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Thom Yorke Nuova recluta del forum
Registrato: 11/12/09 22:46 Messaggi: 23
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Inviato: Mar Gen 18, 2011 11:40 pm Oggetto: Ambiente di lavoro |
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Salve...mi occupo di qualità in un'azienda di lavorazioni meccaniche per il settore aeronautico e avrei bisogno di un chiarimento in merito alla gestione delle risorse, e in particolare all'ambiente di lavoro.
Nella sala metrologica dove viene effettuato il controllo dimensionale dei particolari prima della spedizione, è presente un termoigrografo per tenere sotto controllo le condizioni ambientali; ora queste condizioni sono fissate a 20 gradi e 50% di umidità, il punto è che questi valori al momento sono fissati diciamo "per sentito dire", nel senso che non sono definiti in nessuna procedura o norma interna. Vorrei definire tali condizioni in una procedura, visto che sono comunque un fattore critico, tanto che il certificatore non dimentica mai di controllare il tracciato ad ogni visita! Il problema è che non conosco l'origine di questi valori e tantomeno il range; nella ISO 17025, relativa ai laboratori di prova, si parla di tenere sotto controllo le condizioni ambientali, ma queste non vengono specificate. Sapete di qualche norma specifica? |
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KK King of Kuality
Registrato: 23/04/09 14:36 Messaggi: 10266
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Inviato: Mer Gen 19, 2011 10:08 am Oggetto: |
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Premettendo che non sono espertissimo, mi sorge un dubbio: può essere che l'importante è che le condizioni le fissi tu e le misure che fai siano sempre con lo stesso tipo di ambiente? _________________ Konsulente Kualità |
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Thom Yorke Nuova recluta del forum
Registrato: 11/12/09 22:46 Messaggi: 23
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Inviato: Mer Gen 19, 2011 11:28 am Oggetto: |
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Non credo che basterebbe, perché trattandosi di misure che presentano in alcuni casi tolleranze anche spinte e soprattutto perché abbiamo a che fare in gran parte con alluminio, che è molto sensibile alle variazioni termiche, le misure potrebbero essere fortemente influenzate.
Il punto è che quando si parla di condizioni "normali" in genere ci si riferisce a quelle condizioni che ho indicato e ad 1 atm per la pressione, solo che mi servirebbe un riferimento "inattaccabile". |
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Portello Qualfista
Registrato: 29/09/09 15:03 Messaggi: 1594 Residenza: Barcellona
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Inviato: Mer Gen 19, 2011 11:29 am Oggetto: |
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Non essendo esperto nemmeno io la butto li.
Forse le condizioni di misura devono essere pari a quelle di taratura/calibratura dello/degli strumento/i?
Se misuri i micron e hai uno strumento tarato a 20°C, usando lo stesso strumento a 25°C le misure non sono più affidabili. _________________ Portello
Più è semplice, meglio è |
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dario Enigmatico sorridente
Registrato: 27/11/07 16:30 Messaggi: 3701
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Inviato: Mer Gen 19, 2011 7:27 pm Oggetto: |
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Se parliamo di 17025, i laboratori non sono certificati, ma sono accreditati. Differenza notevole.
La norma 17025 non ti da riferimenti perché è diverso se misuri parti meccaniche oppure la performance di un modulo fotovoltaico o la resistenza di un blocco di cemento, oppure cellule cancerogene.
Devi cercare i riferimenti in norme tecniche settoriali.
Portello ci riporta un esempio calzante. Se il pezzo da misurare segue la temperatura (rimane anche per sufficiente tempo a 25°) la differenza è minima, sempre che i materiali sono con coefficiente di dilatazione uguale al micrometro e sempre che misuri monodimensionalmente... Se misuri in 3D la variazione di volume si fa notare...). Le macchine di misura però di regola compensano via software le differenze di temperatura. Verifica col fornitore della tua macchina (misuri pezzi aeronautici quindi presumo che hai una buona macchina automatica a comando numerico, vero?) |
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Thom Yorke Nuova recluta del forum
Registrato: 11/12/09 22:46 Messaggi: 23
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Inviato: Mer Gen 19, 2011 10:07 pm Oggetto: |
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dario ha scritto: | Se parliamo di 17025, i laboratori non sono certificati, ma sono accreditati. Differenza notevole.
