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Enterprise risk management e SGQ

 
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Autore Messaggio
QualitiAmo - Stefania
Moderatore


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MessaggioInviato: Gio Giu 04, 2009 9:31 am    Oggetto: Enterprise risk management e SGQ Rispondi citando

l'ing. Gian Carlo Mocci ci ha segnalato alcuni suoi articoli che abbiamo trovato interessanti e che vi proponiamo:

"Enterprise risk management in un'organizzazione che adotta un Sistema di Gestione Qualità - Un modello di riferimento"

"Risk management, le sinergie con un Sistema Qualità aziendale"

Sempre sulla piattaforma issuu potete trovare altri testi specifici sul risk management.

Edit: su segnalazione dell'ing. Mocci ho modificato i link che puntavano alle sue pubblicazioni perché sono cambiati. All'indirizzo generico inserito ora potrete trovare tutti i testi. (12/01/2010)
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Stefania - Staff di QualitiAmo

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L'ultima modifica di QualitiAmo - Stefania il Mar Gen 12, 2010 12:41 pm, modificato 1 volta
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paola
Amico/a di QualitiAmo


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MessaggioInviato: Gio Giu 04, 2009 11:11 am    Oggetto: Rispondi citando

pane per i miei denti!!!!!!!
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paola
Amico/a di QualitiAmo


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Residenza: monza e brianza

MessaggioInviato: Gio Giu 04, 2009 12:55 pm    Oggetto: Rispondi citando

ho parlato troppo presto : non mi si apre nessun documento.

proverò dopo da casa, magari su questo pc c'è qualche filtro!!!
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QualitiAmo - Stefania
Moderatore


Registrato: 16/09/07 18:37
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MessaggioInviato: Gio Giu 04, 2009 2:02 pm    Oggetto: Rispondi citando

A noi lo apre senza problemi. Facci sapere. Ciao!
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Stefania - Staff di QualitiAmo

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paola
Amico/a di QualitiAmo


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MessaggioInviato: Gio Giu 04, 2009 3:53 pm    Oggetto: Rispondi citando

finalmente sono riuscita ad aprire i files:era proprio un blocco del pc aziendale!!

articoli molto interessanti ed attuali, mi ci riconosco, anche se spesso nelle aziende il SGQ rimane come un corollario, come un sistema parallelo che non si interseca mai con il sistema ERM.
C'è una cosa che va sottolineata : se il SGQ spesso è volontario (a meno che non venga imposto se si è fornitori di aziende importanti), il Risk Management è ormai cogente a livello nazionale per determinati settori, quali istituti bancari e assicurativi.

grazie-serberò il documento come vangelo!
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Messaggi: 32
Residenza: Roma

MessaggioInviato: Mer Giu 24, 2009 4:12 pm    Oggetto: Rispondi citando

Gentilissima Paola

sono molto felice che abbia trovato utili i miei articoli.
Le preannuncio che a fine estate ne verrà pubblicato un altro sull'introduzione dei concetti di rischio sulla 9001:2008.

Resto a sua completa disposizione se posso rendermi utile su domande specifiche.

Ancora Grazie
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Stregatto
Donna di qualità


Registrato: 21/09/07 10:41
Messaggi: 1668

MessaggioInviato: Mer Giu 24, 2009 4:43 pm    Oggetto: Rispondi citando

Siamo noi a dover ringraziare per il gentile contributo!
Speriamo di leggere anche il nuovo articolo. Very Happy

PS Benvenuto!!!
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clacaste
Nuova recluta del forum


Registrato: 19/05/09 09:22
Messaggi: 23

MessaggioInviato: Ven Giu 26, 2009 12:30 pm    Oggetto: Rispondi citando

Entrambi gli articoli sono davvero interessanti.
Sono stata attratta dalla lettura perchè vorrei introdurre l'analisi dei rischi nella fase del riesame del contratto, cioè prima di emettere l'offerta al cliente e quindi durante l'esame di fattibilità...

Mi trovo però di fronte ad un interrogativo mica da poco, come posso gestirlo?

