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Il piacere di pensare e la Qualità nella scuola

 
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Autore Messaggio
QualitiAmo - Stefania
Moderatore


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MessaggioInviato: Lun Nov 02, 2009 9:48 am    Oggetto: Il piacere di pensare e la Qualità nella scuola Rispondi citando

Sul "Il Giornale di Vicenza" potete leggere un articolo dal titolo: "Il piacere di pensare". Si riflette sulla Qualità dei sistemi scolastici.
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Stefania - Staff di QualitiAmo

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SANNAS
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Messaggi: 16
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MessaggioInviato: Lun Nov 09, 2009 5:08 pm    Oggetto: Rispondi citando

L’articolo di Gianni Zen su Il Giornale di Vicenza del 2 novembre 2009 fotografa bene il tema/problema della qualità nella scuola pubblica statale italiana. Un discorso a parte merita la scuola pubblica paritaria italiana, in particolare quella cattolica o di ispirazione cattolica.

Sicuramente da riprendere e sviluppare gli stimoli su "phronesis-intelligenza-lasciarsi discutere".

Vorrei discutere (lasciarmi discutere) su due punti.

1. Qualità e Certificazione ISO sono due elementi distinti anche se non separati. La (ricerca della) qualità è sempre e comunque prima (temporalmente, ontologicamente, ...) della certificazione. Il problema di molte scuole e di molte altre imprese è che si è cercato (e spesso) ottenuto la certificazione senza un coinvolgimento di tutta l’organizzazione. Oggi questa consapevolezza è diffusa nel sistema scuola italiano e si sta lavorando alla diffusione del CAF Common Assestement Framework – molti punti in comune con l’EFQM – e meno alla certificazione ISO che comunque le scuole che l’hanno ottenuta continuano a mantenere.

2. Zen afferma “è paradossale, ad esempio, che chi, per mestiere, valuta, come i docenti, non sia poi sempre disposto a farsi valutare” toccando, a mio parere, uno dei punti di debolezza della qualità nella scuola. Sicuramente per ragioni di spazio e di genere letterario, Zen intendeva “i docenti non sempre sono disposti a far valutare il loro lavoro: la sua progettazione, la sua implementazione, la sua attuazione, i suoi risultati espressi in apprendimenti e in competenze acquisite dagli studenti,...”
Verissimo! Ma gli insegnanti che non vogliono essere giudicati hanno qualche valida ragione, riducibili a due, meglio tre:

A) chi valuta i valutatori? e con quale unità di misura si misura il “rendimento” dell’insegnamento?

B) usando le competenze come esito del processo di insegnamento-apprendimento, è possibile enucleare il contributo (responsabilità) del singolo docente? ovvero non è giunta l’ora anche per l’Italia di divulgare e adottare il team teaching come strumento base dell’organizzazione scolastica?

C) come parametrare il livello, l’impegno, ... degli studenti e delle loro famiglie? A Roma, ad esempio, fare scuola in un quartiere bene come i Parioli molto diverso da fare scuola alla Garbatella o a Tor Bellamonaca, nella vasta periferia suburbana.

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dario
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Registrato: 27/11/07 16:30
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MessaggioInviato: Lun Nov 09, 2009 5:30 pm    Oggetto: Rispondi citando

Sannas, interessante!
sintetico perché voglio risponderti più ragionatamente con calma a tempo debito. (scusa).

1) nella scuola spesso la iso è stata imposta da un istituzione che non aveva idea di come "controllare" (senza conoscere né cosa è la ISO, né cosa è la scuola) e come paletto per "assicurare" finanziamenti.
assurdo ma vero.

2Aa) I docenti sarebbero per gran parte (pecore bianche) disposte alla valutazione, se questa non fosse perversa. Chiaro che se mi dici che mi vuoi valutare (giurando che serve al miglioramento) e poi lo fai con un questionarietto crocettato da ragazzini ai quali chiedi di "esprimere in una scala centesimale la loro percezione di competenza disciplinare del docente" (...) senza misurazioni da parte di pari, senza autovalutazione, senza contestualizzare, senza, senza, senza... ecco che casca anche il mulo, non solo l'asino.
2Ab) Se poi diffondi in modo subliminale o subdolo il concetto della valutazione della performance confrontandola a quella del manager che ha obiettivi aziendali (leggi nel privato), ecco che la propensione del docente alla valutazione cala ulteriormente.
2Ac) Chi valuta i valutatori: il concetto andrebbe sviluppato per scindere "valutazione" da "performance" = rendimento (spero sia uno scivolone usare "rendimento") in un sistema scolastico come l'attuale.