La norma 17025 non ti da riferimenti perché è diverso se misuri parti meccaniche oppure la performance di un modulo fotovoltaico o la resistenza di un blocco di cemento, oppure cellule cancerogene.
Devi cercare i riferimenti in norme tecniche settoriali.
Portello ci riporta un esempio calzante. Se il pezzo da misurare segue la temperatura (rimane anche per sufficiente tempo a 25°) la differenza è minima, sempre che i materiali sono con coefficiente di dilatazione uguale al micrometro e sempre che misuri monodimensionalmente... Se misuri in 3D la variazione di volume si fa notare...). Le macchine di misura però di regola compensano via software le differenze di temperatura. Verifica col fornitore della tua macchina (misuri pezzi aeronautici quindi presumo che hai una buona macchina automatica a comando numerico, vero?) |
Si hai ragione, la 17025 include tutti i tipi di laboratori di prova che quindi possono richiedere requisiti diversi, perciò chiedevo se qualcuno magari era a conoscenza di una norma specifica del settore. Abbiamo un laser tracker che compensa con il software, infatti viene utilizzato al di fuori della sala metrologica, mentre le 2 macchine di misura a coordinate non compensano. Poi c'è da tenere conto anche del fatto che la maggior parte dei particolari vengono collaudati con strumenti tradizionali come calibri e micrometri.
Grazie per i suggerimenti. |
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dario Enigmatico sorridente
Registrato: 27/11/07 16:30 Messaggi: 3701
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Inviato: Gio Gen 20, 2011 9:32 am Oggetto: |
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Ciao,
sei certo che le macchine non hanno compensazione temperatura?
In quel caso è importante che hai condizioni ambientali stabili e controllate.
Mi risulta che i costruttori di macchine di misura (cerca TESA, MITUTOYO, altri produttori) danno sempre un range che ha la media a 20°C.
In un articolo pubblicato nel numero di novembre 2007 della rivista "probing" la specialista Annarita Larrari afferma (pag.4) che nell'intervallo tra 18 e 22 °C l'accuratezza delle misure è massima.
Posso passarti l'articolo se ti interessa.
ciao |
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Thom Yorke Nuova recluta del forum
Registrato: 11/12/09 22:46 Messaggi: 23
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Inviato: Gio Gen 20, 2011 7:58 pm Oggetto: |
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dario ha scritto: | Ciao,
sei certo che le macchine non hanno compensazione temperatura?
In quel caso è importante che hai condizioni ambientali stabili e controllate.
Mi risulta che i costruttori di macchine di misura (cerca TESA, MITUTOYO, altri produttori) danno sempre un range che ha la media a 20°C.
In un articolo pubblicato nel numero di novembre 2007 della rivista "probing" la specialista Annarita Larrari afferma (pag.4) che nell'intervallo tra 18 e 22 °C l'accuratezza delle misure è massima.
Posso passarti l'articolo se ti interessa.
ciao |
Si le macchine hanno la possibilità di compensazione, però volevo dire che non viene fatta proprio perché si trovano in ambiente controllato.
Passamelo l'articolo può essere interessante, grazie! |
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2p71828 Qualità è precisione
Registrato: 31/10/08 17:43 Messaggi: 2750
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Inviato: Lun Gen 24, 2011 3:22 pm Oggetto: |
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Per la calibrazione ogni strumento ha la sua norma di riferimento (calibro, micrometro etc), almeno nel campo meccanico, e tutte concordano sulla temperatura di 20°C +/-2 (temperatura alla quale vengono tarati i primari).
Per quanto riguarda le misurazioni in generale è falso ritenere che a 20°c si abbia la massima accuratezza, le apparecchiature elettroniche soffrono del rumore di fondo per cui in alcune applicazioni vengono raffreddate sotto lo 0°C _________________ =fixed(exp(1);5)
sha-1=661bf49e78e9d958032859e811fa1ca27699207a |
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