Pensavo di inserire in un modulo tutti i rischi possibili, coè quelli che possano accadere. Posso attribuire loro un livello di rischio (remoto, basso, medio e alto) ed un peso.
Successivamente determino un punteggio parziale (per ogni rischio) ed uno globale medio considerando tutti i rischi esaminati.
Come faccio però a gestirlo?
Se il rischio è remoto, posso accettarlo, se è basso posso fare delle azioni preventive, se è medio? E se è alto?
Ho davvero bisogno di voi e di consigli!!!
Grazie mille in anticipo.
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dario
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Messaggi: 3701

MessaggioInviato: Ven Giu 26, 2009 6:35 pm    Oggetto: Rispondi citando

ciao clacla, per la gestione dei rischi il punto più difficile è assegnare i parametri corretti che poi ti danno la matrice dei rischi completa.
Io assegno valori ai seguenti parametri:
- probabilità che l'evento accada
- Portata delle conseguenze se l'evento succede
(la frequenza storica la includo nella probabilità)
Il valore p * P mi da il livello (che tu hai in 4 gruppi ed io in 3).
Poi faccio come te per i livelli ma io per i "remoti" non faccio nulla (ce li assumiamo con consapevolezza, visto che porterebbero a conseguenze sopportabilissime).
Per la classe 2 facciamo prevenzione, formazione, azioni pianificate di recovery se succederà qualcosa, oltre naturalmente alla diffusione tramite assicurazioni dei costi se succederà.
Per la classe 3 ossia rischi alti di regola devi analizzare bene come ridurre le conseguenze, come prevenire con ogni mezzo l'insorgere, come pianificare azioni di mitigazione e come assicurare l'azienda.
n fondo agisci come per i rischi minori, ma vai più a fondo.
OK?
Ti invio un paio di pubblicazioni, dato che hai messo l'email, ok? Smile
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MessaggioInviato: Sab Giu 27, 2009 5:44 pm    Oggetto: Rispondi citando

Complimenti Clacaste
non tutti hanno la lungimiranza di introdurre concetti di Risk Management nel riesame del contratto.
Dario
non è che mandi anche a me i documenti che hai mandato a Clacaste ?

Spero di essere di aiuto suggerendovi, per le prime volte, di fare una cosa semplice secondo il seguente schema.

IDENTIFICAZIONE DEI RISCHI
Identificare tutti i rischi possibili sarebbe una cosa eccellente, ma molto difficile. Una buona tecnica è avere un approccio del tipo legge di Murphy, quali sono tutte quelle cose che possono crearmi problemi ?
Per il riesame del contratto poniti domande del tipo:
1- sto proponendo un servizio/prodotto che sono in grado di erogare ?
2- se si lo erogo comunemente oppure solo una volta ogni tanto ?
2A- è un servizio/prodotto da progettare da zero ?
3- utilizzo personale interno o devo subappaltare ?
4- il cliente è un buon pagatore ?
5- ci sono nel contratto penali per ritardi di consegna ?
6- etc...
Clacaste scrivimi una mail se hai bisogno perchè qui dalla finestra del forum è complicato ....

CLASSIFICAZIONE DEI RISCHI
OPZIONE 1- la più semplice è classificare i Rischi in 4 classi (il numero di classi sempre pari ricordiamoci)
OPZIONE 2- Un pochino più elaborato, ma più corretto, è attribuire probabilità e gravità come dice Dario (se per Rischi remoti intendi quelli che hanno bassa probabilità di verificarsi ricorda che spesso sono quelli con conseguenze molto gravi).

GESTIONE DEI RISCHI
OPZIONE 1- Ora bisogna individuare le azioni per gestire il rischi individuati e classificati. I metodi di gestione del rischio principali sono quelli che indica anche Dario, alcuni in più li trovate su un mio articolo
OPZIONE 2- Volendo si possono attribuire 2 dimensioni anche alle azioni da attuare, es. Tempi di attuazione e Costi di attuazione, ma la cosa si complica.