2B) Team teaching come modello base di ricerca? Si, ma come ricerca, tenendo bene presente che i costi non sono ben definiti, se confrontati ai risultati del modello di insegnamento. Si se si tiene conto che il sistema socioeconomico è in rapidissimo cambiamento.
Modello per tutta l'Italia, senza fare dei "test" delimitati ed averne misurati i risultati? Sarebbe come dire: "mando mio figlio a scuola per avere poi forse, speriamo, magari, chissà, un professionista che troverà lavoro forse, magari, chissà... Che paura!
Flessibilità. Flessibilità da richiedere ad un sistema vecchio di 30 anni? Mah! ...
E qui mi fermo.
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Portello
Qualfista


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MessaggioInviato: Lun Nov 09, 2009 7:28 pm    Oggetto: Rispondi citando

E allora discutiamo.

1) E' un approccio che hanno avuto tutti (TUTTI).

2) E' difficile farsi valutare da uno studente. Direi che è necessario rivedere il metodo di valutazione. Non dico che lo studente non possa esprimere il suo parere sull'operato dell'insegnante. Dico che prima di decidere di valutare bisogna concordare quali sono gli obiettivi che un insegnante deve raggiungere e siamo d'accordo che gli obiettivi di una scuola sono ben più impegnativi e delicati di quelli di una bulloneria (ho lavorato nel settore). La strada è lunga ma coinvolgente.

A) parlare di rendimento, per questo settore, non mi piace. Anche Deming aborriva l'uso di valutazioni numeriche! La valutazione di un insegnante deve giocoforza essere il compendio di una serie di giudizi provenienti da diversi "clienti":
- studenti (chi dovrà acquisire ed utilizzare le professionalità),
- scuola (chi deve produrre le professionalità),
- società e mondo del lavoro (chi usufruirà delle professionalità)
- ministero pubblica istruzione (chi gestisce l'erogazione delle professionalità richieste),
molto complesso, ma anche decisamente interessante!

B) si, ma si sposta il problema di poco,

C) fino a prova contraria i risultati scolastici sono verificati dagli insegnanti stessi. Tutto è migliorabile, ma qui partiamo già da una base esistente.
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SANNAS
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MessaggioInviato: Lun Nov 09, 2009 10:27 pm    Oggetto: Rispondi citando

Ciao Dario e Portello,

ammirato..., provo ad estendere le nostre riflessioni continuando a “lasciarmi discutere”...

vado, come sempre, per punti

- “Flessibilità da richiedere ad un sistema vecchio di 30 anni?”
La scuola italiana (faccio riferimento alla secondaria di II grado: licei, tecnici e professionali) attualmente è vecchia: vecchia nell’impianto pedagogico, con strutture vecchie e con insegnanti vecchi [età media = +50 anni]. A macchia di leopardo si registrano delle isole di eccellenza: sperimentazioni, ricerca e innovazione pedagogica, primi posti nei premi qualità per la PA Pubblica Amministrazione, ... Poche ISA Istituzioni Scolastiche Autonome sono passate dalla cultura dell’adempimento alla cultura della responsabilità perché i suoi Dirigenti scolastici e suoi insegnanti hanno palesato e palesano una forte resistenza al cambiamento e non vi sono stati molti azioni e incentivi a modificare un’organizzazione tetragona dal XIX secolo, dalla Legge Casati del 1860...
capace di assimilare gattopardescamente qualsivoglia innovazione: qualità ridotta a bollino di certificazione da ostentare nella carta intestata, ICT ignorata nella didattica quotidiana, didattica modulare morta per rigidità organizzative, competenze come orientamento ai risultati convertite in consolatorie abilità (ma questo è un discorso ancora aperto...)
Dunque, concludendo la pars destruens, come attuare una seria politica scolastica in Italia? La strategia (attuativa di quella europea nota come di Lisbona e successive) non può che up-down, ma l’attuazione deve necessariamente essere bottom-up. Io, sinceramente, non è ho la più pallida idea. Meglio tutte le ipotesi si scontrano con la realtà abbozzata da Zen di una scuola ancora profondamente ideologica, intrisa di politica del secolo scorso,... che genera il problema

