma non stabiliamo nemmeno da dove partire e dove arrivare.

Bisogna, poi, capire cosa sta remando contro, cosa impedisce il cambiamento. Ad esempio, potrebbe trattarsi di consuetudini, procedure acquisite, abitudini, ecc.

E, ancora, chiediamoci perché a parole vogliamo cambiare ma nei fatti ci dedichiamo ad altro e sembriamo non trovare mai il tempo per lavorare su ciò che vogliamo cambiare.
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Stefania - Staff di QualitiAmo

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Lilla
Nuova recluta del forum


Registrato: 28/07/11 17:57
Messaggi: 16

MessaggioInviato: Lun Ago 29, 2011 10:38 am    Oggetto: Rispondi citando

Secondo me è molto importante come si formula la nuova proposta operativa.
Bisogna innanzitutto esporre i vantaggi e spiegare in quale obiettivo più ampio rientra l'azione proposta.
Secondo un mio parere, inoltre, bisogna ascoltare le motivazioni per un'eventuale rifiuto e valuarne la fondatezza.
Potrebbe essere utile anche il coinvolgimento della direzione se l'azione viene bloccata per una motivazione non ritenuta fondata (es. "ho sempre fatto cosi", etc).

Buona giornata a tutti
Lilla
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