Queste 3 fasi sono molto utili anche per i Sistemi Ambientali/Sicurezza.

Fatemi sapere se posso essere di ulteriore aiuto
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clacaste
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MessaggioInviato: Lun Giu 29, 2009 8:34 am    Oggetto: Rispondi citando

Grazie a tutti per avermi risposto.
Dario, non ho ricevuto la mail di cui hai parlato nella risposta....


Vi indico cosa avrei pensato di fare:
IDENTIFICAZIONE RISCHI:

I rischi che ho individuato, scusatemi se nella mail ho indicato che avevo analizzato tutti i rischi possibili, sarebbe davvero troppo!!!!
Ho evidenziato i rischi che ritenevo fossero quelli più plausibili:
Ho necessità di RISORSE PER NUOVI PRODOTTI?
Ho ESPERIENZE su PRODOTTI SIMILARI?
Necessito di TECNOLOGIE NUOVE?
Ho ESPERIENZA PERSONALE sul prodotto?
Com'è COMPLESSo il PRODOTTO?
Ho la CONOSCENZA dei MATERIALI UTILIZZATI?
Ho FORNITORI QUALIFICATI?
Ho necessità di PERSONALE QUALIFICATO?
Ho necessità di REFERENZE DEL CLIENTE?
ecc.

Per ogni voce indico un livello di rischio (da 1 a 4, cioè da remoto ad alto), ed un peso (ovviamente, a mio avviso, l'esperienza del personale, ha più peso rispetto alla presenza nel registro dei fornitori qualificati di un fornitore eventualmente utile).
Moltiplicando il livello di rischio con il peso ottengo il rischio relativo a ciascuna voce.
Dopo di che ho un po di problemini:
secondo voi occorre analizzare ogni singola voce e studiare eventuali azioni da mettere in atto, oppure considerare tutto il calderone delle voci indicate sopra, fare una bella media e studiare una soluzione generale?
Sarei più propensa per studiare ogni singola voce, voi cosa mi consigliate?
E poi non so come muovermi... rischio remoto, come diceva giustamente Dario, l'azienda sicuramente se lo accolla, rischio basso, l'azienda mette in atto delle azioni preventive, formazione ecc. rischio medio l'azienda pianifica azioni di mitigazione e poi? Il rischio alto? L'azienda decide di non fare l'offerta???
Il mio dubbio è proprio sulla gestione dei rischi!!!
Anche le azioni di mitigazione, non sono molto il mio forte!!!
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MessaggioInviato: Ven Ott 09, 2009 2:17 pm    Oggetto: Come procede ? Rispondi citando

Buondì Clacaste

Poi come procede con la check list Risk Based ?
Le informazioni che ci siamo scambiati quando ci siamo sentiti sono state utili ?

A presto
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clacaste
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MessaggioInviato: Lun Ott 12, 2009 8:09 am    Oggetto: Rispondi citando

Certo che sono state utili, oserei utilissime!!!
Ho redatto il modulo, ho previsto delle "azioni preventive" che scaturiscono un nuovo livello di rischio....
Il modulo ora è in uso!!
Grazie ancora per il supporto.
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QualitiAmo - Stefania
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MessaggioInviato: Gio Ott 15, 2009 5:05 pm    Oggetto: Rispondi citando

L'ing. Gian Carlo Mocci ci segna il suo nuovo articolo "Qualità e rischio. L'inizio di un nuovo corso?" che è stato pubblicato su De Qualitate di ottobre.

L'articolo si può leggere raggiungendo questo link.

Grazie all'ingegnere per la gentile segnalazione e se avete domande sul testo vedremo di "girarle" all'autore.
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Stefania - Staff di QualitiAmo

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MessaggioInviato: Gio Feb 25, 2010 11:56 pm    Oggetto: Rispondi citando

GRAZIE

Ringrazio tutti dell'attenzione riservata all'articolo che sin'ora è stato letto online da oltre 60 persone.

A presto
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Gian Carlo Mocci
Pubblicazioni (spero) utili visita
www.issuu.com/gcmocci/docs
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