- Chi valuta i valutatori?
Scindendo "valutazione" da "performance" (OK è uno scivolone usare "rendimento" in un sistema scolastico come l'attuale, ma è stato messo intenzionalmente tra virgolette) e riaffermando che [OK Portello] «La valutazione di un insegnante deve giocoforza essere il compendio di una serie di giudizi provenienti da diversi "clienti"», si pone il problema teorico e pratico “è possibile concordare quali sono gli obiettivi che un insegnante deve raggiungere?”. Sicuramente sì, almeno in termini di incremento marginale delle performance degli studenti ... con – cito - misurazioni da parte di pari, con l’autovalutazione, contestualizzando... Ma qui ritorno al team teaching, è oggi possibile “insegnare per competenze” da soli? Il problema è prima teorico e se la risposta è positiva, concordo con Dario, sperimentarlo ... e si torna al sistema vecchio e alle eccellenze distribuite a macchia di leopardo...

Domanda: come uscire dal loop?

si accettano risposte parziali Very Happy

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dario
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MessaggioInviato: Mar Nov 10, 2009 3:02 pm    Oggetto: Rispondi citando

Caro Sannas, vorresti che noi qui formuliamo la ricetta per un male che dura da anni, dove i migliori geni sul mercato non sono riusciti che a far andare sempre peggio la macchina?

Mi sa che dobbiamo limitarci a tener presente che il giocattolo è molto delicato e difficile da regolare. Un pochino come la moto di Valentino o di Casey... solo se la metti in mano a dei mostri sacri ne trai risultati eccezionali.
Progetti di sperimentazione ad hoc, monitorati e trasferimento veloce dei buoni risultati. Banalizzando è questa la mia ricetta. Ma prima devi cambiare tante di quelle regole base che ti tolgono di mezzo prima che arrivi a dire "cip".

Wink
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SANNAS
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MessaggioInviato: Mer Nov 11, 2009 10:15 am    Oggetto: Rispondi citando

Dario

"Progetti di sperimentazione ad hoc, monitorati e trasferimento veloce dei buoni risultati". OK per iniziare

al di là della fragilità del giocattolo, che giocattolo non è..., occorre tenere presente che ci sono in ballo le esistenze di tante persone, la presente e futura qualità di vita degli studenti...altro tema

ne parliamo a voce, settimana prossima
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Portello
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MessaggioInviato: Mer Nov 11, 2009 12:37 pm    Oggetto: Rispondi citando

Suggerisco una riflessione di carattere generale che mi sta facendo riflettere molto.

La scuola così come la conosciamo è nata all'apice dello sviluppo della società industriale: classi di molti allievi con un insegnante, specializzazione del professore su una materia, standardizzazione dell'apprendimento e della valutazione, enfasi sulla professionalità basata sulle nozioni e non sulla capacità di analisi, ecc...

Ora viviamo nella società post-industriale, come dovrebbe cambiare la scuola in questa società?
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MessaggioInviato: Mer Nov 11, 2009 12:54 pm    Oggetto: Rispondi citando

bella riflessione. Dovremmo organizzare un bel congresso fatto come si deve, ma non organizzato da chi sguazza nell'attuale sistema cristallizzato.
Modificare è davvero difficile, perché le modifiche nel sistema scuola sono di lunga attuazione (anni) e perché i prodotti sono delicatissimi e le ricadute del cambiamento si fanno misurare molto tempo dopo.

Comunque, Portello, per fortuna, la scuola post industriale è già cambiata moltissimo e sta cambiando in modo rapido e costante (te lo assicuro perché lo vivo come attore - trnq, sono solo una piccola comparsa).
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SANNAS
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MessaggioInviato: Mer Nov 11, 2009 2:33 pm    Oggetto: Rispondi citando

Non posso che condividere la riflessione di Portello e il commento di Dario

il congresso protebbe essere promosso da QualtiAmo, Dario e Portello nel comitato organizzatore...

Sui cambiamenti della scuola, della società, dell'impresa, del ... postindistriale, farei la consueta osservazione che nell'attuale contesto italiano e no convivono moltepli elementi: scuole dell'800, del '900, del 68, postsessantottine, del futuro....
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MessaggioInviato: Mer Nov 11, 2009 2:44 pm    Oggetto: Rispondi citando

SANNAS ha scritto:

...
il congresso protebbe essere promosso da QualtiAmo, Dario e Portello nel comitato organizzatore...
...

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SANNAS
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MessaggioInviato: Mer Nov 11, 2009 2:47 pm    Oggetto: Rispondi citando

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